menta
Pappardelle al profumo di menta con sughetto….. vegetale
E’ stato “amore” a prima vista.
Quando ho visto questa ricetta su un giornale di cucina di qualche mese fa e che ora non trovo, mi ha conquistata il connubio tra la pasta profumata alla menta, diligentemente preparata e stesa a mano, e un sugo vegetale facile da preparare e con ingredienti facilmente reperibili sul mercato perché di stagione.
Ho fatto però una variante golosa che in seguito ho giudicato ben azzeccata e cioè l’aggiunta di una manciata di mazzancolle che avevo nel freezer e quindi a….. disposizione.
Ricordo ancora che, quando ero piccola, mio padre voleva che la mamma avesse in cucina tutti gli elettrodomestici e robot che le potessero venire in aiuto nella preparazione delle vivande. Non volle mai però che acquistasse la macchina per stendere la pasta. Le tagliatelle le voleva stese a mano e aveva ragione.
A tavola il mare profuma di menta con il Merluzzo alla menta
Il pesto alla menta, migliorare la perfezione
Penne al pesce spada e melanzane. Ovvero quando l’aroma della menta incontra il profumo del mare
L’harissa, salsa piccante per dare un pizzico di brio ad ogni piatto
Ricetta del Mojito perfetto: l’incantesimo de L’Avana
In linguaggio voodoo la parola mojo vuol dire incantesimo, e, forse, è proprio dalle origini del suo nome che si sprigiona tutta la magia del Mojito, che pian piano scivola in corpo ristorando le membra e risvegliando le passioni. La base alcolica di questo ottimo cocktail estivo è la bevanda preferita da pirati e bucanieri: il rum, una delle specialità dei caraibi, prodotto dalla distillazione del succo e della melassa della canna da zucchero. E proprio l’impiego principale del rum trova come situazione elettiva la ricetta del mojito.
Come cucinare in modo differente i Calamari Ripieni
Kibbi Naya: polpettine di carne di agnello cruda con burghul
La parola Libano si scrive Lubnān in arabo mentre il nome completo è ﺍﻟﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻟﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ,, traslitterato Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya, ossia “Repubblica libanese”.
Il Libano è uno stato del Vicino Oriente che fa parte dei cosiddetti Paesi Mediterranei, e quindi uno dei capostipiti della cucina più rinomata nel mondo e di cui noi occupiamo i primi posti.
Una tisana per ogni rimedio: dallo sciamano alla…nonna!
Stark Delicious: la mela di Biancaneve, in versione “alcolica”!
E’ la mela rossa per eccellenza!
Croccante, succosa, rossa intensa e brillante (e se non brilla, provate a strofinarla energicamente con un panno asciutto…!) ha un aroma inconfondibile, sapore dolce e bassissima acidità. Squisita cruda, è ideale anche per strudel, dolci a cucchiaio e torte.
Come tutte le mela la Stark conosce il segreto per l’eterna giovinezza: contiene anti-ossidanti, possiede straordinarie propietà nutritive, vitamina C, B, potassio, oligoelementi, zuccheri nobili adatti anche a diabetici.
Probabilmente al giorno d’oggi la bella Biancaneve non si limiterebbe a “mordere la mela”…
e allora, dopo esserci cimentati nella preparazione di un classico studel o nella tanto amata e intramontabile torta di mele, possiamo provare questo cocktail veloce e dolcissimo!
Basilicata: lo “zafarano”, il peperone di Senise
Nelle province di Matera e Potenza viene coltivato un tipo particolare di peperone, detto di “Senise”, che ha origini americane. Vengono seminati a febbraio-marzo e la raccolta avviene a mano in estate, in piena maturazione.
Si presenta di colore verde o rosso, con forma appuntita, a tronco o a uncino, della lunghezza di circa 15 centimetri. Ha un sentore vegetale e sapore intenso, dolce e persistente.
Oltre che fresco, il peperone di Senise è noto per la commercializzazione secca o in polvere. La sua polpa sottile e povera d’acqua infatti lo rende particolarmente adatto all’essiccazione. Tale procedimento si effettua lasciando i peperoni appena raccolti in locali areati, infilandoli poi a collana dalla parte del picciolo e infine esponendo le cosiddette “serte” al sole. I peperoni destinati alla polverizzazione, invece, subiscono un ulteriore trattamento di essiccazione, questa volta in formo, prima di essere macinati. Le ragioni per la commercializzazione in polvere di questa varietà risalgono al XVI secolo, quando l’ingente produzione locale rendeva difficoltoso trasportare il prodotto intero. Infine, poiché la polvere di peperone ricordava quella dello zafferano, il peperone assunse il termine dialettale di “zafarano”.