Facilissimi da preparare e perfetti per il ponte dell’8 dicembre che ci aspetta al varco, questi biscotti allo zenzero sono ideali per le feste, per una colazione leggera ma speciale, che possiamo goderci insieme alla nostra famiglia adesso che il Natale è ormai alle porte. Possono essere inzuppati nel cappuccino, così come nel tè e a dire la verità sono davvero perfetti se accompagnati alla cioccolata calda, una delizia che spesso non ci concediamo ma che durante le feste, in molte famiglie, non manca mai.
Allora oggi vorrei condividere una piccola scoperta che ho fatto e che ho reputato davvero strepitosa: non so voi ma io preparo spesso la pizza in casa, sia perché mi piace sia perché i bambini la adorano. Comunque di recente sono andata in un supermercato Biologico di cui non credo di poter fare il nome ed ho trovato una busta di farina di soia integrale che riportava la dicitura “per rendere più croccanti i vostri impasti”, allora l’ho subito comprata pensando che a me la pizza piace proprio “alla romana“. Che volete farci d’altronde sono nata e cresciuta a Roma poi mi sono autotrapiantata nella bellissima emilia romagnadove si mangia divinamente ma, a onor del vero, la pizza la fanno molto simile al pane. Comunque a parte queste divagazioni sulle mie origini, ho preso la farina, l’ho tagliata con una farina biologica di grano 00 e davvero la pizza é venuta bella croccante e con le bolle! ed inoltre digeribilissima! ora vi devo precisare che la farina di soia ha un suo sapore che si sente nell’impasto quindi se per caso non vi dovesse piacere il sapore della soia potete anche scambiarla con una pari quantità di farina di kamut, ma non vi viene così croccante!
La maionese apparentemente può sembrare il condimento più semplice da preparare, fatto di pochi semplici ingredienti da mescolare insieme. Mi dispiace ma la preparazione della maionese non è affatto semplice e spesso come si dice in gergo spesso “impazzisce”! I motivi per i quali la maionese impazzisce e cioè l’olio si separa dal tuorlo possono essere diversi e cioè: gli ingredienti non sono alla stessa temperatura, si mette troppo olio e tutto insieme mentre andrebbe versato a filo mentre si continua a mescolare, oppure si mette più olio di quanto effettivamente il tuorlo possa assorbirne.
La soluzione? io conosco quella della patata e cioè lessarla, schiacciarla e unirla poco alla volta alla maionese impazzita fino a quando il problema non è risolto; e poi ne conosco ancora una migliore e cioè preparare la maionese con il bimby!
Il bimby vi permetterà di preparare una maionese perfetta, morbida liscia e molto gustosa; a mescolare ci penserà lui e quindi non avrete il problema di versare l’olio lentamente e mescolare con il cucchiaio di legno contemporaneamente, avendo il terrore che il vostro impasto impazzisca! Gli ingredienti però dovrete sceglierli con accuratezza, comprando uova fresche, usando dell’olio di semi per un gusto più leggero e poi il tocco in più dell’aceto balsamico.
Il pesce, per tradizione o almeno nella maggior parte dei casi, è un alimento tipico della stagione estiva; ma non è detto che non si possano preparare delle ottime ricette a base di pesce che si accompagnino bene al clima freddo dell’inverno! Se vi domandate come cucinare il pesce per una sera fredda e piovosa, vi consiglio di provare la ricetta: Spinaci e seppie in tegame.
Come posso presentarvi questo piatto, se non definendolo come una specie di stufato di pesce, solo così posso descrivervi gli Spinaci e seppie in tegame. Già una volta vi avevo descritto un modo per preparare le seppioline in tegame, e oggi scopriamo un’altra preparazione. Adesso vi saluto e vi auguro buon appetito con gli Spinaci e seppie in tegame.
Pochi cibi sono così universalmente ben accetti come i maccheroni. E di pochissimi l’etimologia è altrettanto controversa. C’è chi sostiene che il termine “maccherone” derivi dal latino tardo “maccare”, che significa schiacciare. I maccheroncini di Campofilone sono il tipico primo piatto marchigiano del Natale. Vanto del paese di Campofilone in provincia di Ascoli Piceno, che dedica loro una sagra molto nota in tutta Italia, i maccheroncini sono strettissimi fili di pasta sfoglia tirata allo spessore di un velo, tagliati con coltelli molto affilati. Il Maccheroncino di Campofilone, vanta una tradizione antichissima. Già nel 1400 il maccheroncino, considerato un piatto prelibato viene citato in una corrispondenza dell’Abbazia di Campofilone e poi ancora riportato nei quaderni di ricette di alcune case nobili dove si scriveva che questa originale pasta era tanto delicata da sciogliersi in bocca. Il Maccheroncino ha sempre rivestito un’importanza particolare, discostandosi dai piatti di “tutti i giorni”, rappresentando il piatto per eccellenza, simbolo di bravura della padrona di casa e piatto tradizionale nei pranzi di festa. Noti sin dal Quattrocento come “maccheroncini fini fini”, la loro caratteristica è l’elevato numero di uova presente nell’impasto: ben dieci per un chilo di semola di grano duro. La lavorazione richiede abilità, forza e fatica. La pasta, che si cuoce molto rapidamente, resta porosa, caratteristica che insieme all’estrema delicatezza dello spessore la rende ottima sia in brodo sia asciutta (il condimento caratteristico è un ragù di carne di pollo, vitello, maiale aromatizzato con noce moscata e spolverato di pecorino).
Avete un po’ di farina di riso in casa e delle patate e volete preparare della pasta fatta in casa? Allora leggete la nostra ricetta di oggi e potrete preparare dei buonissimi gnocchi con le patate. Una pasta fatta in casa senza glutine che potrete poi condire con quello che più vi piace. Per preparare gli gnocchi dovrete avere un po’ di pazienza perché si sa, quando c’è da fare un impasto, le cose non sono sempre così semplici. Con qualche minuto in più e un po’ di attenzione tutto andrà comunque per il meglio e potrete preparare per il vostro pranzo o per la cena degli gnocchi davvero squisiti. Abbiamo scelto di farli con la farina di riso per tutti coloro che sono intolleranti al glutine e che quindi non avrebbero potuto utilizzare la normale farina. Ovviamente poi se qualcuno leggendo questa ricetta volesse farli con la farina classica, potrebbe prepararli senza problemi.
n ogni pranzo o cena che si rispetti, soprattutto quando ci troviamo al ristorante, ad attenderci in tavola troviamo sempre i grissini.Sono loro ad accoglierci ed a placare quel senso di fame che ci pervade in attesa delle prime portate. Ho pensato allora che anche in occasione del natale potremmo dedicarci alla loro preparazione per portare in tavola dei signori grissini, non quelli confezionati, ma proprio fatti in casa e dal sapore particolare, al mais. La ricetta dei grissini al mais è tratta dalla validissima rivista La Cucina Italiana, che propone sempre ricette collaudate e di sicura riuscita.
Per la preparazione dei grissini al mais vi serviranno tre tipi di farine: quella speciale per pizze, quella di mais e quella di grano duro. Inoltre poco burro, lievito di birra e paprika a volontà. Per quanto riguarda il procedimento invece, se vi servite di una impastatrice sarà molto più veloce. Innanzitutto si lavorano la farina di grano duro con quella per pizze e del lievito sciolto in 150 gr di acqua tiepida. Dopo la lievitazione si va a fare lievitare fino a che non sia raddoppiato di volume. A questo punto si aggiungono: la farina di mais, il burro, la paprika ed il sale e si fa lievitare ancora l’impasto oleato esternamente.
Tra le kosher cakes che preferisco c’è sicuramente questa torta di mele, fatta con miele e uvetta come vuole la tradizione del capodanno ebraico. Durante la festività ebraica di Rosh Ha-Shanah, il capodanno ebraico appunto, è tradizione mangiare cose dolci come miele e mele, anzi intingere le mele nel miele in segno di augurio per un anno dolce.
Durante la cena della prima sera di festa detta “Seder di Rosh haShanà”, si usa consumare, insieme alla recitazione di piccole preghiere, sia cose dolci, come le mele e il miele, sia altri cibi che diano senso di molteplicità come il melograno, con l’augurio di un anno dolce e prospero; tanti altri sono i piatti serviti durante questa cena e possono cambiare a seconda delle tradizioni e usanze ma di solito si trova sempre la testa di qualche animale come ad esempio il pesce a simboleggiare il capo dell’anno.
Per la preparazione di questa kosher cakes avrete sicuramente bisogno di mele, miele (io vi consiglio miele di acacia), uvetta e mandorle tritate da cospargere sulla superficie e naturalmente i soliti ingredienti per l’impasto come farina, uova, zucchero, burro e lievito. Non vi preoccupate però, la sua preparazione è davvero semplice e il risultato assicurato, basterà solo un pochino di attenzione durante l’impasto degli ingredienti ma se avete la frusta elettrica sarà ancora più facile.
Avete mai assaggiato la “zuppa di patate”? io fino a qualche tempo fa non l’avevo mai provata e devo dire che ne sono rimasta entusiasta. Io ho sempre mangiato la “pasta e patate” così come la fanno le mie amiche napoletane ma sinceramente la zuppa di patate me l’ha fatta provare di recente una cara amica fiamminga che mi é venuta a trovare e vi posso dire che mi ha davvero stupito per il suo gusto delizioso ed il suo profumo incredibile. Si tratta di una ricetta incredibilmente semplice da preparare e molto buona da gustare, inoltre trattandosi di patate mi sento di dire che é anche piuttosto economica. Dovrete solo ridurre i vostri tuberi in crema ed aggiungervi tanto formaggio cremoso, infine metterete anche delle sfoglie di pancetta croccante e dell’erba cipollina per guarnire e voilà il gioco sarà fatto, la vostra zuppa sarà perfettamente pronta per andare a tavola!
Un altro dei piatti ideali da portare in tavola in occasione del natale è sicuramente il panettone gastronomico. Si tratta di un vero e proprio panettone, meno dolce di quello tradizionale, senza uvetta e canditi, quindi tendenzialmente salato o comunque adatto ad essere farcito con ingredienti salati. Devo dire che il panettone gastronomico fa decisamente la sua figura in tavola, innanzitutto per le dimensioni, poi per l’aspetto sontuoso: viene tagliato a fette orizzontali e farcito con succulenti ripieni di solito cremosi.
La preparazione del panettone intanto vi richiederà almeno 3-4 ore necessarie però alla perfetta lievitazione e riuscita di esso. Infatti il procedimento è simile a quello di un normale panettone, ma se utilizzate l’impastatrice come da ricetta, allora sarete di gran lunga facilitati. Intanto dovrete mettere nella ciotola dell’impastatrice il lievito sbriciolato con il latte tiepido per farlo sciogliere completamente.
Solo allora aggiungere gli altri ingredienti tranne il sale e mescolare bene, infine anche quello. Il panettone dovrà lievittare due volte: la prima dentro la ciotola dell’impastatrice messa in luogo caldo per un’ora, la seconda direttamente nello stempo per altre due ore. E per la farcitura? Di seguito qualche consiglio.
Questa è una ricetta davvero molto conosciuta, tradizionale del Natale. Lo strudel infatti, è un dolce molto noto anche oltre i confini del Trentino e la sua ricetta è, come spesso accade per i piatti tipici, molto semplice. Fu infatti in passato un dolce molto povero costituito da un impasto di farina e uova guarnito da mele e zucchero. Con il passare degli anni la ricetta dello strudel si è arricchita di nuove spezie e sapori, ma conserva ancora il suo gusto originale, nonostante l’aggiunta di qualche piccola variante. Lo strudel è un dolce tipico del Trentino Alto Adige, ma le sue origini sono Turche. I Turchi, che dominarono intorno al XVII secolo l’Ungheria, preparavano un dolce di mele simile che si chiamava baklava. Nei quasi duecento anni di dominazione turca l’Ungheria assorbì oltre alla religione musulmana tutta una serie di ricette e tradizioni culinarie proprio della Turchia. Fu proprio durante questo scambio di cultura gastronomica tra Ungheria e Turchia che lo strudel apparve e poté farsi apprezzare nel suo delicato e gustoso gusto. Il dolce turco Baclava fu però leggermente modificato e agli ingredienti fu aggiunto uno che oggi è determinante: le mele. Questa ricetta fu variata e trasformata dagli ungheresi nell’attuale strudel che presto prese piede in Austria che, a sua volta, fece conoscere anche in Italia questo delizioso dolce. Il Trentino Alto Adige è ormai il depositario di questa preparazione, che qui ha avuto notevole successo anche grazie alle numerose coltivazioni di mele presenti sul suo territorio, che sono l’ingrediente fondamentale del ripieno di questo rotolo di pasta, assieme a uvetta, pinoli e cannella.
Beh, chi non l’ha mai visto ed assaggiato? Il panforte è uno dei dolci tipicinatalizi, dalle origini molto ma molto antiche e dal sapore fortemente speziato tanto che è noto anche con il nome di panspeziato. Come wikipedia insegna, il panforte inizialmente era destinato ai nobili, poichè al suo interno erano utilizzate delle spezie allora molto costose, successivamente alcune iniziarano ad essere omesse, e la copertura non fu più di pepe nero, ma di zucchero a velo vanigliato.
Oggi nella preparazione del panforte troviamo, tra gli altri, questi ingredienti: mandorle, nocciole, frutta candita, fichi secchi, e spezie come i chiodi di garofano in polvere, coriandolo, pepe bianco e cannella. La preparazione prevede una prima fase nella quale andrà tritata grossolanamente la frutta secca ed i canditi, i fichi secchi, ed il resto degli ingredienti. A questi andranno aggiunti la farina e le spezie. La seconda fase invece prevede che lo zucchero ed il miele vengano messi a a sciogliere in un pentolino con qualche cucchiaio di acqua.
I dolci siciliani sono davvero squisiti. Sarà perchè essendo siciliana non sono molto obiettiva, ma io li adoro. La Sicilia vanta una tradizione in campo dolciario che non teme confronti con nessuna delle altre regioni italiane. Coloratissimi, allegri, profumati, i dolci non sono mai mancati agli appuntamenti con le ricorrenze e le festività. Il Natale in particolare, è l’occasione in cui le pasticcerie siciliane sfornano dolci di tutti i tipi, dai classici cannoli, alle cassate siciliane. I filoni che conducono all’attuale pasticceria isolana sono tre. Il primo è il mondo contadino, dove le donne di casa preparavano alacremente i dolci per ogni cerimonia mentre il secondo filone è legato ai monasteri e ai conventi. Molti ordini religiosi, infatti, vivevano di carità e facevano dolci per guadagnare qualcosa. Quella che vi propongo oggi è una ricetta tipica del periodo invernale, si tratta delle crispelle di riso al miele, dette anche crispelle “uso Benedettini”, tipici dolci fritti catanesi a base di riso, che venivano un tempo consumati in occasione della festività di San Giuseppe. Sembra che a realizzare questo dolce siano state per prime le suore benedettine del convento di Catania nel XVI secolo, come risulta da antichi testi di cronisti catanesi. Oggi le crispelle si mangiano un po’ durante tutto l’inverno, in particolare in occasione delle festività. La ricetta è un po’ articolata ma non complessa, in fondo è un dolce nato per essere fatto in casa, con ingredienti semplicissimi da reperire e richiede due giorni di preparazione perchè il riso deve riposare una notte.
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