Non so per quale arcano motivo, l’impasto dei biscotti e pastafrolle varie non deve essere lavorato troppo. Almeno così mi hanno sempre detto. Non ho mai fatto domande. Ho seguito sempre le indicazioni materne. Soprattutto ho sempre MANGIATO e ZITTA. Quindi prendetelo come DOGMA DELLA FEDE.
Anche sul fatto che i dolci vadano mangiati il giorno dopo…. beh, si narrano leggende degne di LESSICO FAMILIARE su come e dove venissero nascosti i dolci e prelibatezze che potevano essere toccati e consumati solo il giorno dopo. Ma non sono questi i luoghi e tempi per cotante narrazioni.
Chili e chili di biscotti che hanno allietato giornate. I prediletti? In un certo senso, dipende dalla concezione metafisica che attribuite al concetto di biscotto. Per me quelli buoni sono quelli perfetti per ogni occasione: leggeri ma saporiti, buoni per colazione, merenda e sfizio di fine pasto col caffé.
Dalla mia tradizione familiare porto dietro la ricetta antica di questi biscotti, che con gli anni e le generazioni hanno mutato aspetto e nome, fino a diventare i Cuor di Biscotto.
Niente di pretenzioso, di troppo dolce o troppo calorico. Sapore di sano, atmosfera d’infanzia e di mani infarinate sulla spianatoia. E il sano calore del gusto del miele, ottimo dolce risvolto adatto a tutte le stagioni.
CUOR DI BISCOTTO
Ingredienti:
* uova 4
* farina 400g
* burro 200g
* zucchero 200g
* miele di acacia 4 cucchiai
* un pizzico di sale
Preparazione:
Far ammorbidire a temperatura ambiente il burro, unire zucchero, uova, miele e un pizzico di sale. Quando il composto è omogeneo aggiungere la farina setacciata. Avvolgere il tutto nella pellicola e mettere in frigo per un oretta. Stendere l’impasto col mattarello su un piano infarinato, lo spessore consigliato è tra i 3 e 5 mm. Poi con l’ausilio delle simpatiche formine chiaramente a forma di cuore, dare vita ai ben noti biscottini. Infornare a 180° per una ventina di minuti. Mangiare freddi. Il giorno dopo è meglio, sono ancora più buoni.