Calamaretti in umido, un ricordo d’estate

Un secondo piatto a base di pesce abbastanza rapido da preparare che non necessita di avere una moltitudine di ingredienti in casa ma che comunque garantisce un’ottima riuscita ed un gusto veramente eccezionale sono i Calamaretti in umido.

Questo piatto, è una portata molto adatta a questo periodo. Leggermente nostalgico, perché il sapore ed il profumo del pesce ci fa ripensare alle vacanze appena trascorse, si fa per dire, e nello stesso tempo caldo e rifocillante, sembra quasi una zuppetta, per riscaldarci un pò attorno al desco la sera quando ci ritiriamo in casa. Bando alle ciance e andiamo ai fornelli per cucinare i Calamaretti in umido.

Pasticcio di crackers: una cena veloce ed un pratico piatto unico

Il pasticcio di crackers nasce dall’esigenza di dover consumare scorte di crackers inutilizzati e a rischio secchio della spazzatura e soprattutto per la preparazione di cenette non troppo impegnative e magari da preparare con largo anticipo e poi scaldare al forno o al microonde. Io seguo questa ricetta, non proprio light, però si può fare anche con meno ingredienti, anzi viene più leggero ed è sempre buono.

Pasticcio di crackers (ingredienti per 4 persone)

Una scatola di crackers alla segale
250gr di manzo tritato
100gr di salsiccia
una bottiglia di passato di pomodoro
15gr di funghi secchi
75gr di grana grattugiato
olio
2 spicchi di aglio
50gr di burro
30gr di farina,
3/4 di latte
noce moscata
una presa di sale, pepe

Cicoria in padella, il sapore della cucina povera

Un’erba di cui prima si faceva un largo uso nella cucina Italiana, dalla cucina Laziale a quella Meridionale, e di cui ora si è persa un po’ la consuetudini di adoperala è la Cicoria. Un tempo era tanto comune usare la cicoria, soprattutto tra le famiglie meno facoltose, poiché questo tipo d’erba, che cresce spontaneamente in terreni asciutti ed incolti ed è facilmente riconoscibile, poteva essere raccolta direttamente nei campi.

Con gli anni di benessere che ci sono stati, la pratica di raccogliere la cicoria nei campi si è persa, e visto che prima era simbolo di povertà, per apparenza è stata allontanata dalle tavole.
Ma per noi le apparenze non contano e ci fa piacere dare più importanza al sapore delle cose.
Il caratteristico sapore rustico e amarognolo della cicoria la rende particolarmente adatta per accompagnare pietanze grasse o dai sapori delicati.

Muschio d’Irlanda (alghe) con rabarbaro stufato

Per secoli le alghe hanno fatto parte della dieta irlandese. Ciò non sorprende poiché la linea costiera dell’isola si estende per più di 3,000 km. Il muschio d’Irlanda veniva usato come addensante per zuppe, stufati e budini. Questa ricetta è molto leggera e gradevole ed il rabarbaro aggiunge un intenso tocco di agro.

Per il Muschio d’Irlanda
Ingredienti per 6 coppe da 125ml

  • 8g di muschio d’Irlanda (alga)
  • 700ml di latte
  • 4 cucchiai da tavola di zucchero raffinato
  • La buccia di 3 limoni
  • 1 baccello di vaniglia
  • 2 uova

Preparazione:

Mettere a mollo il muschio d’Irlanda in acqua tiepida per 15 minuti. Scolare e porre in un tegame con il latte, 1 cucchiaio di zucchero, l’aroma di limone e il baccello di vaniglia. Portare ad ebollizione, ridurre la fiamma e bollire lentamente per 30 minuti. Filtrare con un colino in un contenitore, spingendo la gelatina naturale del muschio d’Irlanda attraverso il setaccio.
Porre i tuorli d’uovo in un contenitore ed incorporare sbattendo 3 cucchiai di zucchero. Aggiungere rimestando la mistura di latte filtrato. Montare gli albumi fino ad ottenere delle punte dense. Incorporare amalgamando con un cucchiaio di metallo. Eliminare ogni residuo di albume.

Riempire 6 coppe con il composto ottenuto e raffreddare in frigo per circa 1 ora o fino a quando si sarà addensato.

Pollo stufato alla siriana, un piatto per i giorni freddi

Pioggia e basse temperature hanno fatto il loro ingresso ed ormai è tempo di cambiare tipo di alimentazione e indirizzarci su piatti un pò più calorici e più consoni al clima.
Non è ancora arrivato il momento di accendere le stufe, ma la preparazione del piatto di oggi ne avrebbe proprio bisogno.

Non che sia un piatto freddoloso, ma anticamente veniva cucinato sfruttando, nel corso dell’intera giornata, il calore delle stufe che si usavano per riscaldare la cucina e gli ambienti circostanti. Proprio da questo particolare modo di cottura trae il suo nome: Stufato.
Lo stufato è un piatto che si ritrova un po’ in tutte le cucine del globo, soprattutto in quelle dei paesi con forte tradizione contadina, ricordiamo l’Irish stew della cucina irlandese. La ricetta che proponiamo oggi è quella del Pollo stufato alla siriana.

Mele al cartoccio: un dolce di frutta al forno

Un dessert semplice, per queste prime serate autunnali, magari in occasione di qualche amico che ci viene a trovare, le mele al cartoccio sono una vera e propria delizia per il palato. La frutta cotta è tra l’altro il dolce per eccellenza dei macrobiotici: uno yin (la frutta) equilibrata da uno yang (la cottura) con in aggiunta la dolcezza naturale che fa tanto bene agli organi digestivi.

A molti le mele cotte fanno tanto ospedale … a me piacciono in modo imbarazzante anche solo con una spolveratine di zucchero! Le mele al forno sono il dolce più semplice ma chiudono bene un pasto invernale e vanno bene anche come merendina per i bambini, provatele in un fiore di pasta sfoglia e poi fateci sapere!

Mele al cartoccio (ingredienti per 4 persone)

4 belle mele Delizia (gialle o rosse a piacere)
una confezione di pasta sfoglia surgelata
50gr di uvetta sultanina
un po di marmellata a vostro gusto
burro
1 uovo
zucchero
rhum (facoltativo)

Pajata di vitello arrosto

Dopo i mitici rigatoni con la pajata, vi presentiamo un’altra ricetta appartenente alla cucina romana, la pajata di vitello arrosto. Scrive Livio Jannattoni nella sua opera “La cucina romana e del Lazio“: la Pagliata (pajata in romanesco) rientra nelle componenti di quel “quinto quarto” del bovino (frattaglie, testa, coda), sulle quali si applicò un tempo “la cucina povera“, fino ad elaborare e realizzare piatti eccellenti, che costituiscono tuttora un vanto della romana gastronomia.

 Qualcosa di veramente straordinario, quell’umile punto di partenza e il corrispettivo traguardo, rusticamente trionfale. Tanto da far festa increduli ancora oggi. “Pagliata” (o pajata), si legge ad esempio ne La mia cucina. Grande enciclopedia illustrata, una pubblicazione di sicuro pregio e di ampie dimensioni. “Uno dei più sconcertanti piatti della cucina regionale italiana, in questo caso della romanesca. Si tratta dell’intestino di vitello, contenente ancora il chimo.

 La pagliata, che spesso viene preparata dal macellaio, si presenta sotto forma di anelli di budello, legati con il filo, e contenente una crema biancastra, leggermente granulosa. Per chi non è nato a Trastevere o nei Borghi”, si trova costretto ad affermare ancora quel compilatore, “accettare questo cibo, anche se saporito e delicato, costa un certo sforzo: ma una volta superati i pregiudizi, lo si apprezza”.

Conchiglie di pesce di nasello, di palombo o come più vi piace

Per una presentazione d’effetto, un’occasione importante da festeggiare ma sempre con un occhio attento al portafoglio vi proponiamo oggi le conchiglie di pesce. Da far appassionare anche i bambini che troppo spesso non amano mangiare questo alimento. Questa ricetta ve la presentiamo con il nasello ma vanno bene anche altri tipi di pesce tipo palombo pesce spada oppure maccarello o gallinella, a voi la scelta, quello che piace di più!

Conchiglie di pesce (ingredienti per 4 persone)

150gr di filetti di nasello o altro pesce a piacere
150gr di funghi coltivati
limone
burro
farina
brodo
1 uovo
5 cucchiai di panna
50gr di Emmental
pane grattato
una spolveratina di sale e pepe

Semplici, veloci e gustosissimi: gli Spaghetti con capperi e olive

Ieri notte facendo zapping mi sono imbattuto in un vecchio programma condotto dallo scrittore Mario Soldati, personaggio con cui nasce la figura del giornalista enogastronomico. Al termine della trasmissione Soldati conclude dicendo pressappoco così:

Ho mangiato alla tavola di miliardari, ed ho mangiato malissimo.
Ho mangiato alla di contadini ed ho mangiato benissimo.
La bontà dei cibi sta nella semplicità e nella genuinità dei prodotti.

Ho voluto iniziare parafrasando Soldati, perché oggi voglio parlarvi di un piatto della cucina povera che però per la sua semplicità e per i sui sapori, a parer mio, è un piatto eccezionale, gli Spaghetti con capperi e olive. Un piatto di pasta condito con pochi ingredienti tipici della cucina contadina, soprattutto delle zone del Sud Italia, che riescono ad insaporirlo in modo straordinario.
Gli Spaghetti con capperi e olive, tra le altre cose, inseriti in una giusta dieta, sembrano avere anche degli effetti positivi sul metabolismo.

Involtini di capocollo

Involtini.

Il capocollo è un taglio del maiale molto interessante e versatile.

Lo si può usare, a tocchetti per un tenero e saporito spezzatino, o tagliato fine a macchina per preparare cotolette impanate, oppure, come in questo caso, per fare degli ottimi involtini. Se l’appetito è robusto, vanno considerati 2 involtini a persona.

Tempo di preparazione: 1 ora e 15 minuti | Costo: basso | Difficoltà: media

Ingredienti: 8 fettine di capocollo | 150gr. di salsiccia spellata | 8 fettine di prosciutto crudo | 150 di pecorino di media stagionatura | 1 spicchio d’aglio tagliato finissimo | 1 ciuffo di prezzemolo | 1 cipolla o 2 scalogni | 6/8 cucchiai d’olio | Vino bianco | Sale e pepe

Pomodori ripieni di piselli

Oggi voglio presentarvi un piatto che potrete sfoggiare in diverse occasioni, sfruttandolo in modo differente, o come antipasto o come contorno. Sono tante le portate che si prestano a questo doppio utilizzo, ma questa, i Pomodori ripieni di piselli, è particolarmente versatile.

La preparazione di questo piatto è semplicissima ed il sapore e il gusto che sprigionano i Pomodori ripieni di piselli sono talmente buoni, che in piena stagione estiva ne potrete ricavare un ottimo piatto unico, aumentando, magari, le dosi per persona. Eccovi la ricetta dei Pomodori ripieni di piselli.

Le pentole in terracotta

La terracotta è natura, ci rende partecipi dello scorrere continuo del tempo, mantenendo inalterate le sue meravigliose caratteristiche.

Le pentole in metallo assorbono rapidamente il calore trasmettendolo al cibo, mentre la terracotta funziona come un isolante, si scalda molto lentamente e altrettanto lentamente cede il calore che ha assorbito.

Il coccio è il materiale ideale per la cottura di quei piatti che richiedono lunghe cotture senza sbalzi di temperatura, ottima per legumi, cereali, sughi, stufati, minestroni e zuppe.
E’ importante ricordare, per evitare spiacevoli sorprese, che in questi tipi di pentole la cottura prosegue anche molto dopo aver spento il fuoco.

Le pentole di coccio sono fragili ma meno di quanto si possa immaginare. Prima dell’uso una pentola di terracotta nuova deve essere messa in ammollo in acqua fredda per almeno 12 ore, si vedranno salire delle bollicine di aria dalla sua superficie, che sprigioneranno un odore simile a quello della terra dopo una pioggia estiva.

Le pentole di terracotta sono porose, smaltate su tutta la superficie tranne che sul fondo; quindi l’operazione di immersione permette di reidratare la terracotta , che si è seccata durante la cottura, in maniera uniforme.