Il Teroldego Rotaliano è un vino autoctono per eccellenza. C’è da quasi mille anni e cresce al meglio in un lembo di terra pianeggiante nel cuore del Trentino, grazie alle bizzarrie di due fiumi che s’incrociano. Essi sono i padri di questo vitigno e nascono da due lati diversi della regione: l’Adige ha caratteri austriaci, il Noce più nostrani. Mescolano le loro acque in questa piana ma, al tempo stesso fanno da linea di confine tra due lingue e culture, quella austro-germanica e quella italica.
I paesi di Mezzocorona e Mezzolombardo si chiamano così proprio per le suddivisioni territoriali avvenute nel 1271. Il primo comune, chiamato dalla gente anche “Meza-tedesca“, rimase tirolese, aperto dunque ai commerci verso il nord. Il secondo, più elegante e raffinato, chiamato allora “Mezo S.Pietro“, rimase in mano ai vescovi, i quali indirizzarono i loro commerci verso la Longobardia, e da qui il nome Mezzolombardo. Va detto che la rivalità in campo vinicolo tra i due comuni confinanti non si è affatto acquietata.
Il Teroldego Rotaliano prende il nome la vitigno omonimo. Entrambi sono fortemente radicati al territorio, specie quello poco a nord di Trento che viene chiamato Piana Rotaliana o Campo Rotaliano perchè prende il nome dal re longobardo Rotari, che qui, verso l’anno 600, combattè energiche battaglie. L’uva ai tempi era chiamata “terodol“, come descritto in storici manoscritti veronesi, ma c’è anche chi intravede nel termine Teroldego, le parole “gold” e “tiroler“, vale a dire “l’oro del Tirolo”.
Un rosso buono in tutti i sensi, questo è quello che si dice del Teroldego Rotaliano, un vino che vanta un’elevatissima qualità, quasi da record assoluto. Da sottolineare la quantità di sostanze che fanno bene alla salute, specie gli antociani, in esso contenute. Un vino che giova, oltre che allo spirito, anche al fisico, sempre legandolo ad un consumo moderato. Da qualche anno il Teroldego Rotaliano viaggia sulla cresta dell’onda, sospinto dai mille apprezzamenti degli esperti di tutto il mondo e da una oggettiva qualità.
Il Teroldego Rotaliano si può coltivare ovunque, ma il vino che può fregiarsi della doc è solo quello prodotto nel Campo Rotaliano, poco più di 500 ettari suddivisi tra i vignaioli dei comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo, Grumo san Michele all’Adige. Non tanti ettari, dunque, ma suddivisi minuziosamente in piccole proprietà. Si può concludere contando i creatori del Teroldego Rotaliano in poco più di una trentina.
Il colore di questo vino d’eccellenza è di un bel rosso non troppo marcato quando è giovane, più intenso, quasi scuro, quando passa qualche anno in cantina, dove può tranquillamente riposare fino a dieci anni. I profumi sono molto fruttati, freschi ed evidenti, di more, mirtilli e lamponi appena raccolti. Con il tempo i profumi si amalgamano ma il vino non perde il suo carattere che rimane deciso, solido, armonioso; un vino equilibrato. Un vino capace di accompagnare molti piatti, come arrosti e carni in genere, formaggi di media stagionatura e per finire, perché no, anche con piatti di pesce.
Foto credits: Thinkstock