Mi è successo proprio ieri. Ho assaggiato una fetta di torta e il suo profumo mi ha ricordato un episodio molto lontano nel tempo. Il palato ha una memoria, e spesso è perfino più indelebile di un comune ricordo, così basta una madeleine proustiana per risvegliare immagini e sensazioni che credevamo di avere perduto. E un comune dolcetto diventa un elemento rivelatore. Per questo ho molto apprezzato l’ultimo libro di Simonetta Agnello Hornby, “La cucina del buon gusto“, perchè anche se si tratta di un ricettario come tanti, nasconde delle preziose riflessioni che ne fanno un vero e proprio saggio sulla cucina. Scritto in collaborazione con Maria Rosario Lazzati, “La cucina del buon gusto” è una celebrazione dell gastronomia come luogo in cui si incontrano i piaceri dei sensi e della mente.
Minestre, zuppe, piatti vegetariani, primi asciutti, secondi piatti di carne e pesce, nel libro troverete una valida alternativa per i gusti di tutti. Oltre ad apprendere tantissime gustose ricette, alcuni segreti per la decorazione della tavola e per l’abbinamento dei vini, leggendo il libro vi renderete conto che il cibo è un potentissimo antidoto contro la tristezza e contro la solitudine, perchè cibo è sinonimo di condivisione e di ospitalità. Il rito della preparazione del cibo sta probabilmente perdendo la sua importanza nel mondo contemporaneo eppure fa parte di piccoli riti quotidiani che ci danno soddisfazione, che stimolano la nostra creatività e che ci fanno stare meglio. Non si cucina solo per il nostro sostentamento ma anche perchè la cucina è parte integrante della nostra vita e questo, “La cucina del buon gusto” ce lo mostra alla perfezione.
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