Vini Buoni d’Italia TCI 2009: le corone alla Toscana del vino, Brunello di Montalcino, Montepulciano e Supertuscans

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Si sono conclusi sabato i lavori nel Parco di Roccamonfina per la commissione TCI dei Vini Buoni d’Italia 2009 ed ecco i verdetti per la regione che vi posso raccontare meglio di tutte, la Toscana:
A Montalcino:
Il Marroneto Brunello di Montalcino Docg Selez. Madonna delle Grazie 2003
La Cerbaiola Brunello di Montalcino Docg 2003
La Cerbaiona Brunello di Montalcino Docg Cerbaiona 2003
Poggio di Sotto Brunello di Montalcino Docg 2003
Poggio di Sotto Rosso di Montalcino Doc 2005
San Giuseppe Rosso di Montalcino Doc Stella di Campalto 2006

Annata difficile per il Brunello sia per il 2003 caldissimo ma soprattuto per un 2008 di polemiche ancora vive sui presunti taroccamenti del vino con uve NON Sangiovese. Ecco su questi vini la presenza di altro rispetto al sangiovese è fuori discussione! Mio personale preferito La Cerbaiona, affascinante, caldo e rotondo come mai ma con una forza tannica sempre impressionante. TRa i Rossi, tenete d’occhio la Stella di Campalto che è una azienda che farà parlare di sè, specie perchè sta meditando di uscire dal consorzio del Brunello!

Vini Buoni d’Italia 2009 Touring Club: le finali (e le corone) del Centro-Sud sul web

Nello scorso fine settimana in diretta web e sotto gli occhi di chiunque fosse interessato a verificare le modalità di svolgimento, sono state effettuate le selezioni per i Vini Buoni d’Italia 2009, la Guida del Touring Club Italiano che ogni anno selezione esclusivamente vini da vitigni autoctoni italiani. Ciò significa quindi che non appaiono in questa guida tutti quei vini (moltissimi e anche molto famosi) che in genere primeggiano e occupano gli spazi più importanti sulle altre guide del settore, ovvero i vari Sassicaia, Merlot in purezza, Cabernet, Syrah e quant’altro che abbia una provenienza estera.
Quindi la sfida è tutta in casa con la possibilità di assistere a delle selezioni in cui si assaggiano fino a 50 vini a base sangiovese prodotti da diversi terroir toscani, tutti in grado di dire la propria e leggere la propria zona di provenienza.

I dolci di Natale: una varietà lunga come tutto lo stivale.

La chiave per comprendere la gastronomia nel nostro “bel paese” è la tradizione. In italia girando in lungo e in largo vedrete che già facendo qualche chilometro le abitudini alimentari dei nostri connazionali cambiano. Il nostro è un popolo, che indipendentemente dala propria estrazione, ha una forte passione ed amore per la propria terra, per la propria famiglia e ovviamente per il proprio cibo. Noi non siamo italiani, ma romani, milanesi, napoletani, siciliani, calabresi e via dicendo. Questo è semplicemente fantastico e racchiude in sè il senso del nostro carattere.

Il patrimonio gastronomico che il nostro paese ha è inestimabile. In particolare se pensiamo alle differenze regionali dovremmo fare una lista infinita di sapori. Ora però proviamo a scoprire le virtù dei nostri dolci, frutto di una tradizione che affonda le proprie radici in un passato fatto di ingredienti semplici e profumi di un tempo.