Qualche giorno fa mi sono ritrovata in casa, come per magia, perchè non ricordavo di averle comprate, 4 grosse zucchine. Credo di averlo rimosso perchè erano letteralmente scomparse, o meglio, forse semplicemente erano state coperte da qualche altro alimento dentro il frigo. Fattosta che riscoprendole con meraviglia dentro il frigorifero, sono stata colta impreparata su come utilizzarle. In mio soccorso è venuto, come sempre aggiungerei, il web, e difatti, in men che non si dica avevo preparato le zucchine ripiene di carne più buone che avessi mai mangiato. La ricette credo provenga dalla prova del cuoco, cucinata in trasmissione da Anna Moroni. Gli ingredienti fondamentali per la preparazione delle zucchine ripiene di carne sono: (a parte le zucchine, ovvio) della carne tritata di manzo e di tacchino, un uovo, del parmigiano grattugiato e del pan grattato (anche se io la prossima volta lo sostituirò con dei panini ammollati per conferire morbidezza all’impasto).
manzo
Secondo di carne per il pranzo dell’Epifania: il Manzo con salsa all’aglio
Ormai non rimane che pensare all’ultimo pranzo o all’ultima cena delle feste, quella dell’Epifania. Un ultimo sforzo per concludere il girone dei banchetti delle festività! Poi potremo riprendere la nostra dieta quotidiana. Ma cosa proporre ai nostri ospiti? Oltre ai vari piatti e porzioni della tradizione locale e familiare, vi propongo un piatto molto semplice, già completo di contorno, impreziosito solamente da una salsetta d’accompagnamento: il Manzo con salsa all’aglio.
Il Manzo con salsa all’aglio è una portata molto semplice da preparare e poco laboriosa. Certo non sembrerebbe proprio una pietanza da servire in un’occasione importante, ma quello che rende questo piatto veramente prelibato è la salsa che lo condisce. Dal sapore un po’ pungente, stemperato dal gusto vellutato della maionese, la salsa all’aglio è un ottimo condimento sia per le verdure grigliate, che per la carne ai ferri. E adesso … la ricetta del Manzo con salsa all’aglio.
Dalla Cucina Indonesiana: il Rendang di manzo
Ispirato da dei discorsi fatti ieri sera con un mio caro amico, a proposito delle cucine del mondo ed il forte legame che vi è tra la cultura di un popolo e le loro tradizioni culinarie, oggi ho pensato di proporvi un piatto della Cucina Indonesiana: il Rendang di manzo.
Il Rendang di manzo, assomiglia molto al nostro spezzatino come aspetto e come tipo di portata, ma a differenza del piatto nostrano non viene cotto con le verdure e, come vuole la cucina indonesiana, è ricchissimo di spezie ed aromi di ogni tipo. La caratteristica fondamentale del Rendang di manzo è che la sua cottura deve esser lunga e a fuoco lento, in modo da far diventare la carne molto tenera e far assorbire completamente il latte di cocco, utilizzato per la cottura di questa portata, in modo graduale dalla carne. Ed ora vi lascio alla preparazione del Rendang di manzo.
Dopo le Esequie: Il Manzo alle Olive di Marjory
TEMPO: 40 minuti | COSTO: medio-alto | DIFFICOLTA’: medio-bassa | VEGETARIANA: no | PICCANTE: si | GLUTINE: no | BAMBINI: no
Continuando così a restare immersi nella lettura dei libri gialli arriviamo a “Dopo le Esequie” uno dei libri forse meno amati dai lettori, soprattutto per il ruolo marginale riservato a Poirot. Tuttavia questo romanzo é davvero ricco di riferimenti culinari e gastronomici come per il personaggio della cuoca Marjory per la quale a volte é possibile arrivare alla soluzione del mistero attraverso la buona cucina. “….la signora Gilchrist riferì le parole del signor Abernethie: basta coi vecchi rancori..Pierre ti ha reso felice per cui devo ammettere di essermi sbagliato. Sei contenta di questa mia ammissione? era un uomo garbato e anche bello nonostante l’età.
E quanto si é fermato? “Si é fermato per la colazione, avevo fatto il manzo con le olive” I ricordi della signora Gilchrist erano soprattutto culinari.
Un assaggio di cucina Thai: Manzo in salsa di Curry Rosso
TEMPO: 40 minuti | COSTO: medio-alto | DIFFICOLTA’: media | VEGETARIANA: no | PICCANTE: si | GLUTINE: no | BAMBINI: no
Nella cucina Thai il Curry non viene usato nella usuale forma che noi conosciamo, ovvero quella in polvere bensì in pasta che può essere rossa o verde. La differenza sostanziale tra le due é che mentre la prima é a base di peperoncini secchi la seconda é a base di peperoncini freschi e pertanto anche leggermente più fresca e “speziata” dell’altra. Il Curry come sappiamo é un mélange di diverse spezie. Ogni paese asiatico ne cambia poi la composizione e le proporzioni ottenendo così diversi tipi di curry da quello mild a quello sweet, come ci ha ben spiegato Salvina nel suo articolo. Comunque nella ricetta di oggi utilizzeremo il curry rosso in pasta e come nella migliore tradizione Thai lo diluiremo con il latte di cocco.
Il ragù della domenica
TEMPO: 6-7 ore | COSTO: medio-alto | DIFFICOLTA’: difficile
VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI
Il ragù della domenica. In ogni famiglia napoletana “verace” il profumo di questa salsa si diffonde, anzi, forse sarebbe meglio dire “si diffondeva”, per tutta la casa, celebrando tutte le domeniche e ogni altra festa familiare. E’ una tradizione che un po’ si è persa, ma personalmente credo che nelle mani di ogni napoletano risieda nascosta la capacità di preparare un ottimo ragù.
L’etimologia della parola è francese, deriva da ragout, parola che a sua volta proviene da ragouter, che significa rinforzare il gusto, e questa parola poi a sua volta deriva dal latino gustus. Il senso etimologico è proprio perfetto, la cottura così prolungata della salsa di pomodoro, che viene unita solo alla fine a una combinazione di ingredienti molto ricchi di grasso, e che adesso non si utilizzano nemmeno più in modo così preponderande anche nella cucina napoletana, e mi riferisco alla sugna, insomma, tutto ciò rinforza il gusto del ragù fino a renderlo così ricco e sublime, un’esperienza nuova e antica allo stesso tempo, per il nostro palato.
La sua origine dovrebbe risalire alla metà del ‘700, e probabilmente deriva dalla trasformazione di qualche ragù all’italiana già esistente, il primo a parlarne è stato il Cavalcanti, oltretutto citando questo sugo senza nemmeno dargli l’importanza che poi ha preso nel corso del tempo.
Ma lasciamo parlare la ricetta, che è così ricca da avere molte cose da dire!
Una gita in Romagna tra le leccornie del Ristorante Belvedere
RISTORANTE BELVEDERE
LUOGO: Bertinoro via Mazzini | DATA: tutti i giorni tranne di mercoledì | PRODOTTI TIPICI: cucina romagnola e interpretazione di quella regionale italiana
Lo scorso week end sono andata a visitare la meravigliosa mostra del Canova – il moderno Fidia – a Forlì presso il Complesso monumentale del San Domenico. Già che andavo da quelle parti ho deciso di provare un ristorante che si trova ad appena 15 km da Forlì, a Bertinoro, che la Camilla Baresani segnalava nella sua rubrica “il diario di una golosa” pubblicato sull’inserto domenicale del Sole 24 ore.
Appena sono entrata ho trovato immediatamente un servizio impeccabile: accompagnamento al tavolo, cortesia con i bambini, disponibilità nell’esposizione dei piatti e nella spiegazione dell’origine delle materie prime utilizzate. Il nome del ristorante deriva dalla splendida veduta di cui si può godere dalla terrazza, l’orizzonte arriva fino al mare Adriatico. La filosofia poi dello chef Andrea Ravidà risulta chiara appena si legge il menù: sfoglia rigorosamente tirata a mano, insalatina di campo con vinaigrette al mirtillo, filetto di porcellino al lardo ma anche manzo alla doppia cottura con chips all’aglio. Insomma come dice lo chef stesso la “cucina é un luogo dell’anima”, un’anima che chiaramente guarda alla tradizione del territorio ma che trae ispirazione da tutta Italia.
Il sukiyaki: un piatto della cucina giapponese
- 300gr di filetto di manzo molto magro
- 250gr di riso
- 150gr di spaghetti di riso
- 8 funghi cinesi secchi
- 40gr di strutto
- 2 cipolle
- 2 porri
- un pezzetto di cavolo bianco (circa 200gr)
- 200gr di spinaci a foglie piccole e tenerissime
- 200gr di germogli di bambù
- 200gr di fagioli di soia in scatola o salsa di soia
- 4 cucchiai di vino di riso (o di sherry)
- un pizzico di zucchero
- 4 tuorli
- sale
Fonduta cinese (fondue chinoise), made in Canada
”avrà sapore di carne bollita, sarà blanda…”
”ecco, mi sembra una dieta ‘in bianco’: carne e verdure bollite…”
La particolarità di questa fondue è che invece di avere un ingrediente servito con una varietà di salse, offre una grande varietà di ingredienti cotti in una sola salsa. È un pasto completo e perfettamente equilibrato specialmente se accompagnato da un riso al vapore.
Da allora mi diverto a prepararla per i miei figli, sapendo che una odia l’anatra e la carne di maiale, l’altro odia l’agnello mentre il terzo non toccherebbe verdure manco se dovesse morir di fame… guardarli tuffare allegramente quei forchettoni pieni di ogni ingrediente senza protestare è per me una soddisfazione senza pari.
La Cina in cucina: tagliatelle dei dieci tesori
Per preparare questa ricetta in cui la carne viene cotta molto velocemente, è preferibile scegliere dei tagli molto teneri e non fibrosi, come il filetto oppure il roast beef. Per avere un sapore più ricco possiamo inoltre sostituire il manzo con la carne d’agnello. Per i fagiolini, essendo fuori stagione, è preferibile usare quelli surgelati, oppure altre verdure, come zucchine, cimette di cavolfiore o broccoletti.
Questo piatto, nominalmente considerato un primo, rappresenta in realtà un perfetto piatto unico, adatto ad un pasto di mezzogiorno o ad una cena leggera, e può anche costituire un’originale alternativa alla spaghettata di mezzanotte!
Proviamo i Karpfelach, ravioli israeliani
Alla base della ricetta troviamo dunque i ravioli, che secondo fonti attendibili ma non risolutive paiono esser stati inventati a Gavi Ligure nel medioevo (quando faceva parte della Repubblica Genovese) da una famiglia Raviolo, cognome che sopravvive anche ai giorni nostri: infatti a Gavi esiste tutt’oggi una “Confraternita del Raviolo e del Gavi” con tanto di divisa che ha lo scopo di propagandare la ricetta originale del raviolo.
Effettivamente i ravioli erano già adoperati nell’alto medioevo, e se è difficile stabilire storicamente una data di nascita precisa, certo è che già in Giovanni Boccaccio troviamo traccia del loro uso: “…niuna altra cosa facevano che far maccheroni e raviuoli e cuocergli…”. Vediamo ora come praparare questi robusti ravioli con ripieno di carne manzo e spinaci, ovverosia Karpfelach!
Il “gran bollito”, come vuole la tradizione piemontese…
I Piemontesi lo chiamano “il gran bollito” e sono i depositari dell’autentica ricetta: 7 tagli di manzo e di vitello, altrettanti “ornamenti” come la lingua, la testina, il cotechino, la gallina, la coda, la zampa, il tutto accompagnato da almeno tre verdure (carota sedano e cipolla) più tre salse, dette “bagnet”.
Per i palati più “semplici” possiamo ridurre il numero dei pezzi, basta non tralasciare nessun tipo di carne (manzo, vitello, maiale e pollo) e seguire sempre la regola essenziale: immergere la carne in acqua bollente per poi farla cuocere lentamente per ammorbidirne le fibre… alla fine ne rimarrà comunque un brodo estremamente gustoso!