Nella botte piccola c’è l’Aceto buono …

Una vola si usava destinare alla produzione dell’aceto il vino guasto, il vino cioè che era stato attaccato dai batteri acetici e aveva preso appunto lo spunto acetico. Così dal vino si passa all’aceto, che oltre a conservare alcune caratteristiche del vino, si arricchisce di altri aromi, derivati dalla fermentazione acetica.
Oltre che dal l’uva, l’aceto può esser prodotto dalla fermentazione acetica di altri frutti, come ad esempio le mele, da cui si possono ottenere dei tipi di aceto con delle particolarissime proprietà organolettiche.
La tradizione italiana è custode da lunghissimo tempo di uno degli aceti, se non forse l’Aceto, con la a maiuscola, più buono e più conosciuto al mondo: l’Aceto Balsamico, prodotto esclusivo delle province di Modena e Reggio Emilia, questo tipo d’aceto si differenzia dall’aceto di vino, perché ottenuto da mosto cotto, ricco quindi di sostanze zuccherine, e non da vino, ricco invece di alcol.

La creme brulè: tutto il gusto di un dolce molto raffinato


La scorsa settimana vi abbiamo parlato del vin brulè, quest’oggi vogliamo continuare la rassegna dei dolci per così dire bruciati parlandovi della squisita ed irresistibile creme brulè. Anch’essa come il vino deve il suo nome ad una abbrustolitura sulla sua superficie che sembra caramello ma in realtà è zucchero di canna. Le origini della creme brulè non sono chiare: la maggior parte delle fonti sono d’accordo nel ritenere che questa crema sia di origini francesi e le prime tracce risalirebbero al 1691 all’interno di un ricettario.

Molte però sono le tracce di questo dolce in Europa: pensate che al Trinity College di Cambrige dal lontano 1879 si è presa l’abitudine a servire la creme brulè con impresso, nella parte superiore del dolce, il marchio della scuola. Tuttavia la diatriba se la creme brulè sia spagnola o francese c’è ancora in quanto troppe sono le similitudini tra la crema catalana (spagnola appunto!) e la crema bruciata.

Gli spagnoli rinnegano tuttavia qualsiasi tipo di imparentamento con questa seconda crema e le differenze sono soprattutto di cottura: la crema catalana viene cotta al fornello mentre la creme brulè per essere chiamata così viene cotta in forno a bagnomaria. Ma vediamo come è possibile preparare una creme brulè con i fiocchi.

Un’idea simpatica per una serata spensierata, gli Spiedini di funghi Champignon

Le sere diventano più calde, ed è piacevole incontrarsi con gli amici in casa, sedersi fuori e fare quattro chiacchiere sorseggiando una birra o un bicchier di vino, o, magari, per chi ha un terrazzo o un giardino organizzare una piccola festicciola per pochi affezionati.
In queste occasioni, fa sempre comodo conoscere delle nuove ricette semplici e sfiziose da proporre agli ospiti per potergli dare qualcosa da mettere sotto i denti tra una chiacchiera e l’altra.
Ho rispolverato una vecchia ricetta, sperimentata qualche anno fa per la prima volta, ed adesso diventata molto frequente nella mia cucina, quando gli ingredienti lo consentono, e la ho revisionata per renderla più adatta ad una festa informale, magari in stile finger food: gli Spiedini di funghi Champignon.

Frutta flambè, buona e scenografica!

Frutta flambè, buona e scenografica!

Vuoi mettere lo stupore e l’ammirazione con cui potrebbero guardarti i vostri invitati se a fine cena al momento del dessert vi esibiste nella preparazione di frutta flambè, con tanto di fiamme e spadellate? Scherzi a parte, il tocco flambè non solo conferisce alla vostra cena una certa eleganza e raffinatezza, ma permette anche di enfatizzare il sapore delle vostre portate.

Esistono appositi accessori per fiammeggiare: ad esempio sono in commercio fornelletti simili a quelli usati per preparare le fondute. In realtà per cuocere flambè potete usare una normalissima padella, meglio se non antiaderente: a proposito attenzione ad usare cucchiai di metallo se non volete fare una fonduta di mestolo, nel caso della plastica, o accendere un barbecue, con un cucchiaio di legno.

Attenzione al liquore che userete: dosatene bene la quantità e curatene la scelta. Nel caso delle frutta flambè il più usato è il rhum, ma potete puntare anche su liquori più dolciastri e profumati, come un Curacao o un Grand Marnier, un Cointreau o un Maraschino. Sono utilizzati anche Calvados, Cognac, Armagnac. e brandy. Mi raccomando prendete le dovute precauzioni e non accendete la cappa mentre fiammeggiate. Se volete esaltare ancora di più l’effetto scenografico aggiungete un paio di cucchiai, non di più, di alcool puro.

Cominciamo a sfiammeggiare con una ricetta semplicissima, le banane flambè.

La pasta frolla: una base dolce per piccola pasticceria e non solo

Il nome pasta frolla rivela già le sue caratteristiche: deve riuscire infatti friabile, sciogliersi in bocca, senza mai essere troppo dura oppure eccessivamente molle ed elastica. Toglietela dal forno quando apparirà ben dorata ma ancora morbida: diventerà croccante non appena si sarà completamente raffreddata. La pasta frolla è indubbiamente più semplice della sfoglia, ma è importante seguire con scrupolo tutte le indicazioni, soprattutto per quanto riguarda i dosaggi indicati.

Una delle condizioni essenziali per la sua buona riuscita è che l’impasto non sia troppo lavorato, sia per conferirgli quella friabilità che lo rende appunto “frollo“, sia per evitare che si sbricioli durante la lavorazione. È bene inoltre impastare gli ingredienti con le mani molto fredde per non scaldare il burro, lavorando preferibilmente su una superficie di marmo o d’acciaio. In alcuni ricettari vengono indicati eventuali grassi sostitutivi del burro, ma per ottenere la vera pasta frolla il burro resta un ingrediente di cui non si può fare a meno.

È inoltre necessario che questo condimento sia di ottima qualità e molto fresco. Se si vuole ottenere una pasta frolla più leggera è possibile sostituire il burro con un pari quantitativo di ricotta romana freschissima; la pasta risulterà un po’ meno friabile ma con una ridotta presenza di grassi. Per ottenere una pasta frolla più raffinata si consiglia poi di sostituire lo zucchero semolato con un analogo quantitativo di zucchero a velo; si otterrà così un impasto particolarmente adatto alla piccola pasticceria. Va infine ricordato che la pasta frolla deve essere aromatizzata con buccia di limone grattugiata o, più raramente, con l’aggiunta di poco liquore.

Bocconcini di vitello in umido, nobile tradizione popolare

Con il nome bocconcini, in cucina, si indicano generalmente delle piccole porzioni che possono esser mangiate in un unico boccone. Questo termine è usato molte volte nei ristoranti per insignire un’aria più altolocata al popolarissimo spezzatino.

Come si dice, noblesse oblie, gli obblighi della nobiltà! Comunque, a parer mio quando si tratta di pietanze, le differenze di classi si annullano, attorno alla tavola siamo tutti uguali, come sempre del resto, e forse bisognerebbe ricordarlo a qualcheduno che cammina per strada con la punta del naso rivolta all’insù.

Ma non è di questo che volevo parlarvi, torniamo al nostro argomento preferito, la cucina! A voi oggi una ricettina, che veloce, di certo non posso definire, ma gustosissima e molto tradizionale nelle sue mille varianti, lo Spezzatino o Bocconcini di vitello in umido.

Le virtù della cipolla

La cipolla è originaria dell’Asia dove era molto apprezzata dagli Egiziani che la raffigurarono persino nelle loro tombe, e fu introdotta in Europa dai Greci.Trattasi di una pianta biennale che il primo anno immagazzina nel bulbo le sostanze nutritive per utilizzarle poi, l’anno successivo, per lo sviluppo dell’asse fiorale. Esistono diverse varietà di cipolle: alcune si raccolgono in primavera ed altre nel periodo autunno-invernale; possono variare per la forma, per il colore (giallo-paglierino, rosso e bianco), per la dimensione del bulbo e per il sapore. Per conservarle è consigliabile tenerle in un ambiente fresco ed al buio (non in frigorifero).

Le cipolle non sono soltanto un condimento, si prestano anche ad ottime preparazioni che sono dei veri e propri piatti molto saporiti. Se volete rendere le cipolle meno acri e più digeribili, immergetele già affettate nell’acqua o aggiungendo un po’ di zucchero durante la cottura. Consumate cotte, infatti, le cipolle conservano in gran parte alcune delle loro proprietà; sono però controindicate, specialmente se crude, per chi soffre di iperacidità e di ulcera gastrica.

La cipolla possiede molte virtù benefiche: l’azione antibiotica del suo succo, applicato esternamente, è stata dimostrata su vari batteri cause di infezioni della pelle; è espettorante, dato che lo sciroppo di cipolla con un po’ di miele è un rimedio ideale per le affezioni respiratorie, mentre il brodo di cipolla decongestiona la faringe ed è molto utile in caso di tonsillite. Ha anche valore d’ipotensore, diuretico, depurativo: si consiglia a chi soffre di trombosi perché fluidifica il sangue e ne facilita la circolazione. E’ vermifuga ed ipoglicemizzante: abbassa cioè il livello di glucosio nel sangue permettendo di ridurre le dosi di insulina o di farmaci specifici.

Biryani d’agnello, dalla cucina indiana un piatto unico ricco e sostanzioso

Biryani d’agnello, dalla cucina indiana un piatto unico ricco e sostanzioso

In India la mucca è un animale sacro e non può essere mangiato; in compenso nella loro cucina numerose ricette contemplano la carne d’agnello. Una di queste è il biryani, una specie di curry ma un poco più asciutto, in cui il riso accompagna la carne e le verdure. E’ un piatto diffusissimo in India, ma anche in Bangladesh e Pakistan ed il suo nome deriva dalla lingua persiana in cui “beryan” significava fritto o tostato.

Esistono diversi tipi di biryani, da quello vegetariano a quello che contempla l’uso della carne di pollo al posto dell’agnello. La ricetta che vi presentiamo noi di Ginger è quella del classico biryani con l’agnello, che poi potrete tanquillamente modificare a vostra fantasia. I piatti unici della cucina indiana vanno bene anche per mantenere la linea nonostante quello che si può pensare, perchè l’abbondanza di spezie favorisce la digestione e poi perchè un piatto unico sazia subito.

BIRYANI DI AGNELLO (Ingredienti per 4 persone)

La Sicilia “alternativa” del vino, quella che piace a me : i bianchi


Adesso mi attirerò un po’ di antipatie, ma approfittando della grandissima e meritoria manifestazione di degustazione vino organizzata da Andrea Formigli della Vinoteca Al Chianti, domenica scorsa ho utilizzato la domenica di sole fiorentino per andare ad assaggiare qualche vino interessante. Come sempre in questi eventi il numero delle etichette altissimo (ben TRECENTOSETTANTADUE) scoraggia un assaggio casuale dettato dalle voglie del momento, ma esige una certa programmazione. Avendo a disposizione già da qualche giorno il catalogo dei vini presenti, ho deciso che mi sarei concentrato sulla Sicilia, soprattutto perchè in genere di questa regione si trovano solo banali e scontatissimi Nero d’Avola che mirano solo a solleticare il naso con profumi dolci e fruttati molto intensi e ammalianti ma che presto stancano, soprattutto per la poca duttilità nell’abbinamento cibo-vino.

Per i bianchi invece il problema semmai sono vini un po’ troppo alcolici e giocati sempre sul frutto giallo/fiore giallo (ginestra e pesca in genere) da uve grillo e inzolia o chardonnay pesanti e ricchissimi di profumi tropicali spesso un po’ stucchevoli.
Invece domenica scorsa ho trovato a distanza di pochissimi assaggi, anzi praticamente accanto come vedete dalla foto, 4 esempi di vino bianco siciliano da prendere a modello per non stancare i palati sempre più esigenti.

L’Insalata di riso integrale con fagioli, un piatto fresco e colorato

Iniziano le giornate di sole, il teporino della primavera e i primi sintomi del caldo! La voglia di mangiare piatti caldi diminuisce, così come la voglia di passare molto tempo in cucina. Così siamo alla ricerca di ricette fresche e rapide da cucinare, che allo stesso tempo siano gustose e nuove.

Ebbene, cosa c’è di meglio di una bella insalata di riso? Facile da preparare, da mangiare fredda e con il vantaggio che se ne facciamo in abbondanza ci assicuriamo il pasto anche per il giorno a venire. Una mia personale variante alla classica insalata di riso è l’ Insalata di riso integrale con fagioli.

Insalata di riso integrale con fagioli (ingredienti per 4 persone)
  • 300gr di riso integrale
  • 100gr di fagioli rossi Kidney
  • 100gr di fagioli Cannellini
  • 8 pomodorini Pachino
  • 1 carota media
  • 1 cipolla
  • qualche foglia di basilico
  • olio extravergine d’oliva
  • sale e pepe

La Cina in cucina: tagliatelle dei dieci tesori

In Cina esistono tre tipi principali di pasta: alla farina di frumento -con o senza uova-, al riso ed alla soia. Queste tagliatelle dei dieci tesori, per la sapiente combinazione dei differenti sapori, sono un esempio di quella ricerca dell’equilibrio e dell’armonia attraverso i contrasti, tipici della gastronomia cinese.

Per preparare questa ricetta in cui la carne viene cotta molto velocemente, è preferibile scegliere dei tagli molto teneri e non fibrosi, come il filetto oppure il roast beef. Per avere un sapore più ricco possiamo inoltre sostituire il manzo con la carne d’agnello. Per i fagiolini, essendo fuori stagione, è preferibile usare quelli surgelati, oppure altre verdure, come zucchine, cimette di cavolfiore o broccoletti.

Questo piatto, nominalmente considerato un primo, rappresenta in realtà un perfetto piatto unico, adatto ad un pasto di mezzogiorno o ad una cena leggera, e può anche costituire un’originale alternativa alla spaghettata di mezzanotte!

Assaggiro, manifestazione enogastronomica. A Zagarolo, il 1°Giugno

Assaggiro, Prima Edizione

LUOGO: Zagarolo (Roma) | DATA: 1 Giugno 2008 | ORA: 18,30

PRODOTTI TIPICI: Funghi, dolci tipici, salumi, formaggi, olio.


Sempre attenti alle manifestazioni che avvengono sul territorio, su Ginger oggi ci occupiamo di Assaggiro. Zagarolo, che ospiterà la festa, è una cittadina di oltre 15mila abitanti che si trova nel Lazio, in provincia di Roma, nel cuore dei Colli Prenestini, in una zona molto interessante dal punto di vista naturalistico

Le origini di Zagarolo sono antichissime e, secondo alcuni studiosi, risalgono alla mitica città di Gabii, una delle più potenti dell’antichità, oggi tra le maggiori attività economiche spicca proprio la produzione vitivinicola. Una fiera enogastronomica che avrà luogo proprio qui, ci sembra un’ottima idea, proprio per promuovere e proporre la qualità ed unicità dei prodotti dell’area dei Monti Prenestini, dei Castelli Romani e, più in generale, delle comunità della zona, che in quanto a vivacità e potenziale, non hanno nulla da invidiare alla vicina Capitale.

A partire dalle 18.30 del 1° Giugno di quest’anno, dunque, siamo sicuri che tutti quei produttori che non hanno avuto modo, nonostante l’eccellente qualità ed unicità dei propri prodotti, di farsi conoscere da un pubblico più ampio e di travalicare i confini locali, avranno una occasione importante per estendere il loro raggio di azione.

Lasciamo la parola a Dario e Romina Russo, tra i promotori di questa manifestazione:

L’idea che ha portato ad Assag…Giro nasce in una calda serata del luglio 2007, passeggiando tra le vie di Castel San Pietro Romano in occasione di una manifestazione organizzata dalla proloco locale per attirare turisti e villeggianti. Chiacchierando tra noi e vedendo l’atmosfera che ci circondava, il pensiero comune è stato: perchè non fare una cosa del genere a Zagarolo? Passati pochi mesi abbiamo iniziato a buttare giù su carta l’idea e a sondare il terreno cercando di trovare una collaborazione con il mondo associativo locale.

Camembert, Brie, Roquefort, Neufchatel, Pelardon… La tradizione dei formaggi francesi

La tradizione dei formaggi francesi

Qualche estate fa ho avuto modo di conoscere i formaggi francesi: con una barca abbiamo attraversato il Canal Du Midi e la Francia del Sud, attraversando vitigni, piccoli paesini molto caratteristici e soprattutto gustando le specialità locali. E i formaggi non potevo proprio tralasciarli! Per cui, a scapito della linea e alla faccia della dieta, dal piccolo frigorifero della barca proveniva un profumo (o puzzo?) incredibile. La Francia infatti quanto a cultura del formaggio fa concorrenza all’Italia con le sue 400 varietà, per non contare tutte le produzioni artigianali.

camembert

Tra i più famosi e conosciuti anche nel nostro paese troviamo il Camembert, il Brie e il Roquefort, così diffusi (anche grazie ad una ottima organizzazione distributiva) che si possono trovare persino nei supermercati (Auchan ne ha una selezione sorprendente, per fare un esempio).
Il Camembert è uno dei formaggi più imitati del mondo (magari non come la nostra mozzarella o il parmigiano n.d.r.), ma quello originale è prodotto esclusivamente in Normandia con latte di mucca.
Ed è riconoscibile dalla pasta morbida, la crosta chiara ed è come da tradizione (e anche obbligo) sistemato e venduto in caratteristiche scatole di legno.

Il Bimby: il robot da cucina multifunzionale

E’ stato per caso che ho conosciuto questo elettrodomestico multifunzionale, pratico e maneggevole. Quando me ne hanno parlato ho pensato subito ai tanti robot da cucina enormi, ingombranti e con tanti di quegli accessori da lavare che ti passa la voglia ad usarli e le cose te le fai da sola. In realtà il Bimby è tutto lì, carino, piccolo, compatto e soprattutto fa di tutto. E’ dotato di un grande boccale, con tacche graduate, in cui inserire gli alimenti ed un gruppo di coltelli per svolgere le funzioni desiderate. L’unicità del Bimby risiede nel fatto che con un unico boccale si fa tutto. La ditta che lo produce è la Vorwerk, la stessa del Folletto per intenderci. Ma vediamo meglio come possiamo utilizzare questo Bimby, un interessante elettrodomestico:
  • per cuocere di tutto, mescola al posto tuo: sughi, besciamella,risotti,polenta,creme, pesce,carne,verdure, ecc..
  • per tritare prezzemolo,carote,verdura,gratin di carne, ghiaccio
  • per grattugiare e polverizzare pane, parmigiano,caffè, frutta secca,cioccolato, zucchero, riso, cereali e legumi
  • per frullare e omogeneizzare sia bibite che frullati
  • per emulsionare frappè, maionese, crepes
  • per montare albumi,panna, burro
  • per mantecare sorbetti e gelati
  • per impastare pane, pizza, pasta all’uovo, pasta frolla, pan di spagna
  • per pesare di tutto con la bilancia incorporata
  • in ultimo il Bimby fa anche la cottura al vapore