Ricette per San Valentino: mousse di mele con cuore di ribes

Oggi, è il giorno dove l’amore trionfa e magari, è anche il giorno, in cui ci si dedica in maniera un po’ più particolare a curare la presentazione di un dolce o di un piatto in generale. Ma anche se oggi, “pioveranno” cioccolatini, dolci e dolcetti, truffles, soufflè, tartufi, torte, cheesecake, crostate, biscotti e biscottini a forma di cuore, c’è sempre chi, deve limitare l’assunzione di zuccheri.

Quindi, per gli innamorati …..perennemente a dieta ma amanti dei dolci, Ginger & Tomato, vi augura buon San Valentino con un dolce che, oltre ad essere facilissimo e velocissimo da preparare, molto goloso e invitante, è al contempo dietetico!

Si, avete capito bene, dietetico!

In questa Mousse infatti, ci sono solo 30 grammi di burro e neanche un grammo di zucchero almeno che non vogliate usare quello a velo per una guarnizione!

Il wok: una pentola venuta da lontano


Wok è un termine cantonese (in cinese questo utensile si chiama guo) che indica uno strumento semplicissimo e dagli usi infiniti: serve infatti da pentola, da padella, da casseruola e anche da recipiente per la cottura al vapore. L’uso di pentole simili risale a ben 2000 anni fa, mentre il wok cinese più antico è stato rinvenuto in una tomba Han (206 a.C. – 220 d.C) ed era di terracotta. Oggi per il wok si usano la ghisa, l’alluminio, o altri metalli, ma la sua sagoma semisferica non è mai cambiata, grazie agli indubbi vantaggi offerti: un’ottima distribuzione del calore, nonché una veloce evaporazione dei liquidi.

La forma permette inoltre di incastrare a pentola nel foro della stufa, cui si adatta per mezzo di anelli di diverso diametro. In coincidenza con il punto più profondo del wok, che si trova perciò nel fuoco, si crea una zona caldissima, dalla quale il calore si propaga al resto della pentola. La forma sferica, infine, consente di friggere in profondità usando poco olio. Il wok esiste in diverse dimensioni: dai recipienti più piccoli, che presentano un diametro di 25 cm, ai più grandi, che possono arrivare anche al metro di diametro. Una misura intorno ai 30-35 cm è l’ideale per un normale uso casalingo.

Brace dietetica con la pietra ollare

La steatite, conosciuta anche come pietra ollare, è una pietra con un’ottima capacità di resistenza alle escursioni termiche e per questo è spesso usata nella realizzazione di stufe. Con questo materiale vengono costruite pentole e tegami che, grazie alla capacità della pietra di mantenere a lungo il calore, permettono di cuocere ottimamente minestre, zuppe e stufati ma è usato anche per cuocere alla brace. La pietra con un apposito supporto in ferro può essere posta sopra la brace o sopra la legna che brucia, permettendo anche un considerevole risparmio di tempo. Cuocendo la carne in questo modo si evitano fumi e odori forti e, soprattutto, permette una cottura priva di grassi!

I cibi cotti sulla pietra ollare restano saporiti e non c’è il rischio che si carbonizzino come invece accade spesso sulla griglia. Per ultimare la cottura la pietra può anche essere portata in tavola: un’ottima soluzione per la tagliata! La pietra porterà al termine la cottura rilasciando lentamente il calore accumulato in precedenza ed allo stesso tempo la lascerà “al sangue” (può conservare il calore per un tempo di 30 minuti come minimo). Grazie alle proprietà della materia prima la pietra ollare è naturalmente antiaderente, facilitando così anche la cottura del pesce, soprattutto se a tranci.

Nonostante l’apparenza la pietra ollare è molto delicata, soffre gli sbalzi di temperatura e va sempre lasciata raffredare completamente prima di pulirla, al fine di evitare che si incrini e diventi così inutilizzabile. Per pulirla non devono essere usati detergenti in quanto la pietra ollare tende ad assorbire tutte le sostanze. Un trucco è quello di passare solo un po’ di carta assorbente e raschiare lo sporco al termine della cottura. La volta successiva, non appena la pietra comincerà a scaldarsi basterà passarci sopra un panno di cotone con l’aceto. Anche prima della cottura non c’è bisogno di ungere nè la pietra nè la carne.