Sformato di zucca al microonde

sformato di zucca al microonde

Cucinare al microonde, come già abbiamo detto in un precedente articolo, permette di risparmiare tempo ed ottenere, con i giusti adattamenti, degli ottimi risultati. Per gli sformati ad esempio io preferisco la cottura al microonde perchè li rende morbidi dentro e non li asciuga.

Tenendo presente le indicazioni sui tempi e gli ingredienti che devono variare rispetto alla tradizionale cottura in forno vediamo come preparare uno sformato di zucca.

SFORMATO DI ZUCCA AL MICROONDE (Ingredienti per 4 persone)
  • 1,2 kg di zucca
  • 50 gr di prosciutto cotto gr
  • 3 uova
  • 50 gr burro
  • 2,5 di besciamella
  • sale e pepe

Oshinko: il sushi vegetariano ma non solo per i vegetariani

oshinko

Quest’oggi Ginger&Tomato vuole presentarvi un classico della cucina giapponese: oshinko. Con il termine oshinko vengono indicate molto semplicemente delle verdure in salamoia utilizzate nella decorazione del bento, nel sushi o nel takuwan. Quasi mai si mangia da solo in quanto presenta un sapore decisamente forte ma viene utilizzato soprattutto come decorazione. In origine si chiamava daikan, indicando con questo nome l’unico ortaggio con il quale veniva fatto l’oshinko, una specie di grande ravanello, dalla consistenza carnosa e dal sapore piccante che, messo in salamoia, acquista il classico colore giallo che si ritrova nei makimono. Tuttavia fare l’oshinko è davvero semplice e possono essere utilizzate tutte le combinazioni di verdure possibili. La ricetta di seguito è soltanto un esempio
Oshinko (ingredienti per circa 3 o 4 porzioni)
  • 1 cavolo bianco lavato e tagliato a pezzetti
  • 2 cetrioli, tagliati a rondelle
  • 2 carote tagliate a fettine sottili
  • 1 daikon, tagliato sottile
  • 3 peperoncini secchi
  • 100gr di sale grosso

Le quattro stagioni delle verdure

Ormai siamo abituati a trovare quasi tutte le verdure in tutti i mesi dell’anno. Melanzane e zucchine sono onnipresenti nei banconi dei mercati e dei supermercati, i pomodori sono sempre rossissimi, tutto l’anno.

Una volta esistevano delle stagioni ben precise in cui si trovavano solo determinate verdure, era un modo naturale, poiché dettato dai ritmi della madre terra, per variare alimentazione nel corso dell’anno.

La natura, che si prendeva cura di noi (altrettanto non si può dire di noi nei suoi confronti), selezionava gli alimenti migliori, da consumare in un determinato periodo dell’anno, mettendo nella giusta relazione le esigenze del nostro organismo per quel periodo ed i valori nutrizionali delle verdure.

“Dimagriti” i bovini, una ragione in più per sceglierli

Uno studio dell’Inran riporta dati interessanti circa la quantità di grassi dei tagli più nobili dei bovini, stimati in diminuzione del 50 % circa rispetto a dodici anni fa, a tutto vantaggio del loro uso in cucina. Esistono infatti differenze sottili e poco appariscenti anche all’interno di una stessa classe di animali: la composizione e la digeribilità delle carni fresche varia a seconda della specie, dell’età, del sesso, ma anche dello stato fisiologico e della alimentazione dell’animale. I costituenti che maggiormente variano sono due: acqua e grasso.

E’ proprio a proposito dei grassi che si evidenziano le modifiche più sostanziali nel corso degli ultimi anni. Il risultato dello studio Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), protrattosi per diverso tempo, ci informa che la carne che arriva attualmente alla nostra tavola è diversa, più povera in grassi saturi: emerge chiaramente come negli ultimi 12 anni (gli ultimi dati ufficiali risalgono infatti al 1996) la composizione nutrizionale della carne sia profondamente cambiata soprattutto con riferimento al contenuto in grasso.

Tale quota, nei diversi tagli di carne bovina analizzati, risulta ampiamente ridotta grazie a sistemi di alimentazione degli animali sempre più controllati e rispettosi delle loro esigenze naturali e a sistemi di allevamento improntati al massimo rispetto del benessere degli animali allevati.

Cottura al vapore, cucina light!

cottura al vapore

La cottura a vapore è sinonimo di cucina leggera e di cucina naturale. Grazie al vapore con cui si cuociono gli alimenti si liberano dei loro grassi e assumono una consistenza morbida. Da quando ho il mio microonde che cuoce anche a vapore è diventata un’abitudine usare questo tipo di cottura anche per preparare gli alimenti prima di usarli per altro. Per preparare i ravioli di zucca ad esempio invece di lessarla la cuocio al vapore e in cinque minuti è pronta.

Le verdure cotte al vapore sono perfette per una dieta, ma attenzione ad affettare prima quelle più dure, come ad esempio le carote. Gli utensili per cuocere a vapore possono essere la classica pentola a pressione, o una pentola ad hoc, o i recipienti orientali da inserire su normali pentole, o anche ovviamente la vaporiera elettrica. Per cuocere alimenti sottili come ad esempio la sogliola ci si può arrangiare anche semplicemente posizionando un piatto sopra una pentola e coprirlo con l’alluminio.

Il liquido per la cottura a vapore può essere semplicemente acqua, ma anche un liquido aromatizzato come un brodo ad esempio. Quando faccio i gamberi al vapore io verso nel liquido del succo di limone con qualche fettina e un goccio di vino bianco. Ma passiamo alla ricetta che vi proponiamo per provare la cottura al vapore: carciofi ripieni di salmone.

Sale iposodico: dietetico e salutare

sale

Il sale iposodico rappresenta una scelta salutare e dietetica per insaporire i cibi andando a ridurre sensibilmente il livello di sodio. Infatti questo tipo di sale è naturale al 100% ed è costituito da una miscela di cloruro di potassio che sostituisce il sodio nella misura del 70%. Il sale iposodico si presenta con un sapore meno salato rispetto al normale sale da cucina e proprio per questo si deve porre molta attenzione alle quantità.

Non ha solo delle valenze dietetiche ma anche salutari. La normale concentrazione di sodio contenuta nel sale da cucina, se usato in abbondanza, non solo favorisce il ristagno dei liquidi nei tessuti favorendo così il fenomeno della cellulite e non solo. Un eccesso di sodio favorisce anche un’aumento dei valori della pressione arteriosa provocando ipertensione. Il fabbisogno giornaliero di sale si aggira intorno ai 5gr al giorno, assumerne in quantità maggiori provoca quindi numerosi problemi sia alla linea che alla salute.

Un piatto primaverile, fresco, nutriente e leggero al tempo stesso, le Penne alle zucchine e Philadelphia

Iniziano le belle giornate di sole, il clima diventa più mite ed anche l’alimentazione quotidiana subisce dei cambiamenti.

Si comincia a pensare al mare ed il teporino di queste giornate ci spinge ad alimentarci con cibi più freschi e leggeri, le carni lasciano spazio al pesce e alle verdure, e zuppe e minestre vengono sostituite dai piatti di pasta.

La pasta è sempre il piatto migliore, veloce, leggero, se non si eccede nel condimento, e dagli ottimi principi nutritivi. Vi svelo un’ottima ricetta, molto adatta alle belle giornate che stanno iniziando ad arrivare, per preparare le penne rapidamente e in modo da non appesantirvi, le Penne alle zucchine e philadelphia.

Come preparare l’aragosta perfetta

L’aragosta (o aligusta) è un grosso crostaceo dal colore bruno-rossiccio con macchioline bianche e gialle, non ha chele, ma ha due lunghe antenne, può raggiungere i 50 cm. ed i 7 kg. di peso (ma gli esemplari migliori pesano fra i 500 e gli 800 gr.) e può vivere fino a 30 anni.

Si pesca da Ottobre a Giugno, la primavera è il periodo della riproduzione e le femmine sono incorallate (la pesca delle femmine con le uova è vietata). Ne esistono in commercio 4 varietà: la migliore è senz’altro l’aragosta mediterranea, riconoscibile dalle 2 macchie gialle regolari su ogni segmento della coda), ci sono poi il tipo rosa, quello verde e quella detta “di Cuba”, per lo più africane e sudamericane, che, seppur discrete, non hanno quasi niente in comune con quelle siciliane e sarde.

Simile all’aragosta, e da alcuni erroneamente considerato il suo maschio, è l’astaco, o astice (o elefante di mare o lupicante) che si differenzia per avere due grosse e possenti chele del tutto assenti nell’aragosta. Il suo colore è turchino con macchioline gialle e bianche; quando è cotto diventa rosso. E adesso, dopo questo breve excursus necessario per guidare ad un acquisto corretto e consapevole della materia prima, vediamo come preparare una succulenta aragosta.

Un piatto unico per la bella stagione: tonno fresco e riso allo zafferano

tonno ai semi di papavero

Mi sento di dire ufficialmente che è arrivata la bella stagione: temperature alte, sole e uscite senza il cappotto, almeno per quanto riguarda la mia zona. Cambiano le temperature e cambia anche il modo di nutrirsi: si sente maggiormente il bisogno di alimenti freschi e leggeri, che apportino tutto il necessario senza farci sentire pesanti.

Quindi avanti con il pesce fresco da accostare magari ad un riso, o un cous-cous, per preparare un piatto unico, ricco di sostanze nutritive ed in grado si saziarci. Il pesce sostituisce perfettamente la carne e per questo piatto abbiamo scelto il filetto di tonno, da mangiare appena scottato.

I differenti tipi di lievito: di birra, chimico e il bicarbonato

lievito

Scegliendo tra i lieviti disponibili e utilizzando il più adatto, è possibile realizzare pani e dolci più soffici. Le modalità del loro impiego variano da lievito a lievito. Ecco qualche utile notizia in proposito.

I lieviti di birra: vengono in genere utilizzati per la pasta di pane, le brioche e i pasticcini lievitati, le pizze e tra questi vanno distinti:
  • Il lievito di birra fresco: È un lievito che si deteriora con grande facilità e che va quindi conservato in frigorifero. Si presenta come un panetto di colore grigio-giallastro e di consistenza morbida. A volte, può apparire leggermente più secco, caratteristica dovuta alle modalità di conservazione del lievito che, comunque, non ne compromette l’ azione; bisogna, invece, rispettare la data di scadenza sulla confezione.
  • Il lievito di birra liofilizzato:Si tratta di normale lievito di birra, sottoposto a processo di liofilizzazione. Tale trasformazione allunga notevolmente la “vita” del lievito, che si può conservare anche per un anno. Controllate comunque la data di scadenza sulla confezione. Altra differenza importante rispetto al lievito di birra fresco sta nel fatto che quello liofilizzato va mescolato agli altri ingredienti prima di unire il liquido previsto dalla ricetta.

Grano e farro, una buona accoppiata per la Zuppa d’autunno

Una delle mie passioni culinarie per i mesi invernali ed autunnali, sono le zuppe. Mi diverto a cercare legumi e verdure secche da poter combinare e mescolare a mio piacimento.

Non essendo molto favorevole alle confezioni gia mescolate, perché non tengono conto dei differenti tempi di cottura dei vari ingredienti, e cosi a fine cottura alcuni legumi sono completamente sfatti ed irriconoscibili ed altri crudi, cerco di creare da me le combinazioni migliori.

Tra le prove fatte, una che è risultata più azzeccata delle altre e che poi ho ripetuto più volte, modificando qualche ingrediente di contorno, è l’accoppiata grano e farro.
La Zuppa d’autunno è una ricetta che, solitamente, faccio d’autunno, da cui il nome, ma che può esser riproposta anche in altri periodi, per esempio, se si fa più asciutta e si lascia raffreddare è un’ ottimo contorno anche nei mesi più caldi.

Differenze tra alimentazione vegetariana e vegana. E una ricetta: zucchine ripiene alla soia

zucchine

Conosco la cucina vegetariana da molti anni sin da quando Red Ronnie nel suo Roxy Bar illustrava i motivi etici per la scelta di un’alimentazione priva di carni di allevamento. Ma è negli ultimi tempi che sempre più persone hanno deciso di introdurre nella loro alimentazione più frutta e verdura, magari proveniente da colture biologiche a discapito della carne. Tuttavia bisogna fare un’ adeguata distinzione tra alimentazione vegetariana e alimentazione vegana: la prima prevede infatti l’eliminazione di alcuni (o tutti) prodotti di origine animale andando dalla semplice carne fino al pesce, tuttavia se si passa ad escludere tutti i prodotti di origine animale inclusi latte, latticini, uova e persino il miele si parla di alimentazione vegana.

La distinzione è molto importante in quanto per i vegetariani la ristrettezza è decisamente minore rispetto ad un’alimentazione di tipo vegana. Se quest’ ultima forma di alimentazione lascia un po’ meno spazio alla fantasia ed è sicuramente deficitaria di proteine, la cucina vegetariana è invece molto ricca di sapori e molte sono le ricette realizzabili in particolare con la soia. Quest’ alimento infatti è adatto a sostituire la carne in una dieta vegetariana e abbassa il tasso colesterinico.

Nella ricetta che vi presentiamo vi proponiamo la soia granulare che, come le bistecche e lo spezzatino di soia, è di produzione totalmente industriale e quindi poco naturale. Per un consumo più abituale è da preferirsi il tofu oppure direttamente i fagioli rossi o verdi.

Dal Molise: zuppa di ortiche

La nostra cucina tradizionale sa esprimersi al meglio soprattutto quando si tratta di utilizzare i prodotti alimentari più semplici: a volte, poi, ne valorizza alcuni che sono ormai praticamente ignoti al grande pubblico. Ma non a Ginger&Tomato, ovviamente!

In molte aree del centro-sud, ad esempio, si preparano deliziose minestre a base d’ortica e non si tratta, come verrebbe da pensare, di ricette povere. In realtà si tratta di piatti che partecipano alla ritualità combinata dei filtri d’amore e delle pozioni atte ad incrementare la fertilità.

Il fatto, inoltre, che le minestre a base d’ortica risultino anche delicatissime, prelibate, ovviamente non guasta affatto: ve ne vorrei proporre una che reputo tra le migliori, che è anche di facilissima preparazione, originaria del Molise. Per provare altre squisite preparazioni a base d’ortiche, date un’occhiata anche qui, a questa ricetta postata qualche tempo fa: io stessa l’ho provata, ed è deliziosa!

Come preparare un’insalata che non sia “noiosa”?

insalata

Il difetto principale delle diete secondo me è che sono noiose ed influiscono così sul nostro umore. “Cosa hai mangiato ieri sera?” “Mmm…un’insalatina verde…” Vuoi mettere con “mi sono mangiato un bel piatto di spaghetti alla carbonara!” Tutta un’altra cosa! Il punto sta nel far diventare appetitosa anche una misera insalata. Ma come? Con un po’ di colore, un po’ di fantasia e l’abbinamento giusto!

Cominciamo dalla materia prima: l’insalata. Intanto nessuno ha detto che esiste solo la lattuga. Parola d’ordine “variare“:dalla lattuga romana alla valeriana, dal radicchio all’indivia, dalla cicoria alla rucola, ognuna ha un suo sapore ed una sua consistenza.

Seconda parola d’ordine: “abbinamenti“. Ad un’insalata potete aggiugere anche alimenti più sostanziosi come la carne (una bella insalata di pollo?), il pesce, il formaggio, le uova e, perchè no, anche la frutta.