La saint honorè: qualche curiosità e la ricetta per realizzarla

Siamo stati abituati a mangiare la saint honorè in formato torta gelato, in realtà questa torta nasce come dolce fatto di bignè, cioccolato e zabaione per le occasioni importanti . Questa squisita torta deve il suo nome alla via parigina dove abitava il pasticciere Chiboust, inventore del dolce (1879). Altra interpretazione: dedicato a sant’Onorio, protettore dei fornai e pasticcieri. Ma lasciamo perdere le varie attribuzioni storiche e passiamo alla realizzazione vera e propria di questa torta, un pò elaborata ma senza dubbio squisita.
Saint honorè (ingredienti per 6 persone)

per la pasta:

  • 200gr di farina
  • 200gr di burro
  • 1 pizzico di sale
  • 50gr di zucchero
  • 4 dl di panna montata

per i bignè:

  • 40gr di farina
  • 25gr di burro
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • burro per la piastra

per lo zabaione:

  • 100gr di zucchero
  • 1/2 bicchiere di marsala
  • 2 cucchiai di rum

Il chianti: denominazione, storia e caratteristiche

La zona del Chianti si trova in un’affascinante Toscana rallegrata da colline, valli, boschi, torrenti. Ed è lì, tra Siena e Firenze, che si produce il vino italiano noto in tutto il mondo: a Castellina in Chianti, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardengo, Poggibonsi. Parrà strano, ma non esiste un’uva tipica da cui venga prodotto il Chianti.

 La sua vinificazione avviene con un’alta percentuale di Sangiovese e piccole aggiunte di Lanaiolo, Malvasia, talvolta anche Trebbiano. Paragrafando il Chianti classico, cioè quello vinificato nella provincia di Siena, è contrassegnato da un marchio con un gallo nero in campo oro. Si tratta di un antico stemma disegnato dal Vasari per una Lega politico-militare composta da chiantigiani che intendevano difendere le loro terre dalle invasioni dei soldati di Siena e di Firenze sempre in lotta fra loro.

Ma ottimo Chianti è anche quello prodotto al di fuori della zona tipica senese, contrassegnato da un piccolo putto. Il suo bouquet ricorda la viola e il giaggiolo, il suo sapore è gustosamente amarognolo ed elegante, il corpo vellutato, l’alcolicità tra gli 11 e i 13 gradi. Di rado viene imbottigliato giovanissimo. Resta nelle botti dei produttore per 2-3 anni e quindi viene messo in vendita. Solo alcune vendemmie possono invecchiare fino ai 10-12 anni.

Liquore all’arancio

Ci sono in vendita ancora delle belle arance a prezzo ragionevole, anche se non ce le tirano ancora dietro e, con i tempi che corrono, mai lo faranno.

La crostata di pesce: un secondo originale

Chi l’ha detto che le crostate sono soltanto dolci? In realtà la crostata è una preparazione “in crosta” che ben si adatta sia ad ingredienti dolci che salati. In particolare con la stagione estiva i miei articoli sono fortemente influenzati dai miei gusti personali. In questo senso credo che in estate, più che in ogni altra stagione, il pesce sia uno di quegli alimenti che maggiormente dovremmo mangiare: è leggero, si trova fresco, è nutriente ecc… . In questo momento gli amanti della carne e soprattutto coloro i quali non amano il pesce obietterebbero sicuramente, ma la ricettina che oggi vi propongo sono sicura che andrà a soddisfare anche coloro che al solo pensiero di dover mangiar pesce storciono il naso.
Crostata di pesce (ingredienti per 4 persone)

  • 150gr di margarina
  • 325gr farina
  • 300gr di gamberi sgusciati
  • 300gr di cozze (o vongole) sgusciate
  • 2 uova
  • 250gr di panna da cucina
  • uno spicchio di aglio
  • un ciuffo di prezzemolo
  • una foglia di lauro
  • un pizzico di timo
  • un bicchiere di vino bianco secco
  • olio
  • burro
  • sale, pepe

Frittelle di gamberetti: il pesce per grandi e piccini

I gamberetti, che passione! Sono uno dei “pesci” più apprezzati da tutti, grandi e piccini. Facilissimi da mangiare, il più delle volte non bisogna neanche scomodarsi per pulirli, in molte pietanze sono già privi del guscio, subito proti per esser mangiati.

Piccoli e dal gusto tenue sono tra i crostacei che possono esser preparati in mille maniere e garantiscono sempre un piatto coi fiocchi. Sempre reperibili sul mercato e nella peggiore delle ipotesi si possono acquistare surgelati.

Come ho detto prima i gamberetti sono una pietanza molto apprezzata dai bambini, ma se per caso vostro figlio dovesse fare i capricci e del pesce non volesse nemmeno sentirne parlare, provate a cucinare le Frittelle di gamberetti e vedrete che le divorerà con piacere!

Condimenti per il pesce: Tranci di pesce al curry

Di solito non sono un’amante delle ricette di pesce troppo elaborate, o per meglio dire troppo condite, dove il sapore del pesce viene sommerso dagli aromi del condimento; ma questa volta ho trovato una ricetta in cui condimento e pesce camminano a braccetto.

Nella ricetta non indico il tipo di pesce da usare, perché questa ricetta può esser riproposta con differenti qualità di pesce. In funzione del pesce fresco che trovate, potrete utilizzare dei tranci di tonno, di cernia o di pescespada, ad esempio.

A parer mio tonno e cernia si sposano meglio a questo tipo di preparazione perché caratterizzati da un gusto più forte e da una carne più grassa rispetto altri tipi di pesce. Due semplici accortezze: cercate di acquistare dei tranci provenienti dalla parte più vicina alla coda del pesce e fateveli tagliare dello spessore di qualche centimetro. Eccovi la ricetta dei: Tranci di pesce al curry.

La carote: parliamone un po’ e poi cuciniamole al latte

Le carote sono delle radici a fittone, di un bel colore arancio, di una Ombrellifera e si trovano praticamente in commercio tutto l’anno. Tuttavia, quelle migliori sono le carote novelle, perché prive dell’anima centrale fibrosa (composta di cellulosa e molto dura nelle carote “vecchie”, al punto che deve essere scartata prima di cuocerle). Hanno una lunghezza variabile tra 8 e 16 cm.

Dal punto di vista gastronomico le carote sono considerate una verdura “aromatica” (associata a sedano e cipolla nel “battuto” o unita ad altri aromi per la preparazione del bollito, dei brodi e del courtbouillon) oltre che adatta per fare contorni, minestre e perfino dolci. Quando le acquistiamo meglio se con le foglie e, comunque, dopo essersi accertati che siano rigide e turgide. Nelle varie ricette e preparazioni vanno sempre raschiate con un coltellino in modo da eliminare la sottile pellicola superficiale che potrebbe essere stata intaccata da prodotti pesticidi o diserbanti. Si staccano con un coltello le due estremità e si lavano molto bene, prima di gustarle sia crude sia cotte. I tempi variano da 15 a 45 minuti, a seconda di come sono tagliate. Tagliate a rondelle e scottate per 3 minuti possono essere surgelate. Una ricetta saporita e diversa dal solito per gustarle?
Carote al latte (ingredienti per 4 persone)

  • 40gr di burro
  • 1 bicchiere scarso di latte
  • 50gr di grana grattugiato
  • 4 foglie di salvia

Ossibuchi cremolati

Fino a pochissimi giorni fa ero incerta se parlare di ossibuchi e dintorni.

C’era un bel sole e, a dire la verità, anche un vento talmente caldo che, a seconda dei casi, poteva far esclamare :” Bene ora si asciugherà tutto il bucato” oppure “Speriamo non mi faccia cadere” tanto era forte.

Ieri sera però dopo un temporale, con rombare di tuoni, ecco la neve!

Incredibile!!

Seppioline in tegame, il gusto del Mediterraneo

Qualche suggerimento per cucinare del pesce, visto che questo è il suo periodo e che le scorpacciate di pesce si fanno quando si è in vacanza e si ha a disposizione il tempo necessario per andare al mercato a cercare il pesce fresco.

Quest’oggi vi consiglio una ricetta molto semplice, ma molto saporita: le Seppioline in tegame.
Per fare questo piatto occorre trovare delle seppie dalle piccole dimensioni, solitamente più tenere e più facilmente divisibili tra i commensali.

Se tra le seppie che acquistate ne trovate qualcheduna con la vescichetta del nero, sarete davvero fortunati! Vi garantirete due piatti davvero insuperabili, le Seppioline in tegame e gli spaghetti al nero di seppia. Non conoscete la ricetta per preparare il nero di seppie? Beh, vedremo di provvedere in futuro!

La carne di manzo: i vari tagli


Quest’oggi invece di presentarvi la consueta ricetta vogliamo fare un pò di scuola di cucina parlandovi di una tipologia di carne molto diffusa: la carne di manzo. La carne di manzo ha colore rosso vivace, grana consistente e abbondanti striature di colore bianco o giallo chiaro secondo la varietà. Questa carne si ottiene macellando le bestie comprese tra i due e i cinque anni di età. Si tratta di carne molto saporita, sostanziosa e nutriente.

Più che nel vitello bisogna selezionare attentamente la qualità per non ottenere risultati deludenti da carni troppo dure, generalmente di animali mal allevati e mal nutriti o adibiti al lavoro dei campi per diverso tempo. Il manzo una volta macellato, viene privato della pelle, della testa, della coda e delle frattaglie e tagliato prima longitudinalmente e poi in quarti tra l’ottava e la decima vertebra: dai quarti così ottenuti si ricavano i vari tagli tenendo presente che i quarti posteriori sono più pregiati di quelli anteriori. Eccovi i principali tagli di manzo ed i loro impieghi ideali:

  • Filetto: carne molto tenera e assai pregiata, ottima ai ferri, alla griglia e in padella o anche cruda.
  • Roast-beef: può essere a costata o a lombata. La costata può essere cucinata alla griglia, ai ferri o in padella (ricordiamo la famosa costata alla fiorentina). La lombata si cucina a fette, ai ferri, alla griglia o in padella; oppure arrotolata, al tegame o al forno.
  • Noce: è costituita dalla parte muscolosa della coscia; la sua polpa tenerissima e gustosa è l’ideale per le bistecche ma si può mangiare anche cruda.
  • Scamone: è quel taglio di carne muscolosa situata posteriormente rispetto al roast-beef. Adatto per arrosti e prelibati bolliti.
  • Fetta di manzo: comprende il magatello o girello e il pesce, è costituita dalla parte esterna della coscia. Particolarmente indicata per brasati.
  • Rosa: è la parte più esterna della coscia. E’ ottima brasata o arrosto, ma più comunemente viene usata per bistecche, cotolette o scaloppine.
  • Sottospalla: appartiene al quarto anteriore dell’animale, cioè alla spalla, e comprende il fondo del cappello da prete e la parte del fusillo, divise da una sottile lamina ossea. Intera è adattissima per i bolliti, tagliata se ne può ottenere un ottimo ed economico spezzatino.

Polpettine di miglio, buone … per tutti

Dalla mia riserva personale di ricette vegetariane ho tirato fuori una divertente e simpatica idea per preparare un piatto dai mille usi: dall’antipasto al contorno, dal secondo al finger food!

Si tratta di semplici polpettine, abbiamo già parlato di polpette vegetariane, ma la particolarità della ricetta di oggi consiste nell’ingrediente principale che è usato come base per preparare le polpette: il miglio. Il miglio è un cereale di origine Asiatica, già conosciuto dagli egizi, è usato principalmente nella dieta dei paesi africani.

Una particolarità che ho letto sul miglio è che, pur essendo un cereale, non contiene glutine, quindi sembra essere particolarmente indicato per le persone affette da morbo celiaco, ma in ogni caso è sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia prima di compiere passi azzardati!
Una volta che vi sarete accertati che il miglio è un cereale adatto alla vostra dieta potrete divertirvi a preparare le Polpettine di miglio.

Cassata alla siciliana: la sua storia e la sua ricetta

La cassata siciliana è un dolce la cui origine viene fatta risalire all’epoca della dominazione araba. Il suo nome deriva dall’arabo “Quas’at“, cioè “ciotola rotonda“. E’ nota in tutto il mondo, come la Regina della pasticceria Siciliana. Un vero capolavoro di sapori, aromi e colori le cui festose decorazioni riconducono alla policromia degli, altrettanto celebri, carretti siciliani.

Si racconta che intorno all’anno mille, al culmine della dominazione musulmana, nel palazzo dell’Emiro, alla Kalsa di Palermo, i cuochi di corte si sbizzarrissero ad unire sapori e colori e che dal miscuglio di vari ingredienti propri della cucina saracena sia nata la Cassata alla Siciliana. Suore dei monasteri e cuochi dei nobili casati sono stati per molti secoli gli unici depositari dei segreti della cassata siciliana. Da dolce tipico delle feste pasquali e prettamente palermitano, definito addirittura “indispensabile” in un documento approvato durante il Sinodo di Mazara del 1575, la cassata siciliana è man mano divenuta un dolce tipico della pasticceria siciliana. Ve ne sono moltissime versioni e quella che vi presento è una delle tante!
Cassata alla siciliana (ingredienti per 6 persone)

per la pasta margherita:

  • 120gr di fecola di patate
  • 120gr di zucchero a velo
  • 4 uova
  • 1 limone
  • burro per lo stampo

per il ripieno:

  • 250gr di ricotta romana
  • 100gr di zucchero
  • 130gr di canditi vari (albicocche, cedro e pere)
  • 50gr di cioccolato al latte
  • 1/2 bustina di vaniglia
  • 1 bicchierino di scherry

Bavarese alla vaniglia

Nonostante il nome, le bavaresi sono di origine francese, e sono diventate presto un classico della cucina internazionale perché di facile esecuzione. La base è sempre una crema alla quale si aggiunge colla di pesce per aumentarne la consistenza. Per conferire delicatezza al composto si aggiunge panna montata, altro ingrediente di base. Come i budini, le bavaresi prendono forma dagli stampi in cui sono poste a solidificare e vanno tenute al freddo fino al momento di servire. Si toglieranno più facilmente dallo stampo se questo verrà immerso per alcuni secondi in acqua bollente. Capovolte sul piatto di portata si potranno infine decorare con frutta candita o creme di diversi colori.

La colla di pesce si trova in commercio in fogli trasparenti che, messi a bagno per dieci minuti in acqua fredda, e strizzati, si uniscono agli altri ingredienti se questi devono ancora subire cottura, oppure si sciolgono prima a calore moderato con acqua o altro liquido di base nel caso di preparati a freddo. E ora andiamo a preparare la bavarese alla vaniglia!
Bavarese alla vaniglia (ingredienti per 6 persone)

  • 1/2 l di latte
  • 1/2 stecca di vaniglia
  • 150 g di zucchero
  • 4 tuorli
  • 2 fogli di colla di pesce
  • 2 cucchiai di olio di mandorle dolci
  • 2 dl di panna montata

Pancotto alla tedesca e dolce di pane: due ricette per il pane che avanza

 In estate, almeno a casa mia, il pane viene mangiato pochissimo ed ecco che troppo spesso mi ritrovo con del pane avanzato da dover riciclare con le idee più diverse. La mia mamma di solito ripiega preparando delle eccellenti bruschette con il pomodoro fresco, io invece quest’oggi vi volevo suggerire due ricette gustose e saporite fatte con l’ingrediente forse più antico al mondo. La prima ricetta è la seguente!
Pancotto alla tedesca (ingredienti per 4 persone)

  • 400gr di pane raffermo
  • 4 spicchi di aglio
  • 2 cucchiai di olio
  • un litro e mezzo di brodo
  • 100gr di pancetta affumicata
  • un ciuffetto di prezzemolo
  • grana
  • sale, pepe

Preparazione:
Tagliate la pancetta a dadini e fatela dorare nell’olio a fuoco medio. Aggiungete il pane sbriciolato e gli spicchi di aglio sbucciati e mescolate per qualche minuto a fuoco basso, bagnando con un mestolo di brodo. Quando il pane si sarà ben insaporito, versate il brodo bollente rimasto, regolate di sale e fate sobbollire, coperto, per un’ora circa. Nel frattempo grattugiate 30 g di grana e tritate finemente
il prezzemolo, dopo averlo lavato e mondato. Versate la minestra in una zuppiera, insaporitela con una abbondante macinata di pepe, con il prezzemolo e con il grana grattugiato. Servitela calda.