Pronti? Si parte. Poco in valigia, solo la macchina fotografica, tanta voglia di mare e di vino, il costume, qualche bell’abito leggero stile “hippie”, come detta la moda quest’anno. L’obiettivo da raggiungere: un’ isola da sogno, vini da perdere la testa, vacanze che restano nel cuore e nell’anima. Passito e Moscato di Pantelleria. A ciascuno il proprio vino in una piccola e meravigliosa isola.
Sul fatto che Pantelleria sia una meta vacanziera da sogno non si discute. Il mare è di un blu intenso, ma capace di offrire delle trasparenze sublimi, ed è impossibile resistere al suo affascinante contrato con il nero delle rocce, testimonianza della lontana origine vulcanica.L’isola, un’ottantina di chilometri di terra arsa dal sole, può sembrare poco generosa anche per via della scarsità di acqua dolce, ma è capace di regalare agli uomini uno dei vini più ricchi e complessi, che si conosca, un vino dolce naturale davvero straordinario.
Piccole, tenaci, forti, accovacciate in file regolari, sfidano i venti e le asperità, eccole, sono le generose viti dell’isola con lo sguardo rivolto all’Africa e l’anima saldamente ancorata all’Italia, che prendono poi vita anche tra i tipici “dammusi” (costruzioni in pietra) e tra le case di origine araba arroccate in scenari agresti. Le viti crescono prive di tutori, ad un palmo da terra, in piccole conche scavate nel terreno e custodiscono tra il fogliame grappoli di uva Zibibbo. Qui le piante fanno fatica a raggiungere i 50 cm di altezza per mancanza di acqua e per abbondanza di vento, presente almeno 250 giorni l’anno. E sono proprio questi gli elementi che permettono all’uva di iniziare un processo di appassimento “naturale”.
Per produrre il Passito si cerca di ritardare il più possibile la vendemmia, gli acini sono quindi raccolti già leggermente appassiti sebbene il processo di concentrazione degli zuccheri prosegua su graticci stesi al sole. Sole e vento caldo sono dunque ingredienti fondamentali nella produzione del Passito che esclude qualsiasi tipo di arricchimento tranne la possibilità di aggiungere, prima della torchiatura, una modesta quantità di uva, sempre Zibibbo, appassita.
Considerando la natura della terra, il clima e altre mille difficoltà, si può in qualche modo ritenere il Passito di Pantelleria come un vero e proprio miracolo. In commercio è abbastanza facile reperirlo in bottiglie da mezzo litro ed è considerato un classico vino da dessert. Il suo gusto dolce e mai stucchevole e le sue note di frutta secca e miele, donano la caratteristica non solo al Passito, ma anche ad altre denominazioni rientranti nella DOC Pantelleria, tra cui il Passito liquoroso, la cui gradazione alcolica può raggiungere i 22% vol, il Moscato di Pantelleria, il Moscato dorato o ancora il Moscato spumante.
Sebbene a dire il vero alcune annate più vecchie si sposino alla perfezione pure con i formaggi erborinati o il foie gras, il Passito di Pantelleria è un calice perfetto da degustare insieme ad alcuni dolci tipici della tradizione siciliana: piccola pasticceria a base di pasta di mandorla, i famosi cannoli o il marzapane.
Pantelleria è da sempre un’isola di agricoltori e pescatori. Arrivando a Monastero, Muègen e Piana della Ghirlanda, un’infinita teoria di muretti a secco delimita i terrazzi coltivati a vigna rivelando il carattere umilmente contadino dell’isola. I luoghi in cui trascorrere delle vacanze in pieno relax sono innumerevoli. Si può scegliere l’entroterra inaspettatamente verde che contrasta con il territorio formato da rocce laviche, passando per i piccoli paesini arroccati, fino ad arrivare al mare per un tuffo in acqua blu cobalto. Piccola nota per gli appassionati di spiagge è che Pantelleria ne è priva. Gli accessi alla riva più facili sono a Cala Levante con la mole dell’Elefante, gigantesca scultura naturale e il Faraglione, Cala Cinque Denti e Balata dei Turchi Davvero imperdibili.
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Fonti: http://www.goolliver.com, http://www.regione.sicilia.it