Comacchio e le sue anguille

Quando si viaggia alla scoperta di un territorio arriva sempre il momento in cui ci si abbandona ai suoi sapori. Chi ama la cucina del territorio non può che rimanere soddisfatto della cucina comacchiese, che dà la massima espressione di sè nei piatti di pesce di acqua salata o di valle.

A Comacchio, spendida città d’arte edificata intorno al 1638, l’aria profuma di mare. Le sue genti, infatti, si sono sempre dedicate alla pesca.  Ancor oggi la cittadina ha saputo conservare nell’aspetto e nelle tradizioni l’originale e forte legame con il mare. Nel vicino porto Garibaldi, al quale Comacchio è collegata da un lungo canale navigabile, l’attività di pesca ogni giorno è piuttosto vivace, con l’andirivieni di pescherecci che rientrano in porto il pomeriggio con preziosi carichi di pesce fresco da assaporare nei numerosi ristoranti della zona o nell’intimità della propria casa seguendo le ricette della tradizione. E parlando di tradizione, non possiamo non far riferimento all’anguilla, che trionfa sulle tavole locali cucinata in mille modi: in graticola, a brodetto, con le verze, marinata.

Le chiacchiere, dolcezze per grandi e piccini

Le chiacchiere sono dei dolci che non abbiniamo mai a questo periodo dell’anno. Tipiche del Carnevale sono dolcetti che vengono preparati praticamente in tutte le regioni italiane, con moltissimi nomi diversi. In realtà questi dolci possono essere delle merende, magari non troppo frequenti se le prepariamo fritte, per i bambini, soprattutto in inverno, sono sostanziose e possono accompagnare alla meraviglia un latte al cioccolato o una cioccolata calda.

La Frittata Vegetariana con Zucchine e Porri, secondo piatto sfizioso o antipasto per le feste?

La Frittata come ho già scritto é sempre un buonissimo piatto che potete davvero utilizzare come preferite. Potete proporlo come secondo piatto ad una cena informale tra amici, oppure prepararci un ghiotto antipasto per un pranzo domenicale, o ancora vi può fare come piatto unico dopo una lunga ed estenuante giornata in ufficio a lavorare. Infatti anche se avrete poco tempo la frittata sarà sempre e comunque un piatto veloce,pratico e gustosissimo, basterà applicare qualche semplice accorgimento in modo che venga ben soffice. Potete preparare la vostra frittata sia al forno che in padella, in entrambi i casi sarà necessario che utilizziate del latte o della panna fresca nel battuto di uova. Inoltre per avere un buon risultato finale é necessario anche che le vostre verdure non siano perfettamente cotte ma appena scottate o rosolate. L’ultimo consiglio é di non cuocere mai troppo la vostra frittata ma di lasciarla sempre un pochino “lenta”, soprattutto se la preparate in anticipo.

Timballo di scrippelle. Un primo immancabile del Natale in Abruzzo.

Le scrippelle sono un piatto tipico della cucina teramana, davvero immancabile durante i pranzi dei giorni di festa e particolarmente a Natale. Si tratta di sottilissime frittatine a base di uova e farina che si cuociono versando l’impasto  in una padella caldissima. Sono molto simili alle crepes francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltralpe al seguito degli eserciti francesi, mentre altri le considerano derivate proprio da queste.
Le scrippelle però differiscono dalle crepes non solo per gli ingredienti ma anche per l’uso che se ne fa. In Abruzzo infatti le scrippelle sono la base di molti piatti salati, che sostituiscono la pasta. E addirittura una ricetta tipica abbruzzese, le scrippelle ‘mbusse, prevede che queste frittatine siano riempite di formaggio e poi servite su un letto di brodo di gallina ruspante. Quella di cui parliamo oggi però, è una ricetta golosissima anche se un pochino più complessa da preparare, che richiede calma per chi lo gusta e pazienza per chi lo deve preparare. Si tratta di un timballo di scrippelle, con ragù di carne, carciofi, besciamella e formaggio. Una vera golosità che piacerà a tutti, grandi e piccini. Le scrippelle vanno cucinate in modo che il risultato sia una sfoglia sottilissima e leggera che poi andrà condita come se fosse una teglia di lasagne. Basterà tenere la fiamma bassa e poi rigirare le scrippelle in modo da cuocerle da entrambi i lati. Riguardo al condimento, potete scegliere di mettere i cuori di carciofo sbollentati oppure, come prevede la ricetta originale, soffriggerli con olio e rosmarino e poi cuocerli in tegame con un po’ d’acqua finchè non saranno diventati tenerissimi.

Un contorno per natale 2010? L’insalata natalizia di cotto e mangiato

 

Come ho già detto più volte adoro la rubrica Cotto e Mangiato, e dato il successo non solo del programma, ma anche del libro tratto dalla trasmissione ed anche della conduttrice, so di non essere la sola. Questa volta Benedetta Parodi ci suggerisce una insalata assolutamente natalizia (e questo considerata soprattutto la presenza di un frutto di stagione che è la melagrana).

L‘insalata natalizia di cotto e mangiato che, neanche a dirlo, sarà perfetta sulle nostre tavole il giorno di natale, si prepara con il radicchio, la mozzarella di bufala, la melagrana appunto, ed una deliziosa colata di glassa all’aceto balsamico, il tutto condito con olio extra vergine di oliva e sale. Per la preparazione dell‘insalata natalizia di cotto e mangiato dovrete innanzitutto pulire ed affettare il radicchio, tagliare a fette la mozzarella di bufala, sgranare la melagrana e condire il tutto, servito su un piatto da portata, con olio e sale. L’insalata natalizia è fresca, leggera e perfetta come contorno durante un pasto importante come quello del giorno di natale.

Vino & Giovani, Art de Vivre

Il 21 dicembre, alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, torna “Vino e Giovani”, la campagna di educazione alimentare e comunicazione ad hoc per le nuove generazioni di Enoteca italiana e Ministero delle Politiche Agricole, in partnership con il progetto europeo “WinelnModeration. Art de Vivre“, con la partecipazione dell’attore Beppe Fiorello , in veste di testimonial della giornata (info: www.vinoegiovani.it).  Nelle edizioni 2003-2005 e 2008-2009 sono stati 18000 i giovani under 30 coinvolti in tredici università d’Italia e 55000 i contatti sul web, all’insegna dello slogan “Bevi poco per bere bene“, “Per Bacco Ragazzi” e l’attuale “Art de Vivre“.

“Confrontarsi con i giovani ed incontrarli in sedi come le Università- spiega Fabio Carlesi, segretario generale di Enoteca Italiana- in cui avviene la formazione delle nuove generazioni, vuol dire raccontare loro cosa c’è dietro un bicchiere di vino: il lavoro e la passione dei tanti protagonisti del mondo dell’enologia , ma soprattutto una cultura che in Italia ha radici profonde e lontane , e la testimonianza più recente è il riconoscimento da parte dell’Unesco alla Dieta mediterranea, che prevede un bicchiere di vino”.

Un’intera giornata sarà quindi dedeciata all’incontro-confronto con i giovani, per i quali “Vino” vuol dire identità culturale. Recenti studi rivelano che la maggior parte dei giovani italiani bevono per socializzare e non per sballarsi, ed ha ben presente il concetto di moderazione perchè, a differenza dei loro colleghi, in particolare quelli del Nord Europa, che consumano i superalcoolici per trasgredire, sono “figli” della secolare cultura enologica italiana”.

Coq Au Vin, ovvero il Pollo cotto nel Vino rosso direttamente dalla Francia

Il Coq au vin ovvero il pollo cotto nel vino rosso é uno dei piatti principali della cucina tradizionale francese, ed ultimamente é tornato di moda anche in Italia grazie al film “Julie&Julia” dove una blogger decide di eseguire tutte le ricette contenute nel libro di cucina di Julia Child. Tra le varie ricette naturalmente non può mancare il coq au vin, che vi assicuro é una vera delizia. La ricetta che però vi scrivo oggi non é quella di Julia Child, giusto per non incorrere in fraintendimenti, bensì é quella che preparava la mia prozia che si vantava di averla imparata durante i suoi anni a Parigi. Ora io mi permetto di girarvela perché trovo che davvero il coq au vin sia un piatto di straordinaria bontà e credo anche che questa ricetta sia molto ma molto buona. Tra l’altro il pollo lo mangiano davvero tutti, a parte i vegetariani naturalmente.

Ricette bimby, la peperonata

In questi giorni il freddo ha travolto le nostre città e come al solito all’improvviso così oltre a coprirci il più possibile con sciarpe, guanti e cappelli, cerchiamo anche di cucinare piatti caldi e piacevoli che cerchino di scaldarci un pò. Allora quale migliore occasione per preparare una peperonata calda, saporita e gustosa? In più se avete il bimby sarà ancora più facile e veloce e potrete tranquillamente pensare ad altro mentre il vostro robot cuoce per voi.

Mi ricordo che mia madre cucinava peperonata mettendo anche patate e zucchine ed era buonissima, ma quella che vi voglio dare oggi è la ricetta classica fatta solo di peperoni, pomodoro e cipolla e l’aiuto del bimby, ma naturalmente potete prepararla anche senza sarà solo un pochino più lungo. Procuratevi dei peperoni rossi, gialli e verdi, io di solito abbondo con i rossi, e poi della cipolla bianca e per prima cosa fate soffriggere quest’ultima; una volta fatto unite i peperoni tagliati a pezzi e alla fine i pomodori. Il consiglio che vi do è di aggiungere un pizzico di zucchero per togliere l’acidità del pomodoro…ma senza esagerare o vi verrà una peperonata dolce!

Dolci di Natale. Il pandolce genovese.

Se parliamo di tradizioni natalizie, il dolce che vi propongo oggi ne è il simbolo. Originario della Liguria ma apprezzato in tutta l’Italia, il Pandolce genovese fa parte di quella ricca schiera dei pani arricchiti, tradizionali delle feste in molte regioni italiane. Leggenda vuole che sia stato il doge Andrea Doria, nel ‘500, a bandire un concorso tra i maestri pasticceri di Genova per la creazione di un dolce rappresentativo della ricchezza cittadina. Questo dessert doveva essere coerente con l’anima marinara genovese: nutriente ma di lunga conservazione, da tenere in cambusa durante i lunghi viaggi per mare. Nacque così il pandolce, una sorta di focaccia di pasta lievitata farcita. Indipendentemente dall’attendibilità storica del fatto, il pandolce si collocò saldamente nella tradizione del Natale ligure, tanto da diventare il protagonista di un rito propiziatorio di salute, fortuna, soldi per il nuovo anno. E ancora oggi la tradizione esige che il più giovane estragga il rametto d’ulivo che si colloca al centro e lo conservi come simbolo di buon auspicio. Il più anziano a tavola invece, taglia le porzioni e ne conserva due fette: una per il viandante o il povero che potrebbe bussare alla porta e l’altra per San Biagio (3 febbraio), protettore della gola. Tutto viene innaffiato con vino di Coronata e lo Sciacchetrà che accompagna i dolci.

Prepararlo non è difficile, eccetto per il fatto che bisogna preparare una parte dell’impasto il giorno prima e poi tenerlo in un luogo caldo almeno per 24 ore, in modo che la pasta possa lievitare al massimo.

Un secondo per la vigilia di natale, la terrina di tonno e philadelphia

Si tratta di una crema spumosa, tale è la consistenza di questo composto al tonno, la terrina di tonno, appunto. Si tratta di un secondo che potrebbe costituire anche un antipasto magari spalmato sui crostini di pane, è molto gustoso e, ciò che è molto importante, si prepara in poco tempo, nel giro di 10 minuti avrete pronta la vostra terrina di tonno da mettere in frigo. Lo trovo un piatto ideale per la vigilia di natale.

La terrina di tonno va tenuta al freddo almeno un paio di ore prima di essere consumata. Si prepara frullando insieme il tonno sgocciolato, le uova sode, il philadelphia, il cognac ed il pepe bianco macinato. Solo alla fine vanno aggiunti anche i pistacchi già tritati. Il composto va versato in una terrina adatta da poter essere servita in tavola e, dopo la permanenza in frigo, sarà pronta per essere consumata dai commensali.

Calciuni del Molise. Le frittelline dolci per il Natale 2010.

Tra una settimana esatta sarà Natale. Ormai sono quasi due mesi che vi parliamo di ricette natalizie, regionali e non, quindi il vostro menu dovrebbe essere già abbastanza ricco. Ma i dolci, si sa, non bastano mai quindi approfittiamo di questi giorni per continuare a parlare di idee utili per la cena della vigilia o il pranzo di Natale, ricette in cui potreste cimentarvi anche nel caso in cui voleste offrire un dolce regalo ai vostri amici. Quella di oggi è la ricetta dei calciuni del Molise e la tradizione popolare molisana vuole che questi dolci siano serviti alla fine dei pasti dei giorni di festa. Il finale dolce, nella cucina molisana è sempre il risultato di una combinazione di prodotti e tradizioni. Dalle preparazioni più semplici (i mostaccioli o i dolci con marmellate d’uva, con il naspro o con il mostocotto) a quelle più elaborate per i giorni di festa.

I calciuni sono frittelline dolci, a base di castagne e mandorle e ricoperte di zucchero a velo. Una vera bontà, a base di ingredienti tipicamente invernali e squisitamente natalizi. I dolcetti fritti sono tipici del Natale. Ricorderete infatti che abbiamo già parlato delle seadas sarde e degli struffoli napoletani. Una vera prelibatezza da servire a conclusione di un meraviglioso pranzo delle feste, oppure in uno di quei pomeriggi delle vacanze in cui ci si incontra con gli amici per stare insieme davanti al camino. La ricetta non è complessa ma richiede un po’ di tempo di preparazione, specialmente perchè bisogna lessare le castagne prima di dedicarsi alla preparazione vera e propria della sfoglia di queste frittelle che somigliano moltissimo a dei ravioli dolci fritti.

Il sorbetto al mandarino, un gustoso intermezzo per il pranzo di natale

Sicuramente quello al limone è molto più conosciuto, ma il sorbetto al mandarino è un’ottima alternativa al primo, sia per la frutta, i mandarini, che sono di stagione, sia per il sapore delizioso. Il sorbetto in generale, un incrocio tra un gelato ed una granita, costituisce sia un dessert di fine pasto dalla funzione digestiva, che un goloso intermezzo durante dei pranzi o delle cene “impegnativi” come possono essere la cena della Vigilia o il pranzo di natale. Ad esempio è perfetto per separare le portate di carne da quelle di pesce. La sua preparazione è facilissima, ricordatevi solo di prepararlo almeno con un giorno di anticipo affinchè abbia il tempo di solidificarsi.

Ma vediamo nel dettaglio come ottenere il sorbetto al mandarino: innanzitutto si prepara un caramello versando lo zucchero in un pentolino e coprendolo con acqua. Si fa bollire fino a che lo zucchero non si sia sciolto bene e si aggiunge, fuori dal fuoco il succo di 6 mandarini. A questo punto, dopo averlo fatto raffreddare si trasferisce in freezer fino a completa solidificazione.

Cucina contadina: la Zuppa di patate

Un ritorno alla cucina povera, la cucina contadina, in cui erano presenti pochi ingredienti, ma molto genuini. Ingredienti che provenivano dal proprio orto, verdure che, chi coltivava la terra, vedeva crescere giorno per giorno. Facciamo un passo indietro ed scopriamo una ricetta di questa tradizione: la Zuppa di patate. Non stupitevi se la ricetta che troverete descritta non sarà quella di vostra nonna, ogni regione o meglio ancora ogni focolare ha una sua ricetta della Zuppa di patate.

Anche la nostra amica Germana, ha scritto una ricetta sulla zuppa di patate, e come potrete notare è molto differente da quella che vi descriverò io. La Zuppa di patate, così com’è in questa ricetta, è un piatto ideale della cucina vegetariana. Ottimo e nutriente, caldo e rifocillante, per non parlare dei sapori poi! Semplici, delicati ed allo stesso tempo decisi, con la Zuppa di patate potrete percepire i singoli sapori genuini di tutti gli ortaggi che la compongono.

Acciughe al verde alla piemontese. Un antipasto sfizioso per il pranzo di Natale.

Le acciughe al verde, in piemontese “anciove al verd”, sono un antipasto tipico del Piemonte, preparato in varie occasioni e durante i pranzi delle festività natalizie. Perfette per chi ama il pesce marinato in generale, e in particolare i sapori decisi anche a base di aglio, le acciughe al verde sapranno stupire i vostri commensali donando alla tavola un tocco di colore,  di originalità e sicuramente di gusto. E poi si sa, le acciughe o alici, sono dei pesci molto economici che  appartengono alla grande famiglia dei pesci azzurri. Grande sapore quindi e soprattutto grande beneficio per la salute. L’acciuga ha carne ricca di proteine nobili e di ferro, molto saporita, anche se purtroppo un pò grassa, ed è molto utilizzata per fritture, ripieni e come aroma, ad esempio per il burro alle acciughe. Come tutto “il pesce azzurro”, contiene acidi grassi della classe omega-3, di cui ormai tutti conosciamo i benefici per la salute.

Quella delle acciughe al verde è una preparazione semplice, facile da preparare e molto saporita. Acquistate le acciughe sotto sale, dissalatele lavandole bene sotto l’acqua, apritele a libro e togliete la lisca dividendole a filetti. Dopodichè dedicatevi alla preparazione della salsina verde, a base di prezzemolo, che in Piemonte chiamano “bagnet”. A questa salsina potete aggiungere, a piacere, anche un po’ di peperoncino. Vi consiglio di abbondare con il prezzemolo, in modo che la salsina diventi profumata e di un bel verde intenso.