Questa volta con l’avvicinarsi dell’ultimo dell’anno non voglio proporvi un sondaggio tipo: Cosa bevete a Capodanno? Spumante italiano o Champagne d’oltralpe ?
Si tratta di un dilemma antico, che non pretendiamo certo di risolvere in queste pagine. Il Capodanno è per molti una vera disdetta, uscire, divertirsi a tutti i costi, indossare biancheria intima color rosso, è una pratica della quale molti di noi farebbero volentieri a meno. Pur di uscire di casa ci si accoda a feste con gente sconosciuta, che appna ci presentano già siamo costretti a salutare. Poi non si può tornare assolutamente prima all’alba, pena di essere etichettato come sfigato. Una volta raggiunta finalmente l’auto per tornare a casa c’è ancora un rischio: trovare la macchina distrutta o ammaccata a causa di quella “splendida” tradizione, in voga ancora in alcune parti d’Italia, di gettare oggetti dalla finestra.
Siete ancora sicuri di volere passare un altra fine d’anno così? Proverò a darvi un suggerimento. Quest’anno stupite la vostra bella e fatele una sorpresa. Qualche anno fa, stanco del solito rito, passeggiando per il centro della mia città, abito a Roma, ho notato un edificio curioso, con una torre in cima, e da lì mi è scattata un’idea.
Questo edificio altissimo era antichissimo, e curioso, mi avvicinai al piccolo portone e suonai. Mi aprì una signora distinta alla quale chiesi se fosse possibile dormire in quello splendido ambiente che avevo visto dalla strada. E dopo un’iniziale perplessità, non tanto per la richiesta quanto per il periodo (era il 29 dicembre), mi disse che ero stato fortunato perche la coppia di signori svizzeri che abitualmente passavano quei giorni a Roma, avevano disdetto la prenotazione. Contentissimo, con l’unico rammarico del prezzo, all’epoca proibitivo per le mie tasche, mi lasciai andare un gridolino di giubilo. Per intenderci: 3 notti in quella torre mi sono costate l’equivalente di una settimana tutto compreso in un villaggio turistico. Ma posso dirvi che ne valse davvero la pena.
E riuscite ad immaginare lo stupore della compagna a cui avevo offerto questo insolito soggiorno? Non credo. Furono momenti indimenticabili, arricchiti, si fa per dire, da un menu semplice: un tagliere di formaggi misti (pasta morbida da spalmare e formaggi stagionati) un buon vino, frutta (delle splendide golden), pere kaiser e tanta uva. Poi salumi, ungherese e cacciatorino
Il gusto maggiore fu mangiare su una tovaglia a quadri da picnic direttamente sul letto. Per far suonare i calici avevo scelto un Amarone dal gusto robusto ed un profumo speziato. A mezzanotte del 31 vedere dalla vetrata il cielo della città, illuminato, dai fuochi d’artificio fu solo la prefazione di un momento unico ed indimenticabile.