Fatto con i grani di semolino, il Cous Cous, uno dei più celebri alimenti del Nord Africa è incredibilmente versatile e veloce da preparare. Puoi cuocerlo in anticipo e proporlo come sorprendente side dish. Il più comune, qui in occidente, è quello precotto che si può agevolmente trovare in qualunque supermercato; una volta cotto si può conservare in frigorifero per almeno tre giorni e condire al momento del pasto. Eccovi dunque un paio idee veloci e semplici per gustare questo straordinario piatto:
Insalata di cous cous, capperi ed erbe
Bastoncini fritti di pesce e cous cous
Gli ingredienti per una profumata insalata di cous cous, capperi ed erbe: 360 gr di cous cous, 150 gr misti di foglie di menta e coriandolo, 200 gr di spinacini, 250 gr di pomodorini, 1 cucchiaio di capperi, 1 cucchiaino di scorza di limone, 400 gr di petti di pollo, olio extravergine d’oliva, sale e pepe q.b.
Amante della pasta, sia fredda che calda, soprattutto se condita in maniera sapiente e raffinata, amo preparare questa variante con la salsa di funghi anche in abbinamento con altre tipologie di paste. I maccheroncini, i rigatoni ( come li chiamiamo a Roma) sono sicuramente i migliori formati per realizzare questa ricetta in quanto la salsa di funghi abbraccia con tutto il suo sapore ed aroma tutto il piatto. Spero di avervi fatto venire l’aquolina in bocca e, se così è, via in cucina a preparare i maccheroncini in salsa di funghi!
Maccheroncini in salsa di funghi (Ingredienti per 4 persone)
400gr di maccheroncini
60gr di margarina Gradina
uno spicchio d’aglio
un pezzetto di cipolla
25gr di funghi secchi
50 gr di farina
1/2 litro di latte o di brodo (se preferite la salsa più saporita)
sale
pepe
Una ricetta differente per preparare ipomodori ripieni, dalla cucina vegetariana un piatto molto versatile, da poter servire come contorno o come piatto finger food se nella preparazione userete dei pomodori di piccole dimensioni, che potranno esser consumati in un solo boccone.
Questa portata l’ho scoperta in occasione di una cena da una mia amica vegetariana, e, dopo aver ottenuto la ricetta, ho preparato i Pomodori con uova e toma in più occasioni ed hanno sempre ottenuto molto successo. Vi suggerisco di fare i Pomodori con uova e toma come piatto unicoper un pranzo estivo.
I malloreddus, chiamati più comunemente gnocchetti sardi, sono una pasta secca corta composta da semola di grano duro, acqua ed eventualmente con l’aggiunta di puro zafferano, dalla forma allungata di bastoncino vuoto con il dorso caratterizzato da rilievi paralleli. Nella tradizione l’impasto di malloreddus veniva aromatizzato con lo zafferano. Oggi si trovano in commercio anche in altre due versioni: al pomodoro e agli spinaci.
La semola di grano duro sarda produce da sempre pasta di qualità: Benedetto Croce nelle note ad un testo napoletano del ‘500 il “Pentamerone” spiega come nella Campania e a Napoli in special modo la pasta venisse chiamata “pasta di Cagliari”. Numerose sono le ricette per preparare gli gnocchetti sardi, io ho scelto di abbinarli ai peperoni, verdura di stagione dal sapore molto deciso e alla quale sono molto affezionata.
Qui in America del Nord, gli gnocchi di patatesono un primo piatto italiano ancora misterioso. A cominciare dalla sua pronuncia misteriosa… i gh-nocci freschi sono un piatto o adorato come una prelibatezza rarissima o odiato con passione, ma mai passano inosservati, specialmente se fatti bene.
Pensate che i miei vicini di casa per mangiare un buon piatto di gnocchi di patate, da Boston, dove abitavano prima, sulla costa orientale degli USA, andavano a passare il fine settimana a Seattle, sulla costa occidentale… finchè non hanno scoperto che io li facevo in casa. Si fanno in fretta, è una cosa piuttosto facile in fondo: un paio di patate lessate, un po’ di farina… ed è fatta. Ah si? Diciamo che con un po’ di senso pratico si superano velocemente le piccole difficoltà per ottenere ogni volta degli gnocchi di patate favolosi.
Per prima cosa, gli gnocchi perfetti devono aver sapore di patate e devono restare morbidi al palato senza essere né pastosi né gommosi… altrimenti tanto vale mangiare qualcos’altro. Quindi, per ottenere un risultato sempre perfetto è importante saper scegliere le patate ed usare poca farina nell’impasto. Seguiamo questi piccoli accorgimenti per ottenere sempre il risultato desiderato:
Giorni fa mi hanno regalato una bellissima forma di pecorino fresco! Il mio amico contadino ne aveva in eccesso e così ha pensato bene di farmene dono. La cosa da parte mia e dei miei familiari non ha potuto che farci piacere, tuttavia considerando che in casa siamo decisamente in pochi, una forma intera del peso di circa 1kg, ha sollevato il problema di come impiegarlo. Certo il pecorino fresco si mantiene a lungo, è buonissimo anche da solo, ma il problema comunque rimaneva. Allora che cosa ho pensato? Il pecorino si accosta molto bene alle zucchine così ho preparato questa ricetta che ha riscosso molti favori! Pecorino fresco alle zucchine ( ingredienti per 4 persone)
300gr di pecorino fresco
400gr di zucchine
olive nere
1 spicchio d’aglio spremuto
1 cucchiaio di Cognac
1 cucchiaio di farina
un pizzico di maizena
olio di arachidi,
sale
Ho provato una ricetta che non vedo l’ora di scrivervi, perchè ne è venuto fuori un piatto veramente buono e molto bello a vedersi, visto che molto colorato e quasi scenografico. Una ricetta di pesce, nella fattispecie calamari: Anelli di calamari alle verdure.
Vi confesso che ho preso spunto da una ricetta che vi avevo proposto qualche tempo fa, gli Anelli di calamari ai peperoni, rivisitandola e utilizzando lepoche cose che ho trovato in frigoriferoper fare un piatto nuovo. L’ingrediente principale sono i calamari, facilmente reperibili nelle pescherie già tagliati ad anelli, o, nel caso in cui non trovate del pesce fresco, potrete ricorrere a quello surgelato.
Si, Montreal è decisamente la patria dei migliori bagels del mondo.
Cosa sono i Bagels? Parliamo di un panino a ciambella ricoperto di semini di sesamo o di papavero, cotto in un forno a legna, una specie di grosso ‘pretzel’ morbido dentro e croccante fuori. Sono serviti abitualmente divisi a metà e spalmati di ‘cream cheese’ (formaggio bianco e cremoso, tipo Philadelphia), ricoperto da qualche fetta di Lox (salmone selvatico affumicato canadese), una fettina di pomodoro ed un paio di anelli di cipolla rossa. Questo pane è originario dal Nord Est dell’Europa, ed è una specialità della comunità ebraica “ashkenazi” (cioè di proveniente dall’europa dell’est).
Se venite a Montreal, (lo so, non è proprio dietro l’angolo per chi vive in Italia…) non mancate di fare un brunch kosher tutto yiddish da Beauty’s, degustando oltre al Bagel & Lox, i suoi famosi Blinis al formaggio bianco e mirtilli, o il suo Smoked Brisket (deliziosa carne di manzo affumicata) servito con le uova al tegamino, accompagnati dal Chopped Liver (patè di fegatini di pollo) con crostini di pane di segale.
Ma preparatevi a fare la coda per entrare in questo ristorantino degli anni ’50 senza pretese, una coda lunghissima ogni domenica per gli habitués incalliti, pronti ad aspettare ore pur di entrarvi!
Preparatevi a prendere un numero ed aspettare il vostro turno per avere una o due dozzine di queste ciambelline, sfornate ed insaccate ancora calde davanti ai vostri occhi. Pensate, questi “forni per i Bagel” sono operativi ed aperti al pubblico 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
Ho assaggiato questo piatto a casa di una mia amica genovese, ovviamente per via del pesto, e mi è piaciuto molto. Ho quindi riprovato a preparalo io ma con una piccola variante, “un rinforzo”, rispetto alle classiche lasagne al pesto, per renderle più saporite. Può essere anche un’idea per eliminare dei piccoli avanzi di prosciutto cotto e formaggi vari prima che il frigo diventi la loro tomba.
Le lasagne al pesto rinforzate sono un ottimo primo piatto, da servire nei giorni di festa, ideale sia in estate, quando si ha il tempo di preparare il pesto alla genovese ( quello pronto va anche benissimo), che in inverno. Avevo ricevuto, l’estate scorsa una grossa quantità di basilico fresco dalla mia amica Fiorella (quella delle uova) e così ho preparato una bella quantità di barattolini di pesto e li ho congelati.
Direi che queste lasagne sono poco costose, relativamente facili da preparare e, dettaglio non trascurabile, si possono preparare con un anticipo di qualche ora e infornare una mezz’ora prima di mettersi in tavola. Io, come al solito, quando le cucino, ne preparo in abbondanza in modo da congelarne una parte.
I miei figli mi hanno assicurato che, una volta scongelate e riscaldate sono ottime e quindi sono certa di dare un buon consiglio. E allora come dico io: “bando alle ciance” e andiamo a cucinare!!
Non so voi ma io sono sempre alla ricerca di varianti per cucinare le verdure. Rovistando nei miei numerosi ricettari ho trovato questa ricetta semplice e con verdure di stagione. Qualche lettore attento in questo caso mi farebbe sicuramente notare che le patate non sono di certo una verdura! Giustissimo ma le melanzane si! Le patate tra l’altro sono un po’ come il prezzemolo, stanno bene da per tutto e associate con le melanzane, verdura che amo molto, sono convinta che daranno vita ad un’accoppiata che risulterà vincente! Un consiglio: se pensate che le melanzane siano troppo amare, mettetele in ammollo con del latte per circa due ore, vedrete, si ammorbidiranno e acquisteranno un sapore molto più dolce!
Patate e melanzane in frizzaglio (ingredienti per 4 persone)
3 melanzane
5 pomodori secchi sott’ olio
1 patata
1 spicchio d’aglio
un ciuffetto di prezzemolo
qualche foglia di basilico olio extravergine d’oliva
sale, pepe.
Alzi la mano chi non ha mai mangiato un hamburger da McDonald’s. Denigrati, vilipesi, osteggiati, i fast-food continuano (con diverse varianti salutiste e mille accorgimenti) ad imperversare nel mondo.
McDonald’s, Kentucky Fried Chicken, Taco Bell, Wendy’s, Burger King e compagni, sono nomi molto noti ai consumatori d’oltreaoceano e di alcuni paese europei. Ma in Italia (a parte McDonald’s) cominciano a diventare familiari solo da poco. Qui su Ginger abbiamo già parlato di fast food più di una volta, e sapete come la pensiamo.
Pur riconoscendo il mito e il fascino della cultura del mangiare veloce americano (o anglosassone), non ne siamo affatto degli inguaribili sostenitori. Ma quando succede qualcosa “fuori del comune” ci divertiamo a parlarne stando volentieri al gioco. Anche quando si tratta di interessanti iniziative di marketing.
L’ultima idea è un’iniziativa della fast-food chain Burger King. Che ha lanciato un hamburger gigante, chiamato semplicemente ‘The Burger‘, che sembrerebbe essere il panino più costoso del mondo.
95 sterline il prezzo folle di questa trovata culinaria (circa 200 euro al cambio) che visto a vicino è composto di ingredienti davvero speciali. L’ingrediente principale è la carne grigliata di manzo giapponese Wagyu. La Wagyu Beef, per chi non lo sapesse, è una razza di bovini geneticamente selezionati e ad intensa marmorizzazione delle carni, ovvero a produrre una elevata quantità di grassi insaturi che tendono a mischiarsi con la carne stessa, anziché ad agglomerarsi sui lati come normalmente accade nella carne normale, ed è, comprensibilmente, costosissima. Ma anche il resto non è da meno: fettine di tartufo bianco, prosciutto iberico Pata Negra, bastoncini di cipolle allo Champagne Cristal, aceto balsamico di Modena, lattuga (rigorosamente Valerianella locusta), sale rosa dell’Himalaya, maionese di vino bianco organico e scalogno, il tutto in un pane tostato spolverato con zafferano iraniano e di nuovo tartufo bianco (speriamo almeno che sia il tartufo d’Alba nostrano, se non altro).
La pasta ripiena? È uno dei piatti più amati dagli italiani. A detta della società di ricerche Gfk Panel Services, per esempio, i nostri connazionali ne acquistano ben 49mila tonnellate l’anno, per una spesa totale di 320 milioni di euro: una quantità di gran lunga superiore ad altri tipi di pasta fresca, come quella all’uovo (12mila tonnellate) o gli gnocchi (poco meno di 24mila).
II motivo di un simile successo? Prima di tutto, la pasta ripiena è un grande classico della tradizione culinaria italiana: nel nostro Paese ne esistono centinaia di versioni differenti, dai tortelli di Parma ai tortellini bolognesi, fino agli agnolotti al plin del Piemonte e ai pansotti liguri. E poi, tortellini e ravioli sono capaci di rendere felici anche i bambini di gusti difficili.
La pasta ripiena ha un’origine antichissima: ne parla già Mastro Martino, il più celebre chef del Quattrocento, che nel suo celebre ricettario De Arte Coquinaria descrive il procedimento per preparare i «pastelli con carne», non molto diversi dai nostri ravioli. II re delle paste ripiene? È il tortellino bolognese, apprezzato in tutto il mondo. Una curiosità: a questa saporita preparazione è dedicata perfino una confraternita. Si chiama «Dotta Confraternita del Tortellino», è stata fondata nel 1965 e nel 1974 ha addirittura depositato presso la Camera di commercio di Bologna l’autentica ricetta del ripieno, a base di mortadella, lombo di maiale, prosciutto crudo, uova e noce moscata.
Una passione particolare mi lega ai peperoni, fin da piccolo il sapore di queste verdure mi ha sempre fatto venire l’acquolina in bocca. I miei parenti amano ricordare con affetto di un episodio in cui non volevo mangiare altro se non i peperoni che erano serviti al nostro tavolo durante una cena. Niente di strano, a parte, la mia giovanissima età, solo pochi anni, periodo in cui i peperoni non sono certamente un ingrediente base della cucina per bambini.
I peperoni sono rimasti sempre degli ortaggi fondamentali nella mia dieta, e nel periodo in cui è più facile trovarli tra le bancarelle mi diverto a provare nuove combinazioni di sapori e gusti con cui abbinarli. La ricetta di oggi, tutta vegetariana, ha una leggera ispirazione greca: i Peperoni ripieni al formaggio.
Le zuppe, fredde d’estate e calde d’inverno, sono delle specialità a cui, a parer mio, non si dovrebbe rinunciare. A maggior ragione quando alla base delle zuppe vi sono dei cereali eccezionali come l’orzo. L’orzo si distingue dagli altri cereali per il notevole contenuto di fibre e soprattutto di quelle solubili. Insieme all’avena, è il cereale con il più basso indice glicemico.
L’orzo si gonfia moltissimo durante la cottura: questa caratteristica, unita alla notevole quantità di fibre, consente di preparare zuppe e minestre molto sazianti e ipocaloriche. In commercio si trovano due tipi di orzo. L’orzo mondo o mondato o decorticato, che richiede una lunga cottura e un ammollo preventivo, contiene più fibre, sali minerale, vitamine, e meno calorie. L’orzo perlato subisce un processo di raffinazione (simile alla sbiancatura del riso) atto a rimuovere la parte più esterna. Può essere utilizzato senza ammollo preventivo e la cottura è più breve.
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