Diciamo la verità: non sono in molti a conoscere la patata viola, praticamente sconosciuta ai più in Italia fino a qualche tempo fa.
Originaria dell’America Centro Meridionale, fra il Perù e il Cile, la patata viola si è diffusa rapidamente in Francia dove ha assunto il nome di Vitelotte e dove viene utilizzata come ingrediente per molti ricette diverse.
La patata viola è un tubero a maturazione tardiva che di forma oblunga e un po’ irregolare che che si presenta in diverse dimensioni: la buccia appare molto scura e la polpa interna è di un bel colore viola, il profumo è simile alle nocciole, il sapore è quasi quello delle castagne, mentre la polpa risulta ben soda ottima per la preparazione di molti piatti diversi.
Il colore viola rappresenta proprio la cifra caratteristica di questo bizzarro tubero che mantiene la sua colorazione anche dopo la cottura, dettaglio che lo rende adatto per la preparazione di piatti di notevole effetto visivo. Qualche esempio? Sono tornati alla ribalta gli gnocchi, ma anche le zuppe di colore viola o violetto, il purè, ma anche passati e le patate viola lessate che possono essere utilizzate anche come decorazione o cucinate come patate tradizionali, fritte, lesse o al forno.
Se la bellezza del colore viola è particolarmente apprezzata in cucina e appaga la vista, la patata viola si presenta molto ricca di proprietà nutritive: sono ricche di antociani, esattamente come tutti gli altri ortaggi di colore viola, che vantano un notevole potere antiossidante.
La Vitellotte è stata sottoposta a diversi incroci in Francia per poter ottenere patate più grosse, ma anche di maturazione precoce: le patate viola però restano difficili da trovare, se non nei negozi specializzati e presentano sempre un prezzo piuttosto elevato.