Salsa tartara: come e perché
Salsa tartara ( ingredienti per circa 250gr di salsa)
Un dolce Pasquale che arriva dalla Campania, la Pastiera
Uovo di Pasqua
L’uovo di pasqua. Il simbolo di una festa. Ogni volta che ci pensiamo evochiamo le immagini di confezioni colorate, nastrini, carta crespa e sorprese. Ma l’uovo di pasqua è una tradizione antica, che si perde nella notte dei tempi. Il simbolo della vita in se stessa, ma anche del mistero, della sacralità.
In alcune credenze pagane, il Cielo e la Terra erano rappresentati come due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova, che schiudevano una nuova vita, rituale simbolico del passaggio alla primavera.
Anche popoli come i Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono simbolo di rinascita, per le feste della stagione della fioritura, e nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno, quando l’anno era legato alla sequenza delle stagioni.
L’origine più corretta della tradizione dell’uovo nella festa cristiana, risale alla Pasqua ebraica, chiamata Pesach (dall’ebraico Pasàch, “passare oltre”, in inglese passover). La tradizione religiosa vuole che la sera della festa di Pesach, i primogeniti mangino un uovo sodo, che deve essere consumato intero, senza dividerlo con nessuno. In effetti, la festa della pasqua ebraica e di quella cristiana, pur celebrando due eventi differenti (l’uscita degli ebrei dall’Egitto per una, la resurrezione di Cristo per l’altra) cadono più o meno nello stesso periodo dell’anno, e la data della festa cristiana segue il calendario ebraico.
Ma, secondo la tradizione, fu Francesco I di Francia, nel ‘500, a ricevere il primo uovo di Pasqua. Una tradizione che rinnovandosi nei secoli, è divenuta un vero e proprio fenomeno di costume.
Pasta avanzata? Pasticciamola!
Ti senti più “bistecca” o “insalata”?
Quando si tratta di mangiare pare infatti che i maschietti preferiscano la carne mentre le femminuccie prediligano cibi a basso contenuto calorico come frutta, verdura e yogurt.
Questa “novità” è il risultato di un’indagine condotta su 14mila statunitensi adulti e presentata all’International Conference on Emerging Infectious Diseases di Atlanta, in Georgia.
Un contorno un pò insolito, i Crostoni dorati di patate
Impariamo a conoscere (e fare) i Marshmallows
Di colore bianco e morbidi al tatto, i marshmallows vengono solitamente scottati sul fuoco ed inseriti tra due biscotti insieme ad un pezzo di cioccolata, e prendono il nome di s’more. I marshmallows possono essere preparati o bruciandoli o arrostendoli solo fino a conferirgli un perfetto colore marrone dorato: noi li preferiamo nel secondo modo. Il nome deriva da marshes, “paludi”, poichè è qui che troviamo la pianta- che si chiama mallow– da cui si estrae il succo necessario alla preparazione dei marsh-mallows.
Ma prima che negli Stati Uniti, i marshmallows erano popolari in Francia già nel 1800, periodo in cui i francesi iniziarono a cercare di fabbricarli nel modo più efficace: intorno al 1850 invece di fare il dolce sbattendo il succo estratto dalla radice della pianta di mallow a mano, inventarono un processo di lavorazione con gelatina di grano. Comunque il procedimento era ancora molto lungo, ed è solo nel XX secolo, e precisamente nel 1948, che Alex Doumak inventò il processo utilizzato oggigiorno in cui gli ingredienti del marshmallow vengono estrusi e poi sono tagliati e impacchettati. Dopo l’invenzione di Doumak, il marshmallow è diventato estremamente popolare.
Cumino in crema di carote
Vino e belpaese… VinItaly!
Dalle 9.00 alle 18.30 sarà un susseguirsi di eventi, dentro e fuori dalla fiera, da non perdere sia per gli esperti di enologia nazionale ed internazionale ma anche per chi ama sorseggiare piacevolmente un bicchiere di ottimo vino ascoltando musica dal vivo e gustando qualche stuzzichino.
Perché il soufflè si sgonfia quando è ancora in forno?
- utilizzate uno stampo da soufflè cilindrico, con una base ampia e dai lati molto alti, da preferire i contenitori in materiale di porcellana da forno o vetro resistente al calore
- imburrate sempre il recipiente fino all’orlo: questo è uno dei segreti per far gonfiare meglio il soufflè
- attenzione però a non riempire fino all’orlo il recipiente con il composto, fermatevi sempre a circa 2cm dal bordo così da evitare la fuoriuscita del soufflè in cottura e il relativo sgonfiamento
- infornate sempre a forno già caldo: la temperatura ideale deve essere intorno ai 180°/190°, da mantenere costante per i primi 20/25 minuti di cottura, in seguito potete portarla a circa 170° per altri 10’
Pane scontato!
In questi giorni e fino al 15 aprile per contrastare l’aumento dei prezzi del pane i panettieri potranno fare sconti
Risotto alle ortiche, buono e non pizzica!
Biscottini di pasta frolla, frollini al marsala e i segreti per fare un’ ottima base