5 pentole fondamentali: tutto ciò che vi occorre per cucinare

Batterie da cucina con un’ infinità di pezzi, pentole e padelle che non sappiamo dove mettere, coperchi dalle varie dimensioni che non usiamo mai salvo in rarissime occasioni? Avete mai pensato di ridurre tutto questo pentolame ma davanti alla scelta di quale pentola o padella tenere vi siete fermati? eccovi dei consigli pratici che vi aiuteranno a sintetizzare la vostra batteria da cucina; con soltanto 5 pezzi potremmo cucinare di tutto e soprattutto con un minimo spazio. Ciò che non deve assolutamente mancare è:

Una teglia anti-aderente di diametro medio indicata per cuocere o semplicemente ripassare la verdura, fare delle frittate o cuocere della carne di maiale, del pollo, del pesce o per fare delle deliziose uova strapazzate. Quando si utilizza una teglia antiaderente per fornelli non va messo troppo condimento per la cottura delle carni, del pesce o della verdura; in questo modo si cucinerà in maniera più leggera e con meno grassi e ci vorrà meno tempo al momento della pulizia della teglia.

Si può anche aggiungere dell’olio o del burro durante la cottura della carne o della verdura, ma in nessun caso si deve lasciare cuocere troppo gli alimenti come in una normale pentola. Per preservare il rivestimento, non utilizzare utensili in metallo durante la cottura e, al momento del lavaggio, non utilizzare la lavastoviglie ma lavarla a mano: lasciare la teglia anti-aderente in ammollo per ammorbidire eventuali attaccature residue di cibo e procedere con un panno morbido e detergente liquido non abrasivo.

Il peperoncino: Mille e una virtù…piccanti!

peperoncini

Peperoncino.

Il peperoncino appartiene al genere del Capsicum, della famiglia delle Solanacee, la cui radice latina capsa significa scatola e deve il nome alla forma del frutto, che sembra rimandare proprio ad una scatola contenente i semi. Altra versione vuole invece che il nome tragga la sua radice dal greco kapto, mordere, con riferimento al gusto piccante che morde il palato quando si mangia. Il nome “peperoncino” invece gli deriva dalla somiglianza di gusto con il pepe, il piper latino.

Il peperoncino era già usato come spezia dagli indiani del Messico e del Cile, e fu importato in Europa da Colombo nel 1493 e successivamente diffuso nel continente dagli spagnoli. Nel nuovo mondo era invece chiamato chili, termine che appartiene alla lingua nahuatl, e tale è rimasto in lingua inglese.

La pianta, un arbusto perenne a vita breve, può essere coltivata anche su un balcone. La semina avviene a febbraio al centrosud e a marzo al nord, i frutti si raccolgono in estate-autunno. E’ bene consumare freschi i peperoncini, affinché non perdano le loro proprietà, ma possono anche essere conservati sott’olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole e tritati).