Nutella, un mito da leccarsi i baffi (e 3 ricette per apprezzarla…)

nutella

E’ lei che ci consola quando siamo tristi, era con noi quando eravamo bambini ed è rimasta quando siamo cresciuti, era presente nei momenti di gioco, di felicità e di difficoltà. Non è un’amica (anche se potreste vederla come tale) e non è neanche la mamma. Stiamo parlando della Nutella!

Alzi il mouse chi non ne ha un barattolo in dispensa! (Non vale se alzate il mouse sporco di Nutella). La celebre crema al cacao e nocciola della Ferrero è nata ben 44 anni fa in Piemonte, ed oggi è presente in quasi tutti i paesi del mondo. Ormai è diventata un simbolo, citata in canzoni e film, inimitabile (in tanti ci hanno provato senza mai riuscire a toglierle la laedership). La Nutella è figlia di un’altra crema piemontese, la “giandujot“, una cioccolata preparata con l’impasto di gianduia e la crema di cocco nata dall’illuminazione di Mastro Ferrero nella sua pasticceria negli seguenti al secondo dopoguerra. Nell’estate, almeno così dice la leggenda, le barrette comincarono a sciogliersi e nel magazzino della pasticceria c’era ormai solo una crema di giandujot. A quel punto i Ferrero decisero di far colare la crema nei barattoli di vetro e venderla in questo modo.

Oggi non proverò a fornirvi una ricetta della Nutella “fatta in casa”, come ho fatto ad esempio per i Mac Nuggets; sarebbe troppo da parte mia pensare di suggerirvi come replicarla, dal momento che il suo successo non è legato solo ed esclusivamente al sapore, per cui mi limiterò a suggerirvi alcuni modi di adoperarla in cucina.

Organizzare un romantico picnic: regole da seguire

Un picnic per due è, forse, una delle cose più romantiche da organizzare. Tuttavia se volete essere sicuri di organizzare un picnic a regola d’ arte seguite questi semplici suggerimenti così da lasciare nella memoria del vostro lui/lei un buon ricordo. Prima cosa da fare è la scelta del posto; naturalmente, a seconda di dove vivete, avrete diverse opzioni: spiaggia, montagna, parco, il vostro cortile di casa, sul pavimento di fronte al caminetto ecc..

Una volta scelto con cura il posto, altro elemento importante è la scelta di cosa mangiare: scegliete con cura prodotti alimentari che possono essere gustati freddi tipo insalate di pasta, verdure mantecate in precedenza al forno, insalate di frutta, olive, formaggi vari, crackers, panini o tramezzini. È possibile portare anche cibo caldo, se correttamente isolato in una borsa termica.

Per le bevande se optate di portare un buon vino dovrete accontentarvi di gustarlo in bicchieri di plastica così da non dovervi preoccupare che si possano rompere. Se invece optate per un picnic più casual potete portare della birra oppure, se non si vogliono portare alcolici, un bel succo di frutta miscelato con un po’ di spumante renderà più briosa la giornata. Da non dimenticare ovviamente l’ acqua: una giornata all’ aperto, magari sotto il sole fa perdere molti sali minerali da reintegrare con abbondanti bicchieroni di acqua.

Glucoronolattone, inositolo, nicotinamide, niacina… Un viaggio in quello che c’è negli Energy Drink

Con il termine Energy Drink si indica una bevanda analcolica in grado di fornire una maggior quantità di energia rispetto alle bevande analcoliche tradizionali. Questa maggiore energia è fornita da varie sostanze energetiche disciolte per consentire di affrontare prestazioni che comportino un forte dispendio d’energia, contenendo, in tal modo, i conseguenti stati d’affaticamento fisico e/o mentale.

Si tratta di bibite, generalmente carbonate, che, oltre all’ACQUA (componente predominante), contengono sostanze stimolanti, antiossidanti e tonificanti, talvolta associate anche a VITAMINE e sali MINERALI, con ZUCCHERI e aromi o succhi. Alle classiche sostanze come guaranà, taurina, caffeina, se ne sono aggiunte tantissime altre dai nomi esotici (spesso già usate in altri settori alimentari o nella cosmetica) o futuristici: the verde, yerba maté, ginkgo biloba, schizandra, açaí, zenzero (ginger). Le bevande energizzanti che sfruttano molti di questi ingredienti stanno invadendo anche altri settori, come quelli delle bibite carbonate, del the freddo e degli smoothies.

Abbiamo recuperato gli ingredienti presi dalle etichette delle lattine, per leggere con attenzione le sostanze contenute. Poi abbiamo semplicemente allegato una descrizione dei nomi più oscuri o di quelli, pur conosciuti, le cui caratteristiche svelano qualche sorpresa. Non pretendiamo di fare chissà quale rivelazione, lasciando volentieri ai lettori la libertà o meno di assumere queste sostanze consapevoli del rischio, vero o presunto, che comportano.

Il latte: non solo a colazione! Ecco un’insolita variante della zuppa di cipolle

In una dispensa il latte non dovrebbe mai mancare.
Indispensabile negli anni della crescita e prezioso alleato una volta divenuti grandi, il latte, è ricco di principi nutritivi che non devono mai mancare al nostro organismo: proteine, grassi, carboidrati, sali minerali, vitamine, acqua.

Composizione del latte animale in percentuale:

Latte di …; acqua; proteine; lattosio; grassi; sali; Valore energetico

  • vacca: 87,47 — 3,51 — 4,92 — 3,68 — 0,74 — 729
  • pecora: 82,70 — 6,10 — 4,60 — 5,80 — 0,80 — 980
  • capra: 85,50 — 4,00 — 5,00 — 4,80 — 0,70 — 790

Cosa mangiano gli astronauti?

homer space

Oggi risponderemo a un enorme dilemma: “ma cosa mangiano gli astronauti nello spazio?” Fondamentale è che seguano una dieta bilanciata, ricca di vitamine e proteine, ma con poche calorie dal momento che in assenza di gravità il nostro corpo consuma meno e gli astronauti non possono assolutamente ingrassare poichè le tute vengono loro fatte su misura, quindi a dieta come una modella.

Ma cosa mangiano esattamente? Le tecnologie di conservazione sono talmente avanzate che permettono agli astronauti di consumare pasti molto simili a quelli “terrestri”. Alcuni alimenti non hanno neanche bisogno di essere precedentemente trattati, altri vengono disidratati, come la pasta, il formaggio e le uova e gli astronauti devono aggiungervi l’acqua prima di mangiarli. Altri necessitano invece di essere termostabilizzati dal momento che a bordo non ci sono frigoriferi.

E’ molto importante che nessuno degli alimenti contenga batteri e microbi perciò vengono trattati appositamente, anche con le radiazioni. Ci sono poi tutta una serie di alimenti da evitare come le bevande gassate (che in assenza di gravità “schiumerebbero” continuamente e soprattutto continuerebbero a fare la solita cosa una volta ingerite, cosa che non deve essere proprio piacevole!), pane e tutto ciò che fa briciole, cipolle ed aglio (queste per un semplice motivo legato alla convivenza forzata in ambienti ristretti).

Abate Fetel, Passa Crassana, William, Decana del Comizio, Kaiser, la nostra pera preferita? Quella al cioccolato!

La pera è un frutto molto versatile, si trova tutto l’anno in quanto le diverse varietà maturano in periodi diversi e può affiancarsi a ricette sia salate che dolci. Le varietà più conosciute sono:

Abate Fétel: il frutto è grosso, la buccia è giallastra, soffusa di rosso all’insolazione. La polpa è bianca, fondente, molto succosa, zuccherina e aromatica. I frutti, molto resistenti e serbevoli, si raccolgono nella prima metà di settembre.

Passa Crassana: il frutto è grosso, la buccia è verde, gialla alla maturazione, spesso alquanto rugginosa nella zona del peduncolo. La varietà rossa è color ruggine sulla quasi totalità della buccia. La polpa è bianca, granulosa, di buon sapore. I frutti si raccolgono in ottobre e presentano un’ottima serbevolezza e resistenza.

William cultivar inglese (detta anche Bartlett): la polpa è biancastra, molto succosa, dolce-acidula, con aroma moscato caratteristico, fine, compatta. Oltre che per il consumo diretto, le pere William sono largamente utilizzate dall’industria per la preparazione di sciroppi e succhi.

Decana del Comizio: anche questo frutto si presenta grosso, rugginoso, la buccia è giallo verde, liscia, cosparsa di numerose e piccole lenticelle. La polpa è bianca, fine, fondente, succosa, dolce-acidula e aromatica. I frutti sono delicati nella manipolazione ma ben serbevoli. Si raccolgono nella prima/seconda decade di settembre e possono essere conservati in frigorifero fino a dicembre/gennaio.

Crostata di Carote, un’idea adatta per un picnic o un veloce piatto unico

Una ricettina semplice semplice per una serata, tra amici o da passare rilassatamente in casa. Non confondetevi, sembra complicata ma non lo è.
Tanti ingredienti per un piatto, che può benissimo esser considerato unico, nel senso che può, da solo, costituire un intero pasto. Per i più voraci è un ottimo secondo, e per gli amici vegetariani una nuova ricetta da provare!
Escludendo la sfumatina con il vino bianco può essere una pietanza ottima per una colazione al sacco, per una coppia che decide di passare una giornata all’aperto con i propri figli.

La vera torta Pasqualina, la storia e la ricetta

Continua la nostra rassegna di dolci pasquali con questa torta dalle origini assai antiche (ne è attestata l’esistenza nel XV secolo), è una famosa specialità genovese, chiamata così perchè si usava (e si usa) prepararla e mangiarla soprattutto a Pasqua.
Questa torta salata si prepara anche con i carciofi, ma la tradizionale torta Pasqualina è fatta solo con le bietole, poiché nel periodo pasquale i carciofi non erano a buon mercato, mentre le umili bietole di campagna erano in pieno germoglio e tutti potevano permettersi di acquistarne in quantità. Tradizione vuole che i fogli di pasta che compongono la torta pasqualina siano esattamente 33, in ricordo degli anni di Gesù, ma in pratica ci si “accontenta” anche di meno. Non solo: come spesso accade nei piatti tipici di origini molto antiche gli ingredienti della torta Pasqualina, uova e formaggio, erano alimenti pregiati che venivano consumati solo nelle grandi ricorrenze.
In Liguria, al posto della ricotta, si utilizza la prescinseua, una sorta di cagliata di latte molto leggera, reperibile in alcune gastronomie particolarmente fornite.
Il segreto della riuscita della ricetta che vi presento sta nella preparazione della pasta che va fatta senza uova e dev’essere veramente sottilissima. La torta Pasqualina è buona sia calda sia fredda: vediamo adesso come prepararla!

Come cucinare un ottimo pesce lesso

pesce lesso

Lessare il pesce è un modo semplice per cucinarlo ed ottenere un piatto leggero e adatto anche ai bambini. Ci sono però una serie di accorgimenti che possono rendere anche il semplice filetto di pesce lesso un manicaretto, vediamo quali sono.

I pesci possono essere lessati sia interi che a tranci (o filetti). Quelli più adatti a questo tipo di cottura sono la gallinella (o pesce cappone), il dentice, la cernia, il nasello, la passera, il pesce san pietro, la rana pescatrice e il rombo, o almeno questi sono quelli più comuni.

Il pesce può inoltre essere lessato in normale acqua salata, in un fumetto di pesce o in court-bouillon. I tempi, qualsiasi sia la vostra scelta sono fondamentali, altrimenti rischiate di renderlo stopposo o poco saporito. Quelli grossi possono essere immersi nell’acqua da subito, mentre quelli piccoli solo nell’acqua già calda. Anche la temperatura ha la sua importanza: il pesce non deve bollire, ma sobbollire, fare appena due bollicine.

Vediamo come si preparano il court-bouillon e il fumetto.

Razza al burro nero, una ricetta alternativa per un pesce alternativo

La razza è un pesce molto diffuso nei nostri mari, per questo è abbastanza frequente trovarla dal pescivendolo. E’ privo di spine così da essere utilizzato in diverse preparazioni a base di minestre, brodi, arrosto o fritta. Viene spesso proposta in pescheria ma non si sa mai come cucinarla. Oggi proponiamo una ricetta alternativa alla classica minestra all’ arzilla oppure ai filetti di razza fritti.
Razza al burro nero (ingredienti per quattro persone)
  • 800gr di polpa di razza
  • 100gr di burro
  • 1/2 bicchiere circa di aceto bianco
  • 1 cucchiaio di capperi sotto sale
  • 1 piccola cipolla tagliata a fettine sottili
  • 1 rametto di timo
  • 1 foglia di alloro
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 1 limone (il succo)
  • sale
  • attrezzatura: una pesciera
  • un piatto da portata resistente al fuoco

Torta di formaggio Emmental, le fette che uniscono Svizzera e Italia

Per favore non chiamatela cheesecake! Senza nulla togliere alla cugina americana, ma tra di loro non hanno niente in comune.

La torta al formaggio che vi propongo è un piatto salato e non dolce, come il cheesecake.
Una buona idea per un antipasto, un secondo o come finger food.

Si può mangiare in piedi e con le mani, il che la rende una pietanza ideale per i bambini che proprio non ne vogliono sapere di stare seduti a tavola e mangiare con la forchetta tra le mani.

La potete preparare per una festa e portarla già tagliata sulla tavola, sarà un’idea originale e accontenterà i gusti di tutti i vostri amici, anche di quelli che non vogliono sentir parlare di carne e simili.