Laudemio, l’olio extravergine di qualità

Laudemio, l’olio extravergine di qualità

Così come per i vini anche per l’olio extra vergine esistono qualità più o meno pregiate. Uno degli oli più rinomati è il Laudemio, un olio nobile che ha le radici nella mia regione, la Toscana. E’ prodotto dai casati più antichi ed il nome stesso significa qualcosa di eccelso: laudemio infatti deriverebbe da “laudatio“, latino, parola che sta a rappresentare un elogio, un omaggio agli dei. Nel MedioEvo invece il laudemio era il tributo che i vassalli dovevano ai loro signori ed era costituito generalmente dal prodotto migliore della loro terra.

In Toscana gli ulivi fanno parte della nostra campagna e dei nostri paesaggi, forse più che in ogni altra regione e qui si producono non solo tanti oli, ma anche oli di qualità. Nel 1990 alcuni dei produttori di laudemio si sono riuniti in un consorzio, il Consorzio del Laudemio appunto, i cui associati seguono regole precise sulla raccolta e la frangitura delle olive.

Il laudemio è prodotto dagli olivi della Toscana centrale e tende ad avere un colore verdastro ed un profumo molto intenso. Le regole da seguirlo come abbiamo già detto sono molto severe: deve essere prodotto in una zona geograficamente precisa, gli oliveti devono essere classificati in base al terreno e l’intero processo produttivo è controllato.

La tartare di tonno: un antipasto internazionale

Oggi vi presentiamo un grande classico tra gli antipasti della cucina internazionale. La tartare (meglio conosciuta come bistecca alla tartara) è sostanzialmente una polpettona di carne cruda condita in vari modi. Può essere fatta con diverse varianti, con verdure, con pesce o con carne. Noi di Ginger oggi vi proponiamo una tartare a base di tonno. Il tonno infatti è tornato sulle nostre tavole in versione fresca e non più nelle scatolette e pertanto questa ricetta, da servire non solo come antipasto, restituisce dignità ad un pesce che per troppo tempo è entrato nelle nostre case solo in versione “scatoletta” dimenticandoci di quanto è invece molto buono il tonno fresco
Tartara di tonno (ingredienti per 4 persone)
  • 400gr di tonno freschissimo
  • qualche foglia di lattuga
  • 3 cucchiai di olio d’oliva extra-vergine
  • 4 tuorli
  • 1 scalogno
  • 1 limone
  • 1 ciuffetto di erba cipollina
  • sale e pepe

Penne al pesce spada e melanzane. Ovvero quando l’aroma della menta incontra il profumo del mare

La mitologia greca narra di una bellissima ninfa degli inferi di nome Menta o Myntha, concubina di Ade, re degli inferi, che scaturì la gelosia e l’ira della moglie di questi, Persefone, quando la minacciò con un discorso finemente allusivo alle proprie capacità erotiche. Persefone adirata di tanta insolenza la fece a pezzi, ed Ade, a quel punto, le cocesse di trasformarsi in un erba profumata, la menta.

Com’è buono il profumo di questa pianta. Mi vengono in mente le passeggiate estive, lungo i sentieri che portano al mare, e le folate di vento che trascinano il profumo di menta, che subito cattura la mia attenzione, e di me che abbasso lo sguardo e cerco di trovarla ai bordi della strada.

La menta gode di mille virtù, ottima in cucina per profumare le pietanze, in medicina come digestivo e antispasmodico, ed in cosmesi, nella quale si utilizza il mentolo, per la preparazione di profumi e cosmetici.

Cibo in tv: Panino Amore Mio

Cibo in tv: Panino Amore Mio

Qualche giorno fa mentre facevo un po’ di zapping tra le trasmissioni in stile Chi vuol esser Milionario del tardo pomeriggio, sono capitata su Rai Sat Gambero Rosso Channel, il canale 410 di Sky, dedicato al cibo, alla gastronomia e al buon gusto in generale. Mi sono imbattuta in un programma carino ed interessante ed ho pensato di segnalarvelo: si chiama Panino Amore Mio, dura appena mezz’ora e va in onda tutti i giorni alle 15.00 (dovrebbe andare in replica anche la mattina alle 9.30).

In questa trasmissione condotta da Marco Bolasco un po’ diversa dai soliti programmi sulla cucina, grandi chef si confrontano con l’esempio forse più semplice e più comune, forse anche più sottovalutato, della cucina, il tradizionale panino e cercano di dimostrare come con la creatività e i giusti ingredienti anche tra due fette di pane è possibile realizzare un “piatto” di alta cucina.

Nella puntata che ho seguito io Maurizio Santin preparava un panino di spiedini di capesante con pancetta affumicata, salsa tandoori e lattughino, tanto per darvi un’idea di che tipo di panini si preparano. Ovviamente queste ricette di panini derivano da piatti che gli chef cucinano nei loro ristoranti riadattati per portarli ad un pic nic.

Cucinare le patate: provate con le mandorle

La ricetta che vi presentiamo quest’oggi vede un connubio equilibrato nell’accostare le madorle alle patate. Le mandorle sono un frutto molto nutriente, energetico, riequilibrante del sistema nervoso, rimineralizzante, antisettico e più digeribile se leggermente tostato. Contengono calcio, ferro e l’emulsina, un enzima che agevola la digestione delle patate. Tuttavia il piatto così preparato, comunque, non è facilmente digeribile ma può tranquillamente sostituire un primo piatto. Ricordiamo infatti che le patate contengono il 18% di carboidrati: un etto di patate crude sviluppa 80 Kcal.
Patate con le mandorle (ingredienti per 4 persone)
  • 500gr patate
  • 70gr mandorle pelate
  • 2 uova
  • 3 cucchiai farina bianca
  • 5 cucchiai olio di mais o di girasole
  • 2 fette pane casareccio ammorbidite in 1/2 bicchiere di brodo vegetale
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 1/4 di litro acqua calda
  • sale q.b.

Bimbi felici se in tavola ci sono i Panzerottini

Cucinare per i bambini non è sempre un’impresa facile! Sono molti gli alimenti che non gradiscono e poi farli restare fermi a mangiare, seduti in tavola con le posate tra le mani non è affatto semplice.

Tra i miei ricordi d’infanzia, mi tornano alla memoria certi pomeriggi passati in casa con cugini e zii a divertirci a preparare i Panzerottini! Quei soffici e gustosissimi piccoli calzoni, ripieni di ogni ben di Dio.

Ricordo che era un momento molto divertente e piacevole, cucinavamo tutti riuniti, ridendo e scherzando, quello che poi avremmo mangiato la sera, contenti di averlo preparato con le nostre mani e di poterlo mangiare con esse.

Ravioli di ricotta burro e salvia: un condimento semplice ma gustoso

Piatto della tradizione italiana, i ravioli conditi con burro e salvia rappresentano la semplicità più raffinata per gustare al massimo il ripieno di magro. Questo piatto può costituire un vero e proprio piatto unico, ideale per un pranzo primaverile o estivo; per renderlo più equilibrato noi di Ginger sconsigliamo l’aggiunta del tuorlo d’uovo nel ripieno, che può essere realizzato anche con l’aggiunta di ricotta di capra, più magra ma dal sapore più forte. La ricotta è comunque sconsigliata in caso di iperlipemia e ipercolesterolemia; avendo un discreto contenuto di proteine ricche di amminoacidi essenziali, non va consumata insieme ad altre proteine di origine animale.
Ravioli di ricotta con erba cipollina (ingredienti per 4 persone)

Per la pasta:
per il ripieno:
  • 300gr di ricotta freschissima
  • 60gr di erba cipollina
  • 1 tuorlo
  • 1 punta di noce moscata
  • sale e pepe q.b.
Per il condimento:

Cieche alla pisana, gustose e misteriose

Le cieche, chiamate in dialetto cèe, sono gli avannotti delle anguille che dal mare tentano di risalire i fiumi: si pescano quindi alle foci dei fiumi (in Toscana nella Magra, nel Burlamacca a Viareggio, nel Serchio, a bocca d’Arno, nel Cecina a Castiglione della Pescaia, nell’Ombrone) di notte, nei mesi freddi da dicembre a febbraio, con una rete chiamata “ripaiola” o “cerchiaia”. Si pescano, ma non si dovrebbero pescare, perchè dal 1984 la pesca delle cieche è vietata in Toscana e dal 1987 in tutta Italia.

Le cieche che si trovano sul mercato, dunque, dovrebbero essere tutte di allevamento e provenienti soprattutto da Spagna e Francia: i buongustai però sostengono che non siano così buone come quelle locali, e che inoltre abbiano una lisca più consistente.

Un ultimo accenno, prima di passare alla ricetta, circa il ciclo dell’anguilla: il suo ciclo di vita resta infatti a tutt’oggi misterioso, poichè è sicuro che l’anguilla viva in acqua dolce, ma è altrettanto sicuro che partorisca e muoia in mare: il fatto è che non si sa dove, perchè in mare non sono mai state trovate le anguille che a migliaia dovrebbero andare a deporre le uova!

Casey’s Jr. I migliori Hot Dog di Disneyland

Il nome Disney sembra essere curiosamente legato a quello di Casey.
Casey Jr. train ride è il trenino del lungometraggio animato Dumbo, l’elefante volante. Ed è una delle attrazioni più vecchie dei parchi Disney. Il primo esemplare di trenino elettrico vide la luce addirittura nel 1955 nel primo parco a tema Disneyland ad Anaheim in California. L’attrazione attraverso gli anni è passata negli altri parchi come quello di DisneyWorld in Florida, di Tokio Disneyland, in Giappone, fino ad arrivare al più recente Hong Kong Disneyland. Originariamente era un trenino su rotaia, reso celebre dal buffo faccione animato del treno, dall’espressione sorridente, molto amato dai bambini. Era apparso nelle sale con Dumbo nel 1941 e più recentemente compare in Bug’s Life.

Nell’evoluzione avuta nei parchi Disney, come Disneyland Paris, l’attrazione di Casey’s si chiama Le Petit Train du Cirque e si trova nella parte Nord Est di Fantasyland, in una zona quasi nascosta, dietro la ferrovia del Disneyland Railroad.

Ma c’è anche un’altra attrazione con questo nome, dentro Disneyland Parigi. Non è un trenino ma un ristorante, situato all’angolo occidentale della Main Street, con vista sul castello incantato. Si chiama appunto Casey’s Corner. E’ un ristorante a tema, dedicato ad un eroe del baseball (la cui statua la trovate accanto alla porta d’entrata) ed è pieno di memorabilia sui leggendari campioni di questo sport. Lo stile è quello dei chioschi dei primi del 900′ che si affacciavano sui parchi dei bambini, ed in effetti, a Disneyland l’amosfera è davvero perfetta.

Come si annusa un vino. I segreti dei Sommelier

Molto spesso avrete visto in TV le esibizioni di Albanese e le sue dissacranti prese in giro del mestiere di noi sommelier. Ovviamente piacciono anche a noi perchè ci permettono di capire quali sono gli aspetti del nostro lavoro che maggiormente colpiscono e affascinano il pubblico e quali invece sono le parti che ci espongono al ridicolo. Di sicuro l’annusare un vino e cominciare a descrire gli aromi più disparati è pratica comune e quella che rimane più impressa anche perchè appare purtroppo spesso molto distante da quanto effettivamente ci pare di annusare nel nostro bicchiere!

In realtà i sommelier partono sicuramente avvantaggiati in quanto una serie ripetuta di assaggi di una tipologia di vino permettono di ricordare alcuni aromi tipici di un certo vitigno o di una certa zona e vengono a volte nominati per abitudine più che per effettiva presenza in quel momento nel bicchiere. Per esempio, la viola nel Chianti Classico, il peperone verde nel Cabernet e la cosiddetta “pipì di gatto” nel Sauvignon Bianco sono alcuni sentori che un sommelier in genere enuncia a prescindere dal fatto che siano davvero così evidenti nel bicchiere che sta degustando.
Altro aspetto che differenzia i Sommelier dalle persone “normali” (nel senso di sane di mente…) è l’allenamento che fanno ogni giorno per associare ad ogni traccia di molecola odorosa nel vino un corrispondente nome. Questa è un’attività in realtà più complessa di quello che sembri in quanto nel nostro cervello, come cerco di spiegare in questo breve podcast, la memoria olfattiva che ci permette di capire che un certo profumo è quello ad esempio di “fragola” (sistema limbico) è archiviata in una zona molto diversa dal lobo che racchiude le funzioni legate al linguaggio.

Insalata Waldorf Astoria: un mix sapiente di verdura e frutta

Finalmente è arrivata la primavera e con essa l’esigenza ed il desiderio di cominciare ad alleggerire la nostra alimentazione introducendo sempre più dei piatti freschi a base di verdura e frutta. Le insalate pertanto, arricchite di alimenti gustosi, possono rappresentare una valida alternativa per perdere qualche chilo senza rinunciare ai sapori. Questa insalata, molto raffinata, prende il nome dal celebre albergo di New York. Ingrediente principale è il sedano rapa, uno stimolatore delle ghiandole surrenali e sessuali, utile anche nelle malattie polmonari e di fegato; ha inoltre proprietà dimagranti (che non è poco!).

Qui è abbinato alla mela, che ha molte virtù gastronomiche e terapeutiche: è ad esempio un tonico muscolare, fortifica il sistema nervoso, è diuretica, antireumatica; è un ottimo antisettico intestinale ed è uno dei pochi frutti che non favorisce le fermentazioni intestinali. È utile anche ai denti e alle gengive che pulisce e fortifica grazie all’acido ossalico. Questa ricetta è poco calorica, adatta come antipasto o come contorno.
Insalata Waldorf Astoria (ingredienti per 4 persone)

Frittata di bottarga rinascimentale

Le uova di pesce non sono usate spesso nel ruolo di protagoniste culinarie, eppure esistono ricette assai ghiotte in cui possono essere adoperate: inoltre a loro favore giocano sia la facile reperibilità, sia il costo tutto sommato abbordabile, sia le credenze sui prodotti afrodisiaci. Così le uova di pesce, oltre ad essere degustate a crudo- pensiamo al caviale– semplicemente salate e stagionate oppure seccate, compresse e sottoposte ad una lieve affumicazione, come per le bottarghe, diventano anche l’ingrediente di piatti particolarmente raffinati.

Nel 1450 Maestro Martino da Como nel suo trattato gastronomico Libro de arte coquinaria spiega come “…fare el Caviaro d’ova di storione et etiamdio cocerlo…”. Il caviale è stato, fino al 1940, un alimento mediterraneo. Veniva infatti prodotto a partire dalle uova degli storioni che, ancora in quell’anno, erano tutt’altro che rari alla foce del Po. Gli storioni corsero un serio rischio di estinzione durante il secondo conflitto mondiale, poichè vennero decimati dalle bombe che avrebbero dovuto distruggere i ponti sul fiume: soltanto oggi stanno lentamente tornando a ripopolare quelle acque, anche se seriamente ostacolati dall’inquinamento.

Eccovi dunque la ricetta di Maestro Martino nella sua forma originale: una superba, opulenta, quattrocentesca frittata di bottarga!

I dieci migliori cibi disintossicanti

I dieci migliori cibi disintossicanti
L’arrivo della stagione primaverile è senza dubbio il momento migliore per rimettersi in forma e darsi una “ripulita”, a maggior ragione se state pensando di mettervi a dieta (una dieta detox è molto indicata in alcuni momenti dell’anno) in previsione dell’estate e soprattutto e dei costumi. Per farlo il primo passo è mangiare “pulito”, quindi aggiungete gli alimenti che vi suggeriamo alla vostra lista della spesa e ne trarrete senza dubbio evidenti benefici: grazie ai liquidi vi depurerete, con le fibre vi sgonfierete e con i giusti alimenti potenzierete gli enzimi del fegato, che facilitano l’azione disintossicante.
Ecco a voi i Top 10 alimenti per disintossicarvi:
  • Ortaggi a foglia verde: mangiateli crudi, metteteli nel brodo, aggiungeteli ai succhi e ai frullati. La loro clorofilla vi aiuta ad eliminare le tossine (come metalli pesanti, pesticidi) e protegge il fegato.
  • Limoni: una fresca limonata è l’ideale per ripulirvi ed aiutare il vostro organismo a liberarsi. La vitamina C che contengono i limoni è considerata un vitamina disintossicante, ed aiuta a convertire le tossine in sostanze solubili cosicchè il vostro organismo possa disfarsene più facilmente.