Pochi ingredienti e giusta combinazione di sapori: Anelli di calamari ai peperoni

Voglio passarvi una ricetta che ho sperimentato poche sere fa e che se pur inizialmente ha suscitato qualche perplessità nei mie familiari, alla fine è stata più che apprezzata, visto che si sono spazzolati tutto!

Giornate un po’ impegnate e quindi poco tempo per fare la spesa, frigo con pochi ingredienti, ma non è un problema, basta saperli combinare per bene! Voglia di pesce, in una pescheria al passaggio verso casa, ho trovato dei calamari e li ho acquistati, mi son detto: male che vada posso sempre farli fritti!

Arrivo a casa, apro il frigo e trovo dei bei peperoni rossi e gialli, ecco l’ispirazione: Anelli di calamari ai peperoni.

Il sukiyaki: un piatto della cucina giapponese

Il Sukiyaki è un piatto della cucina giapponese nello stile nabemono (“alla pentola“). Generalmente viene preparato nei giorni più freddi dell’anno ed è un piatto comune per le feste di capodanno ma è possibile prepararlo anche in altri periodi dell’anno e consumarlo freddo. Come per altri piatti nabemono ogni regione giapponese ha una maniera preferita di cucinare il sukiyaki.

Per esempoio la salsa di soia, zucchero e mirin sono premiscelati nella regione del Kanton, mentre nel Kansai è consuetudine miscelare gli ingredienti al tavolo. Sukiyaki, o semplicemente “suki” è anche il nome di un tipo di pasto consumato in altre regioni dell’Asia. Il nome può essere usato per un piatto remotamente somigliante al sukiyaki giapponese composto da spaghetti di riso, maiale e salsa “sukiyaki” fino a un piatto in cui vengono cucinati vari tipi di carne e vegetali insieme nella stessa pentola. Ma ora bando alle chiacchiere vi presentiamo la ricetta:
Sukiyaki (ingredienti per 4 persone)
  • 300gr di filetto di manzo molto magro
  • 250gr di riso
  • 150gr di spaghetti di riso
  • 8 funghi cinesi secchi
  • 40gr di strutto
  • 2 cipolle
  • 2 porri
  • un pezzetto di cavolo bianco (circa 200gr)
  • 200gr di spinaci a foglie piccole e tenerissime
  • 200gr di germogli di bambù
  • 200gr di fagioli di soia in scatola o salsa di soia
  • 4 cucchiai di vino di riso (o di sherry)
  • un pizzico di zucchero
  • 4 tuorli
  • sale

Tagliatelle alla fontina, la pasta fresca incontra il formaggio

Potete divertirvi a farle come vi pare, ma restano sempre uno dei piatti più buoni e, forse, più caratteristici della cucina italiana: le tagliatelle!

Tradizione vuole che la città della pasta fresca sia Bologna, ed è proprio in questa città che le tagliatelle vedono i loro natali, il loro nome derivava dal particolare modo in cui si ricava questo formato di pasta, tagliando una sottile sfoglia di pasta all’uovo, ripiegata su se stessa.

L’allegro Tocai: un bianco dal sapore deciso

Il cronista veneziano Marin Sanudo nel lontano 1500 scriveva che in Friuli si fanno i vini migliori d’Italia. Anche Napoleone, durante le soste in alta Italia, gradiva bere qualche bicchiere «di quello buono» scovato nelle cantine dei contadini friulani. La tradizione non si è mai spenta: anche oggi in Friuli si produce vino di prim’ordine, e se ne consuma molto. Dicono che vi siano più osterie in Friuli che chiese in tutto il paese. Il più diffuso tra i vini bianchi friulani è il Tocai.

Esiste anche un vino ungherese con lo stesso nome (ma si scrive Tokaji) ed è un passito da dessert, quindi dolce, senza nessuna parentela col Tocai italiano secco e fragrante. Oggi in Friuli vi sono sei zone vinicole protette dal DOC (cioè dalla Denominazione di Origine Controllata) che garantisce la massima autenticità del Tocai: Collio, Colli orientali, Grave, lsonzo, Aquileia, Latisana.

Zucchine alla scapece e melanzane a funghetti

Zucchine e Melanzane

Quando arriva la bella stagione, di sera per cena piuttosto che preparare un unico piatto mi diverto a fare più di un assaggio di diverse cose. Mi piace profittare delle belle verdure di questa stagione per organizzare una cena a base di contorni.

Peperoni, melanzane, zucchine, pomodori, insalata verde, patate. Tutto può essere preparato in maniera gustosa e veloce. Senza appesantire troppo si lascia la scelta alla tavola di offrire ciò che più si desidera. O almeno facendo così di solito accontento tutti, sia chi è a dieta o chi invece preferisce mangiare un pò di più.

E’ chiaro che il mio segreto è avere della verdura buonissima. Il mio compagno ha un’azienda agricola, e ne tratta una buona parte. Lo so quando si ha il vantaggio di giocare in casa tutto può sembrare facile, ma basta saper fare una buona spesa e la cena a base di contorni sarà superba. Sono cresciuta in una casa dove c’è sempre stato un culto delle verdure, preparate secondo criterio di stagione sono un piatto che sulla mia tavola non manca mai.

Menu per un fine settimana. Agnello, peperoni e syllabub

 

Quando si parla di cucinare del cibo nel week-end in realtà non si parla di avere più tempo per prepararlo, ma semplicemente di avere più tempo per gustarlo. A me piace invitare gente nel fine settimana e proporre un menu che mi permetta di fare tutto con comodo, in modo da potermi godere la casa e al tempo stesso invitare gli amici per un pranzo senza dover fare tutto dalla mattina. Per cui ho intenzione di proporvi tre piatti come idea di base, sui cui volendo potrete lavorare di fantasia, per godervi un lunch di tutto rispetto con i vostri amici divertendovi e, soprattutto, senza passare tutta la mattinata nella vostra adorata cucina!

 

  • Insalata d’agnello, menta e pinoli
  • Peperoni alla griglia con feta e mandorle
  • Syllabub ai frutti rossi

Il cannonau: il più sardo dei vini

Mentre prima di Cristo Greci e Romani, nell’arco del Mediterraneo, conoscevano il vino, in Sardegna si beveva latte di capra. Ma attorno all’Anno Mille i vigneti approdarono nell’isola insieme ai conquistatori marinari e pare che il merito debba essere diviso tra Pisani e Genovesi. Ma il risveglio enologico della Sardegna viene infatti localizzato dagli storici nel XIV secolo. Non si sa bene quale tipo di vino i sardi producessero. Ma si pensa che, almeno i rossi, assomigliassero agli attuali Campidano di Terralba, Carignano del Sulcis, Girò di Cagliari, Monica di Cagliari.

Fra tutti il più noto, il più bevuto, il più sardo dei vini rossi è oggi il Cannonau. Il suo vitigno è stato importato dalla Spagna più di cinquecento anni fa e si è adattato a tutti i terreni possibili dell’isola, in particolare a quelli del Campidano (Cagliari), dell’Ogliastra e dell’Oliena (Nuoro). Per causa (o per merito) di questa diffusione molto ampia, esistono diversi tipi di Cannonau in quanto la maturazione delle sue uve risente delle condizioni ambientali locali e la vinificazione varia da luogo a luogo: si potrebbe dire che è un vino multiforme.

La frittata trentina

Una bella ricetta per preparare una gustosa frittata con cui farcire i panini che i più voraci si preparano come spuntino per il mare, o semplicemente da assaporare per pranzo o per cena accompagnata da un’insalatina.

Se volete, per chi come me non è in vacanza, potete portarla a lavoro e scartarla per la pausa pranzo, è pratica e comoda, non necessita di esser riscaldata e vi assicurerete un pasto sostanzioso e nutriente.

Si chiama Frittata trentina, il nome un po’ generico, indica appunto le frittate all’uso trentino che oltre alle uova, per il composto di base, prevedono anche l’uso di latte e farina. Questo tipo di frittate, sono spesso arricchite d’erbe, di formaggi o funghi. Assaporate quella che vi proponiamo noi oggi!

Come risparmiare su carne, verdura e pesce

Si sente spesso affermare alla televisione, e lo si legge ripetutamente anche sui giornali, che gli italiani non risparmiano più. È un dato di fatto che ciascuno può verificare per proprio conto: da una parte il tasso di inflazione in atto non invoglia certo ad accantonare denaro, dall’altra il costo della vita sempre più elevato erode stipendi anche di una certa entità, per cui, risparmiare diventa molto difficile e, soprattutto, costringe a rinunce abbastanza gravose.

È più probabile, infatti, che per arrivare alla fine del mese senza l’acqua alla gola, molte famiglie facciano tutto il possibile per «spendere meno» in ogni campo, compreso naturalmente quello alimentare. Qui, però, bisogna fare attenzione perché, a volte, in cucina, il «risparmio a tutti i costi» può non essere del tutto valido. Ad esempio, un cibo particolarmente economico, ma non molto gradito in famiglia, può tradursi in una doppia spesa: quella per la pietanza preparata, assaggiata e buttata, e quella per eventuali affettati, formaggi o uova per sostituirla.

La Focaccia con le cipolle

Cosa cuciniamo oggi? Non abbiamo tanta voglia di stare seduti in tavola, il caldo ci rende un po’ insofferenti! Ci vorrebbe qualcosa da poter mangiare in piedi o comunque senza dover esser rinchiusi dietro un tavolo circondati da piatti posate e bicchieri.

Buttiamoci sul finger food, restando però legati a quelle che sono le ricette di casa nostra, semplici e gustose! Ci vorrebbe qualcosa che ben accompagni una bibita fresca, una birra o un bicchiere di vino, saporita e comoda da mangiare allo stesso tempo.

Ecco cosa si potrebbe fare: una bella focaccia. Ma non quella semplice, bianca, cerchiamo di insaporirla un po’, diamole un tocco in più! Vediamo un po’ come possiamo fare? … ma si, certo possiamo fare la Focaccia con le cipolle.

Pennette alla siciliana, un primo estivo

Un primo piatto complete e ricco di verdure, molto indicato per questa stagione, che unisce vari sapori mediterranei, dai pomodori ai funghi, dalle melanzane al pecorino.

Ideale per una “spaghettata”, serale, quando la brezzolina della sera rinfresca l’aria e si è tutti più disposti a sedersi attorno ad un tavolo per cenare. Un piatto leggero ed allo stesso tempo nutriente, tanto da poter esser considerato un piatto unico.

I nostri amici vegetariani saranno contenti di trovarlo in tavola, visto che gli ingredienti sono tutti compresi nella loro dieta. L’unica perplessità che ho è nel nome: Pennette alla siciliana, non credo sia un piatto tipico della cucina siciliana, ma sarà un nome convenzionale!

La fontina e la sua storia

L’invenzione del formaggio, che i Greci attribuiscono alla ninfa Amaltea (nutrice di Zeus), è stata casuale. Infatti coincide con il momento in cui l’uomo da cacciatore diventa anche agricoltore e pastore: si accorge che il latte (conservato in otri ricavati dallo stomaco di capre o di pecore) si trasforma in poco tempo in un prodotto completamente diverso nel gusto e nell’aspetto. Proprio in questa ottica, l’uomo decide di lavorare il latte (che noi oggi definiamo cagliato), per ottenere un alimento nuovo, vario, saporito e soprattutto facile da conservare e trasportare.

Da allora il formaggio in tutte le sue infinite varianti diventa un cibo base, richiestissimo ovunque. Ogni pastore, secondo la zona di pascolo, impara a conoscere le caratteristiche del proprio latte e lo lavora in modo tale da accentuarle nel prodotto finito. Insieme al grana, al gorgonzola e alla mozzarella, la Fontina è uno dei formaggi più antichi. Notizie di questo prestigioso alimento a pasta semidura risalgono al 1270. È stata trovata in Valle d’Aosta una pergamena in cui compaiono le fasi di lavorazione tipiche della Fontina.