Lasagne al pesto: una variante gustosa del classico piatto emiliano

Le lasagne al pesto costituiscono un’alternativa davvero gustosa ed originale alle classiche e sempre appetibili lasagne col ripieno di carne. La lasagna è propriamente una pasta all’uovo tagliata in grossi quadrati, o rettangoli, usati soprattutto per pasticci al forno. E’ un prodotto tipico di Marche ed Emilia Romagna, ma di tutto il centro Italia in generale, dove il piatto più conosciuto che ci si prepara sono le lasagne al forno.
La guida del 2003 del Touring Club Italia, “L’Italia della pasta”, ci informa che se nel nord Italia il termine può indicare anche strisce lunghe e larghe (circa 2 cm) di pasta all’uovo, da consumare quasi sempre asciutte, e più raramente nei minestroni, nel sud Italia il termine lasagne o sagne viene usato alternativamente a lagane per indicare strisce lunghe e larghe ricavate da un impasto di semola di grano duro e acqua. In Puglia e Basilicata si usano le sagne ‘ncannulate cioè attorcigliate girandole intorno ad un supporto cilindrico in forna elicoidale. Nella cucina campana e nella cucina siciliana la besciamella viene spesso sostituita con ricotta fresca e i condimenti vengono appesantiti con l’introduzione di uova sode, polpettine di carne fritte, formaggi semiduri ed ortaggi.

Crespelle alle verdure senza glutine (ma ottime per tutti!)

crespelle

Per tutti coloro che soffrono di celiachia (intolleranza al glutine) proponiamo oggi una ricetta appetitosa a base di grano saraceno. Esistono infatti una serie di farine che sono naturalmente prive di glutine, derivate da ingredienti che non lo contengono (anche se ricordiamo che è bene essere sempre bene informati sulle condizioni di produzione ed imballaggio per evitare pericolose contaminazioni).

Tra queste la farina di grano saraceno, spesso evitata per via della parola “grano”. In realtà non ha niente a che fare con il grano vero e proprio; questo tipo di farina è più scura ed è utilizzata per fare i pizzoccheri o alcuni tipi di polenta (polenta taragna). Non solo quindi è adatta a chi soffre di celiachia perchè senza glutine, ma è indicata per variare la dieta di tutti.

Utilizzeremo questa farina di grano saraceno per preparare delle ottime crespelle condite con verdure.

Filetto allo Strogonoff: le vere origini di questa ricetta

Il filetto allo Strogonoff è un vero e proprio must della cucina russa e deve la sua invenzione ad un medico, Strogonoff appunto, alle dipendenze della zarina Maria di Russia. Strogonoff esercitava la sua professione tra i cacciatori di balene e si narra che durante una battuta di caccia ci fu un’intossicazione da aringhe polari per l’ intero seguito imperiale di San Pietroburgo. A quel punto Strogonoff somministrò all’ intero equipaggio una dieta molto rigida a base di riso e carne di mucca precedentemente fermentata nella panna e succo di cipolle. Da qui divenne di gran moda alla corte moscovita e al Caffè Puskin, sulle sponde della Neva. Ginger vi presenta il suo filetto allo Strogonoff augurandovi buon appetito.

Cucina africana: il cous cous del Maghreb

cuscus

Cucina africana” è un’ etichetta un po’ semplicistica per la cucina tipica di un continente grande e variegato come l’Africa. Nonostante sia caratterizzato da un dedalo di culture e quindi cucine, possiede dei tratti comuni, come l’uso delle spezie ad esempio. Uno dei piatti più conosciuti e diffusi è senza dubbio il cous cous, che soprattutto sulle tavole dell’area maghrebina non manca mai. E’ fatto da semola di grano duro lavorata ed accompagnata da diversi tipi di carne o pesce, arricchita con spezie e verdure. La lavorazione del cous cous è un vero e proprio rituale, che si svolge con lentezza ed attenzione.

Occorre lavorare la semola con farina, sale ed acqua finchè non si formano i tipici “granelli”. Questi vanno poi cotti in una “couscoussiera“, una pentola a due strati: in quello inferiore, sopra il fuoco, vanno cotte le pietanze di accompagnamento (il pesce o la carne), mentre in quella superiore va il cous cous, che cuocerà con il vapore, insaporendosi.

Noi di Ginger vi presentiamo questa volta la ricetta di un cous cous di pesce, che ovviamente può essere preparato anche con il cous cous che trovate normalmente nei negozi e senza obbligatoriamente utilizzare una couscoussiera.

St.Patrick’s Day il 17 Marzo e le cotolette di salmone irlandese della signora MacLeod

Il 17 marzo in Irlanda ed in ogni posto dove risiede una comunità irlandese, viene celebrato il giorno di San Patrizio, patrono d’ Irlanda. Molte le leggende sul santo, sulla sua vita e sulle sue opere. Certo è che non nacque in Irlanda ma in Scozia e arrivò sulla splendida terra irish solo all’età di sedici anni. San Patrizio fu spesso minacciato di morte, catturato e condannato, ma riuscì comunque a portare avanti la sua missione in nome di Dio con sorprendente successo. Il santo percorse l’intera Irlanda, predicando e insegnando nella lingua locale, fondando abbazie e monasteri, soccorrendo i bisognosi e operando miracoli.

Il St. Patrick’s Day in Irlanda nasce quindi come festa religiosa: sembrerà assurdo, ma fino agli anni ’70 i pub avevano l’obbligo di chiudere il 17 marzo! Solo nel 1995 St. Patrick’s Day diventò anche una festa nazionale e come tale richiede una cucina degna dei giorni importanti. Fiumi di birra Guinness scorrono nelle taverne irlandesi di tutto il mondo e in alcuni paesi, come l’Australia o gli Stati Uniti, si organizzano parate colorate che rivendicano l’orgoglio di questo popolo allegro e gioioso.

La cucina irlandese è una cucina povera, fatta di piatti semplici. Il pane alla soda, lo stufato di manzo con birra Guinness, burro salato, le zuppe, sono tra i piatti principali serviti nelle giornate uggiose dentro i pub dalla moquette consunta, ma dallo spirito autentico e sorridente. Se volete cucinare un piatto irlandese ma non sapete cosa, Ginger è sempre pronto con i suoi consigli e per l’occasione vi suggerisce le

Cotolette di salmone della signora MacLeod (ingredienti per quattro persone)

Una ricetta saporita per cucinare il merluzzo del capitano

Il pesce surgelato di certo non è il massimo, ma molte volte in inverno o in quelle località dove è difficile trovare del pesce fresco, può essere un’ottima soluzione per cambiare la dieta e non dover magiare sette giorni di fila solo piatti a base di carne o di verdure.

Il merluzzo o nasello è un pesce molto comune in tutti i mari del mondo, anche se si trova più frequentemente nell’Atlantico, e si presta facilmente ad esser conservato in vari modi.

Sicuramente uno dei modi più antichi per conservare il merluzzo è quello di salarlo, facendo in tal modo il baccalà. Un altro metodo di conservazione che permette di mantenere a lungo il merluzzo è quello di farlo essiccare, e se conservato in questa maniera non chiamatelo più merluzzo, ma stoccafisso. Infine una tecnica di conservazione più moderna è quella del congelamento.

Nel mar mediterraneo si trovano dei merluzzi dalla pezzatura più piccola, che vengono chiamati, appunto, merluzzetti o naselli. In ogni sua forma, comunque, il merluzzo è molto nutriente e dalle carni gustose, adatto per chi tiene alla linea, visto che rientra nella categoria dei pesci magri e contiene solo il tre percento di grassi.

Ma in che modo si può ridar vita al merluzzo surgelato pescato da quella figura, che evoca avventure da vivere a 20.000 leghe sotto i mari, e tanto piace ai bambini, che si presenta con il nome di Capitan Findus? Ma semplice, con una ricetta facile e saporita, con pomodori patate e olive.

Fagioli bianchi toscanelli al fiasco: come prepararli

Con il termine fagiolo– dal latino phaseolus– si indica un genere di piante della famiglia delle Papilionacee provenienti dall’America Centro-Meridionale: i fagioli vennero introdotti in Europa nel sedicesimo secolo, ad opera degli spagnoli e dei portoghesi, e da allora sono stati coltivati per la produzione di semi secchi e per i baccelli verdi.

Le specie di questo genere di piante sono più di 150. Le piante dei fagioli, nane o rampicanti, sono accomunate dalle foglie di forma rotondeggiante che termina a punta e infiorescenze bianche o rosate che producono i baccelli, frutti oblunghi contenenti ciascuno numerosi semi.
Se volete acquistare fagioli freschi, badate sempre che i baccelli siano chiari o verdi: scartate i fagioli ingialliti e vecchi. Anche i fagioli secchi non devono esser vecchi ma dell’annata. Calcolatene 80 grammi per persona. I fagioli secchi vanno poi messi a bagno almeno 12 ore, preferibilmente in acqua leggermente tiepida e ci si può aggiungere anche un pizzico di bicarbonato. Se al momento di cuocerli ne trovate qualcuno in superficie, scartatelo, perchè si tratta di fagioli guasti.

I fagioli sono molto nutrienti e, come tutti i legumi, sono ricchi di proteine e di vitamina A e C. Contengono inoltre calcio, fosforo, ferro e potassio. Un etto di fagioli secchi dà 24 grammi di proteine e soli 2 grammi e mezzo di grassi. I legumi contengono inoltre la lecitina, un fosfolipide che favorisce l’emulsione dei grassi evitando che si accumulino nel sangue, riducendo così il colesterolo.
Vediamo adesso un metodo di cottura tradizionale dei fagioli secchi, i fagioli al fiasco.

Ramen giapponese: bacchette e scodelle per tutti!

ramen

 

Molti di noi sono cresciuti con i cartoni animati giapponesi ed una delle scene più classiche era quella in cui i protagonisti si abbuffavano mangiando una strana zuppa: dal detective Zenigata al più recente Naruto, li abbiamo visti tutti piegati su una ciotola con le bacchette in mano risucchiando qualcosa che assomigliava a dei “tagliolini”. Solo negli ultimi tempi però la cucina giapponese è stata rivalutata da noi italiani e non solo il suhi ed il sashimi, ma anche il ramen.

 

Il ramen è una ricetta diffusissima in tutta l’Asia, composta da spaghetti (o tagliatelle) all’uovo serviti in brodo di carne, verdura o pesce. Questa è la base, mentre il resto degli ingredienti e delle decorazioni variano a secondo di dove lo assaggerete. In Giappone sono innumerevoli i piccoli localini in cui vi serviranno un ramen speciale, frutto di sperimentazioni durate anni ( se capitate in Giappone e volete assaggiare il ramen evitate rigorosamente i locali grossi e che fanno parte di catene, e puntate su quelli piccoli e a conduzione familiare dove la ricetta del ramen è un tesoro tramandato di generazione in generazione.

 

Noi di Ginger vi presentiamo oggi una ricetta per preparare il ramen a casa (anche se con la globalizzazione adesso si trovano anche delle confezioni di ramen istantaneo o liofilizzato nei negozi orientali), cercando per quanto possibile di indicarvi ingredienti facilmente reperibili in Italia.

Cannelloni con ricotta per la domenica di Pasqua

Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo
Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
  • 250gr di pasta fresca all’uovo già stesa
  • 200gr di ricotta freschissima
  • 350gr di cavolini di Bruxelles
  • 60gr di mandorle a lamelle
  • 60gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 40gr di burro
  • 150gr di gorgonzola dolce, tagliato a pezzetti
  • 1 bicchiere di panna fresca
  • noce moscata grattugiata
  • sale e pepe bianco

Un menù informale con le ricette di Ginger & Tomato

Un problema che ci poniamo in molti, quando dobbiamo organizzare un pasto informale per una riunente di amici o parenti, riguarda sicuramente il menù.

Io in primo luogo, mi pongo questo problema: informale si, ma vorrei cucinare qualcosa di un po’ particolare, senza esagerare, ma non vorrei che gli invitati mangiassero dei piatti che, forse, hanno quasi tutti i giorni in tavola.

In secondo luogo, si presenta il problema di comporre il menù, a partire da uno spuntino iniziale e finendo con un dessert semplice da preparare. Cercare di ricordare i gusti di tutti e non fare dei piatti con degli ingredienti che possano risultare sgraditi a qualcuno.

Mercato dei prodotti tipici della Montagna Italiana

I giorni di 29 e 30 di questo mese, la Comunità Montana del San Vicino, in provincia di Macerata, vi invita al tradizionale appuntamento marzolino con la “Mostra Mercato dei Prodotti Tipici della Montagna Italiana”.
Il senso della manifestazione è quello di promuovere la valorizzazione del territorio favorendo la diffusione dei prodotti tipici nel senso di un’alimentazione sana e genuina.
L’evento avrà luogo presso il “Palazzetto dello Sport” del Comune di Cingoli, conosciuto come il “Balcone delle Marche”, dal quale si osserva una splendida vista sui Monti Sibillini e sul Monte Conero, zone famose per la produzione di un ottimo olio extravergine d’oliva e per alcuni vini, tra cui il famoso “Verdicchio D.O.C.”

La dieta in rosa: consigli dietetici per rimanere in forma a tutte le età

Aspetti un bambino? Consuma verdure a foglia verde e oli vegetali. Soffri dei disturbi della menopausa? Mangia più soia. Gli scienziati hanno scoperto che la salute delle donne si difende anche e soprattutto a tavola, con alimenti che ci aiutano a prevenire importanti patologie, ma anche a rendere la pelle più bella o a combattere piccoli fastidi tipicamente femminili. Vuoi saperne di più? Leggi qui.

Olio e frutta secca per una «dolce attesa». Noci e nocciole, ma anche olio d’oliva, olio di mais e olio di germe di grano sono tra i protagonisti di una corretta dieta al femminile. «Si tratta di alimenti ricchi di vitamina E, soprannominata “vitamina della fertilità” perché contribuisce al buon funzionamento dell’apparato riproduttivo e aiuta la donna ad affrontare al meglio la gravidanza», spiega la dottoressa Evelina Flachi, nutrizionista e specialista di scienza dell’alimentazione a Milano e Roma. Si tratta, però, di alimenti piuttosto calorici: le noci forniscono 600 calorie per 100 grammi, l’olio di oliva 900. «Per non litigare con la bilancia, quindi, non eccedere nelle quantità: per accrescere l’apporto quotidiano di vitamina E bastano due noci e un cucchiaio d’olio nell’insalata».

Latticini, gli alleati delle ossa «I latticini sono ricchi di calcio», prosegue la dottoressa Flachi «Durante la crescita, il calcio contribuisce alla formazione dell’ apparato osseo. In età matura, combatte la perdita di minerali che colpisce le donne dopo la menopausa e che può causare l’osteoporosi, una patologia che rende le ossa più fragili». Lo yogurt, poi, ha un’altra virtù: aiuta a prevenire i disturbi vaginali grazie al contenuto di Lactobacillus acidophilus, un microrganismo che riequilibra la flora batterica.