Adesso mi attirerò un po’ di antipatie, ma approfittando della grandissima e meritoria manifestazione di degustazione vino organizzata da Andrea Formigli della Vinoteca Al Chianti, domenica scorsa ho utilizzato la domenica di sole fiorentino per andare ad assaggiare qualche vino interessante. Come sempre in questi eventi il numero delle etichette altissimo (ben TRECENTOSETTANTADUE) scoraggia un assaggio casuale dettato dalle voglie del momento, ma esige una certa programmazione. Avendo a disposizione già da qualche giorno il catalogo dei vini presenti, ho deciso che mi sarei concentrato sulla Sicilia, soprattutto perchè in genere di questa regione si trovano solo banali e scontatissimi Nero d’Avola che mirano solo a solleticare il naso con profumi dolci e fruttati molto intensi e ammalianti ma che presto stancano, soprattutto per la poca duttilità nell’abbinamento cibo-vino.
Per i bianchi invece il problema semmai sono vini un po’ troppo alcolici e giocati sempre sul frutto giallo/fiore giallo (ginestra e pesca in genere) da uve grillo e inzolia o chardonnay pesanti e ricchissimi di profumi tropicali spesso un po’ stucchevoli.
Invece domenica scorsa ho trovato a distanza di pochissimi assaggi, anzi praticamente accanto come vedete dalla foto, 4 esempi di vino bianco siciliano da prendere a modello per non stancare i palati sempre più esigenti.