Grano e farro, una buona accoppiata per la Zuppa d’autunno

Una delle mie passioni culinarie per i mesi invernali ed autunnali, sono le zuppe. Mi diverto a cercare legumi e verdure secche da poter combinare e mescolare a mio piacimento.

Non essendo molto favorevole alle confezioni gia mescolate, perché non tengono conto dei differenti tempi di cottura dei vari ingredienti, e cosi a fine cottura alcuni legumi sono completamente sfatti ed irriconoscibili ed altri crudi, cerco di creare da me le combinazioni migliori.

Tra le prove fatte, una che è risultata più azzeccata delle altre e che poi ho ripetuto più volte, modificando qualche ingrediente di contorno, è l’accoppiata grano e farro.
La Zuppa d’autunno è una ricetta che, solitamente, faccio d’autunno, da cui il nome, ma che può esser riproposta anche in altri periodi, per esempio, se si fa più asciutta e si lascia raffreddare è un’ ottimo contorno anche nei mesi più caldi.

Differenze tra alimentazione vegetariana e vegana. E una ricetta: zucchine ripiene alla soia

zucchine

Conosco la cucina vegetariana da molti anni sin da quando Red Ronnie nel suo Roxy Bar illustrava i motivi etici per la scelta di un’alimentazione priva di carni di allevamento. Ma è negli ultimi tempi che sempre più persone hanno deciso di introdurre nella loro alimentazione più frutta e verdura, magari proveniente da colture biologiche a discapito della carne. Tuttavia bisogna fare un’ adeguata distinzione tra alimentazione vegetariana e alimentazione vegana: la prima prevede infatti l’eliminazione di alcuni (o tutti) prodotti di origine animale andando dalla semplice carne fino al pesce, tuttavia se si passa ad escludere tutti i prodotti di origine animale inclusi latte, latticini, uova e persino il miele si parla di alimentazione vegana.

La distinzione è molto importante in quanto per i vegetariani la ristrettezza è decisamente minore rispetto ad un’alimentazione di tipo vegana. Se quest’ ultima forma di alimentazione lascia un po’ meno spazio alla fantasia ed è sicuramente deficitaria di proteine, la cucina vegetariana è invece molto ricca di sapori e molte sono le ricette realizzabili in particolare con la soia. Quest’ alimento infatti è adatto a sostituire la carne in una dieta vegetariana e abbassa il tasso colesterinico.

Nella ricetta che vi presentiamo vi proponiamo la soia granulare che, come le bistecche e lo spezzatino di soia, è di produzione totalmente industriale e quindi poco naturale. Per un consumo più abituale è da preferirsi il tofu oppure direttamente i fagioli rossi o verdi.

Dal Molise: zuppa di ortiche

La nostra cucina tradizionale sa esprimersi al meglio soprattutto quando si tratta di utilizzare i prodotti alimentari più semplici: a volte, poi, ne valorizza alcuni che sono ormai praticamente ignoti al grande pubblico. Ma non a Ginger&Tomato, ovviamente!

In molte aree del centro-sud, ad esempio, si preparano deliziose minestre a base d’ortica e non si tratta, come verrebbe da pensare, di ricette povere. In realtà si tratta di piatti che partecipano alla ritualità combinata dei filtri d’amore e delle pozioni atte ad incrementare la fertilità.

Il fatto, inoltre, che le minestre a base d’ortica risultino anche delicatissime, prelibate, ovviamente non guasta affatto: ve ne vorrei proporre una che reputo tra le migliori, che è anche di facilissima preparazione, originaria del Molise. Per provare altre squisite preparazioni a base d’ortiche, date un’occhiata anche qui, a questa ricetta postata qualche tempo fa: io stessa l’ho provata, ed è deliziosa!

Come preparare un’insalata che non sia “noiosa”?

insalata

Il difetto principale delle diete secondo me è che sono noiose ed influiscono così sul nostro umore. “Cosa hai mangiato ieri sera?” “Mmm…un’insalatina verde…” Vuoi mettere con “mi sono mangiato un bel piatto di spaghetti alla carbonara!” Tutta un’altra cosa! Il punto sta nel far diventare appetitosa anche una misera insalata. Ma come? Con un po’ di colore, un po’ di fantasia e l’abbinamento giusto!

Cominciamo dalla materia prima: l’insalata. Intanto nessuno ha detto che esiste solo la lattuga. Parola d’ordine “variare“:dalla lattuga romana alla valeriana, dal radicchio all’indivia, dalla cicoria alla rucola, ognuna ha un suo sapore ed una sua consistenza.

Seconda parola d’ordine: “abbinamenti“. Ad un’insalata potete aggiugere anche alimenti più sostanziosi come la carne (una bella insalata di pollo?), il pesce, il formaggio, le uova e, perchè no, anche la frutta.

Nutella fatta in casa

Qualche settimana fa vi avevamo parlato della Nutella, l’ amica dei momenti tristi e di quelli allegri! E’ proprio vero che se non ci fosse bisognerebbe inventarla! Ed eccomi qui a suggerirvi la ricetta della Nutella fatta in casa. Alcuni miei amici l’ hanno preparata e devo dire che è molto vicina all’originale se non addirittura migliore. Farla tale e quale è praticamente impossibile in quanto alcuni ingredienti presenti sono di difficile reperimento – tipo il latte magro in polvere o il burro di cacao – per non parlare dei tanti conservanti.

Vi siete mai chiesti infatti perché un barattolino di Nutella può durare così tanto tempo senza nemmeno stare in frigorifero? Come per ogni prodotto industriale il merito è proprio di questi ingredienti misteriosi, chiamati conservanti. Se voleste preparare da voi la Nutella in modo senza dubbio più sano e genuino (che però non significa con poche calorie!) seguite la ricetta che vi presentiamo e buon nutella party a tutti!

Nutella fatta in casa

Ingredienti per circa 250gr

  • 45gr di nocciole tostate e spellate
  • 30gr di cacao (contenente il 20% di burro di cacao)
  • 30gr di cioccolato bianco
  • 350ml di latte intero
  • 65gr di zucchero
  • 1gr di lecitina di soia

Torta ai Carciofi, per i vegetariani ma non solo…

La cucina vegetariana, può, apparentemente, sembrare un po’ monotona. Comunemente si pensa che le verdure ed i vegetali in genere si possono cucinare o mangiare cucinati in pochi modi, che l’elenco delle verdure sia ristretto a quelle più comuni e conosciute e quindi che le persone che seguono questo tipo di regime alimentare mangino sempre le solite cose.

Niente di più errato invece. La cucina vegetariana è, al contrario, ricca di ricette e di ingredienti. Vi dirò di più, i vegetariani che conosco, sono persone molto curiose, dal punto di vista alimentare, ed amano ricercare e sperimentare nuovi alimenti, compatibilmente alla loro ideologia, e nuove ricette.

Vi propongo la ricetta di una torta salata vegetariana, che una mia amica ha portato una volta ad una festa e che ha riscosso clamori anche dai “carnivori”, la Torta ai Carciofi.

Il Thiéboudiene (dentice farcito), direttamente dal Senegal

thiéboudiene

La cucina in Senegal è molto ricca, variegata e saporita un po’ come il suo popolo. Cordiale e sempre allegro. Si compone di una varietà di piatti a base di verdure, di riso e di pesce e dell’ immancabile cous cous. E’ vero che se vuoi conoscere un popolo devi mangiarci insieme e mangiare ad una tavola senegalese significa prima di tutto ospitalità e poi generosità. Le portate infatti sono molto abbondanti e ricche in particolare in presenza di ospiti.

Una ricetta classica della cucina senegalese è il thiéboudiene un piatto unico a base di riso, pesce e verdure e qui di seguito Ginger vi propone la sua succulenta ricetta. Il dentice farcito è un ottimo piatto unico, nutriente e saporito. Il pesce è un alimento con alte qualità nutritive e digestive, particolarmente indicato nella cucina dietetica, ricco di sali minerali e vitamine.
Dentice farcito ( ingredienti per 4 persone)

Dall’Egitto: Ta’ Amia, polpette di fave

Continuiamo la nostra esplorazione attraverso la cucina afro-mediterranea presentando stavolta la ricetta di un paese dalla storia antichissima, l’Egitto, ed una delizia dei campi e degli orti: le fave.

Anche le fave avevano un posto d’onore sulle tavole dei nostri progenitori. Venivano consumate fresche- anche a crudo, come testimonia ad esempio l’usanza latina e poi laziale di consumare deliziosi spuntini a base di pecorino stagionato il cui sapore piccante viene temperato dal dolce dei legumi– oppure secche, sia come ingrediente principe di saporite zuppe, sia come comprimari, con altri vegetali, di piatti veramente eccezionali.

Fra queste, v’è una antichissima ricetta egiziana in cui le fave- secche, ricche in proteine ed a basso costo- si trasformano in saporite, profumate polpette che non hanno nulla da invidiare a quelle a base di carne. E’, ancora una volta, un piatto le cui origini si perdono nel tempo, ma che non manca mai sulle tavole dell’Egitto di oggi: è la Ta’ amia, polpette di fave secche al comino e papavero.

Cupcakes, dolcezza in miniatura

cupcakes cioccolato

Si chiamano cupcakes e sono mini-torte monoporzione morbidissime. E’ questo l’ultimo trend in tema di dolci, ed arriva dritto dritto dagli Stati Uniti. Celebri anche in Inghilterra le cupcakes sostituiscono i pasticcini o le torte nell’accompagnare il , ma sono ricercatissime anche per le feste di compleanno dei bambini e per le celebrazioni come i matrimoni.

cupcakes compleanno

Queste piccole torte che assomigliano a dei muffins farciti, prendono il nome dalla loro “taglia”: sono grandi come una tazza da tè. Grazie al loro essere mignon possono rappresentare bene un dolce strappo alla dieta. Utilizzate alle feste al posto della classica torta di compleanno possono soddisfare i gusti di tutti gli invitati (ognuna ad un gusto diverso!) ed essere un’idea simpatica ed alternativa per spengere le candeline: pochi giorni fa una mia amica ha festeggiato i 18 anni e al posto della torta le è stato portato un lunghissimo vassoia che conteneva 18 cupcakes, ognuna con una candelina.

Il punto forte delle cupcakes però non è la dolcezza, ma la decorazione: al pari dei bento di cui abbiamo parlato pochi giorni fa, queste minitorte possono trasformarsi in vere e proprie opere d’arte. Per quanto riguarda le ricette per prepararle vi basterà ridimensionare le dosi di una classica torta e poi usare la vostra fantasia per decorarla. Noi di Ginger vi forniremo una ricetta classica, una cupckes alla vaniglia e vi spiegheremo come decorarla semplicemente, il resto però sta a voi!

Come fare i pop corn al microonde

pop corn

Cosa c’ è di meglio che sgranocchiare pop corn davanti ad un bel film o meglio ancora guardando la nostra squadra del cuore? Certo che la cottura dei pop corn anche se semplice richiede sempre un po’ di attenzione nel caso in cui volessimo stare attenti ai condimenti. E’ infatti abbastanza risaputo che per cuocere dei pop corn in padella occorre un minimo quantitativo di olio o burro (a seconda dei gusti!). Ma c’è un modo per preparare i pop corn in maniera veloce e senza condimenti grassi in aggiunta cioè light? Certo con il microonde!

Il microonde è oggi considerato un metodo di cottura a tutti gli effetti pari ai metodi classici, non più utilizzato solamente per riscaldare pietanze ma per la preparazione di veri e propri piatti. Anche i pop corn non sono da meno. In commercio è possibile acquistare delle bustine già pronte da mettere nel microonde tuttavia costano molto in relazione alla quantità di pop corn che se ne ricava. Invece possiamo prepararlo da noi comperando le classiche buste di mais convenienti e seguendo queste semplici regole:

Pomodori secchi ripieni all’alcamese, il gusto della tradizione

I pomodori sono una pietanza tipicamente estiva, ma sono talmente buoni che è difficile farne a meno per il resto dell’anno.
Anticamente per poter utilizzare il pomodoro, anche nei mesi invernali, si usava conservarlo proprio, concedetemi il gioco di parole, in tutte le salse. Si raccoglievano i grappoli ancora verdi e si appendevano alle pareti umide delle dispense, per farli maturare lentamente dentro casa; per non parlare poi delle interminabili riunioni familiari per preparare le bottiglie di salsa di pomodoro da conservare al buio ed usare in futuro.
Un’altra maniera per preservare i pomodori, utilizzata anche per conservare tanti altri alimenti, consisteva nel farli seccare alla calura del sole d’agosto, e fare i prelibati pomodori secchi.
I pomodori secchi oggi vengono fatti anche industrialmente, e si possono benissimo acquistare al supermercato, sottolio o semplicemente secchi da poter condire a proprio piacimento.

Babaghanush, crema di melanzane dal Libano

Le comunità che vivono sulle sponde del Mediterraneo, oltre a dedicarsi all’attività ittica, propria d’ogni popolo che s’affaccia sul mare, hanno spesso anche solide tradizioni agricole: è il caso del Libano, terra mediorientale ricca nel ricettario di prodotti vegetali e di solida tradizione gastronomica.

Quella che vi presento oggi è una preparazione che ha valicato i confini dell’area che l’ha vista nascere per attestarsi, seppure con qualche variazione, in altre terre, presso altre culture. Si tratta di una stupenda crema di melanzane, proposta in una versione che non si discosta molto da quella originaria, arcaica, e che presenta un marcato tocco esotico, un retrogusto aromatico sconosciuto alle cucine occidentali.

Una crema di melanzane estremamente appetitosa e per di più versatile: servita con dei crostini, leggermente tostati e caldi, è un ottimo antipasto, ma basta contornarla, invece, di una corona di crackers per farla diventare il componente di spicco di un elegante rinfresco o di uno spuntino fuori orario. E’ la Babaghanush.

Quinta da Infantado Porto Vintage 2000, la magia del porto

Parlare di un Porto Vintage del 2000 oggi dovrebbe essere vietato…e questo perchè tra la innumerevoli versioni del Porto è quella che più si presta anzi che richiede un bel pò di invecchiamento per essere gustato al meglio. Ciononostante è sempre interessante assaggiarli anche “giovani” come questo 2000 per capire le sfumature che assumerà con l’evoluzione nel tempo e c’è chi anche lo preferisce giovane, visto che con il tempo assume profumi e sapori “terziari” che non tutti possono trovare piacevoli. Con gli anni infatti questi Porto sviluppano profumi di catrame (goudron), tartufo, terra, humus, funghi, lacca, smalto che pur essendo tipici di vini dal lungo invecchiamento, per i più inesperti possono sembrare difetti.

Pulgogi ovvero costolette coreane alla griglia

costolette

C’è forse qualcosa di più gustoso che affondare i denti in una morbida costoletta, caramellata alla perfezione, con un delizioso sapore di peperone leggermente affumicato? Fa venire l’acquolina in bocca… quasi come se tutto il nostro corpo fosse attraversato da una corrente elettrica! Mi piace il modo in cui i quattro sapori fondamentali – dolce, salato, piccante e omami (alcuni lo definiscono speziato) si fondono insieme in un solo boccone!

Ho assaggiato per la prima volta questo delizioso anticipo laccato di paradiso alcuni anni fa perché ero andata nel quartiere coreano di Manhattan su indicazione di un amico. Pul in coreano significa “fuoco“, mentre kogi significa “carne“. La parola pulgogi, formata appunto da questi due termini, significa quindi “carne al fuoco”, ovvero “carne alla brace”. Questo è un piatto che ha origini antichissime, dai tempi in cui probabilmente anche i coreani erano nomadi e si nutrivano prevalentemente di carne. Oggi i coreani sono piuttosto vegetariani, con moderato consumo di carne, di pesce e di uova, ma la tradizione del pulgogi permane. Tuttavia anche a casa è semplice preparare un buon pulgogi!
Costolette coreane alla griglia o pulgogi ( ingredienti per 4-6 persone)