Questa non è una delle classiche torte di mele, ve ne accorgerete già leggendo la ricetta. Infatti tra gli ingredienti non compare il lievito per dolci. Infatti più che torta la definirei un dolce alle mele e marrons glacés. Quando ho trovato la ricetta mi aveva subito colpita per l’abbinamento tra mele e castagne, ma non mi aveva convinta troppo per via, appunto, del fatto che non prevedesse il lievito. Ma, siccome sono a perta alle sfide ed agli esperimenti, ho voluto cimentarmi ugualmente nella preparazione di questa torta alle mele e castagne glassate, ed ho fatto decisamente bene. Si ottiene un dolce umido grazie alla presenza dell mele e alla piccola quantità di farina prevista, solo 50 gr. I marrons glacé regalano quella nota dolcissima ed autunnale che in questo periodo dell’anno non guasta mai.
Questo è uno dei tantipiatti a base di zucca che ho cucinato per la sera di halloween, serata, ovviamente dedicata in primis ai nostri bambini, che tra scherzetti e dolcetti hanno mangiato piatti sani soprattutto a base di verdure, che, sappiamo bene, non essere particolarmente amate dai bambini.
Per quanto riguarda gli altri piatti, vi prometto che pian piano, ve li svelerò tutti.
Nel frattempo però gustatevi questo gratin leggero, vegetariano, dal gusto molto delicato e sicuramente molto invitante per grandi e piccini….mio figlio e la mia nipotina, lo hanno divorato!
Molti credono, sbagliando, che la salsiccia sia da consumarsi, quasi esclusivamente, cotta alla brace!
Qualche tempo fa invece, mia suocera, mi ha insegnato a cucinare un’ottima salsiccia in umido, cotta in tegame!
Devo confessarvi, che in principio, anche io facevo parte di quella schiera di persone che mangiavano solo salsiccia cotta alla brace, ma, vi posso garantire che mi sono ricreduta.
Cotta in questa maniera, la salsiccia, rimane molto tenera, ed il suo sapore si unisce alle verdure rendendole piccanti al punto giusto e molto, ma molto, saporite.
Quando penso allo strudel mi viene automaticamente in mente quello classico, immagino il gusto delle mele con l’uvetta e quel profumo irresistibile di cannella. Forse perchè nell’immaginario collettivo lo strudel è proprio questo, quello tradizionale. Pur rispettando le tradizioni, a volte variare un pò non guasta, anzi per quanto mi riguarda serve proprio ad ampliare gli orizzonti, per poi, quando si torna alla normalità, apprezzarla ancora di più. Questo sia per quanto riguarda il cibo che la vita. Tutta questa premessa per spiegare da dove viene questa fantastica variante autunnale costituita dallo strudel alle noci. Noci e miele per la precisione, un abbinamento di sapori collaudato che non delude mai. La ricetta in questione sostava nel mio ricettario dolce da qualche anno, copiata probabilmente dal web, adesso non ricordo più nemmeno dove, ma la cosa importante quì è proprio il risultato. Uno strudel sfiziosissimo che non vi farà rimpiangere quello tradizionale, anzi.
Sulle cime di rapa si potrebbe tenere una lectio magistralis, non solo per parlare della verdura e delle sue origini, della coltivazione e degli utilizzi in cucina, ma anche per individuarne e stabilirne le vere origini culinarie, visto che quando si parla di cime di rapa, broccoletti, friarielli, le regioni di maggiore coltivazione si contendono il primato sulla scoperta delle succulente ricette che riguardano questo ortaggio!
Arriviamo proprio alle regioni, Lazio, Puglia e Campania, e a tale proposito ho assistito personalmente a una disputa sulle orecchiette con le cime di rapa tra laziali e pugliesi. I primi sostenevano che i broccoletti sono originari del Lazio e che quindi le ricette connesse sono state inventate lì, i secondi che invece l’abbinamento principe è proprio quello con le orecchiette e che le cime di rapa sono originarie proprio delle Puglia e poi sono arrivate nelle altre regioni. Io dalla mia, essendo campana, associo cime di rapa e friarielli, ma ho scoperto che questi ultimi sono infiorescenze appena sviluppate della cima di rapa, quindi non mi sentivo parte della contesa, anche se i friarielli sono più simili ai broccoletti di quanto non lo siano le cime di rapa! Che gran confusione!
Personalmente posso ancora aggiungere che io le trovo fantastiche, in ogni forma e con ogni ricetta tipica. Salsicce e friarielli alla napoletana sono uno di quei piatti sublimi e non paragonabili con niente, piccante e saporito alla perfezione. La leggenda narra che da piccola mi facevo riempire il piatto e “piangevo” ad ogni boccone per quanto la pietanza fosse forte e piccante! Nel Lazio, il panino con porchetta e broccoletti, o salsiccia e broccoletti è un monumento culinario, e posso anche io affermare che è un pasto sublime. Le orecchiette con le cime di rapa in questione sono un primo piatto fantastico, tipico delle cucina pugliese e italiana e davvero caratteristico, che va gustato di questi tempi quando le cime di rapa sono di stagione.
In questo periodo della mia vita sto viaggiando molto, ancora non ho capito se é un bene oppure un male, comunque giusto i giorni scorsi ero in Francia nella zona della Savoia e visto che avevo un’oretta tutta per me mi sono messa a leggere una rivista di cucina “Cuisine e vins de France” e tra quelle bellissime pagine patinate ho trovato questa splendida ricetta. Io ne sono rimasta talmente incuriosita che ho provato a farla la sera stessa per cena e vi devo confessare che l’ho trovata sublime! Una piacevolissima vellutata di zucca e castagne, arricchita dal forte sapore della salsiccia, possibilmente di fegato. Ma se non la trovate potete utilizzare una salsiccia secca classica purchè sia davvero molto buona. Si tratta di mix di ingredienti autunnali sfizioso e profumatissimo che vi scalderà il cuore in una bella serata autunnale.
Con l’arrivo del freddo, mi è venuta voglia di cucinare piatti e pietanze che si abbinano di più alle giornate grigie ed autunnali. Ho messo da parte verdure non cotte ed insalate e ho dato spazio a ricette di contorni che prevedono una cottura delle verdure, come ad esempio le verdure stufate o le patate in casseruola. Al pesce, dolce ricordo dell’estate, ho sostituito la carne. Carne bianca o carne rossa non fa differenza, purché ci sia carne! Ed è per questo che in questo periodo mi dedico particolarmente a sperimentare ricette di carne come: l’Arrosto ripieno all’Austriaca.
Non conosco molte ricette per cucinare la carne, non è una delle pietanze che amo consumare con molta frequenza, e così mi sono dovuto dare da fare e ricercare qualche ricetta che stimolasse il mio palato ed è in questo modo che ho trovato la ricetta dell’Arrosto ripieno all’Austriaca. Tra le altre ricette, che ho sperimentato, vi ricordo quelle di Ginger and Tomato dell’arrosto al pepe o dell’arrosto all’arancia. Ma adesso sono ansioso di svelavi la preparazione dell’Arrosto ripieno all’Austriaca.
Chi di voi, non ha mai fatto una carbonara in vita sua? La pasta alla carbonara è un piatto tradizionale e sicuramente tanti lo classificano, forse perché semplice, nel piatto dei single…ma se c’è qualche single “in ascolto”, questa ricettina è rivolta proprio a voi…
Si, perché la prossima volta che vi capita di conoscere una bella donna che ama la cucina, non portatela fuori a cena, invitatela a casa vostra e preparatele questo piatto che, ovviamente, parte dalla carbonara classica, ma, che diventa “capriccioso”, per via dell’aggiunta di alcuni ingredienti molto particolari.
Create quindi una giusta atmosfera in casa, magari accendendo qualche candela e qualche bastoncino d’incenso profumato, una buona musica e, cosa fondamentale per la sicura riuscita della serata, non dimenticate di acquistare una bottiglia di un buon vino, magari come quello che vi consiglierò alla fine e ricordate…le donne amano gli uomini che sanno il fatto loro ai fornelli!
L’organizzazione di un matrimonio, si sa, è un’impresa ardua. Tante, troppe cose di cui occuparsi, desideri da cercare di esaudire, daltronde ci si sposa una volta sola (o no?), dettagli da far combaciare, parenti da accontentare, bomboniere da scegliere senza cadere nel banale e, cosa non da poco, senza cadere sul lastrico ( a proposito, ma non costano un pò troppo?) chiesa da addobbare, ristorante e menù da scegliere, location che faccia sognare, addio al nubilato e più chi ne ha più ne metta. Solo a scrivere questo elenco striminzito mi gira la testa. Ma una delle cose che più si ricorda alla fine, proprio come conoramento del pranzo, è la torta di nozze. Anche perchè il famoso taglio della torta costituisce uno dei momenti salienti e più attesi di ogni pranzo di nozze che si rispetti ed è giusto che rispecchi i gusti degli sposi. Chi non aspetta con trepidante e curiosa attesa di vedere arrivare a fine pranzo, in tutta la sua maestosità, la torta nuziale? Io sono tra quelle che corrono a mettersi in prima fila per vedere il rituale del taglio.
E’ il pasto più importante della giornata. Personalmente forse è il pasto che preferisco, quello a cui non riesco proprio a rinunciare e per di più io sono una di quelle persone che la mattina mangia qualsiasi cosa, dolce, salato, fritto… Mi bastano cornetto e cappuccino, ma durante i miei viaggi non ho disdegnato pacakes e frullati, succhi di frutta, uova fritte, pancetta, salsicce e fagioli. La mattina ho proprio lo stomaco aperto, posso ingerire e digerire di tutto! Amo molto anche dedicare delle mattine, magari di domenica o nei periodi di festa, a delle “colazioni imperiali”, in cui si imbandisce la tavola, e si preparano dolci e cereali, panini, qualcosa di salato e da bere immancabili latte e caffè, ma anche qualche succo di frutta.
Gli americani sono i sovrani della colazione, possiamo notare come in ogni film e telefilm che li riguardi si prendono tutto il tempo che serve per gustare colazioni eccezionali, e non importa se mangiano attorno alla tavola, se una madre amorevole sforna pancakes e frittelle o se un papà sbadato brucia le uova nella padella, i giovani mangiano le ciambelle in piedi appoggiati alla credenza e le adolescenti si concedono solo una tazza di latte e cereali, insomma, la colazione per loro e sacra, e chissà se anche qualche famiglia italiana si prende tutto questo tempo, ogni mattina, senza farsi prendere dalla frenesia. Non so se è nel nostro DNA. Io ho sempre fatto colazione con calma, ma per calma intendo tipo 5 minuti!
La polenta mi fa sempre pensare all’autunno. Trovo che si tratti di uno di quegli alimenti che fa piacere gustare quando c’è freddo, mi trasmette un certo senso di gratificazione che non so spiegare a parole. Trovo anche che sia giusto coccolarsi a tavola, e mettersi tutti insieme intorno ad un piatto di polenta con provola e spinaci, completando la cena con delle caldissime caldarroste è uno di quei rituali che svolge perfettamente questo compito. La polenta più comune, quella che si contraddistingue per il suo colore giallo acceso, quella di granoturco cioè, non è la sola che esista, ce ne sono diverse varianti, come ad esempio quella bianca, o quella taragna, tipica della cucina valtellinese alla cui base viene aggiunta la farina di grano saraceno, a cui deve quel colore scuro e quel gusto rustico, che a me piace tanto. Potremmo continuare all’infinito perchè i tipi di polenta non finiscono quì.
Non sapete ancora cosa cucinare per pranzo? Avete voglia di fare mangiare a vostro marito qualcosa di diverso, ma la vostra pausa pranzo dura solo un’ora? Siete capitati allora sul blog giusto! Con questa ricettina facile, facile ed estremamente veloce, dal gusto forte e deciso ma anche sorprendentemente avvolgente e accattivante, stupirete il vostro maritino e lo prenderete per la gola; se poi accompagnerete questa pietanza con un calice del vino che vi consiglierò alla fine, il vostro pranzo risulterà molto particolare, direi quasi affascinante!
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