Peperoncino.
Il peperoncino era già usato come spezia dagli indiani del Messico e del Cile, e fu importato in Europa da Colombo nel 1493 e successivamente diffuso nel continente dagli spagnoli. Nel nuovo mondo era invece chiamato chili, termine che appartiene alla lingua nahuatl, e tale è rimasto in lingua inglese.
La pianta, un arbusto perenne a vita breve, può essere coltivata anche su un balcone. La semina avviene a febbraio al centrosud e a marzo al nord, i frutti si raccolgono in estate-autunno. E’ bene consumare freschi i peperoncini, affinché non perdano le loro proprietà, ma possono anche essere conservati sott’olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole e tritati).
La sostanza che ne provoca la piccantezza è l’alcaloide capsaicina, misurata in unità di Scoville (dal nome dell’inventore di questa particolare scala di misurazione) che va da 0 a 15/16 milioni. E’ proprio questa sostanza l’artefice delle molteplici proprietà curative del peperoncino. La lista dei benefici per la salute apportati dal suo consumo è immensa. Tra i più risaputi e accertati scientificamente:
- Favorisce la circolazione sanguigna, grazie alla proprietà di vasodilatazione
- E’ una miniera di vitamine A, C ed E
- Aiuta nell’abbassamento del livello del colesterolo e a tenere sotto controllo la pressione
- E’ un ottimo antidolorifico naturale: i recettori della bocca per attenuare il bruciore di cui è causa, manderebbero al cervello l’impulso per la produzione di endorfine, gli ormoni che rendono sopportabile la sensazione di dolore
- Favorisce la digestione e cura la dispepsia gastrica
- Previene infarto e malattie cardiocircolatorie
- È un antimicrobico
- Ha capacità antitumorale, in special modo previene il tumore al colon
- Ultimo – ma non per importanza – il peperoncino è un ottimo afrodisiaco