L’Ormeasco di Pornassio, doc dell’entroterra d’Imperia, in Liguria è un vitigno importato dal Piemonte che colora la riviera ligure di Ponente fin dal 1300. Dalla suggestiva cornice del castello medioevale di Pornassio, si è subito immersi tra i vigneti dell’alta valle Arroscia, estrema appendice settentrionale della provincia di Imperia, in cui nasce questo vino antico: l’ Ormeasco di Pornassio.
Le radici dell’Ormeasco di Pornassio affondano nel periodo basso medioevale, quando dal vicino Piemonte arrivarono i primi ceppi su ordine della famiglia Clavesana, padrona dell’intera Pornassio, che nel 1303 emise a tal proposito un editto che imponeva di impiantare questo vitigno, chiamato allora Dolcetto, pena la decapitazione.
Il paesaggio in cui nasce questo vino italiano è decisamente alpestre, con ripidi versanti tutt’intorno, con creste che sfiorano o addirittura superano i duemila metri. Ma la conca centrale, con il suo altissimo campanile romanico, è forse il più spettacolare e originale paesaggio viticolo che esista. Tutto si comprime in una fascia di duecento metri, tra i 450 e i 650 metri di altitudine sul livello del mare, una scenografia fantastica, quasi liberamente geometrica, che suggerisce agli occhi di chi si ferma ad ammirarla qualcosa di vigoroso, eroico e vivo.
L’estensione della superficie vitata della provincia di Imperia raggiunge un totale di 315 ettari, di cui 245 a doc (91 ettari a Rossese di Dolceacqua, 66 a Vermentino, 49 a Pigato e 39 a Ormeasco di Pornassio) e 70 non doc, nei quali si inseriscono molteplici vitigni a bacca bianca e nera autorizzati e raccomandati. Nel 2000 gli spazi a denominazione di origine degli appezzamenti a Ormeasco raggiungevano i 50 ettari, 11 in più dell’attuale. Varie cause e concause spiegano il calo: la mancanza di ricambio generazionale tra i produttori, la concorrenza esterna che spesso si avvantaggia di costi meno elevati, infine la mancanza di un consorzio di tutela.
Rispetto al Dolcetto piemontese, il vino ligure presenta caratteristiche più intense, dal profumo al colore più marcati fino a note di corposità percorse da sentori piacevolmente amarognoli. Nato come specificazione della doc Riviera Ligure di Ponente, nel 2003 l’Ormeasco si è messo in proprio con le tipologie rosso, sciac-trà, rosso superiore, passito e passito liquoroso.
L’Ormeasco rosso, apprezzato vino di Liguria, riempie il bicchiere di rubino vivo, odore persistente e vinoso, sapore gradevolmente asciutto, con gradazione minima di 11 gradi. L’Ormeasco Superiore è percorso, spesso, da sensazioni di legno; la gradazione alcolica minima sale a 12,5 gradi. Merita una nota particolare la tipologia Ormeasco Sciac-trà (letteralmente “schiaccia e trai”, poiché le uve pigiate sono lasciate a macerare per tempo breve), di un colore rosato corallo, odore vinoso, delicato di lampone, rosa e violetta, sapore secco, fresco, che si accontenta di 10,5 gradi. Di rubino-granato si veste l’Ormeasco Passito, con profumo deciso e durevole ed un sapore dolce, pieno che raggiunge gradazione alcolica minima di 16,5 gradi, mentre nel liquoroso sale ancora fino ai 18 gradi.
Notevoli, nell’ Ormeasco invecchiato, le note di resine e di castagno. Da giovane si abbina felicemente ad agnolotti al sugo di carne, polenta con salsiccia e spezzatino di maiale; da Superiore ama il piccione ripieno, coniglio in umido e in porchetta, spiedini di carni e funghi; invecchiato accompagna selvaggina come il cinghiale e formaggi d’alpeggio stagionati.
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