Lasagne agli asparagi, per tenersi leggeri usando le verdure di stagione

Le lasagne in bianco, quelle cioè fatte senza utilizzare la salsa di pomodoro, per il loro aspetto sembrano meno accattivanti e gustose di quelle tradizionali. L’affetto che lega noi italiani alle lasagne al ragù è un gene caratteristico del nostro DNA.

Il piatto, forse più apprezzato della nostra cucina e tanto gradito anche dagli stranieri, si può fare in tanti modi, noi ne abbiamo già proposte alcune versioni (come le lasagne al pesto, le lasagne al pesce, o le lasagne ai carciofi), ma ciò non vuol dire che il sapore ne debba risentire!

Anche se catturano meno lo sguardo, le lasagne in bianco, sono delle ottime alternativea quelle al ragù. In previsione delle belle giornate primaverili, sostituiamo il grasso della carne con le verdure, e visto che la stagione è quella giusta, cuciniamo le lasagne agli asparagi.

“Germogli di primavera” a Treviso

La mostra mercato dell’asparago bianco di Badoere, del radicchio rosso trevigiano e del radicchio verdon ha aperto la rassegna dedicata alla gastronomia primaverile, così ricca e colma di sapori genuini, della provincia di Treviso: fino al 18 maggio 9 comuni diventeranno il palcoscenico di un’esclusiva tournée all’insegna del “buon gusto” che vede protagonisti i prodotti della campagna trevigiana che germogliano in primavera. Il nome “Germogli di Primavera” prende spunto dall’origine del nome dell’asparago che deriva dal greco aspharagus e dal persiano asparag che significano appunto germoglio.

Ospiti d’onore dunque due varietà di asparagi coltivati nel trevigiano: l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP e l’Asparago di Badoere IGP (Indicazione Geografica Protetta) titolo a loro conferito dalla Comunità Europea. L’Asparago Bianco di Cimadolmo è caratterizzato da un profumo e da un sapore delicati come le atmosfere di primavera e l’Asparago di Badoere, o Asparago del Sile perché la sua area di produzione si trova all’interno del Parco Regionale del fiume Sile, esiste sia nella versione bianca che in quella verde. Non mancheranno altri prodotti primaverili come ad esempio le fragole, la cui fragranza è un invito a preparare freschi dessert e insoliti risotti alle fragole.

Da citare inoltre è la presenza del radicchio rosso di Treviso IGP e del radicchio Verdon, colture tradizionalmente più legate al mondo contadino trevigiano e pilastri fondamentali dell’alimentazione delle popolazioni di questa zona. Germogli di Primavera è un’originale idea organizzata dal comitato Pro Loco UNPLI Treviso e sostenuta e finanziata dalla Provincia di Treviso e che ha come scopo quello di mettere insieme le principali feste tradizionali che celebrano ogni primavera il risveglio della natura.

Pasta alla Norma

pasta alla norma

Quello del titolo non è un errore, Norma va scritto con la lettera maiuscola perchè si riferisce alla Norma di Vincenzo Bellini, compositore a cui dedicato anche il teatro Massimo di Catania, città di origine di questa ricetta. La ricetta è stata quindi sicuramente dedicata a questa celebre opera, anche se le leggende sulle origini di questo nome sono molte. La Norma e Bellini a Catania sono sinonimo di eccelso e la pasta con la melanzana e la ricotta salata potrebbe essere così stata indicata come “eccellente”. Si dice però anche che sia stata battezzata così da un celebre commediografo, Nino Martoglio, il quale quando gli venne servito questo piatto esclamò: “Chista è una vera Norma!“, riferendosi anche lui all’opera di Bellini.

Gli ingredienti che costituiscono questa ricetta sono quelli tipici della regione siciliana, le melanzane, la ricotta salata ed i pomodori, perchè nonostante le sue origini siano da ricondurre alla città catanese, è diffusissimo in tutta la l’isola. Facile da preparare, è senz’altro una ghiottoneria. Non sapete prepararle? No problem, ci pensa Ginger&Tomato!

Ciambellone soffice all’acqua

ciambellone
Per accompagnare una bella colazione, per uno spuntino o una merenda nel primo pomeriggio o perché no?! per un leggero dopo cena, il ciambellone è il più semplice ma anche il più veloce dolce da fare in casa. Basta avere un robot da cucina, inserire tutti gli ingredienti, infornare e voilà il gioco è fatto. Le varianti del ciambellone sono infinite, basta dare libero sfogo alla fantasia e gli abbinamenti sono davvero innumerevoli. Tuttavia un ciambellone per essere davvero delizioso deve rispettare una caratteristica fondamentale: la sofficità. Chi non riesce a resistere ad un ciambellone appena sfornato soffice, soffice? La ricetta che vi proponiamo quest’oggi ha proprio questo segreto: la morbidezza
Ciambellone soffice all’acqua (ingredienti per sei persone)
  • 3 uova
  • 240gr di zucchero
  • 130gr di acqua
  • 1 bustina di vanillina
  • 250gr di farina 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pugnetto di uvetta
  • 1 cucchiaio di cacao amaro
  • 120gr di olio di semi di mais o di oliva leggero

Una piccola guida per evitare sprechi di frutta e verdura

L’aumento del costo dei generi alimentari, non rende contento nessuno. Dovendo stringere la cinghia ed evitare spese superflue, che quasi sempre ricadono sui momenti di svago, viaggi, cinema ecc., siamo diventati tutti più accorti.

Siamo più attenti a molte cose a cui prima non facevamo neanche caso. Oggi ricerchiamo le offerte ed i prezzi più convenienti, evitiamo di comprare più del necessario e soprattutto ci rendiamo conto degli sprechi che molte volte ci sono nelle nostre cucine.

I maggiori sprechi che si verificano all’interno delle nostre case, riguardano soprattutto la frutta e la verdura, alimenti freschi, più difficili da conservare per lunghi periodi. Vi proponiamo una piccola guida, con delle indicazioni da seguire prima al momento dell’acquisto e poi al momento della conservazione degli ortaggi, che potranno aiutarvi ad evitare qualche spreco.

I mille usi dello zenzero

Lo zenzero, parente stretto delle orchidee, è una pianta erbacea perenne, con portamento eretto, che può raggiungere il metro e mezzo di altezza e ha una radice detta rizoma: originario dell’Asia meridionale, è coltivato in tutte le aree equatoriali con clima monsonico. Annualmente, lo zenzero emette, direttamente dalla radice, uno stelo simile alla canna da zucchero, con foglie strette a forma di lancia. La fioritura è formata da una infiorescenza con l’aspetto di una spiga, composta di fiori bianchi, verde pallido o giallini. Il rizoma viene estratto dopo la fioritura quando la pianta ingiallisce.

Lo zenzero viene utilizzato in Oriente da millenni, sia per aromatizzare e insaporire i cibi, sia come rimedio medicamentoso per svariati disturbi. In Thailandia vengono applicate compresse e impacchi di radice di zenzero, pestata e mescolata con altre erbe, per gli stati dolorosi e le rigidità muscolari e per traumi, quali strappi e stiramenti, ematomi e contusioni. Lo zenzero è anche impiegato per i disturbi circolatori e per il suo potere dinamizzante ed energizzante, in tutte le condizioni di debolezza ed esaurimento fisico. In Cina lo zenzero fresco viene usato contro l’astenia e l’impotenza. E’ inoltre conosciuto per le sue proprietà stomachiche e quindi utilizzato nella digestione difficile ed in caso di aerofagia. Infine viene adoperato per la nausea e nella prevenzione delle chinetosi.

Vin Santo Toscano: come si produce?

vin santo burde

Tra le tante prelibatezze enologiche della Toscana una delle più sfruttate è senza dubbio quella del Vin Santo, vino tradizionale da fine pasto, divenuto famosissimo in tutta Italia e nel mondo con lo sventurato abbinamento cantuccini di Prato e Vin Santo. Dico sventurato perchè nella maggior parte dei casi, per star dietro alla moda, si servivano biscotti secchissimi e molto lontani dalla qualità di quelli originali dal sacchetto blu di “Mattonella” del forno Mattei a Prato e soprattutto si usava mescere vin santo liquoroso, reso cioè dolce dall’aggiunta di alcol e non dovuto al processo di appassimento delle uve in cantina.

Per ottenere un vino dolce ci sono infatti molti modi: quello utilizzato dal vinsanto Toscano tradizionale prevede la raccolta delle uve bianche (o anche rosse per la tipologia di Vin Santo Occhio di Pernice) e metterle ad appassire per 2-3 mesi in locali appositi detti appassitoio su stoie di canniccio oppure appeso su dei tralicci di ferro. Con il tempo e la ventilazione naturale, i grappoli perdono acqua e concentrano le sostanze zuccherine, acide e polifenoliche nell’acino. Quando vado a schiacciare (delicatamente!) queste uve dopo alcuni mesi ottengo un mosto dalla concentrazione zuccherina più alta del normale che viene fatto fermentare direttamente nei caratelli (piccole botti da invecchiamento tipiche toscane intorno ai 300 litri di capienza) grazie all’azione della “madre” del vinsanto ovvero una colonia di lieviti batteri e altri microorganismi che si tramandano di generazione in generazione (esattamente come la madre dell’aceto nelle acetaie Emiliane). Solo questi microorganismi sono infatti in grado di fermentare e di vivere in condizioni di solito mortali per lieviti comuni utilizzati per il vino standard.

Patate, quale varietà usare per le vostre ricette

Patate, quale varietà usare per le vostre ricette

Le patate, sempre presenti in ogni dispensa, sono probabilmente uno degli alimenti più versatili, da utilizzare in diversi tipi di ricetta e per diverse portate. Ma le patate non sono tutte uguali, ne esistono diverse varietà ed ognuna ha le proprie caratteristiche; imparare a conoscerle vuol dire anche saper scegliere la patata giusta per ottenere il risultato migliore.

Le più comuni sono quelle gialle: la loro polpa non è farinosa e sono perfette per essere usate da fredde nelle insalate, ma anche al forno o fritte. Quelle con la polpa bianca invece si sfanno molto più facilmente: da usare quindi in tutte quelle ricette in cui le patate devono essere schiacciate, passate o frullate, come gli gnocchi, gli sformati o le frittelle. Poi ci sono le novelle, riconoscibilissime per le loro dimensioni ridotte; la loro polpa è particolarmente dolce e vanno cotte con la buccia ed intere. Perfette per essere cotte arrosto.

Visto che stiamo andando incontro alla bella stagione la ricetta che vi proponiamo per cucinare le vostre patate è un’insalata di patate: quali saranno quindi le patate da utilizzare? Quelle a polpa gialla ovviamente!

Cucinare con le patate: Rösti alla svizzera

Alla base dei rósti troviamo la patata, la cui composizione varia a seconda del tipo di cottura, e quindi varia anche la sua digeribilità. I rosti sono un piatto tipico della cucina svizzera, viene attualmente servito come contorno anche se nasce come colazione dei contadini del canton Berna. E’ a base di patate ma sempre più spesso vengono aggiunte cipolle, mele o pancetta come la ricetta che vi presentiamo.
Rosti alla svizzera (ingredienti per sei persone)
  • 1kg patate medie
  • 60gr burro
  • 100gr pancetta tagliata a dadini
  • 1 cipolla tritata finemente
  • sale e pepe q.b.

Almond Cake, la torta di mandorle all’americana

Il mandorlo è una pianta originaria dell’Asia, ma il merito di averla piantata e diffusa nel territorio italiano va tutto attribuito ai Romani, che da veri buongustai, apprezzavano il seme di questa pianta, dalla forma allungata e di color avorio, la mandorla.

Chissa però quanti bocconi amari avranno dovuto mandar giù prima di diffondere l’albero di mandorle, infatti, la mandorla dolce, quella che usiamo abitualmente in cucina, ha una sorella, la mandorla amara, che viene usata prevalentemente in farmacia o per la produzione di profumi.

La mandorla oggi è un ingrediente insostituibile della pasticceria mediterranea, la pasta di mandorle, ad esempio, è un elemento che viene usato nella pasticceria francese e tedesca, come in quella siciliana.

Dalla Sardegna: Triglie alla vernaccia

Le triglie di scoglio si riconoscono facilmente poichè hanno un bel colore rosso vivo, talvolta 3 o 4 linee orizzontali gialle lungo i fianchi e, unico segno sicuro, delle strisce rosso-brune sulla prima pinna dorsale, quella cioè più vicina alla testa. Le triglie di fango o di rena, invece, sono inferiori quanto a qualità, ma si possono utilizzare per fare dei sughi per la pasta e per insaporire le zuppe; inoltre, sono la varietà da utilizzare se vogliamo friggerle, comprese quelle assai piccole che si pescano da metà agosto alla prima decade di settembre.

La triglia non ha fiele ed ha un ottimo fegato, per cui è consigliabile non sventrarla (non per niente i nostri “cugini” francesi chiamano la triglia “beccaccia di mare”): semmai è consigliabile eliminare le branchie qualora fossero sporche di fango. Il periodo della pesca delle triglie è tutto l’anno, ma il migliore, qualitativamente, è sicuramente quello che copre per intiero i mesi di settembre ed ottobre.

La ricetta delle triglie alla Vernaccia che presento non è di per sè propria della Sardegna, ma lo diventa nella misura in cui andremo ad aggiungere alla ricetta base il pangrattato e la scorza di limone grattata, secondo un uso tipicamente cagliaritano, ma esteso a tutta l’isola.