Gli italiani non rinunciano a festeggiare il Ferragosto e trascorrere la giornata del 15 agosto all’insegna del riposo e del relax.
Fra barbecue e grigliate, non mancano i piatti della cucina nazionale: ma quali sono i piatti tradizionali che si gustano a Ferragosto? Ecco una rapida rassegna di quello che gli italiani porteranno in tavola.
Il pan co santi è un dolce di origine povera legato alla tradizione senese che si prepara tra la fine di ottobre e l’inizio del nuovo mese. E’ quasi un obbligo portarlo in tavola il 1 Novembre, ovvero in occasione della festa d’Ognissanti. La preparazione richiede del tempo, ma questa versione prevede l’utilizzo della pasta di pane he potrete realizzare da voi o acquistare presso il vostro panettiere di fiducia.
I peperoni fritti alla napoletana rappresentano una pietanza tanto semplice quanto apprezzata della cucina partenopea. La ricetta originale, che è semplice quanto mai, è ideale da servire come contorno estivo in abbinamento a secondi piatti di carne o pesce. Inutile dire come la frittura renda gli ortaggi ancora più irresistibili e sia responsabile della creazione di un sughetto nel quale è d’obbligo intingere il pane: per una volta evitiamo di contare le calorie!
Inutile dire quanto i rigatoni alla Norma risultino gustosi. Piatto tipico della cucina siciliana, si tratta di una specialità in particolare della città di Catania rivolta come omaggio alla celebre omonima opera del compositore Vincenzo Bellini. Primo piatto ricco e di semplice realizzazione, in realtà richiede solo qualche piccolo accorgimento per ottenere un risultato perfetto. A partire dalle stesse melanzane, che prima della frittura dovrebbero essere messe a spurgare per almeno un’ora, operazione questa, fondamentale per far perdere loro quell’antipatico restrogusto amaragnolo che andrebbe ad inficiare il risultato finale.
E’ incredibile quanti piatti della tradizione potremmo perderci. Ad esempio ho appreso solo da qualche giorno dell’esistenza delle pallotte in brodo, tipico piatto della cucina molisana, dopo avere girovagato qualche minuto sul web alla ricerca di tutt’altro. Mi sono imbattuta in un piatto delizioso degno di nota tanto che ho voluto riprodurlo in casa al più presto. In pratica si tratta di una sorta di zuppa arricchita con le pallotte, che non sono altro che delle polpette di ricotta precedentemente fritte e del pane abbrustolito. Riuscite ad immaginarne il gusto unico? Trovo siano ottime nelle fresche serate invernali.
Appartenente alla tradizione contadina, la pizza di farina gialla fa parte della gastronomia umbra. Nato come piatto povero consumato nelle case dei modesti lavoratori forniva le giuste energie per recuperare le forze dopo una giornata passata nei campi. Cotta originariamente sulla cenere, quella preparata ai nostri giorni viene realizzata in maniera leggermente diversa ma si è mantenuta pressochè identica nel sapore originale. Fortemente influenzata dalle usanze medievali, la cucina umbra conserva tutt’oggi in essa radicate le conseguenze dovute alla presenza degli Etruschi e dei Romani.
Primavera, stagione di fave fresche! Da gustare crude accompagnate a del salame e del buon pecorino oppure da utilizzare per cucinare dei piatti più particolari. La ricca tradizione culinaria italiana è piena di ricette regionali a base di fave fresche. E visto che questo è il periodo perfetto per questo tipo di legumi, perché non proporre qualche buona ricetta a base di fave che provenga da una della magnifiche terre che percorrono il nostro Stivale? Buttiamoci sul piatto nazionale, la pasta, e raggiungiamo la Basilicata per scoprire la cucina lucana con i Fusilli con le fave.
Ricca, abbondante e generosa, corposa e di sostanza , oggi parliamo di cucina Emiliana, una cucina piena di sapori. La tradizione culinaria emiliana e famosissima per le sue paste fresche, condite con meravigliosi e profumatissimi ragù, o per le sue paste ripiene, tortelli, tortelloni e tortellini che sguazzano nel brodo o in sughi appetitosi. Salumi e carni non mancano nelle ricette di questa regione, ma oggi voglio presentarvi una ricetta tutta a base di verdure, che tradizionalmente va cotta insieme alla salsiccia, così da portare in tavola un secondo completo di contorno, il Frizon, o per meglio dire il Friggione di verdure all’emiliana. Per i puristi della cucina italiana, vorrei sottolineare che tale ricetta è una variazione del più tradizionale Friggione di cipolle.
Torniamo a parlare di ricette regionali e quest’oggi ci spostiamo nelle Marche per scoprire quale manicaretto della cucina di questi luoghi possiamo preparare per il pranzo di Pasqua. È consuetudine, in un po’ tutte le regioni italiane, utilizzare i carciofi come ingrediente per preparare piatti tipicamente pasquali; e saranno proprio loro i protagonisti della nostra ricetta marchigiana dedicata alla Pasqua: i Carciofi dorati. Un piatto semplice a base di verdure che viene reso irresistibile da una delle cotture che più di tutte rende stuzzicante ogni piatto, la frittura. Ma qualche volta ci si può concedere un eccesso culinario! Dalla cucina marchigiana: i Carciofi dorati.
Carissimi amici, quest’oggi farò un salto moto lungo e dal Sud mi sposterò al Nord Italia, per presentarvi la ricetta dei Cardi alla milanese. Ingrediente, comune in tutto lo Stivale, della cucina povera – la cucina contadina – il cardo viene utilizzato per preparare piatti e portate molto gustose. Oggi vedremo in che modo la cucina lombarda tratterà i cardi per portare in tavola i Cardi alla milanese. Un delizioso piatto di verdure che può accompagnare piatti di carne, ma che può diventare un piatto unico o un antipasto molto particolare se servito in porzioni ridotte. Ed ora, ai fornelli a cucinare i Cardi alla milanese.
Periodo ricco di eventi enogastronomici questo, non c’è che l’imbarazzo della scelta per gli appassionati della cucina buona e sana. Ed a questo proposito si avvicina l’inizio della quinta edizione di Buon Vivere, organizzata da Piacenza Expo, la manifestazione dedicata all’esposizione dei prodotti enogastronomici tipici e di grande qualità. Contemporaneamente alle famose mostre di primavera Apimell e Seminat, Buon Vivere si svolgerà dal 2 al 4 marzo 2012. La scelta di fare svolgere in contemporanea le tre mostre è basata sull’esigenza di fornire ai visitatori un percorso esaustivo che abbia come tema il “buon vivere”.
A Napoli mangiamo la pizza di scarole. Che mi riprometto molto presto di illustrare. Comunque sia durante il pasto Natalizio, e mi riferisco proprio al pranzo del 25 dicembre più che alla cena della Vigilia, è bello e caratteristico avere una portata che riesce a spezzare e ad accompagnare il pranzo. Certo, se parliamo di spezzare è chiaro che è più adatto il classico sorbetto al limone che veniva una volta servito ai matrimoni tra la portata di carne e quella di pesce (a proposito, ma si fa ancora questa cosa?!), però il senso di una torta salata alle verdure durante il pranzo natalizio è ben diverso.
Innanzi tutto può fare da pane. Visto che vengono spesso serviti più contorni avere un pezzetto di pizza o torta salata nel piatto può essere un accompagnamento farcito che limiterà anche il nostro consumo di pane (che altrimenti ci si gonfia più del dovuto è invece a Natale è concesso mangiare tanto e bene, è festa, è un giorno gioioso, le famiglie si riuniscono e si dovrebbero scacciare anche i problemi e le avversità, almeno per quel giorno). Aggiungiamo poi proprio il suo significato di “spezza-pasto“. Servita dopo il primo, magari mentre il secondo e il contorno sono in forno o sul fuoco a scaldarsi, segna definitivamente lo stacco tra la prima parte del pranzo e la seconda. Quando si mangianoi gli antipasti e i primi, visto che siamo anche a inizio pasto, tutti mangiano tutto, dal secondo in poi invece diventa più una selezione a seconda dell’ampiezza dello stomaco (!!), dei gusti, dei sapori, delle selezioni da effettuare e dall’intenzione o meno di mangiare qualcosa per cena! La torta di sfoglia alle bietole, così come quella di scarole prepara la nostra testa a voltare pagina e a iniziare una nuova fase di festosa nutrizione!
Potremmo dedicare un intero capitolo agli antipasti natalizi. Per come la vivo io solitamente gli antipasti hanno un valore e un modo di essere consumati che si differenzia tra il cenone del 24 e il pranzo del 25, ma forse queste differenze ci sono solo nella mia famiglia, in fondo credo che a parte qualche tradizione e qualche ricetta regionale che si può ritrovare in tutte la case, ognuno abbia le proprie tradizioni familiari, che vanno dai menù, al momento in cui si aprono i regali, ai giorni in cui si festeggia (in Toscana ad esempio ho scoperto che alcune famiglie festeggiano il Natale solo il 25 dicembre, mentre io sono sempre stata abituata, da buona napoletana, a godermi entrambi i tre giorni di festa: 24, 25 e 26 dicembre!).
Tornando agli antipasti. Il 24 si consumano a tavola, spesso sono a base di pesce, e che siano crostini, piccole fritture, particolarità anche con verdure, solitamente si consumano già tutti seduti a tavola e ciò che ci si concede prima del pasto sono magari un aperitivo veloce, alcolico o analcolico, con qualche oliva e qualche crostino. Il 25 invece è diverso. Siamo a pranzo, quindi siamo tutti più attivi e forse anche più affamati, mentre si aspetta che il primo piatto sia pronto si beve un aperitivo e si tappa il buco allo stomaco con gli antipasti più diversi. Visto che comunque quello che ci aspetta è un pranzo bello sostanzioso gli antipasti non sono molto elaborati, e la soluzione migliore per accontentare tutti è quella di preparare dei crostini. Quelli con i fegatini di pollo sono un classico intramontabile.
Nel corso dei secoli, l’aglio, dal latino Allium Sativum è stato usato per curare numerosi malanni, più o meno gravi.
Alla luce dei moderni studi, per alcuni di questi, come la caduta dei capelli, l’epilessia o addirittura la sterilità non si è riusciti a spiegarne l’utilizzo, dal momento che non darebbe nessun risultato.
Ciononostante, negli ultimi 50 anni è stato provato che l’aglio, è utilissimo nella prevenzione e nella terapia contro alcune malattie fortemente debilitanti come l’arteriosclerosi ed i problemi cardiovascolari, inoltre rappresenta un utile alleato per chi soffre di pressione alta e tonifica il muscolo cardiaco.
Ma questi sono solo alcuni dei molteplici effetti positivi che derivano dall’uso costante e metodico dell’aglio: i principi attivi dell’aglio, infatti, vengono trasportati per tutto il corpo umano tramite il sangue entrando in contatto con gli organi principali ed esercitando la sua attività antibatterica, disinfettante e diuretica.
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