Fave, carciofi e piselli, gli ingredienti per preparare un’ottima Frittella

La frittella non è unicamente un piatto dolce, conosciuto come la colazione preferita dagli americani, ma ne esiste un’altra versione tutta nostrana e tipica della cucina Siciliana.
Non fatevi ingannare dal nome, non ha niente in comune con quella dolce, la Frittella siciliana è un piatto a base di fave, carciofi e piselli. È un piatto salato che, solitamente, viene servito come antipasto, ma può benissimo esser considerato anche un contorno e se si evita di farlo in agrodolce è un condimento ottimo per la pasta.
La frittella di fave carciofi e piselli è un piatto tipico di questa stagione, in cui sono presenti solo verdure reperibili nei mesi primaverili, e la sapiente cucina siciliana coniuga i sapori di queste verdure al tipico gusto dell’agrodolce che caratterizza tanti piatti della cucina isolana.

Fettuccine pistacchi e ricotta, un connubio perfetto

L’usanza della coltivazione e del consumo dei pistacchi arriva dai Paesi Arabi, in questi paesi, infatti, è abitudine molto antica mangiare i semi di pistacchio abbrustoliti. La tradizione vuole che durante le passeggiate, si acquistino dai tipici venditori ambulanti i pistacchi, da consumare lungo il tragitto come passatempo.

Oggi la coltura del pistacchio si è diffusa soprattutto in Tunisia e in Sicilia, dove sono emigrati anche gli usi. In Sicilia durante le processioni delle feste religiose è tipico incontrare per strada le bancarelle che vendono il cosiddetto “scacciu”, cioè la frutta secca e tostata da schiacciare sotto i denti, tra cui, ovviamente, i pistacchi.

Dei pistacchi si fa un grande uso negli aperitivi e come ingrediente per la preparazione dei dolci, soprattutto per il gusto di gelato che si ottiene dalla lavorazione di questi frutti, ma il suo sapore delicato si presta molto bene, anche, alla preparazione di piatti salati. Oggi vi proponiamo un primo molto semplice da preparare e dai sapori delicati, le Fettuccine alla ricotta e pistacchi.

A tavola con il Gattopardo

Chi è rimasto affascinato dalle atmosfere risorgimentali narrate con dovizia di particolari da Tomasi di Lampedusa dovrebbe fare una capatina da Roberto e Ada, titolari del ristorante “Il Gattopardo“, situato all’interno di una dimora nobiliare dei primi del ‘900, nella provincia siracusana di Noto.

Mercato dei prodotti tipici della Montagna Italiana

I giorni di 29 e 30 di questo mese, la Comunità Montana del San Vicino, in provincia di Macerata, vi invita al tradizionale appuntamento marzolino con la “Mostra Mercato dei Prodotti Tipici della Montagna Italiana”.
Il senso della manifestazione è quello di promuovere la valorizzazione del territorio favorendo la diffusione dei prodotti tipici nel senso di un’alimentazione sana e genuina.
L’evento avrà luogo presso il “Palazzetto dello Sport” del Comune di Cingoli, conosciuto come il “Balcone delle Marche”, dal quale si osserva una splendida vista sui Monti Sibillini e sul Monte Conero, zone famose per la produzione di un ottimo olio extravergine d’oliva e per alcuni vini, tra cui il famoso “Verdicchio D.O.C.”

Frigo vuoto? Nessun problema, si può cucinare con poco

Problema frequente, quello di trovarsi con poca roba nella dispensa. Per chi ha le giornate molto impegnate, è molto difficile trovare il tempo per riuscire ad andare al supermercato e fare un buona scorta di generi alimentari.
Ma non preoccupatevi, ci sono mille ricette per poter preparare un piatto con pochi ingredienti, ma da far venire l’acquolina in bocca.
Ricordiamoci, innanzitutto, che i piatti più buoni sono quelli in cui ci sono pochi ingredienti,e per ognuno se e può distinguere nettamente il sapore.
Un altro punto a nostro favore è il fatto di abitare in un paese, che offre un ventaglio infinito di prodotti alimentari di qualsiasi tipo, di eccellente qualità, che, di perse, sono, degli ottimi piatti che non anno bisogno di esser accompagnati da altro.

Dalla Sicilia, la ricetta tradizionale delle Melanzane alla Parmigiana

Quando sento nominare le melanzane alla parmigiana, mi si affacciano alla memoria mille ricordi.
Qui da noi in Sicilia, infatti, è un piatto che va per la maggiore, soprattutto nel periodo estivo.

Gli ingredienti sono tipici dell’estate, anche se la parmigiana non è propriamente un pietanza leggera, adatta al caldo. Ma nei mesi di luglio ed agosto, la tradizione impone che i piatti più serviti in tavola siano gli spaghetti con la salsa e le melanzane fritte e la parmigiana.

Ogni buona nonna ha tramandato alla propria figliola la ricetta segreta della sua parmigiana. C’è chi mette le uova sode, c’è chi usa del prosciutto cotto, c’è chi, invece, li mette entrambi.

Una ricetta ai profumi di Sicilia, le Scaloppine all’arancia e pistacchio di Bronte

Da un po’ ti tempo si sta riscoprendo l’uso delle arance in cucina, indubbiamente rilanciato dall’influenza della cucina orientale.
Gli agrumi, in genere, non si consumano più, solamente, come semplice frutta, ma vengono usati per insaporire e condire riso, pasta, pesce e carne.
In pasticceria se ne è sempre fatto un largo uso ma per i piatti “salati” non tutti sono concordi nel loro uso.

Scaloppine al Marsala, un piatto semplice e raffinato

In precedenza, abbiamo già parlato di altre ricette che come ingrediente segreto, che apporta quella nota particolare al piatto, hanno il vino Marsala.

Questo vino siciliano si presta molto bene ad essere usato in piatti a base di carne, per il suo carattere alcolico e secco che stempera il grasso della carne e per il suo aroma tipico che ben si lega a piatti tipicamente robusti.

Oggi vi proponiamo una ricetta molto semplice ed “elegante”,dai sapori tenui e delicati, ottima per un pranzo domenicale o una cena dai toni raffinati: le scaloppine al Marsala.

Pesto alla trapanese, viva la pappa…col Pomodoro.

Buono, fresco, nutriente e va su tutto, di che parlo? Ma del pomodoro ovviamente.
Nella cucina italiana è usatissimo, la sua presenza è d’obbligo nei piatti nazionali più famosi: negli spaghetti, nella pizza, nel ragù un ingrediente che non può mancare è il pomodoro.

Semplicissimo da mangiare, basta semplicemente sciacquarlo ed è proto, preparare un insalata di pomodori è la cosa più veloce e gustosa che si possa fare, anche per chi non ha mai messo piede in cucina. Un ortaggio tipicamente estivo che evoca il sole, il suo profumo è un richiamo alla bella stagione. Una pietanza leggera e dissetante che ben si coniuga al caldo dell’estate, una caprese o una semplice insalata di pomodorini e basilico, nei mesi di luglio e agosto, sono delle pietanze perfette, nutrienti e ricche di sali minerali.

Individuato da tutti come un ortaggio tipicamente mediterraneo, in realtà, il pomodoro, arriva dalle regioni tropicali e sub-tropicali del Sud America. Il suo nome d’origine deriva dall’azteco “xitomate” o “zitomate”, da cui l’inglese tomato, e la storia del suo arrivo fino alle coste Europee ricorda un po’ quella del cacao.
Il pomodoro arriva, infatti, in Europa grazie ai dominatori spagnoli intorno la fine del cinquecento.
I posti dove più si diffuse il pomodoro furono Napoli e la Sicilia, dove ancora oggi l’agricoltura e la cucina conserva dei forti legami con questo frutto della terra. Tra le ricette Italiane in cui viene utilizzato il pomodoro, le più antiche sono, appunto, quelle siciliane, in cui il pomodoro è usato principalmente come condimento per la pasta.

La bottarga, il mare delle nostre isole in tavola

Sapore di sale, sapore di mare… come recitano le parole di una famosa canzone! Nei grigi giorni d’inverno viene un po’ di nostalgia pensando ai bei giorni d’estate, passati al mare rosolandosi al sole comodamente distesi.
Di solito per alleviare questi pensieri preparo un piatto che ricorda il profumo del mare e della natura, fresco e leggero, ma estremamente gustoso: la bottarga.

La bottarga altro non è che uova di cefalo (o muggine) o di tonno, che lavate, compresse, salate ed essiccate si trasformano in un’autentica prelibatezza da gourmet dal sapore intenso e dall’odore pungente. Completata la stagionatura si presentano come una specie di coppia di salsicciotti, dall’impasto morbido di colore arancio.

I maggiori centri di produzione di questo prodotto, in Italia, sono due isole il cui mare ricco e generoso, oltre ad essere una forte attrazione turistica per le bellezze naturali che offre, è fonte di lavoro per molti, parliamo della Sicilia e della Sardegna. In queste isole ancora oggi la lavorazione del tonno e del cefalo è spesso artigianale ed è possibile trovare prodotti di alta qualità.

Aringa all’arancia: una storia d’amore tra il Baltico e la Sicilia

L’aringa è uno dei pesci più comuni nel Nord Europa dalle benefiche proprietà nutritive, essa è infatti ricca di vitamina A e D e di Sali minerali quali potassio, calcio e fosforo. L’aringa inoltre conserva un elevato contenuto proteico che le conferisce la capacità di rappresentare un energico pasto, pur mantenendo un basso tenore di grassi, per lo più insaturi, ovvero quei grassi che volgarmente definiamo “buoni”.

Forse non tutti conoscono il brillante passato che ha distinto la vita di questo pesce, giunto addirittura a condizionare la vita economica delle popolazioni del Nord Europa durante il Medioevo. Tutto ciò grazie al fatto che esso costituiva un elemento essenziale nell’alimentazione delle medesime popolazioni. L’aringa divenne al fine l’unità base per stabilire e misurare i prezzi dei beni, una moneta accettata per il pagamento di alcune imposte e persino uno strumento finanziario utilizzato per pattuire le contropartite di importanti contratti. Le città di Brema, Amburgo e Lubecca ( denominate ancora oggi città “ Anseatiche”) nel 1200, per tutelarsi dalla concorrenza dei pescatori danesi, diedero vita ad un alleanza attraverso il patto della “Lega Anseatica”.

I dolci di Natale: una varietà lunga come tutto lo stivale.

La chiave per comprendere la gastronomia nel nostro “bel paese” è la tradizione. In italia girando in lungo e in largo vedrete che già facendo qualche chilometro le abitudini alimentari dei nostri connazionali cambiano. Il nostro è un popolo, che indipendentemente dala propria estrazione, ha una forte passione ed amore per la propria terra, per la propria famiglia e ovviamente per il proprio cibo. Noi non siamo italiani, ma romani, milanesi, napoletani, siciliani, calabresi e via dicendo. Questo è semplicemente fantastico e racchiude in sè il senso del nostro carattere.

Il patrimonio gastronomico che il nostro paese ha è inestimabile. In particolare se pensiamo alle differenze regionali dovremmo fare una lista infinita di sapori. Ora però proviamo a scoprire le virtù dei nostri dolci, frutto di una tradizione che affonda le proprie radici in un passato fatto di ingredienti semplici e profumi di un tempo.

Arancia rossa di Sicilia IGP in insalata

Questo fantastico agrume ha trovato in Sicilia esposizione e composizione del terreno ideali, tanto da essere considerato il migliore d’Italia.
L’arancia amara fu portata in Europa dagli Arabi, mentre quella dolce fu diffusa dai Portoghesi quando inaugurarono la rotta commerciale con l’Est.

L’arancia rossa di Sicilia appartiene alle tipologie Tarocco, Moro e Sanguinello. La raccolta dei frutti avviene manualmente, con il solo ausilio di apposite forbici. Una volta raccolte, le arance sono selezionate in base alla dimensione e allo stato di salute. Segue la fase di confezionamento e immissione al consumo; in commercio si trovano a partire dal tardo autunno fino a tarda primavera dell’anno successivo. Si presentano con buccia di colore arancione-rossastro; il profumo è tipicamente agrumato, intenso e persistente; il sapore è dolce, con una tipica nota acidula finale. Il sole e il terreno siciliano sono in grado di influire sul gusto di questi frutti. Si conservano per qualche mese in luoghi freschi.