- 75 grammi di cacao amaro (scegliete pure la marca preferita)
- 250 grammi di zucchero
- 1 litro di latte
- 150 grammi di alcool puro (reperibile in qualsiasi supermercato nel reparto liquori)
Cheesecake americano al formaggio Philadelphia
Il cheesecake americano a base di cream cheese (crema di formaggio), nasce nel 1872 come variazione di quello a base del formaggio francese Neufchatel, fatto col latte vaccino ed originario dell’alta Normandia. Le sue varietà sono a dir poco infinite, a partire dal cheesecake classico con formaggio, panna e uova, passando da quello ai frutti di bosco per arrivare persino alla ricetta a base di tofu per i vegani. Personalmente credo che il “vero” cheesecake sia a base di philadelphia, per me questa versione rimane il must!
Acquacotta e panzanella: piatti poveri ma semplici e gustosi
Sformatini alla fontina e spinaci: un secondo equilibrato e saporito
- 250 gr di fontina
- 1 dl di latte
- 6 uova
- 3 cucchiai di panna
- 800 gr di spinaci
- 1 costa di sedano
- 40 gr di burro
- burro per gli stampini
- sale e pepe
Sacher Torte originale. Da Vienna la tradizione autentica delle konditorei ottocentesche
Mangiare vegetariano al ristorante cinese
Barchette al tonno: un antipasto sfizioso, economico e facile da fare
- 8 piccole barchette di pasta sfoglia
- 150 gr. di tonno sott’olio
- 3 cucchiai di maionese
- 4 filetti di acciuga sotto sale
Brace dietetica con la pietra ollare
La lavastoviglie: Consigli pratici per l’uso
Prima di mettere tutte le stoviglie nella lavapiatti date un’occhiata attenta a dove esce l’acqua – o se gli ugelli sono più di uno – in questo modo potrete essere sicuri di fare un buon lavoro, tenendo conto del lato verso il quale dovrete rivolgere gli oggetti per esporre il lato più sporco verso il getto dell’acqua.
Se lo sporco pensate che sia davvero ostinato, sciacquate sommariamente gli oggetti prima di inserire nei cestelli.
Matrimonio di Radicchio Rosso di Treviso con mele Golden e pere Kaiser
TEMPO: 30 minuti | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: bassa
VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI
E’ il dono che l’autunno fa all’inverno, come recita un detto popolare, si parla del radicchio rosso. È il frutto della terra che con i suoi colori, forti ed accesi, ravviva i campi bruni ed incupiti.
I racconti su questo ortaggio sono tanti e ancora oggi può capitare di sentirseli raccontare dagli anziani contadini del trevigiano, ognuno ricco di fascino e fantasia, uno, tra i tanti, narra che, in tempi remoti, degli uccelli abbiano trasportato il seme di questo ortaggio sopra il campanile del paese, e che da allora i frati che lo trovarono seppero conservarlo e coltivarlo con cura. Ma dalla storia si apprende che la coltivazione del radicchio, con l’annesso processo di imbianchimento e forzatura, inizia da metà del XVI secolo, in provincia di Treviso e non in tempi più antichi.
Il caratteristico colore rosso vinoso del radicchio di Treviso, nelle sue due selezioni “Precoce” e “Tardivo”, si ottiene dallo sviluppo delle foglie in assenza di luce, che prive o quasi di pigmenti clorofilliani, evidenziano la colorazione rosso intensa della lamina fogliare e perdendo la consistenza fibrosa, assumono croccantezza ed un sapore gradevolmente amarognolo. Tali risultati si ottengono praticando i processi di imbianchimento legatura rispettivamente per il radicchio rosso tardivo e quello precoce. La duttilità del radicchio fa si che si possa apprezzare sia crudo ad insalata che cotto o arrostito. Croccante e amarognolo, talvolta per smorzarne il forte sapore, è consigliato tenerlo, a bagno nell’acqua per due-tre ore prima di consumarlo.
Oltre che per le sue doti gastronomiche, il radicchio, è noto anche per le sue proprietà mediche, dalle radici secche, infatti, si ottengono sciroppi e decotti, usati da molto tempo in medicina come digestivo e depurativo, mentre le foglie, messe in infuso stimolano le funzioni digestive, depurano il fegato e facilitano la diuresi.
Come si fa un cocktail? Mixando arte sopraffina ed antiche tradizioni
Portogallo: 366 ricette per cucinare il baccalà
Non si può parlare di cucina portoghese e non parlare del baccalà . I portoghesi hanno un vero e proprio