Acque minerali: quale scegliere?

water

Le acque minerali non sono tutte uguali e basare la nostra scelta su quale acqua bere sulle pubblicità non è il modo migliore, visto che sono tutte “diuretiche”, tutte “migliorano la vita” eccetera. Cerchiamo di capire quali acque vanno bene per le nostre esigenze e quali sono le migliori.

Innanzituto le acque minerali per essere commercializzate devono rispettare la normativa vigente secondo cui sono considerate acque minerali naturali

le acque che hanno origine da una falda o un giacimento sotterraneo ed hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute.

Le acque minerali cambiano in base al tipo di minerali che contengono (residuo fisso).

Un basso residuo fisso (inferiore a 50 mg/l) favorisce l’idratazione, stimola la diuresi, è adatta per l’allattamento e per i bambini. Un alto residuo fisso invece serve a rintegrare i sali minerali ed è adatta agli sportivi e a chiunque fa attività fisica, soprattutto nel periodo estivo.

Ricetta del Mojito perfetto: l’incantesimo de L’Avana

 

Immaginate l’atmosfera calda e soleggiata delle spiagge de L’Avana: il mare cristallino, le spiagge dorate e le sere sfrenate a ritmo di salsa e ritmi caraibici, e per ristorarsi dalla stanchezza una bibita fresca, dissetante e corroborante il fantastico Mojito, il cocktail preferito da Ernest Hemingway.

In linguaggio voodoo la parola mojo vuol dire incantesimo, e, forse, è proprio dalle origini del suo nome che si sprigiona tutta la magia del Mojito, che pian piano scivola in corpo ristorando le membra e risvegliando le passioni. La base alcolica di questo ottimo cocktail estivo è la bevanda preferita da pirati e bucanieri: il rum, una delle specialità dei caraibi, prodotto dalla distillazione del succo e della melassa della canna da zucchero. E proprio l’impiego principale del rum trova come situazione elettiva la ricetta del mojito.

La piadina romagnola: come realizzarla stando a casa

Andando in Romagna le strade sono piene di caratteristici chioschi che offrono, condita in tutte le salse, sua maestà la piadina. Sia calda che fredda non ammette rifiuti, di fronte ad un ottima piadina nessuno sa resistere. Di tradizione contadina, come poi molti cibi che oggi abbiamo imparato a valorizzare, anticamente era un valido sostituto del pane, se non addirittura del pasto principale.

Se avete da sempre assaggiato piadine salate da non disdegnare quelle farcite con miele, nutella o marmellata. E’ vero il detto: “Dove non c’è piadina non c’è Romagna”. Tuttavia per chi, come me, non abita in Romagna è possibile ugualmente fare a casa delle ottime piadine.

La ricetta è molto semplice ed il suggerimento per la farcitura è soltanto indicativo, in cucina, si sa, la fantasia ha un ruolo fondamentale! Per la realizzazione l’unica cosa importante da ricordarsi è non aggiungere lievito.
Piadina alle melanzane e funghi ( ingredienti per quattro persone):
  • 1Kg di farina
  • 1lt di acqua calda
  • 20gr di sale
  • 100gr di strutto
  • 300gr di funghi champignon
  • 200gr di prosciutto cotto
  • 200gr di formaggio dolce tipo galbanino
  • 3 o 4 melanzane (a seconda della grandezza)

Frappuccino all’italiana (vagamente ispirato a Starbuck’s)

frappuccino

Forse non tutti lo conoscono perchè in Italia non è ancora arrivato e forse non arriverà mai, ma chi è stato all’estero ed è passato davanti all’insegna Starbucks ha certamente varcato la soglia, anche solo per ritrovare l’atmosfera celebrata nei film e nelle serie televisive americane, e senza dubbio se ne è uscito con il bicchierone “usa e getta” carico di frappuccino.

starbucks

Il frappuccino, una specie di frappè al cappuccino, costituisce il prodotto di spicco della catena di caffetteria. Secondo quanto ha rivelato la multinazionale il frappuccino è nato nel 1995 dall’idea di un assistente manager. Ne esiste anche una versione light, messa in vendita dal 2004 con il 54% delle calorie del normale frappuccino, ed una decaffeinata.

Il Frappuccino è uno dei simboli della globalizzazione e lo bevono in 43 paesi del mondo, dalla Russia all’Egitto, mentre in Italia per motivi che già noi di Ginger&Tomato abbiamo approfondito, gli appassionati di Starbuck’s si sono dovuti rassegnare. Ma se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto, no?

Gelatina di mele cotogne

Avete sempre pensato che i dolci fanno ingrassare, che in realtà tutti ciò che appaga il palato vada in conflitto con la nostra linea? Gingerandtomato quest’oggi consiglia un dolce decisamente light, ma dal sapore gradevole ed inconfondibile. E’ un dolce al cucchiaio e come tale, può sostituire il momento della frutta. Contiene veramente poche calorie, per 100gr solo 107 calorie.
Gelatina di mele cotogne (ingredienti per quattro persone)
  • 1kg di mele cotogne
  • zucchero
  • Preparazione:
    Lavare accuratamente le mele cotogne, asciugarle, tagliarle in quarti e privarle dei semi e del torsolo. Avvolgere i quarti di mela con garza pulitissima e disporli in una casseruola. Versare a filo acqua fredda, fino al livello delle mele; porre sul fuoco e far cuocere a calore moderato, finchè le mele cotogne diverranno morbide.

Limoncello e crema di limoni: il bello dei liquori fatti in casa

Chi non resiste a fine pasto ad un bicchierino di limoncello fresco? Di tradizione campana, questo liquore si è diffuso in tutta Italia e non solo, riscuotendo successo e soprattutto imitazioni. E’ di facile realizzazione, tuttavia, ciò a cui si deve porre attenzione è il giusto rapporto tra alcool e zucchero. Non deve infatti eccedere né nel sapore zuccherino né tanto meno deve contenere delle note troppo alcoliche.

Una variante del limoncello, amata in pari misura, è la crema di limoni, caratterizzata da un buon contenuto di latte o panna. Vi presentiamo di seguito entrambe le ricette sia del limoncello che della crema di limoni, con l’avvertenza di adoperare i migliori limoni di grandezza medio/grande così che il liquore ottenuto possa sprigionare quegli olii essenziali che lo caratterizzano e che conferiscono delle note molto decise.

Limoncello (Ingredienti per circa 1lt)
  • 700gr di alcool
  • 1kg di limoni
  • 1lt di acqua
  • 750gr di zucchero

Caffè al cardamono, la spezia dell’amore

Il cardamono (o cardamomo) è un’antica spezia originaria delle foreste tropicali dell’Oriente. La pianta da cui nascono questi semi è della stessa famiglia della pianta dello zenzero. Si dice che crescesse già nei giardini pensili di Babilonia e che fosse stata poi importata in Grecia. Quello che è certo è che sia i greci sia i romani ne facevano già uso nell’antichità soprattutto per la preparazioni di profumi.

Nel celebre “Le mille e una notte” il cardamono viene più volte citato per le sue proprietà afrodisiache ed il forte ed esotico aroma. E’ una delle spezie più costose e in India viene usato nei piatti a base di riso nei giorni di festa ed è un ingrediente del celebre caffè arabo.

Il cardamono si presenta sotto forma di capsule generalmente essicate da cui si estraggono i semi che vanno poi macinati. Il suo aroma forte va d’accordo sia con i cibi salati che con quelli dolci, come le torte al cioccolato, ma è perfetto soprattutto per insaporire tisane, té, caffè o anche cocktail. In Scandinavia ad esempio viene utilizzato per speziare i vini caldi o aromatizzare liquori ad alta gradazione, rendendoli più leggeri da bere.

Drambuie e Whisky Scozzese. Ecco a voi il Rusty Nail

Provate a immaginarvi le Highlands scozzesi intorno al 500 d.C.: immense distese di erica e colline ricoperte di torba, acqua cristallina che sgorga da fonti e sorgenti montane, campi d’orzo dorato che ondeggia nella brezza estiva. Infine un gruppo di monaci irlandesi giunto qui in visita, portando con sè un procedimento appreso forse in Oriente, forse in Grecia o in India.

Sicuramente a quel tempo le popolazioni locali producevano già una bevanda fermentata poco alcolica, una specie di farina d’avena molto allungata. Ecco, furono questi monaci a trasformare questa bevanda in un’acqua di vita molto alcolica, leggera, pura, ricca d’aroma e gusto: a farne whisky….

Highball, Tumbler, Flûte: come trovare il bicchiere giusto per ogni bevanda

Vi è mai capitato di trovarvi seduti ad una tavola ben apparecchiata, ed avere di fronte innumerevoli bicchieri, ed essere assaliti dalla confusione, perché non sapete quale usare per l’acqua e quale per il vino?

Per ogni tipo di bevanda esiste un bicchiere appropriato, con una forma e delle caratteristiche specifiche che tendono ad esaltare le caratteristiche di ciò che beviamo. Non è solo in occasione di cene di una certa importanza che utilizziamo svariati tipi di bicchieri ma, anche, nell’intero corso di una normalissima giornata.

Prendiamo ad esempio una classica giornata di lavoro, a metà mattina, facciamo una pausa, scendiamo al bar e prendiamo un té freddo o un succo di frutta, il barista ci porgerà un bicchiere tipo: highball, un bicchiere dal bordo alto e dalla forma cilindrica, del volume giusto per contenere un’intera bottiglietta di succo di frutta. Questo tipo di bicchiere è usato anche per la preparazione dei long drink.

Datemi un CAFFE’ e vi solleverò il mondo!

Basso, lungo, macchiato, decaffeinato, amaro, all’americana, alla turca, corretto, freddo con la schiuma… di cosa sto parlando?! Beh, se non l’hai ancora capito stai leggendo l’articolo giusto… parlo del caffè!

Il caffè è la seconda bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua.
E’ quasi certo che il suo nome derivi da Caffa, una località dell’Abissinia, patria della pianta del caffè. A partire dal XV secolo si diffuse prima in Arabia, poi in Turchia ed infine in Europa. Oggi la torrefazione del caffè avviene anche in America del sud, dove si trova uno dei maggiori produttori di caffè al mondo ossia il Brasile, e in Africa centrale.

Non solo il caffè ha origini antichissime ma sembra abbia sempre avuto proprietà miracolose…
Narra un’antica storia che il profeta Maometto, provato dalle intense preghiere stesse per cadere in un sonno profondo; gli venne perciò in aiuto l’arcangelo Gabriele con una tazzona di caffè. Dopo aver bevuto la preziosa bevanda scura, al profeta venne una tale forza che non solo portò a termine la preghiera ma gliene restò abbastanza da ” disarcionare 40 uomini e rendere felici 40 donne”.

Amaro alle erbe: il piacere di un digestivo a fine pasto

A fine pasto è consuetudine offrire ai propri ospiti il cosiddetto ammazzacaffè, un liquore digestivo che “bruci” la sensazione di pesantezza di una cena o di un pranzo particolarmente luculliani. La scelta è varia: c’è chi predilige il limoncello, chi altri tipi di liquore come il liquore al cioccolato, all’alloro, alla fragola, alla menta. In commercio se ne trovano per tutti i gusti e alcuni molto originali, come il liquore alla banana, al latte, alle mandorle, alla rosa. Per chi invece vuole cimentarsi nella produzione di un liquore digestivo casalingo, oggi propongo la ricetta per la preparazione dell’ amaro alle erbe, ottimo a fine pasto ma anche da offrire semplicemente, in qualsiasi altra occasione.

Té verde, varietà ed origine. Per rilassarsi e mantenersi in salute

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Il è la bevanda più amata al mondo dopo l’acqua, consumata in tutto il mondo nelle sue innumerevoli varietà. Quando la sua storia abbia avuto inizio non è dato saperlo con esattezza, quello che è certo è che in Cina la pianta spontanea del té era già conosciuta nell’ottocento a.C, ma solo centinaia di anni dopo cominciò ad essere coltivata. Una antica leggenda narra che l’imperatore cinese Shen Nung fosse solito ristorarsi nei momenti di pausa con un recipiente di acqua di ruscello calda. Una volta era seduto all’ombra di un albero quando delle foglie caddero nell’acqua calda. Shen Nung lo assaggiò e l’insolita bevanda lo conquistò.

La pianta che da origine al té è la Camelia Sinensis, un arbusto alto al massimo quattro metri le cui foglie dopo essere raccolte possono essere lavorate in modi diversi. A seconda del tipo di trattamento che ricevono danno vita ad una diversa varietà di té.

In Giappone la varietà più consumata è il tè verde che si distingue dal té nero in quanto ne viene interrotta la fermentazione e da questo deriva il suo tipico colore verde. A sua volta i vari tipi di té verde si distinguono tra di loro a seconda della tostatura che può essere ad esempio a vapore o in recipienti di rame.

Come fare il White Russian: dalla Russia di Lebowsky con amore

Quando a fine serata, dopo una bella cenetta in compagnia, accompagnata da del buon vino e conclusasi con un bel dessert innaffiato dal liquore o dal distillato che meglio gli si accosta, dopo una passeggiatina, ho voglia di bere un ultimo bicchierino prima di ritirarmi per andare a letto, penso al Grande Lebowski: il “Drugo”. Al secolo Jeff Bridges, che in questo film interpreta un fricchettone disoccupato che per impegnare le sue giornate gioca a bowling e si prepara dei White Russian. Così so subito cosa prendere da bere.

Il White Russian, tra i cocktail, è classificato come un after dinner, il cui ingrediente principale è la Vodka, e, a parer mio, mai appellazione è stata data più saggiamente. E’ una degna conclusione ad una piacevole serata, non troppo dolce, con dei richiami al profumo e al sapore del caffè e la morbidezza della crema di latte.

Il nome di questo cocktail, ha una doppia sfaccettatura; oltre, al chiaro riferimento al colore ed all’ingrediente principale, la Vodka, il sottile significato di White Russian, tradotto Russo bianco, fa riferimento ai Bianchi, e cioè gli anti-bolscevichi della guerra civile russa.
Il nome nasconde quindi un celato riferimento politico, visto, tra le altre cose, che il White Russian è stato inventato per un ambasciatore americano nel periodo della guerra fredda.

Galateo in tavola: cosa evitare e come comportarsi ad una cena

Galateo, etichetta, bon ton, tre espressioni con un unico significato: sapersi comportare in tutte le situazioni. Il termine Galateo deriva dal primo trattato sull’argomento, GALATEO OVERO DE’COSTUMI“, scritto dopo il 1551 (ma pubblicato postumo nel 1558), dall’ecclesiastico e letterato di origine fiorentina Giovanni della Casa, il quale lo dedicò all’amico monsignor Galateo Florimonte di cui erano conosciuti i buoni costumi. Oggi, le regole del Galateo non si limitano alle situazioni di alta rappresentanza o a quando si è in presenza di persone importanti ma coinvolgono ogni aspetto della vita di “società”: in auto, sui mezzi pubblici, a teatro, al cinema, quando si è in fila per la spesa e naturalmente a tavola.

Il galateo della tavola è molto rigoroso e coinvolge non solo il comportamento dei commensali ma anche la disposizione dell’apparecchiatura: il coltello deve stare a destra del piatto con la lama rivolta verso di esso e con accanto il cucchiaio; a sinstra le forchette (una, due, tre, a seconda del Menù); davanti al piatto le posate da dessert dove la forchetta avrà il manico rivolto a sinistra mentre il cucchiaino e/o il coltello saranno posizionati con il manico a destra; davanti alle posate da dessert, partendo da sinistra, i bicchieri, dal più grande per l’acqua fino a quello da dessert. Sarebbe buona norma mettere alla destra dell’ultimo bicchiere un piattino per il pane e una ciotolina d’acqua tiepida (magari con dei petali di rosa) per lavarsi le dita a fine portata nel caso questa avesse previsto l’uso delle mani.