In occasione della Giornata contro lo spreco alimentare che cade il 5 febbraio, arrivano dal Consorzio Zampone e Cotechino Modena Igp tante idee speciali e gourmet per riportare il Cotechino e lo ZamponeModena Igp delle feste.
L’evento organizzato dal Mercato Centrale di Roma ha visto lo showcooking dello chef Oliver Glowig che ha proposto una serie di ricette per “riportare” in tavola anche dopo le feste lo zampone.
Le lenticchie, strettamente legate alla tradizione festiva, in particolare al cenone di Capodanno, non possono mancare in tavola la sera del 31 dicembre. C’è da scommettere che la stragrande maggioranza degli italiani non rinuncerà a tale usanza neanche quest’anno, non si sa mai che portino finalmente un po’ di fortuna. Ecco a questo proposito qualche idea su come cucinare le lenticchie per Capodanno: una serie di ricette pensate per tutti i gusti e le esigenze.
Ed un altro Natale è passato. Quello che rimane, oltre diverse calorie accumulate sono una valanga di avanzi da smaltire in qualche modo, e siccome non si butta via niente, ecco una serie di ricette con gli avanzi di Natale più comuni: il cotechino e lo zampone. Io non li amo particolarmente, ma ogni anno puntualmente me ne viene regalata qualche confezione. Pur di non gettarli via mi ingegno su come impiegarli in cucina in piatti sfiziosi che li camuffino sia alla vista che al palato.
Zampone o cotechino con le lenticchie? Questo è un quesito che potrebbe nascere nel pensiero di tutti gli appassionati di cucina che, amanti delle tradizioni, si apprestano a comporre il menù di Capodanno. Ma come scegliere tra zampone o cotechino con le lenticchie? Quali sono le principali differenze e cosa cambia? Scopriamolo insieme, per scegliere nel modo più giusto in base ai nostri gusti cosa servire allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Ed una volta presa una decisione, tra i due, potremo scegliere tra una delle tante ricette di Ginger&Tomato per cucinare lo zampone o il cotechino con le lenticchie.
Un piatto tradizionale del cenone di Capodanno, lo zampone con le lenticchie non può mancare nel menù di fine anno. Credo che, almeno qui al Sud, non sia tanto per il piacere di gustare lo zampone con le lenticchie, ma quanto per la tradizione che vede in questi due alimenti un buon auspicio per la prosperità e la ricchezza della casa per l’anno che ci accingiamo ad iniziare. Zampone con le lenticchie, quindi, come augurio di un anno ricco, o meglio, in questo periodo ci accontentiamo anche di un anno privo di problemi economici, aspirare alla ricchezza non è più il primo desiderio per gli Italiani. Zampone con le lenticchie, in abbondanza per tutti!
Oggi ancora un ricetta a base di lenticchie, come dicevo ieri, sono sicura che in casa attualmente (chi più, chi meno) ne avrà in abbondanza. Le polpette di lenticchie e zampone vi permetteranno, in primis, di smaltire questi due ingredienti, ed in secondo luogo di gustare delle polpette diverse dal solito. Devo ammettere che non amo molto lo zampone, nè il cotechino, ma trattandosi di un alimento tradizionale, ne ho ricevuti in regalo un paio, che così al naturale non avrei mangiato, ma uniti alle lenticchie sottoforma di polpette devo dire che acquista un sapore unico grazie all’abbinamento con questi legumi.
Una valida politica in difesa delle tradizioni locali ha permesso a Modena e ai territori limitrofi di conservare un ottimo rapporto con i piatti e i vini provenienti dalla cucina locale. Non solo terra di insaccati, inutile ricordare la bontà e la raffinatezza dello zampone e del prosciutto che – assemblati in un piatto unico – danno vita al “cotechino in galera”, e non solo località di dolci di prim’ordine – amaretti di San Geminiano e colomba di Pavullo -: Modena e dintorni possono giocarsela a testa alta con qualunque altra località italiana anche in fatto di primi piatti e di secondi, soprattutto se di carne.
A quanti è accaduto di comperare, durante le feste di Natale, più del necessario e magari anche un cotechino o uno zampone di troppo? Spesso cucinarlo in un periodo diverso da quello natalizio non riscuote molti favori e da qui l’esigenza di doverlo riciclare in qualche modo. Il fatto di consumare il cotechino prevalentemente nel periodo di Capodanno è comunque errata in quanto come ogni carne di maiale è un alimento completo e nutriente.
La storia dello zampone e del cotechino risale a tempi antichissimi, potremmo designarlo come il padre del salame o della mortadella. Lo zampone è un insaccato di puro suino da consumarsi esclusivamente cotto. Quello che viene infilato nella pelle della zampa suina è, in definitiva, un impasto di carne magra di maiale a cui vengono aggiunti sali, aromi e spezie varie (noce moscata, cannella, ecc.).
Sul piano nutrizionale lo zampone ed il cotechino sono praticamente identici e le calorie sono strettamente collegate al rapporto grasso/magro al momento della cernita dell’impasto. La ricetta della crostata di cotechino è un vero e proprio piatto unico e gli ingredienti per realizzarla sono:
Si avvicina il cenone di Capodanno ed immancabili sono i riti legati alla cucina per iniziare nel modo migliore il nuovo anno, cercando di assicurarsi fortuna e prosperità.
Iniziando dalle prime portate, già di per se simboliche, in quanto ricche e generose come i tortellini o le altre paste ripiene, tutte le portate della cena di capodanno sono all’insegna della ricchezza e dell’abbondanza che si desidera avere per l’anno a venire.
Le tradizioni di buon auspicio sono tante, ma la più celebre è sicuramente quella di mangiare le lenticchie prima di brindare al nuovo anno, per garantirsi, secondo le credenze popolari, un anno ricco di successo e denaro. Le lenticchie sono, infatti, considerate da sempre portafortuna, simbolo di abbondanza, benessere e prosperità. Stesso significato viene dato ai chicchi d’uva freschi o di uva passa. In Spagna la nochevieja, ovvero l’ultimo giorno dell’anno, si saluta con un chicco d’uva per ognuno degli ultimi 12 secondi che mancano allo scoccare della mezzanotte.
Un altro rituale, già in pratica al tempo dei Romani, è quello di offrire le “streae” (strenne), fra cui, un rametto d’alloro, fichi secchi e datteri, perché il nuovo anno porti con se dolcezza e vita.
Per concludere il lauto pasto che si usa consumare per questa ricorrenza, non possono che mancare i dolci tra i quali la frutta secca, specialmente le mandorle, simbolo del nucleo familiare e di fecondità, e la già citata uva passa. Un altro tipo di dolce legato alla fortuna è la carenza, una sorta di pan dolce in cui viene inserito nell’impasto una moneta, che premia il commensale che la ritrova nella sua porzione.
Tra le portate immancabili dell’ultima cena dell’anno vi è sicuramente lo zampone, l’usanza di servire questo piatto non è legata a nessun rito scaramantico, ma la tradizione, probabilmente medievale, fa si che la carne di suino sia la pietanza preferita per il banchetto di fine anno perché il sacrificio del maiale veniva fatto in prossimità di questo periodo.
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