Il formaggio fritto con salsa al latte di soia è una preparazione adatta all’antipasto o all’aperitivo pronta a stupire. Non si tratta, infatti, del solito formaggio fritto che è comunque allettante: questo viene accompagato da una salsa simile alla maionese capace di completarne il gusto alla perfezione. Dei piccoli bocconcini croccanti fuori e filanti dentro pronti a prendervi per la gola.
olio di mais
Maionese vegana, ricetta
La maionese è una delle salse più diffusamente utilizzate in cucina. Molto amata purtroppo non può essere considerata una preparazione del tutto sana, ciò per via della quantità di grassi contenuta a causa delle uova e dell’olio utilizzati. Le prime, nello specifico, rendono la maionese un prodotto non adatto a chi segua un’alimentazione priva di prodotti di origine animale. Come ovviare al problema? Semplicemente preparando una maionese vegan. Realizzarla in casa è semplice. Basterà sostituire le uova con del latte di soia e procedere seguendo le istruzioni riportate quì sotto.
La frittura/3: I grassi e i consigli per una frittura perfetta
Nella frittura il grasso ha tre funzioni: scaldandosi a temperatura quasi doppia rispetto all’acqua in ebollizione, crea una caramellizzazione superficiale, cioè la tipica crosta dorata; lubrifica l’alimento impedendogli di attaccare; infine, lo insaporisce in qualche misura. Per quest’ultima ragione, i grassi da frittura differiscono tra loro non solo per le caratteristiche fisiche, ma anche per l’aroma che sviluppano durante la cottura. I grassi di origine vegetale, soprattutto gli oli di oliva, ma anche quelli di arachide, sono i più indicati per la frittura, in base alla loro composizione chimica: infatti, l’olio extravergine di oliva contiene i tocoferoli (vitamina E), che proteggono in parte gli acidi grassi dall’ossidazione.
L’olio di mais e quello di girasole non sono consigliati per la frittura. L’olio di soia e quello di semi vari sono da evitare decisamente. Le margarine e il burro hanno un utilizzo molto limitato, perché ad alte temperature si alterano e producono una sostanza tossica e di odore sgradevole (l’acroleina). Lo strutto in passato era il grasso più utilizzato per la frittura, poi fu abbandonato perché viene in parte assorbito dall’alimento, aumentandone il contenuto in grassi. Oggi è stato rivalutato dai nutrizionisti perché povero di grassi insaturi.