Regina della Casa, Angelo del Focolare…come suonavano gratificanti queste parole di omaggio alle donne di qualche tempo fa. E’ molto lontana la trentenne di oggi dalla sua bisnonna, che imperava in casa e soprattutto in cucina, che in famiglia aveva un ruolo ben definito e che non doveva inventarsi ogni giorno un ‘suo’ modo di essere donna e moglie e mamma?
Ma quali fragili certezze sostenevano quelle donne! La cui vita ruotava intorno alla famiglia, appunto, i figli, il marito. E la cucina, territorio esclusivo (e chi glielo toccava?) in cui dominava da cui elargiva il cibo. E qui ci siamo. In questo suo piccolo mondo, nel suo regno, nasceva la sua potenza. Potenza di un ragù insuperabile, di un timballo inimitabile, di un caffè senza paragoni. Tutte cose di cui essere fiere, con cui rendere fiera la famiglia, il marito…”Signò, ma come lo fate questo ragù che fa uscire pazzo a vostro marito?…E il ragù di mia moglie sotto e il ragù di mia moglie sopra …”
Ma poi ecco l’ “altra”. No, non l’amante, quella pensava proprio alla cucina, no. La NUORA. Ecco questa giovane donna, magari laureata, elegante, che non solo le porta via il figlio, e fin qui se lo doveva aspettare prima o poi, ma che vuole COMPETERE con lei in cucina, che vuole rifare per il maritino le stesse leccornie che gli faceva la mamma!!! Addirittura. Ma ‘in cucina ci vuole l’esperienza’ che cosa si crede! E invece il giovane marito e anche il vecchio marito, il suo per intenderci, le fanno i complimenti, la ragazza inorgoglisce, fa la ruota come un tacchino… e lei, il vecchio Angelo del focolare? Che le rimane ora? Ora che si ritrova capelli bianchi e rughe e mani rovinate, tanti chili di troppo e tanti… anni di troppo.
Sarà il momento giusto per iscriversi a un corso di danza latinoamericana??!
Raccontano le storie che una triste mattina di una triste domenica di un triste e grigio inverno, due pallidi fantasmi si aggirassero nella vuota cucina che un tempo era stata il regno di una donna fuggita via con un ballerino brasiliano. Erano le sue giovani figlie, chiamate rispettivamente Angioletto del focolare e Reginella della casa da un padre speranzoso di veder rinverditi i fasti di quella casa, di quella cucina. Speranza vana ahimè perché le ragazze più che qualche scatoletta non sapevano portare in tavola. Finchè un giorno…ecco riemergere da un cassetto dimenticato un quadernetto. Tutto stropicciato e un po’ unto qua e là: le Ricette della Mamma!
Ed ecco quella del famoso
RAGU’ di carne
- Cipolle: 4 o 5 bianche
- Conserva di pomodoro: 2 bottiglie
- Carne: lombo di vitellone 2 Kg.
- Vino bianco
- Sale q.b.
Tagliare a fette sottilissime la cipolla e farla imbiondire, in un tegame di coccio, a fuoco lento, unire la conserva e la carne, legata e lardellata. Aggiungere man mano il vino amalgamando il tutto fino ad avere una salsa densa e compatta di un colore scuro.
Togliere la carne dopo circa un’ora e continuare la cottura del sugo, che deve ‘peppiare’ per quattro o cinque ore, durante le quali deve essere sempre sorvegliato.
Quattro o cinque ore?! In cucina davanti a una pentola!? Le ragazze si guardavano smarrite.
Ma come faceva….LEI????