Come un senso di deja vu. Già lo abbiamo accennato in vecchi post di Ginger & Tomato: il connubio food e fotografia si fa sempre più forte e palpabile anche dai non addetti ai lavori. Basta sentire, gardarsi intorno. La cucina sconfina sempre di più nell’arte e in tutto ciò che è affine alla comunicazione, al di sopra del nudo e crudo atto di mangiare. La fotografia si fa sempre più veicolo per la perfetta scienza della gastronomia e veilletà culinarie, sembra la forma di comunicazione più adatta a trasmettere tuttociò che è intrinseco e non visibile del cibo.
L’ennesima conferma? Il progetto che unisce la fotografa Dominic Davies e lo chef Heston Blumenthal.
Dalla loro collaborazione è nato The Big Fat Duck Cookbook, un bel librone di ricette e fotografia che prende il titolo proprio dal ristorante di Heston Blumenthal.
Con un attegiamento e una visuale piuttosto insolita verso alll’immagini classiche di piatto a cui siamo abituati, questo progetto editoriale si fa sicuramente notare. Non passa certo inosservata la cucina molecolare, con i suoi fumi e fumacchi, spume colorate, strati e particelle.
Il foodstyling di queste ricette? Abbastanza aggressivo. Diciamolo. Tutto quello a cui non siamo abituati. Scordatevi la bella teglia di pasta al forno fatta da suor Germana, qui troverete tazze fumanti che sembrano almbicchi, letti di ignote verdurine verdi vanadio, spolverati da strani composti liofilizzati.
Impeccabili immagini, che quasi perdono un po’ il senso e il calore intrinseco nell’idea più classica che tutti abbiamo di cucina. Ma forse prprio per questo aprono i nostri gusti e sensazioni a temi e sapori non ancora sperimentati.
Forse è arrivato il momento di trovare una nuova lettura di ciò che ci trascina in cucina?