Si chiama Robin Hood e il nome di questo ristorante è alquanto esplicativo e cita direttamente il personaggio che ruba ai ricchi per regalare ai poveri. Non si tratta nemmeno esattamente di rubare in questo caso visto che la politica del Robin Hood si fonda sulla solidarietà e sulla dignità.
Robin Hood infatti è un ristorante nato in Spagna, a Madrid e fondato dal prete cattolico Ángel García Rodriguez. L’idea?
Il ramen estivo è la declinazione, adatta alla bella stagione, della famosa zuppa a base di nodles, ovvero tagliatelle di frumento, brodo ed i più disparati ingredienti. Nonostante abbia origini cinesi e sia particolarmente diffuso in Giappone, ha conquistato anche gli italiani, tanto da essere presente oramai nel menù di parecchi ristoranti, giapponesi e non, nei quali lo si può trovare in diverse varianti. Decisamente più indicato per le alte temperature, il ramen estivo viene servito freddo per consentire agli estimatori della pietanza di non dovervi rinunciare anche ad Agosto. Di seguito vi proponiamo 5 ricette da gourmet, provenienti dai più rinomati ristoranti italiani, tutte da scoprire.
Secondo la prestigiosa rivista britannica Restaurant Magazine non ci sono dubbi: il miglior ristorante al mondo è El Celler in Costa Brava. Al primo posto tra i 50 migliori ristoranti del 2013. Ancora una volta la Catalogna torna a piazzarsi al primo posto per la sua cucina nella classifica gastronomica mondiale. Il risultato ottenuto grazie al confronto con El Bulli, del celebre Ferran Adrià, chiuso da tempo e per ben 5 anni re indiscusso oltre che dalle tre stelle attribuite dalla Guida Michelen.
Secondo la rivista inglese Restaurant magazine non ci sarebbero dubbi, è Nadia Santini la migliore chef al Mondo. La vincitrice dell’ambito titolo gestisce il ristorante Dal pescatore a Canneto sull’Oglio e già nel 1996 era stata la prima chef donna ad essersi aggiudicata ben 3 stelle Michelen per la sua cucina. Il premio, il Veuve Clicquot World’s Best Female Chef 2013, creato quasi 200 anni fa ha ricoperto un ruolo di grande importanza nel mondo dello champagne con particolare riferimento al campo dell’imprenditoria femminile, e le è stato assegnato da una giuria composta da 900 operatori della ristorazione.
LUOGO:Torino, via Monginevro 29|DATA:Aperto tutti i giorni, anche a pranzo, effettua servizio Take-Away |PRODOTTI TIPICI:Specialità della cucina greca
La mia prima volta in una Taverna Greca è stata folgorante. Prima di quel giorno avevo mangiato “greco” solo per due motivi: qualcuno era stato spesso in grecia, o semplicemente amava questa cucina, e mi aveva proposto un’originale insalata greca; oppure avevo mangiato dei Gyros in un take away, e qualche buonissima pallina al formaggio, ma niente di più, anche se la curiosità era molta, mi piacevano quei sapori. E infatti, appena ho avuto l’occasione, sono andata a provare la cucina di questa nuova taverna.
Il posto è molto accogliente, non troppo grande e un bel bancone domina la scena dal fondo del locale. Il ristorante è a gestione familiare, ed è stato molto piacevole scoprire immediatamente che il cuoco, la cameriera e anche tutti gli altri componenti sono greci, cosa che per quanto mi riguarda dona immediatamente 10 punti a un ristorante di cucina tipica, visto che siamo in un periodo storico-culinario in cui tutti cucinano tutto e troppo spesso si spacciano per esperti di un qualcosa che solo la cultura della provenienza da una terra ti può dare. Io sono la prima a sperimentare sapori nuovi in cucina, che siano di altre regioni italiane, ma anche orientali, europei o statunitensi, ma non mi spaccerei mai per un’esperta dell’originale cucina inglese, francese o cinese!
Tornando alla nostra deliziosa Taverna. Ci sono molte combinazioni di piatti a disposizione. Si va dai classici Gyros, di carne e vegetariani, che possono magari essere accompagnati con delle insalate, disponibili in molte varianti. Si passa agli spiedini di maiale e di pollo, fino ad arrivare ai piatti veri e propri che sono una portata non solo ottima ma anche abbondante, visto che ogni piatto comprende sempre patate fritte o arrosto, salsa allo yogurt, una piccola porzione di insalata greca e una pita (tipica focaccia greca). In più ci sono anche molti contorni, semplici verdure alla griglia, ma anche una serie di salse e le famose polpettine alla feta che sono davvero squisite! Ci sono i dolci della casa, combinazioni di yogurt e frutta e per quanto riguarda le bevande si può scegliere un vino o una birra di origine greca, e visto che eravamo lì noi abbiamo provato anche quelli!
E se improvvisamente venissimo derubati del senso più immediato, che alimenta il nostro immaginario e che fa salire di un buon 50% l’acquolina in bocca davanti a un bel piatto di lasagne? Una provocazione. Mangiare attiva tutti i sensi: ci entusiasmano i colori, i profumi inebriano, origliamo le croccantezze, gustiamo i sapori e soppesiamo le consistenze. Ma la vista rimane il senso di riferimento più importante per le notre esperienze anche in campo enogastronomico.
Una cena completamente al buio: gli odori si confondono, dov’è la forchetta? Il coltello sarà questo? Ce la farò a prendere il bicchiere e versare il vino?
Abituati in situazioni dove l’immagine è tutto, attivare anche gli altri sensi per esplorare il mondo e scoprire che i sensi non sono solo cinque, concentrandosi sul gusto e sui sapori.
Farsi inghiottire dal buio più nero per una notte, per una cena, per mettere alla prova i propri sensi e scoprire nuove visioni. A Milano è possibile: Dialogo nel Buio è una mostra ospitata nella sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano, dove è possibile prenotare una cena in totale oscurità, accompagnati da guide non vedenti.
Provare a supplire al bisogno primario di mangiare, completamente al buio, senza colori e senza luce. Scoprire ascoltando, toccando ed annusando.
Riusciranno poche ore a risvegliare i sensi del gusto, dell’olfatto, del tatto, dell’udito? Come quando da piccoli si giocava a mosca cieca, riconoscere le cose, riuscire a distinguere oggetti comuni. Ma soprattutto per godere totalemte di sapori e profumi senza influenzare i nostri gusti dagli stimoli visivi, parlando e chiaccherando con i commensali senza condizionamento dell’apparenza.
Chi non è mai stato all’Ikea alzi la mano.
Bene. Domanda di intutibile risposta.
C’è per caso qualcuno oltre me, che almeno una volta è andato all’Ikea appositamente per mangiare all’ikea restaurant?
Suvvia, chi non ha lanciato uno sguardo alla sala self-service, dove troneggiano dolci, taratine, piatti di carne e pesce, tutti piatti che si rifanno rigorosamente alla cucina svedese. E mi chiedo chi, davanti a tutto ciò, non abbia ceduto assaggiando una fetta di torta al cioccolato o almeno un panino al salmone.
Chi poi ha avuto l’ardire di addentrarsi e superare il caffé bar, avrà sicuramente provato anche tutto il resto della grande varietà di piatti e soluzioni culinarie proposte nel menù svedese:
Salmone marinato
Polpette svedesi
Vegetables Curry
Pollo in salsa d’albicocca
Salsiccia con patate e pomodori
Lingon-Berries
Seguendo questo link troverete le ricette, ingredienti e anche la spiegazione per come impiattare i più conosciuti piatti svedesi proposti all’ikea restaurant.
La fonduta di formaggio, come quella di carne, la tradizionale Bourgignonne, possono essere un modo alternativo di cenare in compagnia. Ma se a casa non avete il necessario o non pensate di essere in grado (però prima provate a farle seguendo i nostri consigli!) il ristorante può essere un’ottima soluzione, basta scegliere quello giusto. No avrete bisogno di andare fino in Svizzera o in Piemonte o in Val d’Aosta; anche se abitate in Toscana avete la possibilità di fare questa esperienza.
Nel pieno centro di Firenze, proprio dietro Ponte alla Vittoria, in via della Fonderia (guarda caso) c’è un ristorante molto carino che serve solo fondue. Il suo nome è, appunto, “La Fondue”, ed il suo motto “solo di sera, solo fondue“. Avrete qui la possibilità di gustare diversi tipi di fondue, dalla Bourgignonne, alla Tartufata, dalla Fribourgeoise fino alla più particolare fondue di mare.
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