Pere di formaggio, una rivisitazione del cacio con le pere

Un vecchio proverbio dice: “non far sapere al contadino, quant’è buono il formaggio con le pere”.
Fa proprio al caso nostro per introdurre la ricetta che vi descriverò oggi. Accoppiata ormai classica ma sempre sulla cresta dell’onda, il formaggio con le pere è un classico della cucina italiana.

Accostare formaggi stagionati, dal sapore forte e robusto, a frutta o conserve di frutta, che ne stemperano gli aromi troppo decisi, è un uso tornato molto in voga soprattutto in occasione di un aperitivo un po’ sofisticato con un buon calice di vino di “pregio”.

Oggi noi ironizziamo un po’ con le parole e con le forme, preparando delle Pere di formaggio da accompagnare a delle semplicissime pere. Elaborando un po’ la coppia formaggio-pera prepariamo un delizioso antipasto, simpatico da guardare e ottimo da gustare.

Caprino al glicine, un ottimo inizio per una cena romantica

Voglia di antipastini leggeri e sfiziosi da poter preparare in poco tempo e da gustare in compagnia? Bene, ho quello che fa per voi, non dovrete far altro che mettere una bottiglia di vino bianco in freddo e poi passare pochi minuti in cucina.

Una ricetta che ho sperimentato poco tempo fa, mescolando un po’ di ricette che avevo assaggiato in diversi locali, e dopo vari tentativi sono riuscito ad ottenere ciò che desideravo, un piatto fresco ed originale.

Un piatto di tartine o se volete potete servire solo il condimento, si tratta del Caprino al glicine, formaggio fresco, profumato ai fiori di campo per iniziare in modo interessante una cena. Vi suggerisco di presentarlo come antipasto in una cenetta a lume di candela, sapori delicati e profumi invitanti hanno sempre un loro effetto sul partner.

Ovetti al formaggio e maggiorana

Questi ovetti facili da preparare possono far parte del repertortio degli antipasti e visto che la Pasqua è vicina, possono essere serviti con successo.

Ho tratto ispirazione da una ricetta pubblicata da un altro blog, ma ho apportato alcune modifiche come ad esempio aumentare la quantità di farina e cambiare il tipo di “profumazione” da aggiungere. Con le dosi che darò di seguito si possono preparare 13 ovetti. Volendo si può dare anche una forma diversa a seconda della fantasia.

Rotolo di frittata


Questo delizioso rotolo non è stato fatto da me, ma dalla mia amica Renata. Spesso lo prepara e sempre con grande successo. Credo possa essere un’ottima idea non solo come antipasto, in questa funzione la mia amica lo propone, ma anche come una vivanda adatta per un pic-nic, per quello di Pasquetta appunto.

Renata di solito lo fa più ricco usando due frittate contenenti verdure diverse.
Probabilmente il giorno in cui l’ha messo in tavola o non aveva tempo, dovendo preparare le tagliatelle o aveva deciso in tal senso.

  • Tempo di preparazione: 30’c.a per la frittata e la farcitura e 30′ di forno.
  • Costo: medio
  • Difficoltà:media

La frittata trentina

Una bella ricetta per preparare una gustosa frittata con cui farcire i panini che i più voraci si preparano come spuntino per il mare, o semplicemente da assaporare per pranzo o per cena accompagnata da un’insalatina.

Se volete, per chi come me non è in vacanza, potete portarla a lavoro e scartarla per la pausa pranzo, è pratica e comoda, non necessita di esser riscaldata e vi assicurerete un pasto sostanzioso e nutriente.

Si chiama Frittata trentina, il nome un po’ generico, indica appunto le frittate all’uso trentino che oltre alle uova, per il composto di base, prevedono anche l’uso di latte e farina. Questo tipo di frittate, sono spesso arricchite d’erbe, di formaggi o funghi. Assaporate quella che vi proponiamo noi oggi!

Un contorno fresco ed esotico: i Pomodori ripieni al sapore greco

Contorni estivi freschi e dissetanti, che possano servire anche da piatti unici, e, perchè no, che possano anche farci sentire in qualche luogo magico, per distrarci un pò dal caldo metropolitano.

I contorni più indicati in questo periodo restano sempre le insalate, ricche e fresche che reintegrano i sali minerali che abbiamo perso durante il giorno,e che non necessitano di accendere i fornelli, il che non guasta viste le temperature di questi giorni!

Quello che vi propongo oggi è una via di mezzo tra un insalata ed un contorno, una piccola rivisitazione della buonissima e gustosissima insalata greca, che alle succose verdure accoppia il sapore un po’ salato della feta,un formaggio fresco tipico di quelle zone: i Pomodori ripieni al sapore greco. Un piatto ricco di gusto ma allo stesso tempo leggero e rinfrescante.

Spiedini al Primosale, un formaggio tutto da scoprire

Esistono numerosissime varietà di formaggi, che variano per tipo di lavorazione, per contenuto di grassi, per il tipo di fermentazione e per il tipo di batteri che la portano avanti. L’elemento principale, che conferisce oltre al sapore, a cui contribuisce anche la lavorazione e la stagionatura, i principi nutritivi è il latte.

Formaggi prodotti con latte di pecora o di capra sono caratterizzati da sapori più forti ed intensi, mentre quelli prodotti da latte di vacca sono generalmente più delicati. Il formaggio di cui parliamo oggi, può essere di capra o di pecora, ed il suo caratteristico nome e le sue qualità sono legate alla procedura di preparazione.

Parliamo del Primosale, un formaggio fresco che deve il suo nome al fatto che, una volta prodotto il formaggio, le forme subiscono una sola salatura, la prima appunto. La salatura delle forme di formaggio è l’operazione che permette di conservarle e farle stagionare, proteggendole da agenti esterni che potrebbero alterare o deteriorare l’alimento. Il primosale è quindi un formaggio che può esser consumato poco tempo dopo esser stato fatto, al contrario di altri formaggi, che necessitano di lunghi mesi si stagionatura.

Bimbi felici se in tavola ci sono i Panzerottini

Cucinare per i bambini non è sempre un’impresa facile! Sono molti gli alimenti che non gradiscono e poi farli restare fermi a mangiare, seduti in tavola con le posate tra le mani non è affatto semplice.

Tra i miei ricordi d’infanzia, mi tornano alla memoria certi pomeriggi passati in casa con cugini e zii a divertirci a preparare i Panzerottini! Quei soffici e gustosissimi piccoli calzoni, ripieni di ogni ben di Dio.

Ricordo che era un momento molto divertente e piacevole, cucinavamo tutti riuniti, ridendo e scherzando, quello che poi avremmo mangiato la sera, contenti di averlo preparato con le nostre mani e di poterlo mangiare con esse.

il Gorgonzola, bontà DOP

Il formaggio gorgonzola ha origini molto antiche:gli storici fissano la sua nascita intorno al IX secolo d.C. nell’omonima località alle porte di Milano, che all’epoca era un importante centro di scambio di mandrie. Anticamente il gorgonzola era chiamato “stracchino di Gorgonzola”. La stessa parola “stracchino” deriva da “stracco” ovvero “stanco” e si riferisce, già in epoca romana, alle transumanze delle mandrie di vacche dalle Alpi alle marcite della Valle Padana, particolarmente fiorenti dopo l’intervento di frati e monaci, che razionalizzarono l’agricoltura d’allora.

La diffusione del gorgonzola fu dapprima locale, ma dagli inizi del ‘900 inizia a conoscere i primi successi e in breve diventa il formaggio italiano più esportato all’estero: nel dopoguerra nascono le imitazioni di questo prodotto, ed i produttori di gorgonzola corrono ai ripari per difendere le peculiarità del loro prodotto chiedendo ed ottenendo, negli anni ’50, la DOP (denominazione di origine protetta): viene così stabilito che solo due regioni italiane, per legge e tradizione, possono produrlo: Piemonte e Lombardia, e che solo il latte degli allevamenti di queste province può essere usato per produrre e dare quindi la denominazione di origine controllata al formaggio gorgonzola.

Il gorgonzola si ricava da latte vaccino intero pastorizzato che viene versato in caldaie alla temperatura di circa 30°, aggiungendovi fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. A coagulazione avvenuta, la cagliata viene rotta e depositata sugli spersori per lasciare fuoriuscire il siero. Dopo alcuni minuti la cagliata viene sistemata entro i fassiroli o fascere, in quantità di circa 14/15 kg per ogni forma, per stratificazione e viene lasciata sostare per permettere ulteriore perdita di siero. Dopo la marchiatura, la forma viene trasferita in un locale denominato “purgatorio” (celle a 20/22°C con il 90/95% di umidità), viene salata con molta perizia, sopra, sotto e sui fianchi e dopo 3/4 giorni si avvia alla stagionatura. In questi locali con temperatura di 2/7° C ed umidità 85/95% la forma sosterà da 50 a 80 giorni a seconda del tipo (dolce o piccante). Quando la forma è ancora tra le tre e le quattro settimane, ha luogo la foratura. Grossi aghi metallici la penetrano, l’aria entra nella pasta e sviluppa le colture già innestate nella cagliata, determinando le condizioni ottimali e naturali per lo sviluppo del penicillium, da qui le caratteristiche venature blu/verdi che rendono il formaggio gorgonzola inconfondibile. Al termine della stagionatura la forma viene tagliata in due o ulteriormente frazionata e ciascuna parte riceve la sua veste di alluminio goffrato riportante il contrassegno “g”. La stagionatura si protrae per almeno 2 mesi per il tipo dolce ed oltre 3 mesi per il tipo piccante.

Formaggi in pasta, una ricetta per utilizzare i formaggi avanzati

Quando si va a fare la spesa, certe volte, si abbonda e si comprano più formaggi del dovuto, in fin dei conti si pensa, il formaggio si mantiene abbastanza a lungo, perché dover uscire più volte per compralo in più riprese, meglio far tutto subito.

Ma il fine settimana, aprendo il frigo, succede, una cosa che capita spesso in casa, e alla quale mi chiedo sempre come possa fare per rimediare, ci ritroviamo con mille pezzetti di formaggio, di varie qualità e non sappiamo cosa farne.

Ebbene spulciando qua e la tra libri di ricette e appunti o scovato una ricetta adatta per recuperare i pezzi di formaggi rimasti, e creare un piatto, per me, nuovo e molto gustoso, i Formaggi in pasta.

Lasagne al pesto: una variante gustosa del classico piatto emiliano

Le lasagne al pesto costituiscono un’alternativa davvero gustosa ed originale alle classiche e sempre appetibili lasagne col ripieno di carne. La lasagna è propriamente una pasta all’uovo tagliata in grossi quadrati, o rettangoli, usati soprattutto per pasticci al forno. E’ un prodotto tipico di Marche ed Emilia Romagna, ma di tutto il centro Italia in generale, dove il piatto più conosciuto che ci si prepara sono le lasagne al forno.
La guida del 2003 del Touring Club Italia, “L’Italia della pasta”, ci informa che se nel nord Italia il termine può indicare anche strisce lunghe e larghe (circa 2 cm) di pasta all’uovo, da consumare quasi sempre asciutte, e più raramente nei minestroni, nel sud Italia il termine lasagne o sagne viene usato alternativamente a lagane per indicare strisce lunghe e larghe ricavate da un impasto di semola di grano duro e acqua. In Puglia e Basilicata si usano le sagne ‘ncannulate cioè attorcigliate girandole intorno ad un supporto cilindrico in forna elicoidale. Nella cucina campana e nella cucina siciliana la besciamella viene spesso sostituita con ricotta fresca e i condimenti vengono appesantiti con l’introduzione di uova sode, polpettine di carne fritte, formaggi semiduri ed ortaggi.

Cucinare con poco ed in maniera veloce: hamburger di patate con cotto

Spesso di metterci ai fornelli per cucinare piatti elaborati proprio non ci va, ma nemmeno possiamo rifilare un panino al volo o peggio piatti gia pronti. In casa, secondo me, poi non dovrebbero mai mancare alcuni alimenti che definisco essenziali e mi sto riferendo a delle patate, qualche affettato, del formaggio molle spalmabile e, nella dispensa, bisognerebbe sempre avere della frutta secca, di lunga conservazione e capace di dare quel gusto in più a piatti magari troppo semplici. Per questo oggi consigliamo una ricetta davvero semplice negli ingredienti ma che saprà rendere festosa una serata in famiglia
Hamburger di patate con cotto (ingredienti per quattro persone)

Frigo vuoto? Nessun problema, si può cucinare con poco

Problema frequente, quello di trovarsi con poca roba nella dispensa. Per chi ha le giornate molto impegnate, è molto difficile trovare il tempo per riuscire ad andare al supermercato e fare un buona scorta di generi alimentari.
Ma non preoccupatevi, ci sono mille ricette per poter preparare un piatto con pochi ingredienti, ma da far venire l’acquolina in bocca.
Ricordiamoci, innanzitutto, che i piatti più buoni sono quelli in cui ci sono pochi ingredienti,e per ognuno se e può distinguere nettamente il sapore.
Un altro punto a nostro favore è il fatto di abitare in un paese, che offre un ventaglio infinito di prodotti alimentari di qualsiasi tipo, di eccellente qualità, che, di perse, sono, degli ottimi piatti che non anno bisogno di esser accompagnati da altro.