Ciambellone soffice all’acqua (ingredienti per sei persone)
Cennatoio Occhio di Pernice Vin Santo del Chianti 1996 (degustazione video)
Ieri vi abbiamo parlato del Vin Santo toscano, e della sua produzione. Oggi siamo a Panzano, nel cuore del più
Ieri vi abbiamo parlato del Vin Santo toscano, e della sua produzione. Oggi siamo a Panzano, nel cuore del più
E’ partita oggi a Verona la più grande manifestazione mondiale sul vino. Saranno 43 mila gli espositori provenienti da 30
Lo zenzero viene utilizzato in Oriente da millenni, sia per aromatizzare e insaporire i cibi, sia come rimedio medicamentoso per svariati disturbi. In Thailandia vengono applicate compresse e impacchi di radice di zenzero, pestata e mescolata con altre erbe, per gli stati dolorosi e le rigidità muscolari e per traumi, quali strappi e stiramenti, ematomi e contusioni. Lo zenzero è anche impiegato per i disturbi circolatori e per il suo potere dinamizzante ed energizzante, in tutte le condizioni di debolezza ed esaurimento fisico. In Cina lo zenzero fresco viene usato contro l’astenia e l’impotenza. E’ inoltre conosciuto per le sue proprietà stomachiche e quindi utilizzato nella digestione difficile ed in caso di aerofagia. Infine viene adoperato per la nausea e nella prevenzione delle chinetosi.
Tra le tante prelibatezze enologiche della Toscana una delle più sfruttate è senza dubbio quella del Vin Santo, vino tradizionale da fine pasto, divenuto famosissimo in tutta Italia e nel mondo con lo sventurato abbinamento cantuccini di Prato e Vin Santo. Dico sventurato perchè nella maggior parte dei casi, per star dietro alla moda, si servivano biscotti secchissimi e molto lontani dalla qualità di quelli originali dal sacchetto blu di “Mattonella” del forno Mattei a Prato e soprattutto si usava mescere vin santo liquoroso, reso cioè dolce dall’aggiunta di alcol e non dovuto al processo di appassimento delle uve in cantina.
Per ottenere un vino dolce ci sono infatti molti modi: quello utilizzato dal vinsanto Toscano tradizionale prevede la raccolta delle uve bianche (o anche rosse per la tipologia di Vin Santo Occhio di Pernice) e metterle ad appassire per 2-3 mesi in locali appositi detti appassitoio su stoie di canniccio oppure appeso su dei tralicci di ferro. Con il tempo e la ventilazione naturale, i grappoli perdono acqua e concentrano le sostanze zuccherine, acide e polifenoliche nell’acino. Quando vado a schiacciare (delicatamente!) queste uve dopo alcuni mesi ottengo un mosto dalla concentrazione zuccherina più alta del normale che viene fatto fermentare direttamente nei caratelli (piccole botti da invecchiamento tipiche toscane intorno ai 300 litri di capienza) grazie all’azione della “madre” del vinsanto ovvero una colonia di lieviti batteri e altri microorganismi che si tramandano di generazione in generazione (esattamente come la madre dell’aceto nelle acetaie Emiliane). Solo questi microorganismi sono infatti in grado di fermentare e di vivere in condizioni di solito mortali per lieviti comuni utilizzati per il vino standard.
Un evento da non perdere per tutti i gourmet ed anche per i più ghiotti, l’appuntamento è “All’ombra della Madonnina”,
La triglia non ha fiele ed ha un ottimo fegato, per cui è consigliabile non sventrarla (non per niente i nostri “cugini” francesi chiamano la triglia “beccaccia di mare”): semmai è consigliabile eliminare le branchie qualora fossero sporche di fango. Il periodo della pesca delle triglie è tutto l’anno, ma il migliore, qualitativamente, è sicuramente quello che copre per intiero i mesi di settembre ed ottobre.
La ricetta delle triglie alla Vernaccia che presento non è di per sè propria della Sardegna, ma lo diventa nella misura in cui andremo ad aggiungere alla ricetta base il pangrattato e la scorza di limone grattata, secondo un uso tipicamente cagliaritano, ma esteso a tutta l’isola.