La pastiera napoletana vince ancora e si conferma come la parola chiave più cliccata nelle ricerche degli italiani su Internet.
È quanto emerge dal rapporto “Un anno di ricerche su Google 2018”che ha stilato una top ten relativa ai piatti della tradizione più ricercati in Italia: dopo la pastiera napoletana, un vero must della cucina del Belpaese, al secondo posto si piazza un altro dolce amatissimo, il tiramisù, vero e proprio evergreen dolciario. Terzo posto per la carbonara, piatto cult della Capitale e della cucina laziale.
Volete riscoprire i sapori di una volta? Allora dovete assolutamente provare le ricette biologiche per Pasqua con le farine Ecor. Si chiamano Maiorca, Timilia, Russello, Percia Sacchi e sono le 4 farine biologiche che Barbara Torresan ha utilizzato per realizzare altrettante ricette pasquali della tradizione. Oggi vi proponiamo i procedimenti per la pastiera e per la torta pasqualina.
Sulla pastiera napoletana è già stato detto tutto. La sua fama la precede e non c’è Pasqua partenopea, e non, che non la veda presente in tavola insieme alle altre succulente portate preparate per l’occasione. Quella che vi proponiamo oggi senza avere la presunzione di credere che si tratti dell’unica ed indiscutibile ricetta originale esistente, è senza dubbio una versione molto vicina a quello che è il risultato da ottenere.
Ogni anno il solito interrogativo: che tempo farà il giorno di Pasquetta? Le condizioni metereologiche saranno tali da consentire una bella gita fuori porta in campagna o ci costringeranno in casa? In ognuna delle ipotesi perchè non preparare un pranzetto sfizioso a base di quelle che sono le portate tradizionali del giorno che segue la Pasqua? Torte salate, muffin e tanto altro ancora per non farsi mancare nulla. Portare semplici da preparare e pratiche sia da trasportare che da consumare con le mani, all’aperto e senza posate. Ecco le ricette per il picnic di Pasquetta.
Come trasformare una ricetta tradizionale? Con la pastiera al cioccolato! Il dolce tradizionale della Pasqua si trasforma in una vera delizia con l’aggiunta del cioccolato. La ricetta è firmata da Sal De Riso, autentica autorità del mondo della pasticceria, che da Minori elabora meravigliose ricette che ogni tanto mi diverto a cercare di eseguire. “Cercare” sì, perchè spesso le ricette di Sal De Riso sono abbastanza elaborate, molto professionali, e non sempre all’altezza delle cuoche meno esperte. Pasticciare in cucina però è talmente piacevole che anche se qualche volta il risultato non è proprio perfetto poco importa. E’ stato ugualmente divertente!
Che Pasqua sarebbe senza la pastiera napoletana? Nonostante non appartenga alla mia regione, la tradizione pasquale la porta con sè come dolce molto apprezzato ed immancabile sulle tavole di questo giorno di festa. Io ho imparato ad adorarla grazie ad un’amica di famiglia che non ce la fa mai mancare preparandola da sè ogni anno. Inutile dire quanto la ami (si, l’amica, ma anche la pastiera) per questo. Volendo riprodurla in casa quest’anno ho scelto di seguire la ricetta semplice tratta dalla trasmissione i menù di Benedetta che per l’occasione ha ospitato i fratelli Boccia.
Una ricetta per la Pasqua che si sta avvicinando. Oggi infatti prepariamo la pastiera napoletana utilizzando il bimby. Un tipico dolce della tradizione napoletana per questo particolare periodo dell’anno. Tanti ingredienti per tanta bontà. Con il bimby il procedimento sarà più semplice ma in ogni caso questa è una ricetta che richiede qualche minutino in più in cucina e un po’ di pazienza.
Gli struffoli. Chi non conosce gli struffoli? Sono il dolce per eccellenza del Natale napoletano e sono famosi esattamente come la pastiera, che si prepara a Pasqua, e come le sfogliatelle, ricce e frolle, e i babà. Insomma fanno parte della tradizione culinaria napoletana al 100% anche se la storia ci racconta chi li ha inventati e soprattutto ci insegna che non sono sempre stati un dolce natalizio.
Gli struffoli sono arrivati in Campania grazie ai Greci, già ai tempi della Magna Grecia infatti esisteva una preparazione simile e quindi diciamo che noi napoletani non li abbiamo proprio inventati di sana pianta, non è stato un napoletano a impastare e poi ricavare queste palline deliziose, però abbiamo fatto nostro, secoli e secoli, fa un dolce importato da una delle più antiche civiltà del mondo. Infatti in Grecia esiste un dolce simile, il loukoumades, e sempre dalla cultura greca ne deriva il nome, strongylòs, che significa di forma tondeggiante.
In più il dolce non è sempre stato legato alle feste natalizie, si ha una testimonianza della ricetta degli struffoli legata alla cucina napoletana, che risale al 1634, ma in quel periodo il dolce veniva preparato indipendentemente dalle festività.
Comunque sia provate a preparare gli struffoli, non è molto difficile, l’unica parte un po’ faticosa è il momento in cui vanno ritagliati tutti i pezzettini dai tubicini di pasta, ma visto il risultato finale un po’ di noia, un po’ di ripetitività e un po’ di affaticamento ci stanno tutti!
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