Il pane preparato con farina e acqua di mare? La ricetta apparentemente bislacca è altrettanto innovativa e arriva direttamente da San Sebastiano al Vesuvio in provincia di Napoli.
Un’idea quella del pane vesuviano, nata come frutto della collaborazione dei panificatori associati all’Unipan e di Termomar e Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Apparentemente l’uso dell’acqua di mare potrebbe apparire quasi bislacco per la preparazione del pane, ma in realtà l’uso di un ingrediente del genere, di cui si ha ancora ampia disponibilità, implica un duplice vantaggio perché è indicato per chi deve seguire una dieta povera di sodio e consente inoltre di risparmiare acqua potabile, argomento particolarmente delicato in un momento del genere quando i due terzi della penisola sono in preda alla siccità.
La ricetta del pane vesuviano presentata a San Sebastiano al Vesuvio prevede che nel corso della lavorazione del pane venga utilizzata acqua di mare depurata microbiologicamente pura e chiaramente destinata ad uso alimentare che possa essere un ottimo sostituto del sale comune e iodato. Prima di essere impiegata nella preparazione, l’acqua marina deve subire processi di decantazione, filtrazione, depurazione e sterilizzazione con raggi Uv per poter eliminare i microrganismi anche patogeni, ma un volta “purificata” è in grado di offrire l’apporto di sali minerali molto importanti come magnesio, calcio, potassio, fluoro e iodio.
L’idea è di creare un nuovo prodotto campano doc visto che il pane vesuviano potrebbe presto diventare un brand nazionale anche per poter rilanciare l’immagine del Vesuvio dopo i tremendi incendi delle scorse settimane che hanno lasciato un paesaggio desolante.
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