Una sorpresa al riso freddo

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TEMPO: 45 minuti | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI:SI


Il riso freddo è una delle soluzioni preferite per i pranzi estivi. Si può mangiare a casa, al parco, al mare, in montagna, al lago. Per chi non ama i panini credo sia proprio la migliore soluzione per le uscite estive, tiene meglio della pasta fredda e se ne può preparare in abbondanza perchè occupa poco spazio!

A casa mia era la ricetta dell’estate. Mia mamma preparava, e prepara ancora anche adesso che non sono più presente io quotidianamente, una quantità di riso all’insalata imbarazzante. Bastava per tre-quattro giorni. E io solitamente già al secondo giorno non ne potevo più! Ricetta classica: riso lessato e poi mais, pomodoro, tonno, wurstel, e poi quello che c’era, formaggio e prosciutto, acciughe, verdure, insomma, è la ricetta estiva di mia mamma con molte varianti, ne mangerebbe in quantità industriali, ma a me, a furia di vederlo ovunque nel frigo mi aveva stufato, decisamente! E ancora oggi ne subisco le conseguenze!

Proprio per questo trovo questa ricettina innovativa e fantasiosa, sia per gli ingredienti che per il fatto di servire il riso in bicchieri. Potete decidere come servirlo in base alle occasioni, utilizzare dei bicchieri alti trasparenti in modo che si vedano gli ingredienti, delle coppette, delle tazze colorate, di quelle senza manico, insomma, a seconda del vostro pranzo, della vostra famiglia o dei vostri ospiti sisemate il vostro risotto a sorpresa!

Focaccia al gorgonzola

TEMPO: 1 ora | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Secondo round dei miei consigli culinari per questi giorni che speriamo, tempo permettendo, si dividano tra scampagnate, gite, festeggiamenti all’aria aperta, giornate passate in un parco, al lago, al mare con amici e parenti.

Per questa focaccia potete decidere voi se usare il gorgonzola dolce o piccante, a seconda dei vostri gusti e anche volendo arricchire la preparazione aggiungendo qualche ingrediente o sapendo già cosa mangerete e accompagnarete con questa focaccia ripiena.

Il gorgonzola dolce si presente più morbido e cremoso, ha il classico sapore caratteristico che conosciamo ed è più delicato chiaramente, solo leggermente piccante. Il gorgonzola piccante invece non solo ha un sapore diverso, più deciso e forte, ma ha anche una pasta diversa, più consistente e friabile. A voi la scelta.

La ricetta del Risotto al radicchio e gorgonzola

TEMPO: 30 minuti| COSTO: medio| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: NO


Un bel risotto in questi, si spera ultimi, giorni di pioggia è proprio quello che ci vuole per tirarsi un po’ su. Dopo avervi dato le ricette del risotto al gorgonzola e del risotto alla zucca, oggi vi propongo il Risotto al radicchio e gorgonzola. Una ricetta che unisce il sapore amaro del radicchio al gusto dolce del gorgonzola.

Giocare con i contrasti in cucina è sempre un bell’espediente per fare dei piatti con un gusto eccezionale. Il Risotto al radicchio e gorgonzola è un piatto abbastanza semplice da preparare, adatto ad una dieta senza glutine e, se eliminate il prosciutto dalla ricetta, è adeguato anche alla cucina vegetariana.

Crostini di gorgonzola e pera: antipasto, finger food o semplice aperitivo

TEMPO: 2 ore | COSTO: medio| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

Nel caso vi siano avanzati dei fichi secchi dalle festività natalizie, i crostini di gorgonzola e pera sono l’ideale per un antipasto semplice da realizzare ma anche gradito. Di solito non amo fare delle cene troppo elaborate perché credo che le troppe porzioni poi possano stancare i commensali e farli arrivare a fine pasto eccessivamente sazi e satolli senza avere apprezzato fino in fondo le singole porzioni; diversamente invece preparo un buon antipasto, molto variegato, ed un primo oppure un buon secondo e a terminare un dolce. In questo modo viene tutto spazzolato via e gustato come si deve. Proprio per questo i crostini di gorgonzola e pera, pur essendo un antipasto, possono essere serviti per un finger food o un aperitivo, a voi la scelta!


Crostini di gorgonzola e pere

Ingredienti per 4 persone:

200gr di gorgonzola dolce | 200gr di panna fresca liquida | 1 cucchiaino di porto | 2 fichi secchi | 1 pera William rossa matura | sale e pepe bianco q.b.

La ricetta del Risotto al gorgonzola

TEMPO: 30 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: NO


Qualche tempo fa vi ho descritto le ricette di differenti tipi di risotti, tutte dai colori molto particolari ed accattivanti. Dal solare arancione del risotto con la zucca, allo splendente dorato del risotto alla milanese, fino al misterioso nero del risotto al nero di seppia.

Ma, come in tutte le tavolozze dei pittori, c’è un colore che non può assolutamente mancare: il bianco. Eccovi allora una ricetta per preparare un risotto dal colore bianco, apparentemente insipido, ma con un gusto ed un profumo molto deciso: il Risotto al gorgonzola.

Un contorno da leccarsi i baffi: le Patate al cartoccio con gorgonzola piccante

 

Patate al cartoccio.

Un contorno che non esiterei a definire una vera leccornia per i palati che amano i sapori un po’ forti e che si presenta con un aspetto molto invitante e persuasivo sono sicuramente le Patate al cartoccio con gorgonzola piccante.

Le patate sono sempre un contorno molto appetitoso, che raramente viene disdegnato, possono essere cucinate in qualsiasi modo e, statene certi, non ne resteranno mai nel piatto! Le patate sono un contorno ideale per tutti i piatti, il loro sapore delicato, si accosta a tutti i tipi di portate, e la loro pastosità fa sì che puliscano la bocca dal grasso di alcuni piatti, soprattutto di quelli a base di carne.

Le patate al cartoccio sono un classico della cucina del centro Europa o dei paesi anglosassoni, che per tradizione sono dei grandi consumatori di questo tubero. La versione più semplice prevede esclusivamente l’uso di un po’ di burro e, ovviamente delle patate. Ma oggi vi propongo una versione più saporita… le patate al cartoccio con gorgonzola piccante. Ecco gli ingredienti:

 

Lo Stilton: il Gorgonzola inglese

Lo Stilton è un formaggio inglese erborinato prodotto in due varietà: la più conosciuta è la variante blu (si chiama infatti blu Stilton) e la meno conosciuta è versione bianca. Lo Stilton per chiamarsi tale deve essere prodotto solamente in una delle seguenti regioni Derbyshire, Nottingam e Leicestershire e seguire un rigoroso codice di produzione. Se rispecchia questi rigorosissimi requisiti allora è lo Stilton originale con relativo marchio DOP ( denominazione di origine protetta).

Le origini dello Stilton sono da ricondursi ad un certo Cooper Thornhill il quale scoprì il famoso blu Stilton e lo uni al formaggio. Era il 1730. Ancora oggi per essere chiamato Blu Stilton il formaggio deve rispecchiare le seguenti caratteristiche:
  • Essere prodotto solamente in una delle tre contee sopra citate e con latte pastorizzato
  • Essere fatto in contenitori esclusivamente di forma cilindrica e con bordi alti
  • Si deve formare la tipica crosticina chiamata anche mantello
  • Essere pressato
  • Le caratteristiche venature blu devono irradiarsi dal centro
  • Avere il tipico sapore Stilton

il Gorgonzola, bontà DOP

Il formaggio gorgonzola ha origini molto antiche:gli storici fissano la sua nascita intorno al IX secolo d.C. nell’omonima località alle porte di Milano, che all’epoca era un importante centro di scambio di mandrie. Anticamente il gorgonzola era chiamato “stracchino di Gorgonzola”. La stessa parola “stracchino” deriva da “stracco” ovvero “stanco” e si riferisce, già in epoca romana, alle transumanze delle mandrie di vacche dalle Alpi alle marcite della Valle Padana, particolarmente fiorenti dopo l’intervento di frati e monaci, che razionalizzarono l’agricoltura d’allora.

La diffusione del gorgonzola fu dapprima locale, ma dagli inizi del ‘900 inizia a conoscere i primi successi e in breve diventa il formaggio italiano più esportato all’estero: nel dopoguerra nascono le imitazioni di questo prodotto, ed i produttori di gorgonzola corrono ai ripari per difendere le peculiarità del loro prodotto chiedendo ed ottenendo, negli anni ’50, la DOP (denominazione di origine protetta): viene così stabilito che solo due regioni italiane, per legge e tradizione, possono produrlo: Piemonte e Lombardia, e che solo il latte degli allevamenti di queste province può essere usato per produrre e dare quindi la denominazione di origine controllata al formaggio gorgonzola.

Il gorgonzola si ricava da latte vaccino intero pastorizzato che viene versato in caldaie alla temperatura di circa 30°, aggiungendovi fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. A coagulazione avvenuta, la cagliata viene rotta e depositata sugli spersori per lasciare fuoriuscire il siero. Dopo alcuni minuti la cagliata viene sistemata entro i fassiroli o fascere, in quantità di circa 14/15 kg per ogni forma, per stratificazione e viene lasciata sostare per permettere ulteriore perdita di siero. Dopo la marchiatura, la forma viene trasferita in un locale denominato “purgatorio” (celle a 20/22°C con il 90/95% di umidità), viene salata con molta perizia, sopra, sotto e sui fianchi e dopo 3/4 giorni si avvia alla stagionatura. In questi locali con temperatura di 2/7° C ed umidità 85/95% la forma sosterà da 50 a 80 giorni a seconda del tipo (dolce o piccante). Quando la forma è ancora tra le tre e le quattro settimane, ha luogo la foratura. Grossi aghi metallici la penetrano, l’aria entra nella pasta e sviluppa le colture già innestate nella cagliata, determinando le condizioni ottimali e naturali per lo sviluppo del penicillium, da qui le caratteristiche venature blu/verdi che rendono il formaggio gorgonzola inconfondibile. Al termine della stagionatura la forma viene tagliata in due o ulteriormente frazionata e ciascuna parte riceve la sua veste di alluminio goffrato riportante il contrassegno “g”. La stagionatura si protrae per almeno 2 mesi per il tipo dolce ed oltre 3 mesi per il tipo piccante.

Cannelloni con ricotta per la domenica di Pasqua

Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo
Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
  • 250gr di pasta fresca all’uovo già stesa
  • 200gr di ricotta freschissima
  • 350gr di cavolini di Bruxelles
  • 60gr di mandorle a lamelle
  • 60gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 40gr di burro
  • 150gr di gorgonzola dolce, tagliato a pezzetti
  • 1 bicchiere di panna fresca
  • noce moscata grattugiata
  • sale e pepe bianco

San Valentino: ostriche al gorgonzola per accendere i vostri sensi

ostriche

Da sempre gli uomini hanno avuto l’istinto di cercare cibi afrodisiaci. Possiamo quasi dire che attraverso i secoli e le civiltà praticamente ad ogni alimento sono state attribuite proprietà afrodisiache ed è stato considerato “il cibo dell’amore“. Il problema è che raramente la scienza ha potuto confermare con prove la veridicità di questo loro potere.

I Romani ad esempio ritenevano che il tartufo fosse uno di questi alimenti. Si narra che l’imperatore Claudio, legato in matrimonio alla celebre Messalina, si rinforzasse mangiando tartufi così da potere tenere testa alla giovane moglie nelle notti d’amore.

Ancora oggi, alla faccia di pillole blu e stimolanti vari, il cibo afrodisiaco resta una costante. Tra questi ci sono alcune verdure che ricordano i genitali maschili, come il sedano e l’asparago.

Formaggi: il plateau a regola d’arte!

Dopo una cena importante, la selezione di formaggio da degustare prima della frutta è un piacere irrinunciabile!
Come preparare un vassoio perfetto? Basta seguire alcune semplici regole.
Le tipologie
Per un plateau classico scegliete un formaggio di capra, un pecorino e tre tipi a latte vaccino: delicato, saporito ed erborinato (cioè con le venature blu-verdastre).
Un’alternativa più corposa, ideale quando ci sono molti ospiti, è realizzare due o tre piccoli taglieri a tema: di capra o pecora, di tipologie fresche, di soli formaggi molli oppure duri, tutto italiano o tutto francese.
Un buon assortimento, sicuramente tutto da “apprezzare” può essere composto da un pecorino, Caciocavallo, caprino fresco e Goronzola.