Kibbi Naya: polpettine di carne di agnello cruda con burghul

Il Cedro, uno dei simboli del Libano.

Anche se i primi focolari sono vecchi di migliaia e migliaia di anni e tutti noi siamo abituati a cucinare quasi tutto perchè ci piace il sapore della carne o del pesce solo quando sono ben cotti, ci sono realtà culinarie in cui carne cruda e pesce crudo hanno un ruolo importante se non addirittura predominante.

Uno dei paesi che ancora oggi prevede ricette a base di carne cruda è il Libano.
La parola Libano si scrive Lubnān in arabo mentre il nome completo è ﺍﻟﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻟﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ,, traslitterato Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya, ossia “Repubblica libanese”.
Il Libano è uno stato del Vicino Oriente che fa parte dei cosiddetti Paesi Mediterranei, e quindi uno dei capostipiti della cucina più rinomata nel mondo e di cui noi occupiamo i primi posti.

Pesce azzurro, economico ma anche “chic”

azzurro

I pesci azzurri sono così chiamati per la colorazione della pelle. E’ una categoria decisamente ampia e non ben definita che comprende tutti quei pesci di mare generalmente di piccole dimensioni che possono essere pescati lontano dalle coste, come lo sgombro, le acciughe, la sarda e molti altri ancora. Quella dei “pesci azzurri” non è però una categoria scientifica, e non comprende tutti i pesci che hanno il dorso azzurrognolo.

Il pesce azzuro, che decisamente abbonda nei nostri mari e quindi sui banchi delle pescherie, è spesso conosciuto e preferito per la sua economicità, ma è allo stesso tempo sottovalutato, sia dal punto di vista nutritivo e salutistico, che da quello del gusto.

Nel passato il pesce azzurro costituiva il pasto dei comuni pescatori e veniva “snobbato” dagli alti ranghi. Anche oggi nonostante il pesce azzurro sia entrato di diritto nella cucina delle famiglie italiane, è raro che sia servito ad una cena elegante o una cerimonia, forse perchè considerato “poco raffinato“. In realtà vedremo come anche con questo pesce povero sia possibile realizzare delle ricette di “alta cucina” e fare belle figura.

Scaloppine al Marsala, un piatto semplice e raffinato

In precedenza, abbiamo già parlato di altre ricette che come ingrediente segreto, che apporta quella nota particolare al piatto, hanno il vino Marsala.

Questo vino siciliano si presta molto bene ad essere usato in piatti a base di carne, per il suo carattere alcolico e secco che stempera il grasso della carne e per il suo aroma tipico che ben si lega a piatti tipicamente robusti.

Oggi vi proponiamo una ricetta molto semplice ed “elegante”,dai sapori tenui e delicati, ottima per un pranzo domenicale o una cena dai toni raffinati: le scaloppine al Marsala.

Aspic, per un antipasto che è un’opera d’arte


Avete degli invitati e cena e non sapete cosa preparare come antipasto? Volete qualcosa che “fa scena” ed allo stesso tempo può stupire? Aspic! “Cos’è l’aspic?” Mi sembra già di sentirvelo dire. Ebbene l’aspic è un composto di verdure lessate (ma può esserci anche del pollo o del pesce), raffredate e ricoperte di gelatina. “Gelatina?!” Anche questo mi sembra già di sentirlo, con la bocca che fa una piccola smorfia. Vi assicuro che potreste anche ricredervi!

Gli ingredienti con cui possono essere preparati gli aspic sono infiniti: uova, prosciutto, lingua addirittura, ma si preparano sempre nello stesso modo. Prendete lo stampo in cui volete realizzarlo e mettetelo in frigo, vuoto. Nel frattempo preparate una gelatina di carni bianche, come pollo o tacchino, e dopo averla fatta leggermente raffreddare ne versate un poco nello stampo, facendola rapprendere lungo tutto lo stampo, bordi compresi, e lasciate il tutto in frigo.

Quando la gelatina è raffreddata ed è diventata uno stampo a sua volta potrete cominciare a applicare gli elementi di decorazione. Eh si, perchè gli aspic nel loro piccolo possono diventare delle vere e proprie opere d’arte, composte a vostro gusto, mischiando colori e forme diversi, come rotelle di carote, piselli o fettine di zucchine.

Limoncello e crema di limoni: il bello dei liquori fatti in casa

Chi non resiste a fine pasto ad un bicchierino di limoncello fresco? Di tradizione campana, questo liquore si è diffuso in tutta Italia e non solo, riscuotendo successo e soprattutto imitazioni. E’ di facile realizzazione, tuttavia, ciò a cui si deve porre attenzione è il giusto rapporto tra alcool e zucchero. Non deve infatti eccedere né nel sapore zuccherino né tanto meno deve contenere delle note troppo alcoliche.

Una variante del limoncello, amata in pari misura, è la crema di limoni, caratterizzata da un buon contenuto di latte o panna. Vi presentiamo di seguito entrambe le ricette sia del limoncello che della crema di limoni, con l’avvertenza di adoperare i migliori limoni di grandezza medio/grande così che il liquore ottenuto possa sprigionare quegli olii essenziali che lo caratterizzano e che conferiscono delle note molto decise.

Limoncello (Ingredienti per circa 1lt)
  • 700gr di alcool
  • 1kg di limoni
  • 1lt di acqua
  • 750gr di zucchero

Secondo appuntamento con il Brunch

Eccoci di nuovo con il consueto appuntamento con il Brunch, questa volta di sabato.
Stavolta non starò a perdermi in chiacchiere ma vi proporrò un intero menù di tre portate, e poi, sono sicura che ormai siate abbastanza ferrati sull’argomento.
Le ricette che seguiranno prevedono ingredienti facilmente reperibili nella stagione fredda ed anche piuttosto “agili” nell’esecuzione.
Ma non fateci l’abitudine perchè man mano che andremo avanti diventeranno sempre più complesse e voi diventerete dei perfetti padroni di casa!

Maionese

Siamo probabilmente tutti talmente abituati alla maionese già pronta che troviamo nei supermercati che forse nemmeno ci ricordiamo che sapore ha la maionese fatta in casa, quella vera. Io mi ricordo che quando ero piccola tutte le volte che mia nonna cucinava il pesce, il ché succedeva spesso visto che abito sul mare, preparava la maionese: puntualmente io ricoprivo due bocconcini di pesce con almeno sette-otto cucchiai di salsa.
Controverse sono le teorie sulle origini di questa salsa conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Una delle più accreditate sostiene che il nome “maionese” derivi da “Mahon“, il nome della città fortificata sull’isola di Minorca, dove si preparava una salsa molto simile alla moderna maionese. In alternativa è possibile che il nome abbia derivi dal francese “moyeau“, che significa uovo, appunto l’ingrediente principale della salsa.
Purtroppo la maionese, a dispetto della sua semplicità, non è assolutamente semplice da preparare! Innanzitutto è necessario scegliere accuratamente gli ingredienti: l’olio dovrebbe essere di oliva ma se volete un sapore più delicato potete usarne anche uno di semi, e le uova, rigorosamente freschissime, devono essere tolte dal frigo in anticipo in modo che al momento dell’utilizzo siano a temperatura ambiente, altrimenti il composto non si amalgama.
Non saremmo arrivati fin qui se non intendessimo prepararla, allora:

Coniglio al cioccolato: tra leggenda e verità

In tazza, in tavolette, in barrette, ripieno; come base per la preparazione di dolci, soprattutto, ma anche ingrediente di piatti salati, il cioccolato unisce in un magico unicum profumi e gusti che sanno ad un tempo inebriare, addolcire e affascinare.

A sviluppare la coltivazione dell’albero del cacao furono, intorno all’anno Mille, i Toltechi, successori dei Maya. Di nuovo il mito vuole che ad insegnare al popolo tolteco le raffinatezze dell’utilizzo del cacao, sia stato il re-sacerdote Quetzalcoatl.

Venerato e amato per questo, Quetzacoatl era però odiato dall’invidioso e potente stregone Tezcatlipoca. Costui riuscì a far bere al re un filtro, che lo rese pazzo. In preda alla follia, Quetzacoatl fuggì in mare su di un’imbarcazione che altro non era che un groviglio di serpenti.

Una mela al giorno… (Granny Smith, Annurca, Fuji, Renetta, Golden, ecc.)

Le mele sono un’ottima fonte di acqua, fibra e micronutrienti, sono ricche di vitamine e sali minerali. Ideali come conclusione dei pasti o come spuntino o merenda, perché saziano senza però appesantire. Sono facili da conservare e da consumare, hanno un costo moderato e si riescono a trovare tutto l’anno.

Si possono usare in mille modi, come ingrediente per i dolci o per le insalate. Sono buone e gustose e come dice un vecchio proverbio: una mela al giorno leva il medico di torno.

Ma le conosciamo realmente? Sappiamo quanti tipi ne esistono e che caratteristiche hanno? Cerchiamo di individuare alcune delle varietà che vediamo giornalmente sul bancone del nostro fruttivendolo.

Polpo in insalata

Il polpo vive a cento metri di profondità marina, nascosto tra le rocce, da dove tende agguati a piccoli pesci e crostacei, ai quali rompe col piccolo becco il carapace.
E’ uno dei più grandi molluschi cefalopodi: può arrivare a misurare tre metri di lunghezza.
Di colore grigio-rosato, ha otto tentacoli ognuno con due file di ventose e una carne gustosa dalla consistenza compatta.

La qualità di polpo ritenuta la migliore è quella di scoglio, soprattutto se il polpo non è di grandi dimensioni.
La sua carne è adatta anche a chi segue regimi dietetici poichè 100 gr apportano solo 57 calorie.

Zuppa di cipolle alla francese (soupe a’ l’onion)

L’ultima volta che sono stata a contemplare Parigi, in novembre, ho avuto modo di cenare in piccoli ristoranti dove era possibile gustare la cucina francese. Con mia grande sorpresa, devo ammetterlo, uno dei piatti che più frequentemente trovavo nella “carte” non erano “les escargots” o la ratatouille di verdure, ma la zuppa di cipolle. Sapevo ovviamente che questo fosse uno dei capisaldi della cucina d’oltralpe, ma averla trovata in maniera così massiccia mi ha spiazzato, davvero.
Ho dovuto superare quindi una certa ritrosia iniziale, lo confesso, ma con mio grande piacere, ho scoperto un piatto gustosissimo e non assolutamente non impegnativo per la pancia di una giovane turista. Una volta tornata a casa ho cercato più volte di replicarla e dopo diversi insuccessi e ricette messe alla prova, sono riuscita a trovare quella che più si avvicinava alla zuppa di cipolle che avevo tanto gradito a Parigi.
E’ un piatto prevalentemente invernale, come si può immaginare, ed è perfetto nelle fredde serate invernali. In alcune parti d’Italia si comincia già a sentire profumo di primavera, ma secondo me siete ancora in tempo per sperimentarla.

Il soufflè: “mai farlo aspettare, si potrebbe smontare…”

Dolce o salato che sia è sempre pieno d’arie, ma in realtà ha un cuore generoso nell’offrire sapore e fantasia, che cos’è? Ma sua maestà il soufflè naturalmente! Il segreto per un buon soufflè sta tutto nel montare il bianco d’uovo. Il trucco sta nel prepararlo in un recipiente freddo, aggiungere agli albumi qualche goccia di limone ed un pizzico di sale.

Una volta che il composto è bello bianco e spumoso, capovolgere il recipiente e se non si muove è perfetto! Qui di seguito vi suggerisco due ricette di soufflé, una salata e l’altra dolce, facili da preparare e soprattutto veloci; iniziamo con il

Soufflè alle Fave (ingredienti per sei persone):

  • 80gr di prosciutto cotto
  • 80gr di fave sbollentate e pelate
  • 60gr di pecorino grattugiato
  • 3 albumi
  • 4 tuorli
  • sale q.b.
  • burro e semolino per gli stampini

Succo di barbabietole, un rimedio all’ipertensione

Chissà perché i rimedi migliori per curare le malattie sono sempre quelli naturali.
Da una serie di giorni mi capita di leggere di una ricerca fatta dal Barts and The London School of Medicine e dalla Peninsula Medical School a proposito dell’ipertensione.

L’ipertensione, l’aumento della pressione sanguigne che causa un aumento dei valori della pressione arteriosa minima e massima, è un fenomeno che coinvolge il 25% della popolazione mondiale.
Trenta persone su cento soffrono di ipertensione. I rimedi più semplici per evitare l’insorgere di questo problema sono di fare molto moto e cercare di mangiare con poco sale.

Ma dalla ricerca è emerso che è possibile curarsi in modo semplice e naturale, come? Facendo ricorso ai frutti della natura ed in particolar modo alle barbabietole.

Esistono i cibi afrodisiaci?

C’è chi ci spera come ultima chance di ritrovare il vigore perduto, chi è mosso unicamente da sete di conoscenza e chi, come me, ha una semplice e sana curiosità ma tutti ci siamo domandati almeno una volta se esistano o meno particolari cibi che una volta assaggiati possano liberarci da tutte le inibizioni e che permettano alle passioni di travolgerci totalmente.

In realtà nessuno ha mai dimostrato che far mangiare un gambero al proprio amore assicuri una nottata di fuoco nè si è mai sentito di terapisti che per salvare la vita sotto le lenzuola di coppie annoiate abbia consigliato loro di fare scorpacciate di ostriche… Allora perchè dopo tanti secoli continuiamo a crederci ciecamente?
Cerchiamo di conoscere meglio questi fantomatici cibi afrodisiaci.

Afrodisiaco si dice di sostanze che hanno il potere di stimolare e potenziare desiderio e carica sessuale.
Tale termine deriva dal nome della dea greca Afrodite, dea dell’amore, della fertilità e della bellezza, la stessa dea che sarà conosciuta con il nome di Venere dai latini.