Doro wot, il pollo speziato alla maniera etiopica

Doro wot, il pollo speziato alla maniera etiopica

La cucina etiope è saporita, spesso piccante e la carne, quando è possibile, ne costituisce un alimento importante. Il wot è uno stufato piccante, con salsa di pomodoro, cipolle e spezie, e può essere preparato con diversi tipi di carne come il manzo e il pollo, appunto doro. Lo spezzatino di pollo è generalmente accompagnato dal pane tipico, l’injera, una specie di piadina più morbida ed alta. Il doro wot è servito sopra questo particolare pane, usato a mo’ di piatto. Il forte sapore piccante è dato originariamente dal berberrè, una miscela che si ottiene dalla polvere di peperoncino mescolata ad altre spezie.

Il doro wot può essere un modo alternativo per cucinare il pollo, sempre che vi piacciano i sapori piccanti. Vediamo come si prepara.

DORO WOT (POLLO SPEZIATO IN SALSA) (Ingredienti per 4 persone)

Génoise di fragole: un fresco dessert che ci avvicina all’estate

La pasta genoise (in italiano la pasta genovese) è simile al pan di spagna ma ancora più morbida. Le differenze tra i due tipi di impasto consistono nella preparazione: la pâte génoise viene preparata a caldo mescolando gli ingredienti in una terrina il cui fondo poggia nell’acqua in leggera ebollizione di una pentola. Sbattendo ripetutamente gli ingredienti con un frullino o frusta da cucina, questi divengono spumosi per effetto del calore sulle uova. L’impasto viene quindi cotto in forno per assumere la sua forma definitiva.

L’impasto del pan di Spagna, invece, viene preparato a freddo. In entrambi i casi il dolce risulta spugnoso e soffice grazie alla massiccia presenza di uova: la ricetta tradizionale, infatti, non prevede l’uso di lievito. La genoise di fragole è un dessert fresco e leggero, che sarà particolarmente apprezzato in primavera e in estate.

Grigliata d’agnello all’aceto balsamico e rosmarino

Arriva il sole e presto comincerà la stagione delle grigliate all’aperto. Il barbecue in america del nord è il perfetto status simbol del benessere della classe media.
Con l’inizio dell’estate, la cucina si trasferisce in giardino o sulla terrazza e gli utensili passano inesorabolmente tra le mani del Re del Barbecue…. l’uomo di famiglia! Maneggiare il fuoco, si sa, non è roba da poco e dalla semplice bistecca alle grigliate più sofisticate, i nostri mariti, che mai oserebbero prendere il nostro posto in cucina, si cimentano in tornei sempre più spettacolari sotto i nostri occhi meravigliati…

Eh si! L’estate è proprio una bella stagione per noi donne … che bello chiaccherare tra di noi con un bicchiere di punch in mano mentre i nostri uomini si danno da fare intorno al fuoco !
La ricetta che vi offro oggi abbina l’agro e dolciastro dell’aceto balsamico alla carne di agnello, rivelandone il sapore particolare che la distingue. Viene servita questa bellissima grigliata con dei coloratissimi peperoni, zucchini e melanzane tagliati a listarelle e pennellati di olio di oliva e aglio tritato, grigliati sulla stessa brace. Apprezzatissime intorno a queste cotolettine sono pure le patatine tagliate a cubetti piccoli e rosolate all’olio d’oliva con aglio e rosmarino, da fare in padella o direttamente nella carta stagnola sulla brace (attenti ci vuole più tempo per le patate!)

Come cucinare l’uovo alla coque

Come cucinare l’uovo alla coque

Noi di Ginger abbiamo più volte sottolineato come le preparazioni apparentemente più semplici siano talvolta complicate nella realizzazione, basti pensare ad un uovo al tegamino. Niente di più facile no? Invece è necessario seguire una serie di indicazioni altrimenti otterrete un uovo strapazzato o un rosso rotto o un bianco bruciacchiato. Altrettanto precisa deve essere la preparazione di un uovo alla coque, i cui tempi di cottura vanno rispettati precisamente altrimenti avrete un uovo sodo o non del tutto cotto.

Quando parliamo di uova intendiamo generalmente quelle di gallina, ma ne esitono anche altre in commercio, altrettanto adatte alle vostre ricette. Le uova di quaglia per esempio, più piccole di quelle di gallina, posso essere cotte anche alla coque o al tegamino, anche se il loro impiego migliore è quello di servirle sode come antipasto o in un’insalata. Anche le uova di anatra possono essere cotte alla coque e sono rinomate per essere particolarmente saporite.

La cottura alla coque è la soluzione più breve per mangiare un uovo quanto a tempi di cottura che possono variare dai due minuti e mezzo ai 3 minuti e mezzo, a seconda di come preferite l’albume. Per prepararlo in modo perfetto basta seguire alcune indicazioni.

La pulizia e sterilizzazione dei vasetti per conserve e marmellate


Siamo in periodi di marmellate e una cosa da non sottovalutare è la preparazione del vasetto di conservazione. Seguite i nostri consigli e non ve ne pentirete.
Pulizia dei vasetti
Prima dell’utilizzo, lavare con acqua calda detersivo e sciacquare bene (ottima anche la lavastoviglie). Eventuali accumuli di calcare possono essere eliminati lasciando a mollo i vasetti per qualche ora in 4lt acqua con 250 ml di aceto.
Sterilizzazione dei vasetti vuotiDal tipo e dal tempo di sterilizzazione previsto per il vasetto pieno di alimento dipende la necessità di presterilizzare a vuoto i vasetti. Sistemare i vasetti vuoti nel portavasetti dello sterilizzatore ad acqua o di una pentola a pressione (va bene ugualmente), coprire con acqua calda ma non bollente (fino a 3 cm sopra il loro livello) e far bollire per 10 minuti. Togliere e scolare i vasetti uno alla volta; l’acqua calda rimasta nel bollitore può essere utilizzata per la sterilizzazione dei vasetti pieni.

Riempimento dei vasetti
Esistono due metodi diversi di riempimento
  • A freddo: si inseriscono frutti o verdure crudi e il vasetto viene successivamente riempito di liquido di conservazione bollente. È sconsigliabile utilizzare anche il liquido di conservazione a freddo; l’aggiunta di liquido bollente, infatti, contribuisce a eliminare l’aria dal contenitore, migliora la conservabilità degli alimenti, inoltre consente di inserire quantità maggiori di cibo nei vasetti. Con questo tipo di riempimento, in genere, resta intrappolata parecchia aria insieme agli alimenti, in particolare nel caso dei frutti, che tendono a galleggiare nel liquido di conservazione più delle verdure. L’aria può causare scolorimenti nel giro di 2-3 mesi. Questo metodo è adatto alla conservazione più degli ortaggi che della frutta.
  • A caldo: l’alimento da conservare viene bollito per alcuni minuti (a seconda delle ricette) e trasferito nei vasetti ancora bollente. Questo metodo è sempre da preferirsi, in particolare quando si sterilizza tramite ebollizione, in quanto permette, una maggiore estrazione dell’aria (che costituisce 10-30% dei cibi freschi), garantendo così una migliore conservazione del cibo.

Come conservare il profumo delle erbe di cucina

Cominciano ad arrivare nei nostri mercatini le piantine cresciute in serra delle nostre erbe di cucina preferite. È arrivato il momento di piantarle nel giardinetto o sul balcone e dare alla nostra cucina i sapori classici dell’estate.
<Basilico, prezzemolo, menta, salvia, origano, maggiorana, timo, rosmarino, erba cipollina, finocchietto…. tante erbe dai profumi intensi che danno tanto carattere e diversità alle nostre creazioni culinarie. A me piace alternare le mie preziosissime piantine di cucina con ciuffi di viole, gerani colorati e rampicanti fioriti per trasformare il mio balcone in un vero e proprio giardino di città, ricco di colori e di sapori. Ma come conservare questi profumi nella nostra cucina durante tutto l’inverno senza dover ricorrere alle 4 foglioline in sacchetti di plastica che paghiamo a peso d’oro nei supermercati? La soluzione è sicuramente nella congelazione se vogliamo conservare il profumo di fresco per le nostre salse, i nostri arrosti e le nostre grigliate di pesce.

Il mio sistema è semplice, poco costoso e pratico e vi servirà di base alla creazione delle vostre miscele preferite, da preparare quando i sapori sono alla loro intensità massima e da conservare tutto l’inverno.

Pasta fredda alla polpa di riccio, ideale per un pic-nic sul mare

Pasta fredda alla polpa di riccio, ideale per un pic-nic sul mare

Una giornata come quella di oggi, con il sole che già comincia a scaldare, non può che fare venire voglia di andare a mangiare qualcosa sul mare, se lo avete vicino casa, o andare comunque a fare un pic nic. Ed è proprio quello che ho fatto, armata di costume, asciugamano e cesto per il mio pic nic sulla spiaggia riempito di stuzzichini. Ma cosa portare come “piatto forte” al posto del solito panino?

La prima alternativa a cui ho pensato è stata la pasta fredda, perfetta per le giornate calde, ma ottima soluzione anche quando avete ospiti a cena ed avete bisogno di “giocare d’anticipo” preparando qualcosa che poi avrete subito pronto.

Ho guardato cosa avevo in frigo ed ho realizzato una ricetta che si è rivelata davvero ottima: io me la sono segnata, perchè non lo fate anche voi? Vi basterà della pasta ed un po’ di polpa di riccio in scatola.

Un menù furbo, ovvero giocare d’anticipo

In quante occasioni ci siamo ritrovati a trasformare il piacere di invitare parenti e amici in un corri-corri tra i fornelli per preparare una sfilza di portate? Una cena di lavoro organizzata all’ultimo minuto, una cerimonia da voler festeggiare tra le mura domestiche (siamo a maggio e di bambini che festeggiano la prima comunione o la cresima ce ne sono molti!). Non sempre abbiamo voglia, tempo e denaro per andare al ristorante e così invitiamo sempre molta gente a casa ma poi il desiderio di presentare un menù ricco e vario ci relega più in cucina che con i nostri ospiti. In queste occasioni invece dobbiamo sempre tener pronto un menu furbo: piatti che è possibile preparare con alcuni giorni di anticipo e che è possibile conservare in frigorifero o addirittura congelare senza che nessuno se ne accorga.

Noi di Ginger siamo proprio qui per darvi dei suggerimenti: iniziate con un aperitivo glamour preparando alcuni giorni prima dei cubetti di ghiaccio con dei petali di fiori che congelerete, passate poi ad un antipasto come i pomodori secchi ripieni all’alcamese, possibile conservarli in frigorifero per qualche giorno oppure la celeberrima insalata russa ricordandovi di aggiungere qualche ora prima di servire come pure potete preparare 1 o 2 giorni prima delle squisite barchette al tonno da conservare in frigo.

Passiamo ora ai primi piatti: premetto che quasi sempre i primi piatti possono essere preparati molto tempo prima e congelati, mantenendo la loro fragranza naturale. Con questo sistema avrete la possibilità di servire più di un primo piatto! Vi suggeriamo delle ottime lasagne al pesto, dei cannelloni di magro o ancora, per dare un tocco esotico al nostro menu, prepariamo anche alcuni giorni prima dei ravioli karpfelach che congeleremo e al momento di servire verranno cotti in acqua salata e conditi con del semplice sugo ( preparato la sera prima però!).

Siamo al secondo e qui la scelta è davvero tanta: si può spaziare da un patè di fegatini di pollo (molto chic!) oppure un polpettone con le prugne: si conservano alcuni giorni in frigo e al momento di servire una scaldatina veloce e via! Se volete alternare anche un secondo di pesce preparate in anticipo dei calamari ripieni. E come contorno? un insalata di patate si conserva bene e piace a tutti.

La dieta a zona: che cos’è e il parere degli esperti

Il mondo occidentale è sempre più “extralarge”. Milioni di italiani combattono contro i chili di troppo. E molti scienziati prospettano i rischi di un epidemia di obesità in agguato anche e soprattutto tra i più giovani, addirittura bambini. Cresce così l’ossessione di mettersi a dieta. Va però sottolineato che il fenomeno è legato non solo alla quantità e qualità dell’alimentazione quotidiana, ma anche dalla riduzione del dispendio energetico soggettivo. Una dieta mediatica diventata molto famosa è la dieta a zona.
Che cos’è? Lanciata a metà anni 90 da Barry Sears, la dieta a zona è tra le iperproteiche più seguite e amate, specie dagli sportivi. Si basa sul controllo degli equilibri ormonali dell’organismo con l’eliminazione dei cibi a indice glicemico troppo alto e prevede un’integrazione di acidi grassi omega 3 e omega 6.

Sagre: le proposte per domenica 4 maggio

Sagre: le proposte per domenica 4 maggio

E’ ufficialmente arrivato il caldo: quale migliore occasione per visitare qualche sagra o evento enogastronomico? Vediamo quindi quali sono proposte per questo fine settimana.
  • Sagra dell’agnolotto: si svolge nel piccolo paese di Primeglio, in provincia di Asti, arroccato su una collina e circondato dalla campagna piemontese. Potrete gustare i famosi agnolotti, la pasta fresca ripiena tipica di questa regione, e degustare i vini della regione grazie all’iniziativa cantine aperte.
  • Sagra dell’asparago: a Mesola, in provincia di Ferrara asparagi ma non solo. Oltre duecento espositori di prodotti tipici e artigianato che vi proporanno i migliori abbinamenti di caccia o pesce per l’asparago.
  • Fiera degli antichi sapori di terra e di mare: a Rimini per assaggiare i prodotti tipici della zona, come il Parmigiano, la Bottarga, il tonno e gli Aceti Balsamici; un connubio perfetto tra prodotti di terra e di mare presentati dai migliori chef.
  • Sagra del fungo Prugnolo:il più ricercato fungo primaverile a Civitella di Romagna, in provincia di Forlì e a a Pieve di Santo Stefano in provincia di Arezzo.
  • Festa dei sapori dell’orto e dei profumi del giardino: per conoscere e degustare i prodotti della terra ma non solo perchè saranno esposte anche piante e oggetti d’arredo per il giardino.

La Caïpirinha, esperienza brasiliana

La Caïpirinha (pronuncialo ‘caipirigna’) è diventata un cocktail mondialmente conosciuto, a base di Cachaça, un’acquavite locale, zucchero di canna, limoncini verdi e ghiaccio.

Ma lasciatemi raccontarvi la mia esperienza su questa bevanda leggendaria non solo in Brasile. Eravamo appena arrivati a Bahia, le dieci del mattino, avevamo un incontro con i nostri clienti nel Hall dell’albergo e mi preparavo mentalmente per un buon caffè brasiliano. Il pensiero di un ‘vero’ caffè forte e vellutato accarezzava la mia mente da quando eravamo scesi dall’aereo e non vedevo l’ora di assaporarne l’aroma. La Hall dell’albergo sembrava una foresta tropicale, con le poltroncine e tavolini disseminati sotto piante altissime, come in un giardino pieno di sole: per noi che arrivavamo dall’inverno canadese, era come entrare in Paradiso. Eccoli, i nostri clienti ! Sorrisi, abbracci, accoglienza festiva…e primo giro di Caïpirinha! Li per li non ti rendi conto di quello che stai bevendo; è una bibita fresca, dolciastra, ghiacciata, che ti mette in allegria dal primo sorso.

E poi mentre tu ne bevi uno, loro ne hanno già presi due, quindi, ti dici, non puo’ essere cosi forte; ti rilassi e ti concentri sull’incontro. Dopo poco più di un’ora e 3 giri (per noi – 6 per loro) di Caïpirinha, non sembra neanche più una riunione di lavoro: ormai sappiamo tutto dei nostri figli, delle nostre famiglie, di dove ci piace andare in vacanza, i nostri cibi preferiti… e, ovviamente, si comincia subito a pensare al pranzo. Ma prima del pranzo, si sa, ci vuole l’Aperitivo!

La dieta mediterranea verso la lista Unesco

La dieta mediterranea si candida a diventare “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’Unesco. Un passo che segue il riconoscimento dell’Oms e della Fao quale “modello alimentare salutare, sostenibile e di qualità“. La proposta è stata presentata dal ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, e dal ministro spagnolo dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione, Elena Espinosa.

Italia e Spagna si sono dunque impegnate a promuovere e a difendere la dieta mediterranea a livello internazionale, a diffondere le sue peculiarità e i suoi innegabili vantaggi nutrizionali. Il termine dieta mediterranea è stato coniato da Ancel Keys, famoso scienziato e nutrizionista statunitense, che a partire dagli anni ’50, e per 25 anni, studiò i rapporti tra alimentazione mediterranea e minore incidenza di patologie cardiovascolari.

Dieta mediterranea vuol dire consumo prevalente di frutta e verdura, olio d’oliva come principale fonte di grassi, consumo importante di legumi, pane, pasta, pesce, uova, prodotti caseari e frutta secca, consumo moderato di carne e vino. Eppure sempre più spesso sono proprio i paesi del Mediterraneo ad allontanarsi da questo modello alimentare.