cucina indiana

Una nuova stella per la cucina indiana emersa nel 2024

C’è una nuova stella per la cucina indiana che va approfondita oggi. Situata nel cuore della vivace scena culinaria di Bangkok, la chef Garima Arora è la mente culinaria dietro al ristorante Gaa, premiato con due stelle Michelin. Dall’apertura nel 2017, ha affascinato il pubblico con la sua straordinaria visione, contribuendo a trasformare il panorama della cucina indiana sulla scena mondiale.

cucina indiana
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samosa, cucina indiana

Samosa indiani, la ricetta vegana

Oggi cuciniamo qualcosa di esotico e proponiamo la ricetta dei samosa, i popolari fagottini ripieni di origine indiana. Ma i samosa di verdure, rappresentano la variante leggera e vegana di un classico della cucina internazionale.

samosa, cucina indiana

Senza latticini o carne, i samosa possono essere serviti come antipasto, a pranzo o a cena, ma sono ottimi anche come aperitivo.

Ondata calore arrivo rinfreschiamoci lassi mango

Ondata di calore in arrivo, rinfreschiamoci con il lassi al mango

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E’ in arrivo un’ondata di calore: come spesso accade in questo periodo dovremo fronteggiare il caldo intenso che caratterizzerà le prossime giornate. Soffrendo molto le alte temperature credo che mi barricherò in casa uscendo solo il minimo indispensabile così come anche è consigliato soprattutto per gli anziani, e cercherò di refrigerarmi a partire dalla tavola. In casi come questo la miglior soluzione è bere tanto, meglio se acqua, e mangiare frutta e verdura oltre che piatti freschi e leggeri. Quindi prediligete pasta e pesce rispetto alla carne e consumate più pasti piccoli e frequenti rispetto a pochi ma abbondanti.

cucina etnica sri lanka piatti esotici

Cucina etnica: dallo Sri Lanka qualche consiglio per preparare un piatto esotico

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Il fascino della cucina esotica negli anni ha conquistato sempre più appassionati cultori delle bontà che provengono dall’oriente del mondo. E se certe culture – come la cucina cinese o giapponese – sono meglio rappresentate nel nostro paese, altre invece sono quasi del tutto sconosciute. Ma non è detto che non si tratti di piccole perle, tutte da scoprire. Uno di questi gioielli della gastronomia mondiale è certamente la cucina dello Sri Lanka, un misto tra tradizioni orientali, cinesi ed europee che sono certa vi conquisterà. La cucina dello Sri Lanka è il risultato della lunga storia del paese,  che nei secoli ha subito le dominazioni portoghese, olandese e inglese. Il paese dunque ha imparato ad integrare le tradizioni occidentali – prima fra tutte la colazione con toast, uova strapazzate e caffè – con le più antiche influenze della cucina orientale e i piatti di carne tipici della gastronomia araba, le salse speziate di origine malese, i piatti vegetariani della cucina indiana e le salse agrodolci della cucina cinese.

Riso freddo all’indiana

riso indiano

TEMPO: 1 ora| COSTO: alto| DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


Questo piatto è estremamente sostanzioso. E’ ricco di ingredienti, pollo, prosciutto, funghi, cipolline, uvetta, ed è anche speziato, come sempre accade quando si prepara un piatto della cucina indiana. In più però c’è una variante.

Questa ricetta mi è stata passata da una mia cara amica, che ha provato a fare un’esperimento molto semplice, quest’estate, ma che potrete riproporre ancora adesso in autunno. Il riso, una volta lessato, si stende sul piatto da portata, e lo si lascia raffreddare completamente, infatti dovrà essere cotto assolutamente al dente, e con il riso Basmati è molto semplice. Quando il riso si sarà raffreddato adagiate sopra di esso la preparazione di pollo e funghi, caldissima.

Il risultato è un piacevole contrasto, dettato non solo dal caldo e freddo, ma ampliato dalla leggera consistenza del riso e dalla sua delizatezza, che va a sposarsi con il gusto forte del condimento composto da molteplici ingredienti. Provare per credere!

Le “marmellate” indiane: chutney di arance e datteri

I chutney potrebbero essere tranquillamente associati, almeno per quanto riguarda l’aspetto, alle nostre marmellate-conserve, se non fosse per il fatto che si contraddistinguono per il gusto agrodolce dato dalla presenza dell’aceto e dello zucchero. Solitamente i chutney prevedono la presenza di frutta mista a verdure e spezie per l’appunto. Ne risulta un mix meraviglioso che viene poi utilizzato sia per condire carni che salumi o formaggi, esaltandone così i sapori e  valorizzando i piatti dal gusto delicato.

Di chutney la cucina indiana è ricca, ne esistono diverse varianti: al cocco, alla cipolla, al mango, alle mele, al pomodoro, al coriandolo, l’elenco è davvero innumerevole. Ed ancora accanto alla versione cotta, che prevede una lunga preparazione per permettere ai componenti di addensarsi e fondersi insieme, esiste quella fresca, che si ottiene macinando semplicemente gli ingredienti crudi ottendendo una pasta omogenea. L’origine del nome viene dalla parola “chatni” che in Oriente significa “fortemente speziato” ed infatti non troverei altro modo per poter definire questo composto agrodolce nel quale zenzero e cannella la fanno da padrone.

Masala, trionfo di cumino, coriandolo, zenzero, curcuma & Co.

Si potrebbe affermare che i masala sono il marchio di fabbrica della cucina indiana. Se spesso sono le spezie a conferire ai piatti la loro unicità e la loro identità geografica, i masala (miscele di spezie) sono responsabili degli aromi e dei sapori della cucina indiana. Alla base di questi preparati ci sono spezie più o meno comuni quali il peperoncino, il cumino, il coriandolo, lo zenzero e la curcuma.

Tra queste la mia preferita è forse quest’ultima: ha un sapore delicato e se conservata nel modo sbagliato perde le sue qualità in breve tempo; in India viene utilizzata anche per conferire al volto delle donne un colore dorato in occasione di particolari cerimonie. Dalle parole dello splendido libro “La maga delle Spezie” di Chitra Banerjee Divakaruni:

” Il giorno della curcuma, invece, è la domenica, quando la luce gocciola burrosa nei barattoli di latta che se ne imbevono fino a splendere.” Mi avvicino a lei e sento subito l’odore della curcuma, anche se mi ci vuole un attimo prima che il cervello ne registri l’aroma sottile, lievemente amaro come quello della pelle e quasi altrettanto familiare. Tilo mi invita ad accarezzarne la superficie con la mano: “Lascia che la polvere gialla ti infarini il palmo e i polpastrelli: è polvere d’ala di farfalla.” Poi anche lei fa scivolare il palmo della mano sulla superficie serica della spezia e l’avvicina al volto, strofinandosi le gote, la fronte e il mento. “Per millenni prima dell’inizio della storia, le spose – e le fanciulle che aspiravano a maritarsi – hanno fatto lo stesso. È la spezia della bellezza, più soffice del raso. Se la tengo tra le mani, la curcuma mi parla, con una voce di crepuscolo che riecheggia l’inizio dei tempi. La curcuma, chiamata anche halud, giallo, il colore dell’alba e dello squillo delle conchiglie suonate sul far del giorno. La curcuma capace di conservare, di mantenere sano il cibo in una terra di calore soffocante e di fame. La curcuma, spezia della fortuna, spalmata sulla fronte dei neonati in segno di buon auspicio e strofinata lungo gli orli dei sari nuziali”


I masala della cucina indiana

Ingredienti per piccole quantità:

Chutney di arance e cipolle

Desidero proporre questa preparazione dal gusto forte, deciso e ottima come accompagnamento di carni bollite o formaggi dal gusto delicato. Siamo ancora nella stagione in cui le arance sono presenti in abbondanza sul mercato per cui prezzo e qualità dovrebbero essere ottimi ed abbordabili.

Il peso degli ingredienti si riferisce sempre al prodotto netto, quindi senza bucce, semi o quant’altro. Mi sembra una confettura semplice da preparare, ripeto poco costosa, un tantino lunga solo per quanto riguarda la pelatura delle arance che va eseguita levando ad ogni spicchio la sua pellicina.

Tempo di preparazione: almeno 30′ per la preparazione degli ingredienti e 40′ per la cottura.

Costo: basso

Difficoltà: media

Biryani d’agnello, dalla cucina indiana un piatto unico ricco e sostanzioso

Biryani d’agnello, dalla cucina indiana un piatto unico ricco e sostanzioso

In India la mucca è un animale sacro e non può essere mangiato; in compenso nella loro cucina numerose ricette contemplano la carne d’agnello. Una di queste è il biryani, una specie di curry ma un poco più asciutto, in cui il riso accompagna la carne e le verdure. E’ un piatto diffusissimo in India, ma anche in Bangladesh e Pakistan ed il suo nome deriva dalla lingua persiana in cui “beryan” significava fritto o tostato.

Esistono diversi tipi di biryani, da quello vegetariano a quello che contempla l’uso della carne di pollo al posto dell’agnello. La ricetta che vi presentiamo noi di Ginger è quella del classico biryani con l’agnello, che poi potrete tanquillamente modificare a vostra fantasia. I piatti unici della cucina indiana vanno bene anche per mantenere la linea nonostante quello che si può pensare, perchè l’abbondanza di spezie favorisce la digestione e poi perchè un piatto unico sazia subito.

BIRYANI DI AGNELLO (Ingredienti per 4 persone)

La ricetta del pollo al curry: India ma non troppo

Le Spezie di vari tipi, profumi ed odori di ogni genere, mi fanno pensare all’India. Forse sarà perché collego sempre l’incenso, ed il suo caratteristico profumo alle divinità indiane, o perché l’odore pungente delle miscele della curcuma, del cumino, del coriandolo e dei spettacolari masala, mi ricordano un ristorantino indiano che ho frequentato per lungo tempo.
Sta di fatto che ogni tanto gironzolando per le vie della città, mi imbatto nei profumi emanati dalle friggitorie indiane, che spargono tra gli stretti vicoli del centro vapori all’aroma di spezie dal sapore esotico. Un aroma che prevale su tutti, è quello del curry (o meglio, di quello che in occidente intendiamo come tale, e che probabilmente è uno stretto parente proprio del Garam Masala).

Magica polverina color ambra, ingrediente fondamentale della cucina indiana, miscela di erbe aromatiche dal potere afrodisiaco, il curry, sembra esser nato per condire il pollo e la carne ovina, le usanze religiose indiane, infatti, se non direttamente vegetariane, vietano il consumo di carne di vacca, ed della carne di suino. Ma la cultura indiana che trabocca di colori e odori, sa inventare miscele sempre nuove per poter variare i sapori delle carni, dando vita a piatti calorici, raffinati e tentatori.

Pollo Tandoori per un breve viaggio in India

pollo tandoori

Pollo tandoori.

In Asia la carne viene generalmente cotta lentamente ed in salsa, quasi mai ne fanno una semplice bistecca. Nel India del nord – terra dove per tradizione non si consuma né maiale, né manzo – è molto diffusa la ricetta tandoori di agnello o di pollo. La cucina tandoori prende il nome dal forno di cotto ed argilla interrato in cui viene tradizionalmente cotto. Tandoori si riferisce agli alimenti cotti con il calore delle braci e non a contatto diretto con la fiamma. Le carni vengono infilzate con degli spiedini e cotti per appena cinque minuti.

Il pollo tandoori, tipico del Punjab, è un vero e proprio piatto unico, conosciuto in tutto il mondo. Noi di Ginger ve ne proponiamo la ricetta: prendetevi il vostro tempo perchè servono 3 ore per la marinatura del pollo.

Per preparare un vero pollo tandoori serve il garam masala, un mix di spezie molto usato nella cucina indiana. Lo potete trovare in un negozio che vende alimenti asiatici, oppure prepararla in casa (si conserva per dei mesi). Per farlo servono dei peperoncini rossi secchi, dei bastoncini di cannella, il curry, semi di coriandolo, cumino, pepe nero, chiodi di garofano, semi di senape. Il tutto va tostato a fuoco basso per 10 minuti e poi frullato.