- Saltare: Saltare in padella mescolando (il termine cinese è choo) è sicuramente il metodo di cottura più importante e diffuso nella cucina cinese. Con questa procedura riusciamo a mantenere inalterate la freschezza e lo compattezza dei cibi. Gli ingredienti vengono tagliati in piccoli pezzi e immersi nell’olio bollente, in un wok o in una padella, secondo una sequenza che tenga conto dei tempi di cottura di ciascuno (in modo da evitare che alcuni ingredienti cuocino troppo o troppo poco). È importante che l’olio di cottura sia bollente al momento dell’aggiunta degli ingredienti e che si continui a mescolare durante tutta la cottura, rivoltando spesso il cibo, in modo che venga ben dorato da tutte le parti.
- Frittura nell’olio profondo: Come prima cosa è opportuno distinguere tra frittura lenta (in cinese zha), a fuoco basso, e frittura veloce, a fuoco vivace (bao). Nel primo caso il tempo di cottura va dai 10 ai 15 minuti. In questa procedura si ricorre spesso a due o tre successive fritture: gli ingredienti vengono cotti la prima volta per due terzi, poi tolti dall’olio e sgocciolati. L’olio viene quindi riscaldato di nuovo, per dare compimento alla frittura tramite il secondo passaggio. Per le pietanze fritte in tre fasi, il primo passaggio non è che una semplice immersione nell’olio bollente (al fine di chiudere i pori superficiali dell’alimento), nel secondo passaggio avviene la vera frittura, nel terzo l’olio deve essere caldissimo per ottenere una crosticina dorata e croccante. Nel bao, la frittura veloce, invece, la durata varia nell’ordine dei secondi; il cibo viene gettato nell ‘olio bollente e subito tolto o, addirittura, viene posato sul mestolo a graticola e immerso per pochi secondi nell’olio. Le pietanze così preparate risultano assai saporite, lo strato superficiale meravigliosamente croccante, l’interno perfettamente morbido.
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Wellness Cucina, come distendersi tra i fornelli
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Piccole delizie ai quattro formaggi
Temo di aver abituato male mia figlia e le mie amiche.
Scherzo ovviamente!!!
Infatti da quando ho cominciato a “chiacchierare” di cucina preparo una quantità notevole di vivande, spesso dimezzando le dosi, e puntualmente distribuendo la maggior parte delle mie elaborazioni ai miei figli i quali sono felici, per qualche giorno, di non doversi arrabattare in cucina per preparare qualcosa che non sia la solita pasta o bistecca.
Spesso regalo qualcosa anche alle mie amiche che, quando mi vedono con un sacchettino sospetto, hanno un brillìo particolare nello sguardo.
Poi aspetto i commenti e le critiche eventuali ed utilissime affinché io possa correttamente postare la ricetta del caso.
Ieri ho trafficato parecchio in cucina anche perché dovendo andare da mia figlia le volevo portare qualcosa di buono equamente suddiviso tra preparazioni dolci e salate.
In casa c’erano vari aromi che spaziavano dall’odore dei formaggi al profumo di vaniglia e non so perché anche il mio gatto profumava di dolce: ancora non capisco come sia successo!
Un contorno semplice e veloce, i Fagiolini alla portoghese
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Gli Champagne rosati sono fatti o per “salasso” ovvero svinando il mosto a base Pinot Nero prima che acquisti tannini
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Cucinare con il bimby: tiramisù all’ananas
Non c’è solo la minestra, ma anche l’Isalata di fagioli
La mostarda: tipologie e differenze
- mostarda vicentina, a base di polpa di mela cotogna, che si ottiene dalla cottura della polpa con zucchero al 50% in peso. Una volta raffreddata la marmellata ottenuta, si aggiunge olio essenziale di senape. Si usa anche farla con le pere.
- mostarda cremonese, la più conosciuta e diffusa, una miscela di frutta candita e sciroppo con una percentuale di zucchero del 50-60%, con l’aggiunta di olio essenziale di senape. Usualmente si utilizzano ciliegie, pere, mele cotogne, mandarini, fichi, albicocche, pesche.
- mostarda mantovana, anche questa con mela cotogna, eventualmente anche con pere ma con frutti interi, rispetto alla vicentina; viene usata come ingrediente nei tortelli di zucca nelle zone del mantovano confinanti con il cremonese.
- mostarda di Voghera, miscela di frutta candita e sciroppo.
I ginetti, il tortolicchio e la ricetta della torta di visciole. Conosciamo Boccione, l’antico forno del ghetto ebraico di Roma
Ebrei e Marmellata di visciole. A Roma, in Via del Portico d’Ottavia, nel cuore di quello che oggi, per convenzione,