Il Vermentino è un vino bianco doc prodotto con uva regina delle colline che guardano il Mar Tirreno. Insuperabile come aperitivo o come compagno dei piatti di pesce. Terre diverse, climi diversi, posizioni diverse, pratiche diverse, questa è la biodiversità. Ecco come uno stesso vitigno può dare prodotti differenti in quattro regioni storiche. Il Vermentino Ligure è di casa nostra, ingauno, il Sardo nasce vicino al mare ma ha la parlata Ligure, il Toscano è quello più selvaggio, il Piemontese è il meno conosciuto.
Questo vitigno a bacca bianca è coltivato complessivamente su 4mila ettari. Due terzi dei quali si trovano in Sardegna, specialmente nella provincia di Sassari. Seguono, con percentuale minori, la Toscana, la Liguria e una fettina di Piemonte. Qualche filare si trova anche in Umbria, poi in misura ancor minore, nelle Marche, nel Lazio, in Abruzzo, ma è davvero poca cosa rispetto al totale. Vale la pena sottolineare una piccola curiosità, ovvero che un po’ di Vermentino, circa un ettaro, viene coltivato anche nella minuscola isola della Gorgona, 220 ettari di scogli e terra, a 37 chiometri dalla costa toscana di fronte a Livorno.
Da che parte sia arrivato veramente in Italia il Vermentino non è ancora del tutto chiaro. Si dice che sia originario dell’Oriente, o meglio ancora, dell’Anatolia, culla della vite, da dove poi si è diffuso nelle regioni del Mar Egeo. Da qui i coloni greci lo hanno trasportato fino lungo la costa sud francese. Successivamente a portarlo sulle terre affacciate sull’alto Mediterraneo, hanno provveduto i liguri. In Sardegna il Vermentino arriva quindi con molta facilità e qui trova finalmente terre adatte e contadini abituati a lavorare in condizioni difficili, tra montagne ripide, zone calde e venti salmastri.
La differenza tra i Vermentino Italiani la fa il territorio. Infatti tra gli scritti storici si è trovata anche la conferma che Vermentino e Pigato sono lo stesso vitigno. Va detto che per molto tempo, e ancora oggi qualcuno tende a crederlo, in Liguria si è sempre pensato che le due uve bianche da sempre diffuse nella regione fossero differenti, seppur con una stretta parentela. Sarà forse per quella picchiettatura, “pigau” in diletto ligure, cioè per le macchiette scure che ricoprono le bucce degli acini. Macchiette che però sembrano derivare in maniera determinante dal tipo di terreno. Il suo colore è paglierino medio con leggeri riflessi verdognoli, ha profumo intenso, con sentori di agrumi, in particolare di pompelmo, il sapore è molto fresco, quasi nervoso ma con buon equilibrio. Un vino asciutto, elegante e diretto, fedele trasposizione del vitigno dalla terra ingauna al bicchiere.
Nessun dubbio, invece, in Piemonte, dove il Vermentino è sempre stato riconosciuto tale, se pur veniva chiamato Favorita in onore della “Bela Rosin”, cioè di Rosa Vercellana, la donna che sposò il re Vittorio Emanuele II con nozze morganatiche. Almeno però i contadini l’hanno ricordata con un vitigno. Si pensa che sia arrivato in questa regione tramite i commercianti d’olio liguri che usavano attirare gli acquirenti offrendo dei gadget, come olive, acciughe e barbatelle, cioè piantine di vite. Di Favorita, tra astigiano, cuneese e alessandrino, oggi se ne coltivano circa 160 ettari. Di colore giallo paglierino, grande freschezza in bocca con profumi quasi aromatici molto intensi di fiori d’arancio ed agrumi.
In Toscana il Vermentino si coltiva lungo tutta la fascia costiera, dal confine con la Liguria a quello con il Lazio. Il vino Vermentino di Maremma è un vino bianco igt prodotto con uve raccolte all’interno di una zona straordinaria: un ampio tratto di costa e di colline che si affacciano sul Mar Tirreno, nella fascia collinare tra i fiumi Ombrone e Albegna, in una tenuta situata nel territorio amministrativo della provincia di Grosseto, vicino allo splendido paese di Magliano in Toscana. Immediato, molto gradevole, con ricordi di mare e di macchia mediterranea, che evocano delicatamente le coinvolgenti atmosfere maremmane, colore paglierino dorato, con vivaci note fruttate di albicocca, pesca, miele e floreali di gelsomino. In bocca è fresco e salino, di corpo e morbido. Accompagna primi e secondi di pesce.
Pare che il Vermentino si sviluppò prima in Gallura e poi nel resto della Sardegna “appena” nel diaciannovesimo secolo. In Gallura, dal terreno formato da sassi di granito e sabbia, il Vermentino trovò subito la sua terra ideale. Dalle uve coltivate con molto coraggio e determinazione, proprio per le non facili condizioni climatiche e ambientali pur in un paesaggio meraviglioso, si ottenne subito un vino favoloso. Nel 1996 il Vermentino di Gallura ha ottenuto la docg. Ha colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli, profumo aromatico, sottile, delicato e soave al naso, ha note balsamiche di salvia, menta, timo e poi sensazioni fruttate che sanno di mela, cedro, lime e accenni finali di fragola e lampone. In bocca il sapore è secco e leggermente amarognolo. La gradazione minima è di 12°, mentre con almeno 13° può fregiarsi della qualificazione Vermentino Superiore. Nel resto dell’isola il vino che si ottiene da questo vitigno va sotto la doc Vermentino di Sardegna, ma è ugualmente molto buono, come lo sono, del resto e pur con le inevitabili differenze dovute alle varietà dei territori di coltivazione, gli altri Vermentino d’Italia.