Bevande rinfrescanti per il pomeriggio e la sera

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Il caldo ci ha colto all’improvviso. Come spesso succede, ma ci facciamo sempre trovare impreparati. Per quanto mi riguarda il bisogno di una bevanda fresca, al pomeriggio, dopo aver consumato litri e litri d’acqua, diventa una vera e propria necessità, e provare a inventarsi qualcosa di diverso e carino, da preparare sul momento, può anche essere una soluzione per non pensare all’afa, durante i lunghi pomeriggi del fine settimana, se non si esce per evitare di prendere una gran bella botta di calore, soprattutto tra le strade cittadine.

In più oltre alle soluzioni non alcoliche, completamente alla frutta, si può anche preparare qualche cocktail casalingo, da offrire agli amici che vengono a trovarci a casa. Qualche tempo fa avevo la fortuna di avere un piccolo terrazzino, ed era molto simpatico, a notte inoltrata magari, sedersi fuori con gli amici a chiacchierare, e si può sorseggiare una bella bevanda preparata con le nostre mani.

Comunque sia provate a tenere sempre in casa del tè, degli agrumi, frutta di stagione, e anche qualche bottiglia di rum o vodka, potranno sempre servire durante la lunga e calda estate che ci attende. Queste sono le quattro ricette che vi suggerisco per delle rinfrescanti bevande estive.

I colori in cucina: i biscottini di frolla con la marmellata

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TEMPO: 30 minuti più 1 ora per il riposo in frigo| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


E’ vero che in cucina molto spesso l’aspetto non conta ai fini del gusto, ma è pure vero che anche l’occhio vuole la sua parte e che solitamente veniamo rapiti dai colori accattivanti degli ingredienti e dei piatti che portiamo in tavola.

È di grande importanza l’aspetto estetico dei cibi e la trasmissione di ciò che ci giunge dalla vista di alcuni colori: basti pensare alle sensazioni suscitate dalla vista di alcuni alimenti quali ad esempio una coppa di gelato dai diversi gusti o i colori accesi di alcuni frutti tipo le fragole e le ciliegie, gli ananas o i kiwi. L’acquolina aumenta e la fame anche.

Il colore è quindi strettamente legato al nostro corpo. Non a caso la cromoterapia punta sull’effetto che i colori esercitano sul nostro stato d’animo. Inoltre ogni singolo colore susciterebbe in ognuno di noi sensazioni diverse ed influirebbe sul nostro benessere psicofisico. Per fare un esempio il giallo, un tipico colore caldo, che personalmente associo al sole, comunica entusiasmo, movimento, libertà e ottimismo. Il blu invece diffonderebbe calma e pace interiore.

Personalmente, soprattutto quando si parla di dolci, cerco sempre di puntare sia sui colori che sugli sugli abbinamenti cromatici, per esaltarne l’aspetto, come nel caso di questi dolcetti di frolla, per la cui decorazione ho optato per la confettura di arance e per quella di frutti di bosco.

Arista di maiale all’aneto

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TEMPO: 2 ore | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


L’arista è senza dubbio un piatto prevalentemente invernale, ma sfogliando un ricettario ho letto questa preparazione e mi è sembrata interessante, e in più volevo spezzare una lancia a favore della carne di maiale, da sempre additata come grassa e ricca di colesterolo, e che in più in questo periodo sta subendo anche un bombardamento mediatico a causa dell’influenza che tutti noi conosciamo.

Eccessi di colesterolo si possono trovare in molti altri alimenti che consumiamo quotidianamente, uova, formaggio, burro, e quindi anche la carne di maiale se consumata con moderazione può diventare senza alcun problema un ottimo pasto anche settimanale o bisettimanale, se consideriamo anche il prosciutto e gli insaccati.

Questa carne risulta molto proteica, la coscia è la parte più pregiata, ha delle proteine muscolari che il nostro organismo assimila facilmente e in più riesce ad apportare valori nutritivi, grazie agli amminoacidi che sono indispensabili al nostro corpo per creare proteine. Oltre a questo la carne di maiale contine anche ferro e alcune vitamine del complesso B.

E’ chiaro poi che comunque è un alimento molto grasso, da consumare con cautela. E’ ottima da cuocere alla griglia o alla brace, in questo modo si disperde una buona quantità di grasso, e in generale quando la si prepara bisognerebbe sempre eliminare il grasso in eccesso, anche se sappiamo che è molto gustoso.

L’arista è una parte abbastanza magra e anche molto tenera, la cottura con il latte, come in questo caso, evidenzia questa sua caratteristica morbidezza.

Food Jewelry: anelli di frutta disidratata

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Si, avete letto bene. Anelli di frutta disidratata, per la serie se non lo vedo non ci credo. Una collezione di gioielli di Frutta e verdura homemade. Quale modo migliore di combinare due cose che tutti amano: gioielli e cibo. Infatti la peculiarità di questi oggetti e che sono assolutamente commestibili, fatta eccezione naturalmente per la parte d’argento dell’anello. Quindi ideale per chi è sempre alla disperata ricerca di qualcosa da sgranocchiare.

Ottimo spuntino anche a livello nutrizionale, infatti la frutta nel processo di disidratazione perde l’acqua e diventa un concentrato di fibre, zuccheri e minerali risultando nutriente, saziante e non troppo calorico. Ma basterà un anellino alla mela a saziare nei voraci momenti d’emergenza-fame?

L’idea è venuta a LaProchaine Fois, che avendo comprato una di quelle macchine per disidratare gli alimenti, stanca di disidratare banalmente alimenti con il solo fine culinario o di conservazione, si sarà fatta prendere la mano ed avrà voluto ottimizzare fine ed utilizzo di suddetta tecnologia. Esistono infatti delle macchine apposta per essiccare le fettine di frutta oppure potete usare tranquillamente il forno di casa, a patto che sia ben ventilato.

Poi dovete mettere in conto tanta pazienta e passione nel decorare minuziosamente questi anellini. Sicuramente creatività e buona manualità sono d’obbligo oltre alla buona tecnica di disidratrazione. Le varianti sono tantissime: mela verde, rossa, pere, arancia, kiwi….

Sul blog troviamo una bella carrellata di esempi di quanto possono essere deliziosamente carini questi anelli.

Il risultato finale è davvero accattivante, ma al di là del come e cosa, il concetto di fondo è geniale:

Un assaggio di cucina Thai: Manzo in salsa di Curry Rosso

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TEMPO: 40 minuti | COSTO: medio-alto | DIFFICOLTA’: media | VEGETARIANA:  no | PICCANTE:  si | GLUTINE: no | BAMBINI: no

Nella cucina Thai il Curry non viene usato nella usuale forma che noi conosciamo, ovvero quella in polvere bensì in pasta che può essere rossa o verde. La differenza sostanziale tra le due é che mentre la prima é a base di peperoncini secchi la seconda é a base di peperoncini freschi e pertanto anche leggermente più fresca e “speziata” dell’altra. Il Curry come sappiamo é un mélange di diverse spezie. Ogni paese asiatico ne cambia poi la composizione e le proporzioni ottenendo così diversi tipi di curry da quello mild a quello sweet, come ci ha ben spiegato Salvina nel suo articolo. Comunque nella ricetta di oggi utilizzeremo il curry rosso in pasta e come nella migliore tradizione Thai lo diluiremo con il latte di cocco.

Spaghetti party: due salse per un piatto

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TEMPO: 50 minuti| COSTO: medio| DIFFICOLTA’: medio-bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Avete mai pensato di organizzare un party a tema? Intendo una festa alla quale servire una tipologia di alimento o di piatto in diverse varianti? Beh, riflettendoci su ci sono infinite proposte, ma oggi decido di consigliarvi uno dei piatti per cui siamo conosciuti in tutto il mondo. Escludendo la pizza cosa rimane? La pasta ovvio.

Ci soffermeremo su un paio di condimenti da poter utilizzare per proporre diversi piatti con una base comune: gli spaghetti, forse il formato più amato dagli italiani. Per una volta metto da parte il gettonatissimo sugo al pomodoro, ognuno avrà la sua ricetta personale, a vostro piacimento potete utilizzare quella. Invece vi propongo quello al salmone e quello ai pinoli. Due sughi molto appetitosi e stuzzicanti a mio avviso, ma io sono un po’ di parte, il salmone è uno dei pochi pesci che apprezzo.

Insalata all’Acetosa

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TEMPO: 30 minuti | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: facile

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


L’acetosa (Rumex Acetosa) è una pianta erbacea perenne, che si sviluppa lungo tutta la penisola italiana. Si presenta con un alto fusto eretto, le sue foglie sono di due tipi: quelle che si trovano alla base dello stelo  sono ampie, e hanno la forma di una lancia, quelle che sono invece all’estremità della pianta sono più strette e lunghe. Emanano un odore piuttosto caratteristico, acidulo, che corrisponde al loro sapore.  I fiori sono di colore rossiccio, la loro fioritura inizia in primavera e prosegue poi per tutta l’estate. Il frutto è anch’esso di colore rosso, è ricoperto di petali, che a loro volta hanno un colore rosso ruggine.

La pianta contiene Vitamina C, ferro, acido ossalico e ossalato di ferro. Ha proprietà diuretiche, lassative, antinfiammatorie e rinfrescanti, e le sue foglie possono essere utilizzate fresche, oppure le  sue virtù benefiche vengono sprigionate anche se si consumano infusi e decotti. Grazie a queste sue proprietà depurative e drenanti viene utilizzata per curare l’acne e la pelle grassa, per le punture di insetti e in caso di alitosi e anche di eccessiva sudorazione.

In cucina l’acetosa può essere utilizzate come gli spinaci o come altre erbette, pulita, lessata e poi condita o ripassata in padella, oppure le foglie cotte possono essere aggiunte alle minestre. Fresche invece, sempre ben pulite, possono essere utili per insaporire delle insalate, o anche utilizzate per farcire delle frittate ad esempio. Inoltre si può ricavare una purea, cuocendo le foglie e passandole, che poi va utilizzata per accompagnare pollame e pesce. Unica cosa da tenere ben presente è che il sapore dell’acetosa è piuttosto acido, quindi quando la unirete alle vostre preparazioni culinarie donerà questa caratteristica al vostro piatto.

Come servire a tavola in situazioni poco formali!/2

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Quando la cena è più confidenziale e i padroni di casa si devono occupare anche del servizio, occorre che si alzino il meno possibile: innanzitutto predispongono un menù combinato in modo da evitare assenze troppo prolungate in cucina, e quindi allestendo tutto ciò che occorre parte in tavola e parte su piani d’appoggio facilmente raggiungibili da seduti, uno o due carrelli, un tavolinetto. Così in tavola ci saranno già tutte le posate, il cestino del pane, le saliere, la pepaiola, la mostardiera, la caraffa dell’acqua, le bottiglie con i loro sottobottiglia, un sottopiatto grande per appoggiare eventuali piatti caldissimi.

Sul ripiano alto del carrello saranno disposti i piatti di ricambio e le posate da portata, mentre si riserverà la parte bassa per i piatti sporchi. Sugli altri piani di appoggio predisponete un eventuale rechaud (fornello a spirito), un paio di presine nuove fiammanti, altro pane, altre bottiglie di vino, con quello bianco nella «glacette», un tovagliolo, qualche posata in più per ogni evenienza, e il vassoio con le tazze da caffè. Per il servizio non collocate il piatto di portata al centro della tavola in modo da evitare che gli invitati si debbano servire avvicinando il loro piatto.

Marmite: o si ama o si odia.

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Non ci sono vie di mezzo. Amore a primo assaggio o fermo e deciso disgusto. Uno dei prodotti inglesi più popolari, argomento di discussione, schiere opposte di funclub a seguito, col suo particolare sapore spacca in due le opioni dei consumatori.

Cremoso e marrone intenso, gusto salato, odore forte della fermentazione, sapore inconfondibile, consistenza appicicosa.

Indovinato?

Marmite, naturalmente. Per chi ancora non lo conoscesse, si tratta di crema spalmabile a base di estratto di lievito di birra. Precisamente si tratta della raschiatura del fondo della vasca di fermentazione nelle fabbriche di birra. Buona fonte di vitamine del gruppo B, completamente vegetariana, è un alimento a basso contenuto di grassi. Da spalmare sul tost imburrato, la mattina per una perfetta colazione o di pomeriggio per la merenda.

La sua campagna pubblicitaria, creata da DDB, gioca proprio sul contrasto di amore-odio che genera.

Nei paesi anglosassoni una vera istituzione, da noi, un intruglio pressochè sconosciuto. Facendo parte della fazione Love it, quella del colpo di fulmine ed amore incontrastato, non posso che cantarne le lodi. Si inizia semplicemente, una mattina fuori casa con i morsi della fame a colazione. Ti portano questi toast, accompagnati da burro da spalmare e uno strano barattolo.

M A R M I T E

Mah, proviamolo.
E da li non si torna più indietro. Ti senti immerso in questo strano sapore, quel sottile strato delicato di burro che sta sciogliendosi sopra il toast abbrustolito, si mescola lentamente con il velo salato a aspro di marmite appena spalmato. Ogni morso e ti lasci avvolgere dal suo gusto che si sta diffondendo nel tuo corpo, ti abbandoni al marmite come un ippopotamo nel fango. Ti ci puoi crogiolare.

Si inizia così. Con pane e burro. Poi si scoprono tutte le varie ed eventuali varianti. Un’altro classico? Pane, formaggio e un tocco di Marmite.
Ecco uno step by step per un perfetto panino formaggio e marmite:

Un antipasto o un contorno? insalata croccante di zucchine

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TEMPO: 15 minuti | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: bassa | VEGETARIANA: si | PICCANTE: no | GLUTINE: no | BAMBINI: si

Spesso penso a piatti nuovi da proporre ai miei ospiti ed ai miei amati familiari, soprattutto in questa stagione. Infatti in primavera mi viene quasi una smania di provare accostamenti diversi tra verdure, e di proporle in modo insolito.  L’altro giorno stavo giusto sfogliando un numero della rivista “Sale e Pepe” quando ho trovato questa stuzzicante insalata di zucchine crude. Ho provato a farla ed é stata un tale successo che mi capita addirittura che mi sia commissionata come piatto pronto da portare quando siamo invitati a pranzi o cene da amici. Bisogna dire che questa é la stagione ideale per questo piatto perché adesso le zucchine sono proprio fantastiche: tenere, dolci e croccanti allo stesso tempo.

Scopriamo una varietà di pane indiano attraverso The Millionaire: il chapati

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TEMPO: 20 minuti (più 1 ora di riposo)| COSTO: basso| DIFFICOLTA’:bassa
VEGETARIANA: SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Negli ultimi tempi raramente un film mi ha appassionato particolarmente, eccezion fatta per quello oggetto di questo articolo: The millionaire. Appena letto il titolo non sapevo che genere di film aspettarmi, ma devo dire che le mie impressioni sono state più che positive.

In sintesi Jamal, il protagonista, arrestato perché sospettato di imbrogliare al famoso gioco Il milionario,  viene interrogato dalla polizia. Mentre ripassa le domande una per una, inizia, attraverso vari flashback, a ricordare la storia  della sua vita  da bambino passata dapprima per le strade insieme al fratello Selim e Latika, una bambina di cui si innamorerà e perderà di vista salvo poi … forse è meglio che mi fermi quì. Non vorrei rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto il film.

Tra i vari momenti che gli tornano alla mente c’è questo: lui e Selim, il fratello, sono riusciti a scappare dalla banda che li ha imprigionati e che li avrebbe accecati se solo fossero rimasti lì,  e  con un espediente riescono a rubare qualche chapati

Il chapati è il pane indiano, forse la varietà più diffusa. E’ molto semplice da preparare e prevede l’utilizzo di pochi ingredienti facilmente reperibili.

Torta Pina Colada

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TEMPO: 2 ore e 45 minuti | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI/NO


Questa torta prende il nome e il gusto dalla famosissima bevanda alcolica Pina Colada. Gli ingredienti per preparare il cocktail, che poi sono gli stessi usati per la farcitura della torta, sono rum chiaro, latte di cocco e succo d’ananas, o anche ananas a pezzetti o tritato.

Questa bevanda è originaria di Porto Rico, è le sue prime preparazioni sembra risalgano agli anni ’60, anche se esistono alcune versioni senza latte di cocco già dagli anni ‘2o e pare che nei Caraibi, già intorno al 1950, si parlasse e si bevesse questo succo alcolico fatto da ananas, cocco e rum. Comunque sia nella Vecchia San Juan, ovvero un piccolo quartiere di San Juan, capitale di Porto Rico, esiste una targa in cui viene ricordata la creazione della prima Pina Colada.

Il cocktail va preparato nel blender (frullatore) utilizzando anche i cubetti di ghiaccio. Mettete 7-8 cubetti nel frullatore, poi inserite gli ingredienti in queste dosi: 2/10 di latte di cocco (o batida di cocco), 3/10 di rum chiaro, 5/10 di succo di ananas o circa 3 fettine di ananas. A questo punto frullare tutto, stando ben attenti a non far sciogliere completamente il ghiaccio. Versare poi il cocktail in un bicchiere a tulipano e guarnire con una ciliegia o con uno spicchio d’ananas. Ricordare bene che i frammenti di ghiaccio devono rimanere in modo che si sentano un po’ in bocca, e anche che se si utilizza la batida non cambierà il sapore, ma umenterà solo la gradazione alcolica.

A questo punto prepariamo anche la torta, che nessuno vi vieta di servire dopo una cena fuori o a casa, quando la notte avanza, proprio accompagnata dal suo cocktail d’origine.

Come si serve a tavola nelle occasioni importanti? /1

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Cominciamo con il caso di una cena formale, ove la padrona di casa avrà a disposizione una persona attenta e capace, non istruita all’ultimo momento. Un pranzo è veramente importante quando in tavola non ci sono troppi piatti o posate, che verranno messi man mano da chi si occupa del servizio, quando non c’è il cestino del pane ma vi sono piattini individuali, quando non ci sono le caraffe dell’acqua e le bottiglie di vino che verranno versate soltanto dalla persona di servizio, attenta a non lasciare mai i bicchieri vuoti. Anche sui piani d’appoggio presso la tavola non vi devono essere troppe cose, ma solo l’occorrente del momento.

Dopo che tutti si sono accomodati su invito della padrona di casa che assegnerà a ciascuno il suo posto, anche se ci sono i segnaposto, si farà circolare l’eventuale menù. Il servizio si farà in questo ordine: prima la signora di maggior riguardo (e non la padrona di casa, secondo l’uso inglese), poi le altre invitate in ordine di età o di importanza, quindi la padrona di casa. In seguito sono serviti i signori, sempre seguendo quest’ordine e da ultimo il padrone di casa. Le fondine da minestra vanno tolte con il piatto sottostante dalla destra del commensale, senza essere sostituite contemporaneamente da un altro piatto. Però chi serve deve tornare subito con dei piatti caldi che collocherà da sinistra, e man mano che arriva con i piatti di portata li offrirà al commensale da sinistra, presentati sulla mano aperta e ricoperta da un tovagliolo, mentre con la mano destra reggerà l’eventuale salsiera.