E’ un dolce semplice, di facile esecuzione e di grande effetto.
Quando ero piccola, la domenica andavamo, i miei genitori ed io, ad acquistarne tre porzioni in una panetteria in V. Arquata,vicina a corso Dante, a Torino e ricordo ancora l’aspetto e il gusto di quel dolce.
Fantastico.
Quanto sono buoni i risotti in questo periodo dell’anno. Come, sicuramente, si saranno accorti i nostri amici lettori, sto scrivendo spesso di ricette di risotti, stimolato dalle temperature più basse e dal piacere di stare al tepore della cucina, mescolando il riso nella pentola, mi sono lasciato ispirare e vi rendo partecipe delle mie prodezze tra i fornelli.
Le ultime ricette che vi ho dato era quelle del risotto alla milanese e del risotto con la zucca, oggi mi butto sul marino e vi propongo ilRisotto al nero di seppie. Un piatto che non amano tutti, qualche volta mi è capitato di star seduto a tavola con qualcuno che ha confessato che non prende piatti al nero di seppie perché impressionato dal colore. Beh, non sanno cosa si perdono!
Quest’oggi vi propongo un contorno, tutto vegetariano, dall’aspetto molto scenografico, per il quale però non si dovrà spendere troppo tempo in cucina o fare delle operazioni troppo complicate: il Cavolfiore alla Contadina.
Cavolfiore alla contadina
Ingredienti per 4 persone:
1 cavolfiore di media grandezza|2 uova|40gr di pangrattato|50gr di burro|succo di ½ limone|1 ciuffetto di prezzemolo|sale q.b. e pepe
Continuando il nostro viaggio attraverso il curioso legame che esiste tra libri gialli e cibo proviamo ad esplorare la cucina francese facendoci aiutare questa volte da uno degli scrittori più prolifici del 900. Simenon che attraverso il suo alter ego il Commissario Maigret ha creato non solo una figura immortale ma anche e soprattutto un monumento alla gastronomiafrancese. Maigret è infatti grande buongustaio, ama i cibi autentici e tradizionali così come vengono preparati in casa o al bistrot all’angolo, semplici, gustosi e profondamente legati alla loro regione d’origine. Insieme a Maigret e seguendo la sua ricetta proviamo a preparare il Patè di Campagna e la Vichyssoise.
Patè di Campagna:
Ingredienti per una terrina
1 fegato di maiale di grossezza media | 500 gr di carne di maiale magra | 500 gr di lardo fresco | ossa di vitello e pollo | 200 gr di strutto | 1 rete alimentare | 1 cipolla | 1 carota | 3 scalogni | 1 spicchio d’aglio | 15 cl di vino bianco secco | 5 cl di cognac | sale | pepe | 1 mazzetto di aromi.
Preparazione: passare il fegato, la carne di maiale ed il lardo nel tritacarne a sezione grossa, amalgamare bene la carne all’aglio tritato, gli scalogni, il sale ed il pepe, mettere il composto così ottenuto in una rete e chiuderla sollevandone i bordi. Porre la rete in un terrina foderata con le cotenne del maiale, le ossa, le carote, le cipolle tagliate ed il mazzetto aromatico. Versatevi sopra il vino ed il cognac e fate cuocere coperto a fuoco dolce. A cottura ultimata, quando il patè sarà ben dorato, toglierlo dal fuoco dopo averlo sgocciolato. Porlo in uno stampo rettangolare premendo bene perchè stia in forma e fate raffreddare per circa 30 minuti. Infine versate sulla terrina lo strutto fuso e ponete il tutto a raffreddare in frigorifero per almeno 2 ore, sformate e servite il patè tagliato a fette con del pane tostato.
“si può mangiare da voi?” “é naturale che si può….che cosa desidera?”
“inizierei con del bel patè di campagna” La collera di Maigret
Siamo ad ottobre, periodo di castagne o, come vengono chiamate dalle mie parti, di marroni. Molte sono le preparazioni che in questo inizio di autunno possono accompagnare questi frutti autunnali ma io, amante della bella stagione, voglio ricordare l’ estate appena trascorsa utilizzando dei prodotti di stagione.
Ed ecco quindi che il dolce gelato di castagne può diventare davvero un momento di festa in famiglia, un dessert fresco da essere servito sia alla fine di un pranzo che di una cena. Una volta le castagne erano chiamate “pane d’albero“, ed erano una risorsa insostituibile per i contadini del nostro paese perché riuscivano, nei momenti difficili, a risolvere il problema dei pasti giornalieri, rendendoli più saporiti e sostanziosi.
Una volta seccate si pestavano in piccole quantità per volta dentro robusti sacchetti di canapa dalla forma allungata e insaponati alle estremità, che forti giovani battevano ritmicamente su appositi tronchi di legno opportunamente sagomati, i cosiddetti “tacchi“, fino a staccare la pula dai frutti ; questi venivano accuratamente selezionati dalle donne in lunghe, ma allegre ore di lavoro attento e chiusi in ampi cassoni, i “bancà“, in attesa di consumarli o che i mercanti della pianura venissero ad acquistarli.
Più che un classico, dire che si tratta di un piatto fondamentale della cucina Italiana, il padre di tutti i risotti, caratterizzato dalla sua semplicità e dal suo colore oro, dai sapori delicati ed allo stesso tempo intensi che racchiude, è il Risotto alla milanese, una pietanza, che come dice Abatantuono, eccezzziunale… veramente.
La cucina Italiana conquista da sempre i palati dei divi Americani e non, così anche il Risotto alla milanese, sembra aver attirato l’attenzione di Marilyn Manson, il molto discusso cantante statunitense. Il cuore del Risotto alla milanese è sicuramente lozafferano, che gli conferisce profumo e soprattutto il magnifico colore oro, ma non in tutte le ricette compare un altro ingrediente molto importante per il sapore del piatto, il midollo di bue. Eccovi la ricetta del Risotto allo zafferano.
Le idee per preparare delle portate nuove da stuzzicare durante un aperitivo sono sempre ben accette, non si possono proporre sempre le solite patatine fritte industriali e le noccioline; fastidiosissime, tra le altre cose, per i padroni di casa che a fine serata ritroveranno le briciole delle patatine sparse per tutto il pavimento.
Eccovi un suggerimento che potrà rivelarsi utile in mille occasioni, dall’aperitivo alle feste finger food, o per le cene più ricercate, durante le quali si vuole servire qualcosa di più originale del solito pane: le Treccine alle olive.
La ratatouille è un piatto che potremmo definire “libero”, poiché nelle cucine dei differenti Paesi, gli ingredienti utilizzati per prepararla variano, in funzione degli usi e delle abitudini locali. Oggi noi vi proponiamo la Ratatouille all’albanese. Chissà, forse potrete provare a fare questa Ratatouille nei cestini di pasta frolla come suggerisce la nostra amica Mammazan.
Era il 14 aprile 1912, ben 96 anni fa, quando l’ultimo pasto è stato servito in prima classe, nella sala da pranzo RMS del lussuosissimo transatlantico Titanic. Come ormai tutti sappiamo quella stessa notte il Titanic entrò in collisione con un iceberg ed affondò inesorabilmente portando con se oltre 1500 vite umane, per lo più appartenenti alle terze classi. Ma sapete che cosa è stato servito per l’ultima cena sul Titanic? Ecco a voi il menù!
Il consommè di Olga è fatto con del brodo caldo, di solito di carne, raramente vegetale, e del buon vino, di solito il Porto. Si aggiunge poi del sedano tagliato a julienne, del porro, 1 carotina e si fa ammorbidire il tutto con un po’ di burro. Aggiungere a poco a poco il consommè, fino a quando le verdure non siano cotte a puntino. Servite il tutto in una zuppiera unendo le verdure, il brodo caldo e il buon vino.
Ricette e crimini. Mi sembra che esista un curioso legame tra libri gialli e cibo. Agatha Christie per esempio amava la vita e le cose buone ed infarcì la propria opera di allusioni nient’affatto innocenti a una tradizione culinaria, quella anglosassone, troppo spesso trascurata. Eggs Benedict e Stufato d’agnello oggi, per deliziare gli amanti del genere che non disdegnano colte escursioni culinarie.
Ingiustamente maltrattata perché pur differenziandosi molto dalla cucina italiana o francese, la gastronomia della terra d’Albione ha comunque riti affascinanti ed un approccio eccentrico, che quindi le permette di non avere troppo da invidiare alle sue ben più blasonate vicine. Se non aveste la fortuna di poterle gustare in qualche deliziosa breakfast room, iniziamo dunque col preparare delle tradizionali (per i paesi anglosassoni):
Uova benedettine (Eggs Benedict)
Ingredienti per 4 persone
4 uova, 4 fette di pane, 4 fette di bacon, 1 cucchiaio di aceto di vino bianco, olio d’oliva, sale e pepe
Per la salsa olandese: 100 gr di burro, 1 cucchiaio di farina, 2 tuorli succo di 1 limone, 1 bicchiere d’acqua bollente, sale e paprika.
La nostra idea di figura e di forma delle porcellane, delle posate e dei bicchieri nell’odierna casa si forma il più delle volte nel nostro subcosciente. Solo pochi saprebbero, con una risposta esatta e ben fondata, rispondere alla domanda diretta perchè questo o quello su una tavola ben apparecchiata piaccia o dispiaccia. Le persone più giovani tendono alla generalizzazione di rifiutare l’antico e di accettare il moderno, e persone più anziane sono attaccate al bello e negano l’astratto.
Ma, nè gli uni, nè gli altri, colgono nel segno i criteri con cui oggi noi diamo forma e figura alle nostre suppellettili in porcellana, vetro e metallo. La natura delle cose attorno a noi dovrebbe, come molti secoli fa, decidere la forma e la figura degli stessi. Quelle forme che hanno conservato il loro valore per secoli perché rispondenti alla loro funzione, vengono definite semplicemente «classiche». Quelle forme sono sempre moderne ma non alla moda. Ciò che è alla moda non durerà mai più di una epoca: verrà e passerà come le stagioni a cui nessuno negherà il particolare fascino temporaneo.
Sia molti anni fa, quando seduti intorno al fuoco si mangiava con le mani la carne di canguro appena cacciata ed arrostita nella brace ardente, sia oggi, in uno dei moderni locali rinomati del grande mondo davanti ad una tavola apparecchiata con cura, si assaggino i cibi scelti preparati da capicuochi ben remunerati, un’abitudine accomuna i due tempi: durante i pasti si riuniscono gli uomini che il lavoro divide nell’indifferenza quotidiana.
Dall’epoca dei nostri antenati ci è giunto il concetto della riunione intorno al fuoco per mangiare; nei tempi più recenti la tavolata è l’espressione usata per la riunione di molti convitati intorno alla tavola per pranzare insieme. E più grande è la tavolata, maggiore è la diversità delle persone riunite, così che sorge il problema dell’associazione delle vivande, dell’apparecchiatura della tavola e — perchè non parlarne? — delle abitudini a tavola.
Risotto con la zucca. Finalmente è arrivata la stagione delle zucche! Che non sempre vale la pena di utilizzare per farei addobbi e teste decorate per la festa delle streghe americana, ma la useremo in cucina, per deliziare palati e occhi,con il suo inconfondibile sapore ed il suo caldissimo colore arancione.
Cugina molto stretta della zucchina, la zucca, ha origini Sud Americane, quindi dobbiamo rendere merito ai fratelli d’oltreoceano che ci hanno fatto conoscere questo tipo di verdura dalle doti eccezionali. Infatti, la particolare dolcezza di alcune varietà di zucca la rendono un ingrediente prezioso per la preparazione di dolci, ma si presta altrettanto, se non meglio, alla preparazione di piatti salati, come ad esempio il Risotto alla zucca.
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